Scrutatio

Lunedi, 12 maggio 2025 - Santi Nereo e Achilleo ( Letture di oggi)

Iob 31


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA RICCIOTTI
1 Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.1 - Un patto io conchiusi con gli occhi miei, di neppur pensare a una vergine:
2 Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?2 giacchè qual parte avrebbe avuto in me Dio dall'alto, e quale eredità l'Onnipotente dall'eccelso?
3 Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?3 La ruina non è forse per il disonesto, e la sventura per chi commette ingiustizia?
4 Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?4 non vede forse [Dio] le mie strade, e tutti i passi miei non conta Egli?
5 Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;5 Se ho proceduto con falsità, e s'affrettò verso la frode il mio piede,
6 pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.6 che Egli mi pesi pure in bilance giuste, e Dio conoscerà la mia schiettezza.
7 Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;7 Se il mio passo si scostò dalla [retta] via, e dietro agli occhi miei andò il mio cuore, e qualche macchia s'attaccò alle mie mani:
8 seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.8 quando io seminerò, un altro mangi [il frutto], e i miei proventi vadano divelti.
9 Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;9 Se il mio cuore fu sedotto per una donna, e alla porta del mio compagno stetti a spiare:
10 meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.10 diventi mia moglie donna di piacere per altri, ed altri si curvino su lei.
11 Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.11 Poichè è ben quella un'infamiae un'iniquità grandissima;
12 Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).12 è un fuoco che fino alla ruina divora, e che sradica ogni rampollo.
13 Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;13 Se sdegnai di venire a giudizio col mio servoe con la mia ancella, che si querelano contro di me:
14 che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?14 che cosa potrei fare quando Dio sorgesse a giudicare, e quando facesse un'inchiesta che cosa gli risponderei?
15 Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?15 Non mi ha forse formato nell'utero chi formò anche quello, e non ci ha fatti dentro al seno Uno stesso?
16 Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;16 Se negai ai poverelli quel che chiedevano, e gli occhi della vedova feci aspettare [invano],
17 se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;17 e se mangiai il mio boccone da me solo, senza che ne mangiasse anche l'orfano
18 perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;18 - poichè fin dalla mia infanzia crebbe insiem con me la compassione, e dal seno di mia madre era uscita meco -
19 se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;19 se disprezzai uno sventurato perchè non aveva veste, e il povero ch'era senza coperta:
20 se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;20 se non mi hanno benedetto i fianchi di questo tale, e se dalla lana delle mie pecore egli non si scaldò:
21 s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;21 se alzai la mano contro l'orfano, anche quando mi vedevo superiore nella porta;
22 l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.22 caschi pur l'omero mio dalla sua giuntura, ed il mio braccio con l'ossa sue si spezzi,
23 Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.23 poichè sempre temetti Dio come flutto rigonfio su me, e la maestà di lui io non potei sostenere.
24 S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;24 Se stimai l'oro come mia fortezza, e verso l'oro puro esclamai: - O mia fiducia! -
25 s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;25 se mi rallegrai per le molte mie ricchezze, e perchè molti beni stringeva la mia mano:
26 s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;26 se contemplai il sole che fulgeva, e la luna che splendida incedeva,
27 e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;27 e s'allietò in segreto il mio cuore, e portai la mano alla bocca per inviar baci:
28 la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;28 questa sarebbe stata un'iniquità somma, e un rinnegare l'altissimo Dio;
29 S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;29 se mi rallegrai della sventura di chi m'odiava, ed esultai perchè l'incolse un male,
30 in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;30 e non impedii che la mia lingua peccassefacendo imprecazioni all'anima sua;
31 se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?31 se non esclamarono i miei compagni di tenda: Chi c'è che delle sue vivande non si sia saziato?
32 di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;32 poichè il pellegrino non rimase al di fuoriessendo aperta la mia porta al viandante:
33 s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;33 se nascosi, come fa l'uomo, la mia mancanza, e celai nel mio petto la mia iniquità;
34 se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;34 se ebbi timore della gran moltitudine, e lo sprezzo delle famiglie m'intimidì, e non piuttosto serbai il silenzioe non uscii dalla mia porta:
35 chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;35 Oh! s'io avessi chi m'ascoltasse, sì che l'Onnipotente esaudisse il mio desiderio! Oh! se Egli che giudica scrivesse il libello [d'accusa]!
36 acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?36 Sulla mia spalla [come trofeo] lo porterei, e me ne cingerei come fosse una corona!
37 Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.37 A Lui di tutti i miei passi io darei conto, e [fiero] qual principe gli andrei incontro.
38 Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;38 Se contro di me il mio terreno grida, ed insiem con esso i suoi solchi piangono;
39 se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;39 se i suoi frutti mangiai senza pagarli, e l'anima degli agricoltori afflissi:
40 per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.40 invece di frumenti mi nascano triboli, e invece di orzo, spine!»