Scrutatio

Saturday, 5 October 2024 - Santa Maria Faustina Kowalska ( Letture di oggi)

Gioele 1


font

Colla parabola dell'eruca, della locusta, del bruco, e della ruggine predice i flagelli, che desoleranno la Giudea, ed esorta ognuno, e particolarmente i sacerdoti a piangere, digiunare, e orare.

1Parola di Dio rivelata a Joele figliuolo di Phatuel.2Ascoltate, o vecchj, e voi abitatori della terra quanti siete, ponete mente. E ella mai avvenuta tal cosa a' vostri giorni, od a' tempi de' vostri padri?3Discorretene voi co' vostri figliuoli, e i vostri figliuoli co' loro figliuoli, e i figliuoli di questi colla generazione, che verrà dopo.4Quel, che era avanzato all'eruca, lo mangiò la cavalletta, e quello, che era avanzato alla cavalletta, lo mangiò il bruco, e quello, che avanzò ai bruchi, lo divoro la ruggine.5Risvegliatevi voi, ubbriachi, piangete; e alzate le strida voi tutti, che allegramente bevete il vino; perocché vi sarà levato dalla bocca;6Perocché si avanza sopra la mia terra una forte nazione, e senza numero; i suoi denti sono denti come di lione, e come i denti di giovane lioncello.7Ella ha desolata la mia vigna, ha rosa la corteccia delle mie ficaie, le ha lasciate ignude, e spogliate, e sfrondate, e i loro rami biancheggiano.8Mena duolo, come una giovine sposa vestita di sacco piange il marito di sua prima età.9Sono sbanditi i sagrifizi, e le libagioni dalla casa del Signore; i sacerdoti ministri del Signore sono nel pianto.10Il paese è devastato, la terra è squallida, perchè è stato dato il guasto a' seminati, la vigna fa orrore, e l'ulivo languisce.11I lavoratori della campagna sono mesti, i vignaiuoli gettan le strida, perchè è mancata la raccolta delle campagne, e il grano, e l'orzo.12La vigna fa orrore, le ficaie sono languenti; il melogranato, e la palma, e il melo, e tutte le piante de' campi son secche: e lungi è ito il gaudio da figliuoli degli uomini.13Vestitevi di sacco voi, sacerdoti, e menate duolo; gettate strida, o ministri dell'altare; venite a giacer nel cilizio, o ministri del mio Dio; perocché è sbandito dalla casa del vostro Dio il sacrifizio, e le libagioni.14Intimate il digiuno santo, chiamate il popolo, adunate i seniori, e tutti gli abitanti del paese, nella casa del vostro Dio, e alzate le grida al Signore.15Ahi, ahi, ahi, che giorno! Il giorno del Signore è vicino, e verrà come tempesta spedita dall'Onnipotente.16Non avete veduto cogli occhi vostri venir meno nella casa del vostro Dio tutti gli alimenti, e la letizia, ed il gaudio?17I giumenti marciscono sul loro litame, son distrutti i granaj, le dispense son vuote, perchè il grano è mancato.18Per qual motivo gemon le bestie, e mugiscono gli armenti? perchè non hanno pastura: e i greggi ancor delle pecore vengon meno.19Signore, io alzerò a te le strida, perchè il fuoco ha divorato tutta la bellezza delle disabitate campagne, e le fiamme hanno abbruciate tutte le piante del paese.20E le bestie stesse de' campi alzano gli occhi a te, come la terra, che ha sete di pioggia; perchè secche son le fontane, e il fuoco ha divorato, tutta la bellezza delle campagne.

Note:

1,2-3:Ascoltate, o vecchi, e voi abitatori della terra ec. Questo esordio, con cui il Profeta dimostra, com'egli di cosa nuova, inaudita, degna di essere trasmessa alla memoria de' posteri è per parlare; questo patetico esordio, secondo me, dà non piccolo peso alla opinione di s. Girolamo, di Teodoreto, e di molti altri antichi e moderni, i quali credono, che Joele non tanto prenda a descrivere la desolazione presente del paese di Giuda, quanto le future calamità dello stesso paese. E tale fu il sentimento degli Ebrei, i quali (come attesta s. Girolamo) pel primo flagello intesero significarsi i Caldei, pel secondo i Persiani, pel terzo i successori di Alessandro, e massimamente Antioco Epifane, pel quarto i Romani. Ma di più lo stesso Profeta sembra a me, che dimostri assai chia ramente, come ad avvenimenti futuri, e ancor più terri bili mirava egli nella sua descrizione, come quando in mezzo alla stessa descrizione egli parla dell'avvicinamen to del dì del Signore vers. 15., e nel capo secondo vers. 2. Non neghiamo pertanto, che possano letteralmente spiegarsi questi flagelli, ma crediamo ancora, che secondo la mente del Profeta sieno portati come tanti simboli delle future calamità.

