1 E partendosi Ozia con quelli ch' erano con lui, entrò Iudit l'oratorio suo; e vestissi di cilicio e pose la cenere sopra lo capo suo, e gittatasi in terra dinanzi dal Signore, chiamò al Signore, e disse: | |
2 Signore Iddio del padre mio Simeon, lo qual desti a lui il coltello per defensione contro alle genti forestiere, le quali sono state corruttori nelle sue iniquitadi, e hanno isforzate le vergini e date in confusione; | |
3 e desti le loro mogli in rubamento, e le loro figliuole in prigione, e tutta la loro facoltà divisa tra li servi tuoi li quali (per tuo amore) seguitorono il tuo buono fervore (e desiderio), sovvieni, priegoti Signore Iddio mio, (e dà aiuto) a me vedova. | |
4 Tu (Signore) hai fatto le cose che sono state prima, e hai pensato di fare l'una dopo l'altra; e quello che tu hai voluto, quello è stato fatto. | |
5 Tutte le tue vie sono preparate, e tutti li tuoi giudicii sono per te posti nella tua providenza. | |
6 Ragguarda ora il campo degli Assirii, sì come tu ti degnasti di riguardare il campo degli Egizii, quando loro correvano armati dopo i servi tuoi; i quali si confidavano nelli carri e nelli loro cavalieri e nella moltitudine de' suoi combattitori. | |
7 Ma (Signore) tu guardasti sopra il campo loro, e le tenebre li faticorono. | |
8 E l'abisso tenne li loro piedi, e le acque li coprirono. | |
9 Così faccia a questa gente, Signore, i quali si confidano nella sua moltitudine, e nelli carri suoi e nelle pertiche acute [e negli scudi] e nelle sagitte sue e nelle lance si gloriano. | |
10 E non sanno che tu sei Signore Iddio nostro, il quale spezzi le battaglie dal principio; e il nome è a te Signore. | |
11 Dirizza (Signore) il tuo braccio come facesti di prima, e percuoti la virtù di costoro con la tua virtù; cada la virtù di questa gente nella iracondia tua, i quali promettono di contaminare le tue cose. sante, e violare il tabernacolo del tuo nome, e batter a terra con lo suo coltello il corno del tuo altare. | |
12 Fa dunque, Signore, che con lo loro proprio coltello li sia levata la loro superbia. | |
13 Sia preso con lo lacciuolo de' occhii suoi in me, e percuotilo con le labbra della mia dilezione. | |
14 Dà a me Signore nell' animo costanza acciò ch' io lo disprezzi, e virtù acciò ch' io lo rivolti. | |
15 Però che questo sarà in memoria del nome tuo, quando sarà gettato a terra per mano di una donna. | |
16 Però che non è, Signore, la virtù tua nella moltitudine, nè la volontà tua nella virtù de' cavalli; e i superbi dal principio non ti piacquero; ma a te. piacque sempre la orazione degli umili e de' mansueti. | |
17 Signor de' cieli', creatore dell' acque e Signore di tutte le creature, esaudi me misera, la qual ti priega (assiduamente), e confidazi della tua misericordia. | |
18 Ricòrdati, Signore, del testamento tuo; e poni tal parola nella bocca mia, e firma tal consiglio nel cuore mio, acciò che la tua casa permanga nella tua santificazione, | |
19 e tutte le genti conoscano che tu sei Iddio, e non sia altro Iddio se non tu. | |