Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Deuteronomio 24


font

Si permette il libello del ripudio. Carità verso i debitori poveri: non negare la mercede. Far giustizia al forestiero, e al pupillo. Gli avanzi della messe, e della vendemmia debbono lasciarsi ai poveri.

1Se un uomo prende moglie, e la tien seco, ma ella non è amata da lui per qualche cosa di turpe, scriverà un libello di ripudio, e porrallo in mano a lei, e la manderà via di sua casa.2E se questa dopo che se n'è andata, prende altro marito,3E questi ancora la prende in avversione, e le dà il libello del ripudio, e la manda via di casa sua, ovvero sia venuto a morire;4Non potrà il primo marito prenderla di nuovo per moglie: perocché ella è contaminata, ed è divenuta abbominevole dinanzi al Signore: onde tu non contaminare la terra, di cui il Signore Dio tuo ti darà il possesso.5Se un uomo poco tempo prima ha preso moglie, non andrà alla guerra, né saragli imposta veruna pubblica incumbenza, ma saragli lecito di badare a casa sua, onde per un anno stiasi lieto colla sua moglie.6Non porterai via in luogo di pegno la macina inferiore, e la superiore, che così uno verrebbe a impegnare a te la propria vita.7Se si verrà a scoprire, che un uomo ha subornato un suo fratello dei figliuoli d'Israele, e che vendutolo, ne ha ricevuto il prezzo, ei sarà messo a morte: e torrai di mezzo a te l'iniquità.8Guardati diligentemente dal pericolo di tirarli addosso la piaga della lebbra: ma usa tutte quelle cose, che ti saranno insegnate da' sacerdoti della stirpe di Levi, secondo i precetti dati loro da me, e mettile in pratica con esattezza.9Ricordatevi di quello che il Signore Dio vostro fece a Maria per viaggio, quando voi uscivate dall'Egitto.10Quando tu richiederai dal tuo prossimo qualche cosa, ch’ei dee darti, non entrerai in casa sua a prendere il pegno:11Ma te ne starai fuora, ed egli ti porterà fuori quello che avrà:12E se poi egli è povero, il pegno non pernotterà in tua casa,13Ma subito glielo renderai prima del tramontare del sole: affinché dormendo nella sua veste, ti benedica, e tu abbi meritato dinanzi al Signore Dio tuo.14Non negherai la mercede all’indigente, e al povero tuo fratello, e al forestiero, che abita teco nel tuo paese, e dentro la tua città:15Ma lo stesso dì gli pagherai il salario delle sue fatiche prima del tramontare del sole, perché egli è povero e con questo sostenta la sua vita: affinché egli non alzi le strida al Signore contro di te, e ti sia imputato a peccato.16Non saran messi a morte i padri pe' loro figliuoli, né i figliuoli pei padri, ma ciascuno per lo peccato proprio morrà.17Non disfavorirai la causa del forestiero, e del pupillo, né prenderai per pegno dalla vedova la sua veste.18Ricordati, che tu fosti schiavo in Egitto, e di là ti trasse il Signore Dio tuo. Per questo io ti ordino di far così.19Quando mieterai le biade nel tuo campo, se ti scordi d'un manipolo, non tornare indietro a pigliarlo: ma lascialo pigliare al forestiero, al pupillo, e alla vedova, affinché il Signore Dio tuo benedica tutte le opere delle tue mani.20Se raccogli le ulive, non tornerai a pigliare quel che è rimaso sulle piante: ma lascialo al forestiero, al pupillo, e alla vedova.21Se vendemmi la tua vigna, non prenderai i raspolli, ma rimarranno pel forestiero, pel pupillo, e per la vedova.22Ricordati, che già tu fosti schiavo in Egitto, e per questo io ti ordino di far così.

