Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Abacuc 3


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L'orazione di Habacuc Profeta per le ignoranze.

1Orazione di Habacuc Profeta per le ignoranze.2Udii, o Signore, il tuo annunzio, e ne ebbi timore. Signore, a quell'opra tua dà esistenza nel mezzo degli anni. Nel mezzo degli anni tu la farai manifesta: quando ti sarai adirato, ti ricorderai della misericordia.3Iddio verrà dall'Austro, e il santo dal monte di Pharan: La gloria di lui ricuopre i cieli, e delle sue lodi è ripiena la terra.4Egli sarà splendente come la luce: nelle sue mani le corna: Ivi è ascosa la sua possanza.5Innanzi a lui anderà la morte, e il diavolo precederà i suoi passi.6Si stette, e misurò la terra. Mirò, e conquise le genti, e le vetuste montagne furono stritolate: Furon depressi i colli del mondo, allorché si messe in viaggio l'eterno.7Per ragion delle iniquità ho veduto le tende dell'Etiopia, e sconvolti i padiglioni di Madian.8Forse contro le onde se' tu adirato, o Signore? o i tuoi furori son contro i flutti? o contro del mare si rivolge il tuo sdegno? Tu, che monti su' tuoi cavalli, e la tua quadriga è salvazione.9Tu metterai fuora risolutamente il tuo arco, secondo i giuramenti fatti a quelle tribù: Tu dividerai i fiumi della terra:10Te videro le montagne, e tremarono; le gonfie fiumane si ritirarono; Gli abissi alzaron le voci loro, il profondo mare stese sue mani.11Il sole, e la luna si stettero ai loro posti: se n'anderanno quelli al chiarore di tue saette, al lampeggiare dell'asta tua folgoreggiante.12Tu fremente conculcherai la terra, e nel tuo furore renderai stupide le nazioni.13Ti movesti per salvare il tuo popolo, per salvarlo tu col tuo Cristo. Percuotesti il capo della casa dell'empio, discopristi i fondamenti di lei da imo a sommo.14Maledicesti il suo scettro, il capo de' suoi guerrieri, che venivan qual turbine per isperdermi. La loro burbanza come di chi si divora il povero nascostamente.15Facesti strada nel mare a' tuoi cavalli, per mezzo al fango delle acque profonde.16Udii, e le mie viscere si commossero: a tal voce tremarono le mie labbra. Entri la putredine nelle mie ossa, e pulluli dentro di me; Perchè io abbia riposo nel giorno della tribolazione, e vada ad unirmi al nostro popolo accinto.17Perocché il fico non fiorirà, e la vigna non butterà: L'ulivo non manterrà fede col frutto, e le campagne non daranno da mangiare: Saran rapite dall'ovile le pecore, e le stalle saran senza armenti.18Ma io mi rallegrerò nel Signore, ed esulterò in Dio, mio Gesù.19Il Signore Dio, mia fortezza: ed egli mi darà piedi come di cervo,
Ed ei vincitore agli eccelsi luoghi miei mi condurrà cantante dei salmi.

Note:

3,1:Per le ignoranze. I LXX tradussero: orazione con cantico, cioè orazione, e cantico. Ma Aquila, e Simmaco, e la quinta edizione, e il Caldeo sono simili alla nostra volgata; e quanto al senso alcuni vogliono, che il Profeta voglia con questo cantico offerire a Dio una solenne riparazione dell'aver osato di disputare sopra la sua provvidenza; altri ch'ei chiegga, che le ignoranze, cioè i peccati del popolo sieno tolti, e perdonati, affinchè non sia differita la sua liberazione. Gli Ebrei, e i moderni Interpreti in gran numero, inteser significato colla voce Ebrea o uno strumento musicale, che non si sa quello che fosse, ovver il tuono, e l'aria, secondo la quale dovesse cantarsi questo salmo.

