Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Ezechiele 3


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1(Il Signore) disse a me: Figliuol dell'uomo, mangia tutto quello, che troverai, mangia questo volume, e va, e parla a' figliuoli a' Israele.2E apersi la mia bocca, ed ei mi fé mangiar quel volume:3Ed ei disse a me: Figliuolo dell'uomo, il tuo ventre si ciberà, e le tue viscere si empieranno di questo volume, che io ti do. E lo mangiai, e fu dolce alla mia bocca come il miele.4Ed ei disse a me: Figliuolo dell'uomo, va alla casa d'Israele, e annunzierai loro le mie parole;5Imperocché non ad un popolo di astruso linguaggio, e d'ignota favella se' tu mandato, ma alla casa d'Israele;6Né a popoli vari di astruso linguaggio, e d'ignota favella, de' quali tu non possa capire il discorso; e se a questi tu fossi mandato, ei ti ascolterebbero.7Ma la casa d'Israele non vuole udir te, perchè me stesso non vuole udire: perocché la casa tutta d'Israele è di fronte impudente, e di cuore in durito.8Ecco io do a te faccia più tosta delle facce loro, e fronte più dura delle lor fronti.9Ti darò faccia come di diamante, e di selce, non aver paura, e non ti conturbare dinanzi a loro, perchè ella è una contumace famiglia.10E disse a me: Figliuolo dell'uomo, tutte le parole ch'io dico a te, ricevile nel cuor tuo, e ascoltale colle tue orecchie.11E va, presentati a' fuorusciti, ai figliuoli del popol tuo, e parlerai loro, e (se per sorte ascoltino, e si posino) dirai loro: Queste cose dice il Signore Dio.12E presemi lo spirito, e udii dietro a me voce di grande strepito: Benedetta la gloria del Signore nel luogo santo di lui.13E (udii) il remore delle all'degli animali, delle quali l'una batteva l'altra, e il romorio delle ruote, che se guivano gli animali, e voce di grande strepito.14E lo spirito mi sollevò, e mi prese, e me n'andava amareggiato dall'ira del mio spirito; ma era meco la mano del Signore, che mi fortificava.15E giunsi ai fuorusciti presso aduna massa di nuove biade, dov'eran que', che abitavano presso il fiume Chobar, e mi posi a sedere dove quelli sedevano; ed ivi mi stetti sette giorni afflitto in mezzo a loro.16E passati sette giorni, parlò a me il Signore, dicendo:17Figliuolo dell'uomo, io ti ho dato per sentinella alla casa d'Israele, e dalla mia bocca udirai le mie parole, e le annunzierai loro da parte mia.18Se quando io dico all'empio: Certo che tu morrai, tu non glielo annunzi, e non gli parli, affinchè si ritragga dalla via di sua empietà, e viva; l'empio stesso morrà nel suo peccato, ma del sangue di lui domanderò conto a te.19Ma se tu avrai avvisato l'empio, e quegli non si sarà convertito dalla sua empietà, e dall'empia sua via, egli morrà nella sua iniquità, ma tu hai liberata l'anima tua.20Similmente se il giusto abbandonerà la sua giustizia, e farà opere ini que, io porrò inciampo dinanzi a lui; ei morrà, perchè tu non lo hai ammonito: morrà nel suo peccato, e non farassi ricordanza delle opere giuste, che egli fece; ma del sangue di lui chiederò conto a te.21Che se tu avrai ammonito il giusto, affinchè il giusto non pecchi, ed egli non peccherà: egli avrà vera vita, perchè tu lo hai ammonito, e tu hai liberata l'anima tua.22E si fé sentire sopra di me la mano del Signore, e dissemi: Sorgi, e va alla campagna, ed ivi io parlerò con te.23E alzatomi andai alla campagna, ed ecco, che ivi si stava la gloria del Signore, come quella gloria, ch'io vidi presso il fiume Chobar: ed io caddi boccone.24Ed entrò in me lo spirito, e rizzommi su' miei piedi, e parlommi, e dissemi: Va, e rinchiuditi nella tua casa.25Ed ecco, che a te, o figliuolo dell'uomo, son messe le catene, e con esse ti legheranno, e tu non potrai uscire di mezzo a loro.26E farò, che la tua lingua ti si attacchi al palato, e sarai mutolo, e non più come un riprensore; perocché ella è una contumace famiglia.27Ma quando io ti avrò parlato, aprirò la tua bocca, e tu dirai loro: Queste cose dice il Signore Dio: Chi ascolta, ascolti, e chi dorme, dorma; perocché ella è una contumace famiglia.

