Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Prima lettera ai Tessalonicesi 5


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Dice, che il giorno del giudizio verrà inaspettatamente, ma quanto ad essi, non gli sorprenderà, perche vanno sempre ad esso preparandosi, al che pure gli esorta, come gli avverte dell'ubbidienza dovuta ai loro prelati, e della maniera di di portarsi gliuni verso gli altri, e riguardo a Dio: prega per essi, e domanda le loro orazioni.

1Intorno poi ai tempi, ed ai momenti, non avete bisogno, o fratelli, che noi vi scriviamo.2Conciossiaché voi stessi sapete benissimo, che il dì del Signore verrà come il ladro notturno:3Imperocché quando diranno, pace, e sicurezza, allora sopraggiungerà repentinamente ad essi la perdizione, come i dolori del parto a donna gravida, e non avranno scampo:4Voi però, o fratelli, non siete nelle tenebre, onde quel dì vi sorprenda a guisa di ladro:5Conciossiaché tutti voi siete figliuoli della luce, e figliuoli del giorno: noi siamo noi della notte, nè delle tenebre.6Non dormiamo adunque noi come gli altri, ma vegliamo, e siamo sobrj.7Imperocché que', che dormono, dormono nella notte: e que', che si inebriano, si inebriano nella notte.8Siamo perciò sobrj noi, che siamo (figliuoli) del giorno, rivestiti della corrazza della fede, e della carità, e della speranza della salute per cimiero:9Imperocché non ci ha Dio destinati all'ira, ma all'acquisto della salute pel Signor nostro Gesù Cristo,10Il quale è morto per noi: affinchè, sìa che vegliamo, sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.11Per la qual cosa confortatevi gli uni, gli altri, e siate di edificazione l'uno, all'altro, come pur fate.12Vi preghiamo, o fratelli, che abbiate riguardo a coloro, che faticano tra voi, e a voi presiedono nel Signore, e vi istruiscono,13E gli abbiate sommamente cari a motivo delle loro fatiche: state in pace con essi.14Vi preghiamo, o fratelli, correggete gli inquieti, consolate i pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti.15Badate, che nissuno renda altrui male per male: ma cercate sempre di far del bene e tra di voi, e verso di tutti.16Siate sempre allegri.17Orate senza intermissione.18Per tutte le cose rendete grazie: imperocché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù riguardo ti tutti voi.19Non ismorzate lo spirito.20Non disprezzate le profezie.21Disaminate tutto: attenetevi al buono.22Guardatevi da ogni apparenza di male.23E lo stesso Dio della pace vi santifichi in tutte le cose: affinchè tutto il vostro spirito, e l'anima, e il corpo si conservino senza colpa per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo.24Fedele è colui, che vi ha chiamati: ed egli ancora farà.25Fratelli, pregate per noi.26Salutate tutti i fratelli col bacio santo.27Vi scongiuro pel Signore, che questa lettera sia letta a tutti i santi fratelli.28La grazia del Signor nostro Gesù Cristo con tutti voi. Così sia.

Note:

5,1-2:Intorno poi ai tempi, ed ai momenti ec. Quanto al tempo, e al momento della futura risurrezione, e del giudizio finale, non è necessario, che noi ne parliamo. Era necessario di parlare della gran verità della risurrezione, perchè serve infinitamente a sostenere la fede, e la speranza cristiana; la cognizione del tempo, in cui ciò avverra, non è ne utile, ne necessaria, ne si appartiene agli uomini. Sentimento simile a quello di Gesù Cristo negli Atti cap. 1. 7. Basti a ciascheduno di sapere, che il dì del Signore verrà improvvisamente, come un ladro, che s'introduce nella casa, quando nissuno vi pensa, o lo teme. Vedi s. Matt. XXIV. 43., s. Luc. XII.39.

5,3:Quando diranno, pace, e sicurezza, ec. Quando i cattivi saranno più tranquilli e contenti, allora caderà sopra di essi l'eterna sciagura (Vedi s. Luca cap. XII. 19. 20), nè potranno evitarla.
Come i dolori del parto ec. Una donna gravida sa, che dee partorire, ma il quando precisamente nol sa, nè può mai saperlo. La stessa similitudine si ha in Geremia XIII.21, e in altri luoghi della Scrittura.