3,2:Udii, o Signore, il tuo annunzio, ec. La liberazione dei Giudei dalla loro cattività di Babilonia, fu per tutti i profeti una figura della salvazione degli uomini per Cristo, e la distruzione dell'impero Caldaico è sovente portata come figura della vendetta, che farassi un giorno da Cristo di tutti gli empi. Per questo adunque di Cristo viene adesso a parlare il Profeta, soddisfacendo così pienamente alla difficoltà proposta riguardo alla Provvidenza divina. Perocchè noi con tutti gli antichi crediamo, che altro non si contenga in questa orazione di Habacuc, se non una magnificentissima, e manifestissima profezia di Cristo, come dice s. Girolamo. E chi volesse chiaramente conoscere, che il volere intendere le parole, e i senti menti di Habacuc della liberazione dalla schiavitù Babilonica è quasi un voler far forza in più luoghi alle sue espressioni, bastera, che legga le sposizioni di quegli Interpreti, che hanno abbracciato quel sistema, e il solo vedere, com'elle sono dissonanti tra loro, e discordi, e fredde, anzi che nò, potrà servire a persuaderlo, che nella interpretazione delle Scritture, il meglio, che potremo fare, sarà sempre di seguitare i Padri della chiesa, e la chiesa stessa, da cui le abbiam ricevute. Or vari luoghi di questo cantico sono, come ognun sa, nella bocca della chiesa che gli applica a Cristo. Vedi l'ufficio, e la messa del venerdì santo. Egli è però vero, che quegli stessi, i quali veggono qui dipinta secondo la lettera la liberazione degli Ebrei, confessano, che in un senso allegorico la profezia va intesa di Cristo, ma s. Girolamo non volea, che dove abbiamo manifesta predizione delle cose future, si estenui questa, e in certo modo si indebolisca colla incertezza dell'allegoria. Vedilo in cap. I. Malach. vers. 10.
Dice adunque il Profeta: Signore io udii da te, come quegli, che dee venire, verrà. Cap. II. 3., e questo annunzio m'empie di riverenzial timore, e ammirazione, considerando la grandezza dell'opera. I LXX tradussero: Considerai l'opere tue, e uscii fuori di me; e che per queste opere di Dio, intendessero l'opra della rinnovazione del mondo, e delle misericordie di Dio, come parla il Caldeo, apparisce da quello che segue nella loro versione, e leggesi nella chiesa, come diremo.
Signore, a quell'opera tua da' esistenza ec. Quest'opra grande, ineffabile della Incarnazione del Cristo si adempia, o Signore, nel mezzo degli anni, vale a dire, nella pienezza de' tempi, nel tempo stabilito, e preordinato da te. I LXX: All'approssimarsi degli anni tu sarai conosciuto. Nel mezzo degli anni la farai manifesta: In mezzo a due animali sarai conosciuto: le quali parole ripetute dagli antichi Padri, solamente dal quinto secolo in poi cominciarono a intendersi di due animali, che fossero nella grotta di Bethlehem, lo che nè trovasi nel Vangelo, nè da veruno antico Scrittore fu detto, onde in varie guise furono intese queste parole, e piacemi la sposizione di Teofilatto, il quale pe' due animali intese i due Cherubini, che erano sopra il propiziatorio, il qual propiziatorio era figura di Cristo; apparirai, e sarai conosciuto, o Cristo, tu, che fosti figurato nel propiziatorio, che era in mezzo ai due sacri animali.
Quando ti sarai adirato, ti ricorderai ec. Dopo che tu irato pei peccati degli uomini, avrai permesso, che essi battano le storte vie loro, tu ti ricorderai della tua misericordia, e verrai a salvarli.

