Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Ezechiele 31


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1L'anno undecimo, il terzo mese, il primo del mese, il Signore parlommi, dicendo:2Figliuolo dell'uomo, di a Faraone re dell'Egitto, e al suo popolo: A chi se' tu simile in tua grandezza?3Eccoti Assur qual cedro sul Libano di belle braccia, ombroso di frondi, sublime di altezza, la cui vetta tra' densi rami s'innalza.4Lo nudriron le acque, e una perenne fiumana lo fece salire in atto; l'umore correva intorno alle sue radici, ed ei facea passare i suoi ruscelli a tutte le piante di quella regione.5Per questo ei superò in altezza le piante tutte del paese, e i rami suoi si moltiplicarono, e s'ingrandirono mercè delle acque abbondanti.6E com' ei gettava grand' ombra, su' rami di lui fecer nido gli uccelli tutti dell'aria, e sotto alle sue frondi partorirono tutte le bestie della foresta, e all'ombra di lui si ricoverava una turba di moltissime genti.7Ed egli era bellissimo per sua grandezza, e per l'ampiezza de' rami suoi: conciossiachè erano le sue radici presso ad acque copiose.8Più alti cedri di lui non furono nel paradiso di Dio, non arrivavano alla sua vetta gli abeti, e i platani non agguagliavano de' suoi rami l'ampiezza: nissuna pianta del paradiso di Dio fu da assomigliare a luì, e alla bellezza di lui.9Perch'io lo feci sì bello, e di molti, e fitti rami, ebber di lui gelosia tutte le deliziose piante, che erano nel paradiso di Dio.10Per questo così dice il Signore Dio: Perchè egli si è levato in altezza, e ha alzata la verdeggiante, ed ombrosa sua cima, e il cuore di lui s'insuperbì di sua elevazione,11Lo ho io dato in potere del più forte trai popoli: ei ne farà quel, che vorrà: secondo la sua empietà io lo ho rigettato.12E gente straniera, e i più crudeli trai popoli lo troncheranno, e lo getteranno sui monti, e i rami di lui cadran per tutte le valli, e le spezzate sue frondi sopra tutte le rupi della terra, e tutti i popoli della terra fuggiranno da' padiglione di lui, e lo abbandoneranno.13Sopra le rovine di lui poseranno gli uccelli dell'aria, e sui rami di lui sederanno tutte le bestie della terra.14Per la qual cosa nissuno degli alberi posti lungo le acque s'innalzerà alla sua grandezza, e non eleverà la sua cima trai densi rami, e fronzuti; né saran fermi nella loro altezza tutti quest'alberi innaffiati dalle acque; perocché tutti sono dati in poter di morte nell'infima terra insieme co' figliuoli degli uomini, tra color, che scendono nel sepolcro.15Questo cose dice il Signore Dio: Nel dì, in cui egli cadde nell'inferno, io feci fare lutto grande, lo sommersi nell'abisso: e trattenni i suoi fiumi, e arrestai le grandi acque: si rattristò per cagion di lui il Libano, e tutte le piante dei campi si scossero.16Col fracasso di sua rovina feci tremar le nazioni, quand' io lo feci cader nell'inferno con quelli, che calavano in quella fossa; e nel fondo della terra si consolarono tutte le piante dell'orto di delizie insigni, e famose del Libano, le quali erano tutte innaffiate dalle acque.17Perocché nell'inferno tra que', che periron di spada, disceser con lui tutti quelli, i quali, essendo il suo braccio, all'ombra di lui sedevano tralle nazioni.18A chi se' tu simile, o illustre, e sublime tralle piante del giardin di delizia? Ecco, che colle piante di quel giardino tu se' stato cacciato nel fondo della terra: tu dormirai tralli incirconcisi, con que', che furono uccisi di spada. Così sarà di Faraone, e di tutta la sua gente, dice il Signore Dio.

Note:

31,3:Eccoti Assur qual cedro sul Libano ec. Nella interpretazione di questa profezia noi ci attenghiamo al sentimento di s. Girolamo, il quale col nome di Assur in tese significato il re, e il regno degli Assiri, il qual re è paragonato a un altissimo cedro; onde colla caduta di quel re, e di quel cedro, viene il Profeta a predire la simile caduta del re d'Egitto; perocchè vuol dire il Profeta a Faraone:tu sai quanto fosse grande, e potente la mo narchia degli Assiri, e tu ancor sai, come ella fu già totalmente distrutta da Nabopolassar padre di Nabuchodonosor: tu non se'nè più potente, nè più stabile nella tua grandezza, nè miglior di quel re: Dio adunque colla stessa facilità saprà annichilare la tua possanza. Circa trentotto anni prima, presa Ninive capitale degli Assiri, e ucciso Sarac loro re, Nabopolassar avea dato comincia mento al regno de' Caldei in Babilonia.