5,4-5:Voi però... non siete nelle tenebre, onde ec. Ma voi, o fratelli, non siete nelle tenebre, perchè siete stati il luminati da Cristo, e la luce delle verità celesti, ch'egli vi ha insegnate, vi tiene vigilanti e attenti, talmente che improvviso non verrà a voi quel giorno, e come figliuoli della luce, e del giorno non vi lascerete giammai sorprendere da quel sonno di morte, che i cuori aggrava degli infedeli e de' peccatori. Vedi la stessa similitudine, Rom. XIII. E per far maggiormente comprendere, che questa salutar vigilanza è il proprio carattere de' veri cristiani, mutando persona, soggiunge l'Apostolo: noi non siamo figliuoli della notte, nè delle tenebre: le nostre opere non sono opere delle tenebre, indegne di comparire davanti alla luce della verità. Cosi ponendo in bella veduta la santità propria del cristianesimo, risveglia e muove i cristiani a conformare i loro costumi a idea si sublime.

5,6:Non dormiamo adunque noi, come gli altri, ec. Non ci abbandoniamo, quasi fossimo figliuoli della notte, al sonno della falsa pace, della trascuratezza nei nostri doveri, al sonno del peccato, come vi si abbandonano gli infedeli; ma siamo vigilanti nell'espettazione del nostro Giudice, e siamo sobri e di corpo, e di animo, non occupati dall'amor de' piaceri, e dalle cure del secolo.

5,7:Que' che dormono, dormono nella notte: e que' ec. Non è meraviglia, se i figliuoli della notte, coloro, che vivono nelle tenebre della infedeltà, e del peccato, ubriacati dall'amore delle cose presenti, non vegliano, nè sono di animo sobrio; ma strana cosa sarebbe, che ciò facessero i figliuoli del giorno, e della luce, quali siam noi. Allude l'Apostolo al costume de' suoi tempi, ne' quali i conviti facevansi di sera, e si prolungavano per gran parte della notte, la quale sembrava destinata parte all'intemperanza, e parte al sonno. Vedi Efes. cap. IV.

5,9-10:Non ci ha Dio destinati all'ira, ec. Non ci ha Dio tratti dal mondo, e posti nella sua Chiesa, perchè dovessimo essere oggetti dell'ira sua, ma affinchè per grazia di Gesù Signor nostro arrivassimo alla salute. Or qual maggior argomento poteva egli darci, perchè e sperassimo questa salute, e con tutto l'ardore dell'animo procurassimo di conseguirla, che quello, che egli ci ha dato, allorchè è morto per noi? Imperocchè se egli per noi è morto, non è egli giusto, e necessario, che e vivi, e morti viviamo con lui, e con lui siamo uniti in questa vita per la grazia, e dopo questa vita nella sua gloria?

5,12-13:Abbiate riguardo a coloro, che faticano tra voi, e a voi presiedono ec. Parla de' pastori, e de' ministri della Chiesa, a' quali è dovuta riconoscenza, e amore per le fatiche, che sopportano nell'insegnare, nell'amministrare i sagramenti, nell'invigilare al buon ordine, e alla buona disciplina di tutti i fedeli.
State in pace con essi. Mediante la subordinazione, e l'ubbidienza agli stessi ministri.

5,14-15:Fratelli, correggete gli inquieti, consolate ec. Dopo aver raccomandato a' semplici fedeli l'amore, la gratitudine, e l'ubbidienza verso i pastori, raccomanda ndesso ai pastori la cura, e la sollecitudine nel correg gere coloro, che rompono il buon ordine, nel consolare quelli, che di leggieri si abbattono per le avversità della vita presente, nel porgere la mano a quelli, che sono tuttora deboli nella fede, nell'usare con tutti mansuetudine e pazienza, nel togliere dal cuor de' fedeli lo spirito d'ira, e di vendetta, e nel promuovere lo spirito di carità, carità universale, vale a dire, che si estenda non ai soli fratelli, ma anche agli stessi infedeli nemici del nome cristiano. Tutti questi uffici appartengono spe cialmente ai ministri della Chiesa, ma non lascia d'aver parte a' medesimi in qualche modo ciascheduno de' cristiani, secondo le generali regole dell'amore fraterno, per cui l'uno debbe aver a cuore la salute dell'altro, come la propria.

5,16:Siate sempre allegri. 2. Cor. VI. 10., Rom. XIV. 17.

5,17:Orate senza intermissione. Coloss. I. 3. Efes. VI. 18.