3,3:Iddio verrà dall'Austro, e il santo dal monte di Pharan. Allude il Profeta a quello, che dicesi da Mosè Deuter. XXXIII. 2. Il Signore è venuto dal Sinai, e dal Seir egli si è levato per noi, è apparito dal monte di Pharan. E vuol dire Habacuc, che quel Dio istesso, il quale con tante meraviglie si diede a conoscere sul Sina, sul Pharan, luoghi australi riguardo alla Giudea, apparirà nuovamente da mezzodì, cioè in Bethlehem, che è a mezzogiorno di Gerusalemme, e volge verso l'Idumea, e verso il monte Pharan. Così s. Girolamo, Ireneo, Teodoreto, Cirillo, Teofilatto ec. Si è notato in quel luogo del Deuteronomio, come il Sina, dove fu data la legge, era figura di Sionne, dove la nuova legge ebbe principio il dì della Pentecoste, e Pharan, dove furono eletti i giudici di Israele, a' quali Dio comunicò il suo spirito, veniva ad esser figura della missione dello Spirito santo sopra gli Apostoli, e sopra la nascente chiesa di Cristo. È qui aggiunto nell'Ebreo la voce Selah, che trovasi solamente ne' salmi, e in questo cantico, e secondo quello, che dicemmo nei salmi vorrà qui significare: considerate, ponete ben mente a questa altissima degnazione, e beneficenza del sommo Dio verso di noi, il quale è di sceso fino a noi per essere nostro fratello, e nostro Salvatore.
La gloria di lui ricuopre i cieli. Gli Angeli nella nascita di Cristo cantarono: Gloria ne' luoghi altissimi a Dio: dimostrando, come il verbo fatto carne fece incomparabilmente risplendere la gloria della sapienza, della possanza, e della bontà di Dio, cui egli ancora glorificò colla santità della vita, e della dottrina, e co' grandiosi miracoli, e colla risurrezione, e colla salita al cielo, e colla conversione delle genti, onde e il cielo, e la terra si empiè della gloria del vero Dio.

3,4:Egli sarà splendente come la luce. Lo splendore ineffabile della dottrina di lui dissiperà le dense orribili tenebre dell'errore, e della infedeltà: Nelle sue mani le corna: ivi è ascosa la sua fortezza. I LXX tradussero: Nelle sue mani le corna, ed egli fece fortemente amabile la sua fortezza: La qual versione io volentieri riporto, perchè illustra molto la nostra Volgata, e unisce co' sentimenti de' Padri riguardo al senso della profezia. Le corna significano ordinariamente la potenza, e il regno; e qui significano la croce, ovver la fortezza della croce, per cui da Cristo fu vinto il demonio, e la morte; e per essa Cristo divenne per noi corno di salute, cioè forte, e possente salute. Luc. I. 69. I corni adunque della croce, a cui furono affisse le mani di Cristo, furon le armi, colle quali egli debellò i suoi, e i nostri nemici, e nella croce, cioè nella infermità della passione si ascose la immensa forza, e possanza di lui, possanza, che si rendette così amabile a noi, perchè egli patì per amore di noi, talmente che sua fortezza, e sua possanza fu l'amore, e l'amore fu per lui fortezza e possanza a vincere tutti i dolori, e le ignominie della croce. Vedi Teodoreto, Teofilatto ec.

3,5:Innanzi a lui anderà la morte, ec. Cristo debellerà la morte, e il demonio, e quella e questo egli condurrà nel suo trionfo; ma particolarmente il demonio cacciato dai corpi di molti uomini per virtù del suo nome, cacciato dalle anime di innumerabili Ebrei, e Gentili, fuggirà lungi da lui.

3,6:Si stette, e misurò la terra. Il vincitore della morte, e del demonio divise a' suoi Apostoli la terra, allorchè disse: È stata data a me tutta la potestà in cielo, e in terra, andate adunque, e istruite tutte le genti ec., Matt. XXVIII. 18. 19. Mirò, e conquise le genti. Con sguardo di misericordia si volse alle genti, e conquise la pertinace loro ostinazione nella iniquità, e nella antica idolatria, dando loro lo spirito di penitenza, e cangiando i cuori loro, e inclinandoli all'amore della verità, e della virtù. E le vetuste montagne furono stritolate, ec. Per queste montagne, e colline si intendono e i principi del secolo, e i sapienti, e i filosofi, e tutto il fasto mondano: e queste montagne, e queste colline furono umiliate (come è detto, Luc. III. 5.) alla venuta di lui, che è eterno, si mediante gli esempi della vita di Cristo, e sì ancora mediante la grazia di lui, per cui fu stritolata la superbia degli uomini, ed essi furono umiliati nel tempo, perchè potessero alzarsi, e divenir grandi in eterno.

