Scrutatio

Giovedi, 15 maggio 2025 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Iob 31


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA MARTINI
1 Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.1 Feci patto cogli occhi miei di non pensar neppure a una vergine.
2 Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?2 Perocché qual communicazione avrebbe con me di lassù Iddio, e come avrebbe possesso di me l'Onnipotente dall'alto?
3 Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?3 Non è ella stabilita pe' malvagi la perdizione, e la diseredazione per quelli, che commettono l'iniquità?
4 Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?4 Non istà egli attento a tutti i miei andamenti, e non conta egli tutti i miei passi?
5 Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;5 Se io amai la menzogna, e se i miei piedi corsero a tessere degli inganni.
6 pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.6 Mi pesi Dio sulla sua giusta bilancia, e conosca la mia schiettezza.
7 Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;7 Se torsero dalla retta via i miei passi, e se dietro a' miei occhi se n'andò il mio cuore, e macchia si attaccò alle mie mani,
8 seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.8 Semini io, e un altro si mangi il frutto, e sia sradicata la mia progenie.
9 Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;9 Se fu sedotto il mio cuore per amore di donna, e se insidiai alla porta del mio amico,
10 meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.10 Sia svituperata da un altro la mia consorte, e serva alla libidine altrui.
11 Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.11 Perocché questa è scelleraggine orrenda, e grandissima iniquità.
12 Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).12 Ella è fuoco che brugerà sino all'esterminio, e che tutti estirpa i rampolli.
13 Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;13 Se io sdegnai di venire a discussione col mio servo, e cuna mia serva, quando si querelavan di me;
14 che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?14 Perocché come fare' io allorché il Signore si alzerà a far giudizio? e quando mi interrogherà, che potre'io rispondergli?
15 Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?15 Non fece egli me chi fece anche lui; e forse quell'uno non ci formò nel sen della madre?
16 Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;16 Se negai a' poveri quello che domandavano, e se delusi l'espettazione della vedova.
17 se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;17 Se il mio pane mangiai da me solo, e non ne feci parte al pupillo:
18 perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;18 Perocché dall'infanzia meco crebbe la misericordia, e meco uscì dal sen, di mia madre.
19 se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;19 Se disprezzai colui, che periva, perché non avea da coprirsi, e il povero, ch'era ignudo.
20 se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;20 Se neo mi han date benedizioni i suoi fianchi, e se egli non fu riscaldato dalla lana delle mie pecore:
21 s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;21 Se la mano alzai contro il pupillo, anche quando mi vedea superiore alla porta;
22 l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.22 Si stacchi il mio omero dalla sua giuntura, e il mio braccio si spezzi colle sue ossa.
23 Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.23 Perocché temei sempre Dio, come una piena di acque sospesa sopra di me, e la maestà di lui non poteva io sostenere.
24 S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;24 Se il poter mio credetti che consistesse nell'oro, e se all'oro fino io dissi: Confido in te.
25 s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;25 Se mia consolazione riposi nelle mie molte ricchezze, e ne' molti acquisti fatti colle mie mani.
26 s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;26 Se al sole alzai gli occhi quando vibrava splendori, e alla luna quand'era più chiara:
27 e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;27 E si rallegrò segretamente il cuor mio, e la mia mano portai alla bocca per baciarla:
28 la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;28 Lo che è delitto grandissimo, ed è un rinnegare l'altissimo Iddio.
29 S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;29 Se mi rallegrai della rovina di chi mi odiava, e festeggiai pel male, in cui era caduto.
30 in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;30 Perocché non permisi che la mia lingua peccasse col mandare imprecazioni contro la vita di lui.
31 se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?31 Se la gente della mia casa non dicevano: Chi ci darà, a mangiare dello sue carni?
32 di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;32 Non istette il pellegrino allo scoperto; la mia porta fu aperta al passaggero.
33 s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;33 Se, qual suole l'uomo; io ascosi il mio peccato, e celai nel mio seno l'iniquità:
34 se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;34 Se la gran turba m'intimidì, e se mi spaventò il disprezzo dei parenti, e se non piuttosto mi tacqui, e non uscii di mia casa.
35 chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;35 Chi mi darà uno che mi ascolti, e che i miei desiderj esaudisca l'Onnipotente, e colui che giudica scriva egli il libello;
36 acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?36 Affinchè sull'omero mio io lo porti, e me l'avvolga alla testa qual diadema?
37 Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.37 Lo reciterei a parte a parte, e lo presenterei a lui, come a mio principe.
38 Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;38 Se la mia terra grida contro di me, e se con lei piangono i solchi:
39 se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;39 Se senza pagarne il prezzo ho io mangiati i suoi frutti, e afflissi l'anima di quelli, che la coltivano:
40 per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.40 Nascano per me triboli in vece di grano, e spine in cambio di orzo.