Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Giobbe 10


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BIBBIA MARTINIBIBBIA VOLGARE
1 Noioso è divenuto all'anima mia il vivere: lascerò libero il corso alle mie parole contro di me: parlerò nell'amarezza dell'anima mia.1 Rincresce all' anima mia della vita mia; lasceroe contro a me lo favellare mio; favellerò nella amaritudine dell' anima mia.
2 Dirò a Dio: Non voler tu condannarmi: fammi sapere il perché in tal guisa mi giudichi.2 Dirò al Signore Iddio: non mi condannare, mostrami per che cosa mi giudichi.
3 Parrà egli forse a te ben fatto il calunniarmi, e l'opprimer me opera delle tue mani, e favorire i consigli degli empj?3 Or pàrti bene, se tu m' ingiurii, e costrigni me, il lavorìo delle tue mani, e lo consiglio degli malvagi aiuti?
4 Son eglino forse gli occhi tuoi occhi di carne? E la tua vista sarà ella simile a quella dell'uomo?4 Ovvero hai tu occhii di carne, ovvero sì come vede l'uomo, e tu vederai?
5 Sun eglino forse i giorni tuoi come gli giorni dell'uomo, e gli anni tuoi simili agli anni dell'uomo?5 Or non è, come li dì dell' uomo, li dì tuoi, e li anni tuoi si come li umani tempi,
6 Onde tu abbi da ire indagando le mie iniquità, e investigando i miei peccati,6 acciò che tu addimandi la iniquità mia, e li peccati miei cerchi.
7 Per sapere che nulla ho fatto di empio, e non v'ha chi possa sottrarmi alla tua mano.7 E sappi ch' io (perciò) niuna cosa delle malvagie abbia fatte, conciosia cosa che niuno sia che delle mani tue possa scampare.
8 Le mani tue mi lavorarono, e tutto parte a parte mi impastarono, e sì di repente mi atterri?8 Le mani tue formarono me, e fecero me tutto intorno; e così repentemente mi strabocchi?
9 Di grazia ricorditi, che qual vaso di fango tu mi facesti, e nella polvere mi tornerai.9 Ricòrdati, priegoti, che sì come di fango abbi fatto me, e in polvere ritornerai me.
10 Non fosti tu forse, che mi spremesti qual latte, e mi rappigliasti come latte acquagliato?10 Or non m' hai tu munto come latte, e sì come cacio m' hai constretto?
11 Di pelle, e di carne tu mi vestisti, mi tessesti di ossa, e di nervi:11 Di pelle e di carne vestisti me; d' ossa e di nervi facesti me.
12 Mi donasti vita, e misericordia, il tuo favore custodì il mio spirito.12 La vita e la misericordia dèsti a me, e la visitazione tua guardò lo spirito mio.
13 Abbenchè tu queste cose nasconda in cuor tuo, io però so che di tutte hai memoria.13 Avvegnachè queste cose celi nel cuore tuo, pare che di tutte ti ricordi.
14 Se io peccai, e per un tempo mi perdonasti: perché non permetti, che io sia mondo dalla mia iniquità?14 Se io peccai, e allora perdonasti a me; perchè della iniquitade mia non sostieni ch' io sia netto?
15 E guai a me se io fossi empio; e se giusto fossi, non alzerei la testa satollo di afflizione, e di miseria.15 E se malvagio sarò, guai sarà a me; e se giusto, non leverò lo capo, saturato di afflizione e di miseria.
16 E per la superbia mi prenderai qual lionessa, e in maniera portentosa tornerai a tormentarmi.16 E per la superbia sì come leonessa piglierai me, e ritornato maravigliosamente tormenti me.
17 Tu novi testimoni produci contro di me, e contro di me raddoppi il tuo sdegno, e un esercito di travaglj fa a me guerra.17 Tu rinnovi testimonii contro a me, e moltiplichi l'ira tua contra a me, e le pene salgono contro a me.
18 Perché fuor mi traesti dal sen materno? Foss' io stato consunto, senza che occhio umano m'avesse veduto.18 Perchè del ventre traesti me? il quale Iddio il volesse, ch' io fossi morto, acciò che l'occhio (mio) non [mi] avesse veduto.
19 Foss'io stato (come se non avessi avuta esistenza) trasportato dal sen materno al sepolcro.19 Sarei stato quasi sì come non fossi, del ventre translatato al sepolcro.
20 Non finirà egli ben presto il numero de' miei giorni? lascia adunque ch'io pianga alcun poco il mio dolore:20 O non è la pochezza delli dì miei [che] finisce breve? Lascia dunque me, ch' io pianga uno poco il mio dolore;
21 Prima ch'io men vada colà donde non tornerò, a quella tenebrosa terra ingombrata da caligine di morte:21 inanzi ch' io vada, e non ritorni, alla terra tenebrosa e coperta di oscuritade della morte;
22 Terra di miseria, e di scurità, dove l'ombra di morte, e non verun ordine, ma sempiterno orrore ha sua stanza.22 terra di miseria e di oscurità, dov' è l'ombra della morte, e niuno ordine ha ella, e sempiternale paura vi abita.