3,7:Per ragione dell'iniquità ec. Il paese di Madian è detto Chuschim, ovvero Etiopia, Exod. II. 15. 21. Num. XII. I.; onde una stessa cosa è significata per le tende dell'Etiopia, e pei padiglioni di Madian, e i Madianiti sono qui nominati in qualità di nemici del popolo di Dio. Ho veduto, dice il Profeta, gli alloggiamenti degli empi adunati per combattere in difesa della iniquità, cioè della idolatria, e della dominante superstizione, ma ho veduti i padiglioni di questi nemici del Cristo messi in iscompiglio, e in confusione. E si allude al fatto di Gedeone, perchè come egli colle trombe, e colle faci accese, dissi pò i Madianiti, così Cristo colla predicazione del Vangelo, e collo splendore della fede vinse i Gentili, e li soggettò alla chiesa.

3,8:Forse contro le onde se' tu adirato, ec. Forse come una volta tu asciugasti il mare, e il Giordano, e sommergesti Faraone, e gli Egiziani nel mare, così in questa tua venuta farai simili cose per dimostrare il tuo furore contro i tuoi nemici? Ma tu adesso non se' venuto a condannare il mondo, ma a salvarlo; e tu monti su'tuoi ca valli, e il tuo cocchio, e la tua quadriga è cocchio e quadriga, che porta non guerra ed esterminio, ma salvazione. Questi cavalli, dice s. Girolamo, non sono altro, che le anime, le quali portano la divina parola, per cui a se stesse, ed a molti altri danno salute; sono gli Apostoli, che portarono il nome di Cristo per tutta la terra; e la quadriga molto bene figura i quattro Evangelisti del Signore, per mezzo de' quali la parola di salute fu scritta e notificata a tutta la terra.

3,9:Tu metteraifuora risolutamente il tuo arco, ec. De scrisse di sopra la venuta di Cristo pacifico per salvare; adesso poi cel dipinge come un forte terribil guerriero, che viene a punire i peccatori, e a sterminare gli empi; e allora tu adempirai quello, che tu giurasti alle tribù di Israele, vale a dire di liberare un giorno tutti i tuoi servi dalle mani de' nemici, e di stabilirli nella terra di vera e perfetta pace, nella terra de' vivi, cioè nel cielo. Questa promessa sembrava quasi dimenticata, mentre l'empio (come sovente accade nella vita presente) si divorava il giusto; ma sarà adempiuta nell'ultimo giorno; e allora Dio armerà tutte le creature a far vendetta de' suoi nemici, e combatterà tutta la terra contro gli insensati, come è significato in quello, che segue. Vedi Tertulliano. Cont. IV. 49.
Tu dividerai i fiumi della terra. I fiumi della terra, rotti da te i loro argini, inonderanno con impeto grande, e desoleranno le campagne.

3,10:Te videro le montagne, e tremarono; ec. Alla tua venuta dal cielo saranno in terrore, e movimento grande, e spavento gli stessi monti; i fiumi gonfi, e i torrenti si ritireranno indietro, nè correranno a perdersi nel mare; l'abisso delle acque soverchianti la terra alzerà voci di orribil fremito, e il mare stesso profondostenderà le mani, vale a dire, gonfierà, e spingerà in alto i suoi flutti. Tutta questa poetica descrizione combina con quello che Cristo predisse intorno a' segni, che precederanno il finale giudizio. Luc. XXI.

3,11:Il sole, e la luna si stettero ai loro posti. Non credo, che si alluda al miracolo avvenuto ai tempi di Giosuè, quando il sole al comando di lui si fermò; ma penso piuttosto, che sia qui lo stesso sentimento, che leggesi Jud. V. 20., dove, celebrandosi la vittoria conceduta da Dio al suo popolo contro Sisara, si dice: Le stelle stando nelle loro ordinanze, e nel corso loro, combatterono contro Sisara; lanciando cioè contro di lui grandine, bufera, tuoni, fulmini ec. E quello che segue, mi persuade, che tale è il pensiero del nostro Profeta; mentre egli dice, che gli empii se n'anderanno al lampeggiare, e al chiarore de' fulmini, e delle saette scoccate dal Cielo contro di essi. Si paragoni ancora quello, che è detto Sap. 21. 22.