Note:

24,1:Ma ella non è amata da lui per qualche cosa di turpe. Mi sembra assai verisimile l'opinione di quegl'Interpreti, i quali credono, che Mosè con queste parole tolleri il divorzio solamente per ragion di adulterio, o di altre simili cause, dalle quali potesse venirne danno a' figliuoli, o disdoro al marito; come per esempio se la donna diventa lebbrosa, o infetta di altro male attaccaticcio, se sterile, se edita al vino, se rissosa, o generalmente mal costumata. Quanto a quello, che alcuni dicono, che l'adulterio non era materia di ripudio, perché essendo certo il delitto, la donna era lapidata, e se ne era solo sospetta, si potea ricorrere alla prova descritta, Num. v. 27., si può rispondere, che avrebbe potuto il marito, benché certo del peccato della moglie, non volere la morte di lei o per carità verso di essa, o per altri rispetti, e poteva anche esser certo il delitto, senza che il marito potesse provarlo in giudizio.
Scriverà il libello del ripudio. Mosè adattandosi alla durezza degli Ebrei, e permettendo il ripudio esige certe condizioni. Dee adunque il marito mettere in mano della donna una scritto, in cui dichiara, com' egli la rimette nella sua libertà; non si crede, né è naturale, che in questo scritto si toccasse la cagion del ripudio, mentre questo dovea rimettersi alla donna ripudiata. Questo scritto si distendeva alla presenza d'un numero di scribi e di due testimoni: tutte circostanze, le quali come notò s. Agostino, potevano dar tempo al marito di riflettere su quello, ch'ei faceva, e di rappacificarsi colla moglie.

24,4:Ella è contaminata, ed è divenuta abbominevole dinanzi al Signore. Sembra, che si accenni in questa parole, come la tolleranza del ripudio e il nuovo matrimonio dopo il ripudio è un male sofferto dalla legge per impedire mali maggiori. Questa donna, la quale dopo il ripudio ha preso un altro marito, si dice contaminata e divenuta abbominevole dinanzi a Dio; e perciò non si vuole, che la ripigli il primo marito, il quale anzi se la ripigliasse, contaminerebbe la terra: imperocchè notisi, che il motivo, per cui tutto questo dicesi di questa donna, e per cui il primo marito non può ripigliarla, consiste nell'essersi rimaritata dopo il ripudio: fuori di questo caso il marito potea riprenderla. Aggiungimi a questo la proibizione, che Dio fa nel Levitico XXI. 7. a' suoi sacerdoti di sposare la donna ripudiata; e da tutto ciò si vedrà, come il Legislatore nello stesso tempo, che non potendo impedire il male va prendendo i mezzi possibili per restringerlo, porge ancora occasione di riflettere sopra quello, che un tal disordine ha d'incompatibile colla istituzione del matrimonio; onde spicchi vìe più la giustizia e la santità della legge Evangelica, nella quale il matrimonio stesso doveva esser considerato per quel, ch'ei fu da principio; cioè a dire un vincolo indissolubile formato da Dio, e da non esser soggetto alle mutabili volontà e a' capricci degli uomini. Del marito, il quale, repudiata la moglie, ne sposi un' altra, non si parla in questo luogo; ma la parità di ragione dimostra, che egli stesso, benché esente da riprensione negli occhi degli uomini, non era però senza biasimo dinanzi a Dio; e quantunque si supponga, che al ripudio non fosse venuto, se non sopra motivi legali, contuttociò il nuovo suo matrimonio urtava non meno di quello della donna co' veri principj conosciuti e praticati anche da' piu saggi Pagani.

24,6:Non porterai via in luogo di pegno la macina ec. Prima dell'invenzione de' mulini ad acqua, in ogni casa bisognava avere una specie di mulino a mano; e l'ultimo di macinare era proprio degli schiavi più vili. Non vuole Mosè, che dovendosi prendere pegno da alcuno, se li tolga in tutto, o in parte (che sarebbe lo stesso, perché l'una parte non può esser utile senza l'altra ) il suo mulino.

24,7:Ha subornato ec. L'Ebreo ha rubato. Questo furto e quello, che i Latini chiamano plagio, e plagiari quelli, che facevano si brutto mestiere. Vedi Exod. XIII. 16.

24,10:Non entrerai in casa sua. Affinchè tu non prenda per pegno una cosa delle più necessarie, o di molto utile al tuo debitore; ma egli ti darà quella, che stimerù, ti basti, che ella sia di valore eguale al tuo credito.

24,13:Glielo renderai prima del tramontar del sole. Posto che sia una cosa, di cui quegli abbia bisogno la notte, come una coperta da letto: e intendesi, che si renderà al mattino la cosa avuta in pegno, se di questa il debitore ha bisogno nella giornata, come sarebbe qual che strumento del suo mestiere. Cosi e il creditore esercitava la misericordia, e il debitore veniva ad essere sollecitato al pagamento, Aug. q. 41.