Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Giobbe 6


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Respondens autem Iob dixit:
1 Rispose Iob, e disse:
2 “ Utinam appenderetur aegritu do mea,
et calamitatem meam assumerent in statera!
2 Dio il volesse, che li peccati miei fossero a peso, per li quali io meritai l'ira; e la miseria, ch' io patisco, nella stadera.
3 Nunc vero arena maris haec gravior apparet,
inde verbis meis haesito.
3 Quasi come l'arena del mare, questa è più grave; donde le parole mie di dolore sono piene.
4 Quia sagittae Omnipotentis in me sunt,
quarum venenum ebibit spiritus meus;
et terrores Dei militant contra me.
4 Però che le saette del Signore in me sono, le indignazioni delle quali ha bevuto lo spirito mio; e le paure del (nostro) Signore cavalcano contro a me.
5 Numquid rugiet onager, cum habueritherbam?
Aut mugiet bos, cum ante praesepe plenum steterit?
5 Or raggirà l'asino, quando avrà l'erba? e muggerà lo bue, quando starà dinanzi alla mangiatoia piena?
6 Aut poterit comedi insulsum, quod non est sale conditum?
Aut poterit gustari herba insulsa?
6 Ovvero puote alcuno assaggiare quello che non era salato? (senza sale). Ovvero puote alcuno assaggiare quello, lo qual assaggiato dà la morte?
7 Quae prius nolebat tangere anima mea,
nunc prae angustia cibi mei sunt.
7 (All' anima dello affamato ancora quelle cose che sono amare paiono dolci), quelle cose le quali in prima non volea toccare l'anima mia, ora per l'angoscia i cibi miei sono.
8 Quis det, ut veniat petitio mea,
et, quod exspecto, tribuat mihi Deus?
8 Chi mi dà, che venghi a me la petizione mia, e quello ch' io aspetto dia a me Iddio?
9 Utinam Deus me conterat;
solvat manum suam et succidat me!
9 E colui che cominciò, lui mi fracassi, sciolga la mano sua e uccida me?
10 Et haec mihi sit consolatio,
et exsultabo vel in pavore, qui non parcat,
nec celabo sermones Sancti.
10 E questo sarà a me consolazione, che tormentato me con dolore, non mi perdoni; e non contraddicerò alle parole del Santo.
11 Quae est enim fortitudo mea, ut sustineam?
Aut quis finis meus, ut patienter agam?
11 Che è adunque la fortezza mia, acciò ch' io sostenga? O vero quale è lo mio fine, ch' io mi stia pazientemente?
12 Num fortitudo lapidum, fortitudo mea?
Num caro mea aenea est?
12 Nè anco la fortezza mia è fortezza di pietre; nè anco la carne mia è di metallo.
13 An non est auxilium mihi in me,
et virtus quoque remota est a me?
13 Ecco, non è a me aiuto in me, e (alle mie cose bisognevoli) li miei amici si partiro da me.
14 Qui tollit ab amico suo misericordiam,
timorem Omnipotentis derelinquit.
14 E colui che toglie dall' amico suo la misericordia, la paura del Signore abbandona.
15 Fratres mei mentiti sunt me
sicut alveus torrentium, qui evanescunt
15 Li fratelli miei trapassarono me, sì come il torrente che ratto passa nella valle.
16 nigrescentes glacie,
cum ingruit super eos nix.
16 Coloro che temono la brinata, cadrà sopra loro la neve.
17 Tempore, quo diffluunt, arescunt
et, ut incaluerit, solvuntur de loco suo.
17 Nel tempo, nel quale saranno dissipati, periranno; e quando si scalderanno, saranno disciolti del suo luogo.
18 Deflectunt viatorum turmae de viis suis,
ascendentes per desertum pereunt.
18 Involte sono le vie delli andamenti loro; anderanno in vôto, e periranno.
19 Commeatus Thema consideraverunt,
viatores Saba speraverunt in eis.
19 Considerate le vie di Tema, e gli andamenti di Saba; e aspettate uno poco.
20 Confusi sunt, quia speraverunt;
venerunt eo usque, et pudore cooperti sunt.
20 Confusi sono, perciò ch' io sperai; in verità vennero insino a me, e di vergogna coperti sono.
21 Ita nunc vos facti estis mihi;
videntes plagam meam, timetis.
21 Ora siete venuti; e ora vedete la piaga mia, e temete.
22 Numquid dixi: Afferte mihi
et de substantia vestra donate mihi?
22 Or non vi dissi: arrecate a me, e della sostanza vostra donate a me.
23 vel: Liberate me de manu hostis
et de manu robustorum eruite me?
23 O veramente: liberatemi della mano del nimico, e della mano delli robusti scampate me.
24 Docete me, et ego tacebo,
et, si quid forte ignoravi, instruite me.
24 Ammaestrate me, e io tacerò; e se per avventura alcuna cosa io non ho saputo, ammaestratemi.
25 Quare detraxistis sermonibus veritatis,
cum e vobis nullus sit, qui possit arguere me?
25 Perchè detraeste alle parole della veritade, conciosia cosa che non sia alcuno di voi che mi possa riprendere?
26 Ad increpandum tantum eloquia concinnatis,
sed in ventum verba desperati.
26 Di riprendere solamente lo parlare ragionevole voi fabbricate, e le parole alli venti voi proferite.
27 Super pupillum irruitis
et subvertere nitimini amicum vestrum.
27 Sopra lo pupillo rovinate, e di subvertere vi sforzate l'amico vostro.
28 Nunc, quaeso, convertimini ad me,
et in faciem vestram non mentiar.
28 Ma impertanto quello che avete cominciato, compietelo; date le orecchie, e vedete se io mento.
29 Revertite! Nulla erit improbitas.
Revertite! Adhuc praesens adest iustitia mea.
29 Rispondete, io ve ne prego, senza contenzione; e favellate, e quello ch' è giusto giudicate.
30 Estne in lingua mea improbitas?
An palatum meum non discernit nequitiam?
30 E non troverete nella lingua mia iniquitade, nè nelle mascelle mie risuonerà sciocchezza.