31,4:Lo nudriron le acque, ec. Come se dicesse: tutto contribuì a render bello, e rigoglioso questo cedro, il quale oltre all'esser piantato in terreno convenientissimo (sul Libano) avea ancora copia grande di acque, che lo nudrivano, talmente che potea far parte di esse a tutte le piante del paese. Queste acque, e questo fiume sono le nazioni, che eran soggette al re Assiro, e gli pagavan tribùto, e le quali il facevan potente, e ricco a segno di poter far ricchi, e potenti i Satrapi, che sotto di lui governavano le diverse provincie.

31,6:Su'rami di lui fecer nido ec. Gli uccelli, e le bestie della foresta, che vengono a godere dell'ombra, e delle comodità, che trovavano presso questa gran pianta, dinotano le diverse genti, che viveano tranquillamente sotto il governo, e sotto la protezione dell'Assiro.

31,8:Più alti cedri di lui non furono nel paradiso di Dio. Allude al paradiso terrestre, e vuol dire, che nissun re per quanto fosse privilegiato, e famoso non superò la grandezza del re dell'Assiria.

31,11:L'ho io dato in potere del più forte tra' popoli. In potere di Nabopolassar, come si è detto.

31,12:E gente straniera, ec. Vale a dire gente nemica, perocchè l'esercito di Nabopolassar era composto di Caldei, che aveano scosso il giogo dell'Assiro.

31,13:Sopra le rovine di lui poseranno gli uccelli dell'aria, ec. Con questa figura vuol significare, chè i popoli della monarchia Assiria resteranno ne' loro paesi, ma sotto padrone diverso.

31,14:Nissuno degli alberi posti lungo le acque ec. Parla de' Satrapi, e de' principi dell'imperio degli Assiri, i quali dice, che non saranno più a parte delle ricchezze, e della potenza del loro monarca, ma saranno dati in poter di morte, e saran gettati nell'infima terra, nel sepolcro misti e confusi co' figliuoli degli uomini, cioè coll'infima plebe, colla quale avran comune la sepoltura.

31,15:Feci fare lutto grande. Colla rovina di lui io preparai lutto grande a' fedeli suoi sudditi: lo sommersi nell'abisso: in abisso di calamità sommersi quel re. E trattenni i suoi fiumi, e arrestai le grandi acque: Torna a parlare del re di Ninive, come di un cedro fatto inari dire da Dio col privarlo delle copiose acque, che l'irrigavano; lo che vuol dire, che Dio per rovina di quel re avea permesso, che si alienasser da lui quei popoli, i quali condotti da Nabopolassar lo vinsero, e lo sbalzarono di trono, e lo uccisero. Si rattristò per cagion di lui il Libano, ec. Il Lilbano (come di sopra) significa tutto il regno, come le piante de' campi sono i popoli soggetti, che serbavan fede a quel re.

31,16:Quand'io lo feci cader nell'inferno con quelli, che calavano in quella fossa. Fu di gran terrore per le genti il vedere com'io avea gettato nel sepolcro, e nell'inferno quel re colla turba dei morti, che scendeano laggiù. E nel fondo della terra si consolarono tutte le piante ec. Queste piante sono i Satrapi, i gran Signori Assiri, i quali dice, che si consolarono nel sepolcro, vedendo come lo stesso loro re era ridotto alla stessa miseria, ed era divenuto uguale ad essi nel sepolcro, e nell'inferno. Queste piante dice, che erano state innaffiate dalle acque, vale a dire dalle acque, che irrigavano il cedro, perchè erano stati a parte delle grandezze, e onori del regno come persone primarie di quella corte.

31,17:Perocchè nell'inferno tra quei, che periron ec. Perocchè con lui nella espugnazione di Ninive, e nella strage del popolo, perirono tutti quelli, i quali, essendo pel loro valore come il braccio del re, all'ombra della gran pianta sedevan lieti, e onorati tralle nazioni.

31,18:A chi se' tu simile, o illustre, ec. Esposta la tragica sorte del re Assiro, il Profeta volge il discorso a Faraone: tu, pianta illustre e sublime tra quante posson trovarsi nel giardino delle delizie; tu, re illustre tragli altri re, tu imitasti l'Assiro nella superbia e nella empietà; ed ecco, che tu pure, come gli altri empi re sarai cacciato nel fondo della terra, e co' peccatori, che di violenta morte perirono, dormirai sonno eterno. Tale sarà la sorte di Faraone, e del suo popolo. La voce incirconciso è sinonima della voce peccatore, e così tradusse il Caldeo. E morire come un incirconciso vuol dir morire senza speranza di vita migliore. Vedi Ezech. XXVIII. 10. XXXIII. 19. 21.