1,4:Quel che era avanzato all'eruca. Ho voluto lasciare questa voce, la quale è usata anche da' nostri Scrittori, e significa quello, che noi comunemente chiamiamo bruco. Quello poi, che si è detto qui bruchus, è una specie di cavalletta, che dai Latini fu chiamata attelabo, caval letta, che ha le ali men lunghe delle cavallette, ovver locuste ordinarie. Così generalmente gl'Interpreti. Quanto alla ruggine è flagello notissimo dei grani e delle biade, e sono ancora notissime le ultime scoperte fatte da illustri filosofi intorno a questa terribil peste delle campagne.

1,5:Che allegramente bevete il vino. Ovvero: che bevete il vino dolce.

1,6:Una forte nazione, e senza numero. Questa nazione in un senso sono le locuste, in un altro senso sono i nemici, i Caldei, i quali verranno a disertare la Giudea. Le locuste sono dette una nazione, come delle formiche disse il Savio, che elle sono un popolo, Prov. XXX.. 25. Quanto all'epiteto di forte dato alla nazione delle locuste, convien sapere esservene tale specie, per testimonianza di Plinio, che hanno fino a tre piedi di lunghezza, e stinchi sì duri, che se ne facevano delle seghe, quand'erano secchi, e hanno ancora denti sì forti, che una di esse strozza un serpente, pigliandolo per la gola. Vedi Plinio XI. 29. Vedi ancora Apocal. IX. 8.

1,7:E i loro rami biancheggiano. Le locuste rodendo la corteccia delle piante, particolarmente dei fichi, lasciano i rami bianchi, e senza sugo, e ben presto secchi totalmente.

1,8:Mena duolo, ec. Parla a Gerusalemme, e le dice, che in veggendo, come il suo protettore e sposo, Iddio, la abbandona senza soccorso in tanta desolazione, ella ha ben ragione di piangere inconsolabilmente, come una giovinetta sposa piange l'amato suo sposo.

1,9:Sono sbanditi i sacrifizi, ec. Queste parole dimostrano, che la devastazione del paese era tanto grande e universale, che non si poteano trovar le cose necessarie per offerire li soliti sacrifizi, e le solite libagioni. Le locuste, i bruci, la ruggine se guastano e distruggono quel che è alla campagna, non potevano però predare, e consumare il vino, l'olio, le farine, che si tenevano in serbo, particolarmente nelle dispense del tempio. Ma tutto questo poteron farlo, e lo fecero i Caldei.

1,13:Venite a giacer nel cilizio, ec. In vece de' vostri lunghi abiti bianchi, vestitevi, o sacerdoti, di nero sacco, e venite a prostrarvi dinanzi al Signore.

1,14:Adunate i seniori, e tutti gli abitanti ec. Si conducevano al tempio in simili occasioni anche i bambini di latte per mettere davanti a Dio anche quella età innocente, le cui grida unite alle voci, e alle preghiere di tutto il popolo, facesser quasi dolce violenza al cuore del Signore.

1,15:Ahi .... che giorno! Il giorno del Signore è vicino, ec. Questo giorno, giorno orrendo, che verrà ben presto, e verrà come furiosa tempesta spedita dall'Onni potente, pare non possa essere se non il giorno, in cui Gerusalemme sarà espugnata, e poi data alle fiamme.

1,16:Non avete veduto cogli occhi vostri ec. Il passato può prendersi, secondo l'uso profetico, in vece del futuro. Voi stessi vedrete nella casa di Dio, nel tempio, i sacerdoti mancare de' necessari alimenti, e la letizia, e il gaudio, che regnava nello stesso tempio ai giorni festivi, conver tirsi in tristezza, e dolore.

1,17:I giumenti marciscono sul loro litame. Ciò potrà ancor riferirsi a' giumenti, che si troveranno nella città in tempo dell'assedio, i quali, non essendovi che dar loro da mangiare, languiranno, e si consumeranno nelle loro stalle.

1,20:Alzano gli occhi a te come ec. Le pecore col belare, i bovi col muggire, gli animali tutti colle meste urla, che mandano, nel tormento, che soffrono per la fame e per la sete, implorano la tua pietà, e a te pure si raccomanda la terra assetata, priva di ogni umore.