Note:

3,1:Mangia tutto quello che troverai. Ovvero: tutto quello che ti sarà dato. Empiti delle mie parole scritte in questo libro; perocchè ognun vede, che non si tratta di mangiamento corporale, ma di seria applicazione della mente alla parola del Signore, affine di annunziarla agli altri; onde ottimamente osservò s. Girolamo darsi qui un buon documento a' ministri del Signore, a' quali si dice, che se prima non avran mangiato, e converso in propria sostanza il libro delle Scritture, non possono esser idonei a istruire i figliuoli d'Israele. Trasfondi nel tuo petto (dice Dio a Ezechiele) tutte le mie parole, e colla tua meditazione fanne tuo nutrimento, tuo sangue, tua vita, onde dell'abbondanza del tuo cuore parli dipoi la tua lingua.

3,3:E fu dolce alla mia bocca come il miele. Perocchè è dolce cosa per l'uomo l'esser messo a parte de' consigli di Dio, dice s. Girolamo; e l'essere mandato a chiamare i peccatori alla penitenza coll'annunzio de gastighi di Dio e cosa parimente dolce per un uomo zelante, dell'onore di Dio, e del bene dell'anime. Ma quando il Profeta ebbe considerato dentro di se tutto quel ch'ei dovea intimare di funesto alla sua gente, e la poca speranza d'illuminare gli Ebrei protervi e indocili, e le vessazioni, e i mali trattamenti, a' quali lo esponeva un tal ministero, allora questa parola amareggiò grandemente il cuore del Profeta, come si dice vers. 14. Vedi Apocal. X. 9.

3,6:Nè a popoli vari di astruso linguaggio, ec. Dicendo Dio, che ei manda il Profeta non a gente barbara, ma agl'Israeliti, de' quali egl'intende la lingua, e i quali intendono anche il linguaggio del signore, sendo stati allevati alla scuola di Mosè e de profeti; e aggiungendo ancora il Signore, che se a popoli barbari, e d'ignota favella lo avesse mandato, lo avrebbon questi ascoltato, non viene egli Dio a predire quello, che finalmente egli fece quando alle più barbare, e selvagge nazioni spedi gli Apostoli, la predicazione de' quali fu udita, e abbracciata da tutta la terra?

3,7-8:Di fronte impudente, e di cuore indurito ec. Quelli sono sfacciati, e senza pudore; tu non cedere a loro; e s'ei con audacia somma peccano, e fanno ogni male, tu con ardimento grande, e senza arrossire, rinfaccia ad essi le loro iniquità.

3,9:Perchè ella è una contumace famiglia. La causale quia vale qui lo stesso, che benchè, come tra noi la parola perchè.

3,11:A' figliuoli del popol tuo. Dio non dice: A' figliuoli del popol mio: perchè coloro si erano renduti indegni del nome di popolo del Signore.

3,12:E presemi lo spirito, ec. La virtù di Dio, ovvero uno spirito angelico mi prese, e mi trasportò corporalmente, e realmente dal fiume Chobar al vicino villaggio. Ivi stavano una parte de' Giudei, che erano stati menati com' egli a Babilonia. Vedi s. Girolamo.
Voce di grande strepito: Benedetta la gloria ec. Il Profeta udi il romore, che faceva il cocchio del Signore, e la voce de' Cherubini, i quali intuonavan queste parole: Benedetta la gloria, cioè benedetta la maesta di Dio se dente sul cocchio della sua gloria; a questa maestà diasi gloria nel cielo, che è il luogo santo di sua dimora. Così nella nascita di Cristo gli Angeli cantarono: Gloria ne' luoghi altissimi a Dio, Luc. II. 14. Il Signore fa udire tutto questo al Profeta per renderlo sempre più animoso, e forte a predicare la sua parola.

3,14:Amareggiato dall'ira del mio spirito. Lo zelo della gloria di Dio empiè di amarezza, e d'indegnazione l'anima mia; mi adirava dentro di me col popol mio per le sue iniquità, per cui io vedeva quali sciagure dovesser venire sopra di lui.