5,18:Per tutte le cose rendete grazie. Ringraziate Dio per tutto quello che vi accade o di favorevole, o di sinistro, Efes. v. 20.
Imperocchè tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù ec. Queste parole si riferiscono a tutti i precedenti insegnamenti, ne' quali dice l'Apostolo, che si contiene quello che Dio vuole da coloro, che sono in Cristo Gesù, ovvero da tutti coloro, che vogliono piacere a Dio per Gesù Cristo.

5,19:Non ismorzate lo spirito. Per lo spirito, intendonsi in questo luogo i doni dello Spirito santo. Questi sono di due sorti; gli uni ordinari e comuni, come la cognizione di Dio, la fede, la speranza, la carità, le grazie, i lumi dello Spirito santo; altri sono straordinari, i quali sono dati per utile altrui, e di questi secondi sembra, che vada qui inteso l'Apostolo per quello che segue; e sembra ancora, che ai pastori egli parli, i quali vuole, che non ismorzino lo spirito, lo che in certo modo fatto avrebbe chi avesse ricercato d'impedire, che ciaschedun de' fedeli facesse uso de doni ricevuti dallo Spirito santo, come delle lingue, dell'interpretazione ec. Imperocchè questo fuoco divino, che di sua natura è inestinguibile, lo smorza quasi chiunque nol lascia agire liberamente in coloro, ne' quali ha sparsi i suoi doni. Vedi I. Cor. XIV., e l'Estio. Il Grisostomo e altri queste parole espongono, come se dir volesse l'Apostolo a tutti i Cristiani: non vogliate coll'abbandonarvi alla negligenza, alle cure terre ne, ai desideri della carne, smorzare in voi i lumi, le grazie, i doni dello Spirito santo.

5,20:Non disprezzate le profezie. Fate giusta stima del dono di profezia. Abbiamo già più volte veduto, qual dono fosse questo, e come non raro allora trai fedeli. I. Cor. XIV. 5.

5,21:Disaminate tutto: attenetevi al buono. Questo avver timento riguarda coloro, che sono bene esercitati nelle cose di Dio, principalmente i ministri della Chiesa, i quali vuole Paolo, che diligentemente disaminino secondo l'ana logia della fede tutto quello, che avranno detto i profeti, e tutto quello, che di straordinario si facea dai fedeli. Non vuole, nè che tutto si abbracci indistintamente, nè che tutto si rigetti, o si condanni, ma che tutto si esamini da coloro, a' quali ha dato il Signore la grazia di sapere discernere gli spiriti, onde quello si tenga, che alla sana dottrina è conforme. Insegnamento ripieno di sapienza celeste, e di grand'uso in molte occasioni per la discrezione degli spiriti, e per distinguere nelle straordinarie operazioni quello che è da Dio, e quello che è dall'uomo, o dallo spirito di menzogna. Vedi il Grisost. e Teodor.

5,22:Guardatevi da ogni apparenza di male. Non solo da quel che è male in effetto, ma anche da quello che ha sembianza di male negli occhi del prossimo, ed è causa di cattivi sospetti e di mala edificazione, 1. Cor. VII. 10., e X.

5,23-24:E lo stesso Dio della pace ec. Lo stesso Dio autor della pace e di ogni bene a voi segregati dal mondo dia una perfetta assoluta purità di vita, e di costumi; ed egli, che ha principiata l'opera della vostra santificazione, la perfezioni talmente, che tutto e il vostro spirito, e la mente, e il vostro corpo si mantengano lontani da ogni colpa sino alla venuta di Gesù Cristo, il quale nulla di riprensibile trovi in voi e quanto all'interno, e quanto all'esterno. La speranza di sì gran bene è fondata non nelle forze vostre, ma nella virtù, e nell'aiuto di colui, il quale vi ha chiamati per mezzo del Vangelo ad aver società col Figliuolo suo Gesù Cristo: ed egli è fedele e costante nel proseguire quello, che ha principiato; ed egli farà, vale a dire, ridurra a compimento l'opera di vostra salute.

5,27:Vi scongiuro pel Signore, ec. Parla ai pastori della Chiesa, nelle mani de' quali dovea questa lettera esser rimessa, e per l'amore, e pel timore, che aver debbono a Cristo, comanda loro, che la leggano a tutti, e a ciascheduno de' fedeli nella Macedonia.