3,13:Ti movesti per salvare il tuo popolo, ec. Ecco il fine di tanti guerrieri apparati, e di tanta guerra. Tu vuoi o Dio, liberare il tuo popolo dalle mani, e dal potere degli empi, e far di questi vendetta: e per questo ti se' mosso insieme col tuo Cristo, cui tu, o Padre, desti potestà assoluta di far giudizio, Joan. V. 27.
Percuotesti il capo della casa dell'empio. La famiglia dell'empio ella è la famiglia del demonio, cioè tutta la gran massa de' cattivi; il capo di questa famiglia, e il suo condottiere sarà l'Anticristo, il quale sarà ucciso da Cristo col fiato della sua bocca. Vedi II. Thessal. II. 8.
Discopristi i fondamenti di lei ec. Distruggerai quella casa dell'empio fino agli ultimi fondamenti perocchè quel capo dell'empia casa spoglierai di tutti gli aiuti, e di tutte le forze, per le quali faceasi temere; così leggesi nell'Apocalisse, che il fuoco caduto dal cielo divorò tutti quegli, che avean circondati gli alloggiamenti de' santi, e la diletta città. Cap. XX. 8. 9.

3,14:Maledicesti il suo scettro. La tirannica potestà del demonio. Il capo de' suoi guerrieri; l'Anticristo capo di tutti i campioni del demonio; i quali animati da lui, e guidati dall'Anticristo, si scaglieranno qual turbine impetuoso contro il popolo di Dio nella breve, ma crudelissima persecuzione, ch'ei faranno alla chiesa negli ultimi tempi.
La loro burbanza come di chi ec. Costoro eran tutti allegri, e superbi, perchè si credevano di poter divorare i tuoi poveri, i tuoi giusti, senza che tu il sapessi, nè ti opponessi ai tentativi.

3,15:Facesti strada nel mare a' tuoi cavalli ec. Le acque, il mare, il fango si pongono sovente per le tribolazioni, e persecuzioni, che soffrono i giusti, e la chiesa. Vedi Ps. LXVIII. I. 2. 15. Per mezzo a queste acque tu facesti strada a' tuoi cavalli, su' quali tu venisti a liberare gli eletti tuoi dalla tribolazione che gli assediava. Simile esercito di cavalieri si vede Apoc. XIX. 14.

3,16:Udii, e le mie viscere si commossero. Udii la tua voce, che mi annunziò cose sì grandi, e portentose, e pel timore delle terribili cose, che avverranno, si commossero le mie viscere, e mi tremaron le labbra. Tal fu il sentimento, che in me cagionò la vista delle atroci di vime vendette.
Entri la putredine nelle mie ossa, ec. Volentieri patirò io quello che patì il santo Giobbe, e io desidero, che non solo le carni mie, ma anche il midollo delle ossa si imputridisca, e coperto di putredine il mio corpo sia pasto de' vermi, purchè dopo aver patito nel tempo presente, io abbia riposo, e salute in quel giorno di tribolazione, e vada a unirmi col popolo nostro, col popolo de' giusti accinto, vale a dire col popolo, che combattè nel buon certame, che pugnò, e vinse, come spiega s. Girolamo, e pugnerà, e vincerà giudicando le nazioni nell'ultimo giorno.

3,17:Perocchè il fico non fiorirà, ec. Dimostra, che ha avuto ragione di desiderare quello, che ha desiderato, col dipingere i mali, e le sciagure, onde sarà inondata la terra alla fine de' tempi.

3,18:Ma io mi rullegrerò ec. Gli amici di Dio tralle rovine del secolo, e tralle miserie, e desolazioni del mondo, alzano le loro teste, perchè la redenzione loro è vicina, Luc. XXI.28. Vedi s. Cipriano ad Demetr.

3,19:Mi darà piedi come di cervo. Mi farà agile come cervo, affinchè io possa alzarmi con lui fino al cielo. Egli è Cristo, che ripetendo al cuore de' santi quelle dolci parole: abbiate fidanza, perch'io ho vinto il mondo, Joan. XVI. 33., li riempie di incredibil fortezza, e alacrità, e questo vincitore celeste comunicando ad essi il frutto di sua vittoria li conduce a que' luoghi eccelsi che sono la vera patria de' santi, li conduce fino alla celeste Sionne, dove entrano cantando laude, e ripetendo a gran voce l'eterno alleluia. Vedi Tob. XIII. 22.