3,15:Presso ad una massa di nuove biade. Vari antichi Interpreti in vece di massa di nuove biade hanno ritenuto l'Ebreo Tel-abib come nome proprio di città, o villaggio vicino al fiume Chobar. Così il Caldeo, Simmaco, Aquila, Teodozione, e molti moderni; e alcuni vogliono, che tal nome fosse dato a quel villaggio dagli stessi Ebrei. S. Girolamo avendo tradotto il significato di questa voce, non viene perciò ad opporsi al sentimento di quelli, ma volle notare il mistero, dicendo, che quel luogo fu chiamato in tal guisa, perchè ivi dimorava il piccolo, e povero Israele presso le rive del Chobar, dove Dio il serbava ad essere come la nuova semenza del popolo Giudaico, quando venisse il tempo di liberarlo dalla cattività.

3,17:Ti ho dato per sentinella ec. Con simile comparazione è significato l'ufficio del Profeta, e del maestro del popolo si nel nostro Profeta in altri luoghi, e sì ancora presso Isaia XXI.6. ec., e Geremia VI. 17., e presso gli altri Profeti.

3,18:Ma del sangue di lui domanderò conto a te. Perocchè (dice s. Gregorio) il pastore lo uccise, perchè col suo tacere lo abbandonò alla morte. Non posso tenermi dal riportare le parole di s. Agostino homil. 28. inter. 50. In un pericolo grande di perdizione io mi trovo se mi taccio; ma quando io avrò parlato, e adempiuto l'ufficio mio, pensate voi pure al vostro pericolo. Che voglio io, che cerco, che bramo? Per qual motivo qui parlo, qui seggo, qui vivo, se non perchè noi viviam tutti in Cristo? Questa è la mia brama, il mio bene, il mio gaudio. Che se voi non vorrete ascoltarmi, io libererò l'anima mia: ma non voglio già io esser salvo senza di voi. Vedi anche hom. 24. ibid.

3,20:Io porrò inciampo dinanzi a lui. Io lo farò precipitare ne' mali di pena, de' quali è degno, onde in essi egli morra, e morendo impenitente si perderà in eterno. La voce inciampo debbe qui intendersi dell'occasione non di caduta nel peccato, ma di caduta nella pena del peccato. S. Girolamo per questo inciampo intese lo stato di languore, in cui cade il giusto, quando la via della giustizia egli abbandona.

3,24:Rinchiuditi nella tua casa. Così il Profeta chiuso nella propria casa dovea col fatto predire l'imminente assedio di Gerusalemme, quando i Giudei doveano trovarsi chiusi dentro quella città. Vedi s. Girolamo.

3,25:A te ....son messe le catene. Dio avea già fatto vedere queste catene al Profeta, quand'egli era alla campagna: tornato ch'ei fu a casa i famigliari, e i vicini al vedere i suoi atti e i suoi gesti, lo considerarono come uomo fuori di sè, e lo legarono. Così s. Girolamo; e i suoi legami erano una predizione della schiavitù de' Giudei di Gerusalemme. Per simil guisa i fratelli di Cristo andarono per legarlo come mentecatto. Marc. III.21.
E tu non potrai uscire di mezzo a loro. Non potrai uscire a tuo piacimento per andare alla campagna a orare, e meditare come prima solevi.

3,26:E farò, che la tua lingua ti si attacchi al palato. Ti farò stare in silenzio, talmente che tu sembri diventato mutolo, e paia che tu abbia la lingua immobile, e attaccata al palato: così tu non sarai più il riprensore de' costumi del popolo, non isgriderai più i peccatori, e questo stesso tuo silenzio darà da pensare a questi ostinati. Il silenzio adunque dei profeti (e lo stesso dicasi de' pastori della Chiesa) è segno dell'ira di Dio, Chrysost. hom. 6. in Isai.

3,27:Chi ascolta, ascolti, e chi dorme, dorma. Sono parole di Dio, il quale dichiara, che ascolterà chi vorrà ascoltare, e dormira, e non ascolterà chi nel suo letargo vorrà restarsi, e non ascoltare. I LXX tradussero: Chi ascolta, ascolti; chi è incredulo, sia incredulo, nel senso istesso della nostra Volgata, benchè con diversa espressione.