Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Lamentazioni 2


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1ALEPH. Come mai il Signore nel furor suo ha coperta di caligine la figliuola di Sion? Egli ha cacciata dal ciel sulla terra la gloria d'Israele, e non si è ricordato dello sgabello de' piedi suoi nel giorno del suo furore.2BETH. Il Signore ha distrutto senza eccezione tutto quello, che era di bello in Giacobbe: ha smantellati nel suo furore i baluardi della vergine di Giuda, gli ha agguagliati al suolo: ha trattato come profano il regno, e i suoi principi.3GHIMEL. Egli ha ridotta in polvere nell'ira sua furibonda tutta la possanza d' Israele: l'ausiliatrice sua destra ritrasse indietro al venir del nimico, e quasi fuoco accese in Giacobbe, che ogni cosa all'intorno divora colla sua fiamma.4DALETH. Egli come nemico tese il suo arco, e come avversario puntò la sua destra: tutto uccise quel, che era di bello a vedersi nel padiglione della figliuola di Sion: scagliò qual fuoco la sua indegnazione.5HE. I Signore è diventato come nemico: ha precipitato Israele, ha precipitate tutte le sue mura, ha dissipati i suoi baluardi, e tutti ha umiliati gli uomini, e le donne della figliuola di Giuda.6VAU. E ha rovesciatala sua tenda come quella di un orto, e ha atterrato il suo padiglione: il Signore ha fatte dimenticare in Sionne le solennità, e i sabati, ed ha abbandonati all'obbrobrio, e all'indegnazione sua furibonda e il re, e il sacerdote.7ZAIN. Il Signore ha rigettato il suo altare, ha maledetto il suo santuario: ha date in potere del nemico le sue mura, e le torri. Hanno alzate le voci nella casa del Signore, come ne' dì solenni.8HETH. Determinò il Signore di distrugger le mura della figliuola di Sion, tese sua corda, e non ritrasse sua mano dal de molire, e l'antemurale gemè, e il muro insieme fu atterrato.9TETH. Le sue porte sono confitte nella terra: egli guastò, e spezzò le sue serrature: esiliò il suo re, e i suoi principi tralle nazioni: non v' ha più legge, e i suoi profeti non hanno visione dal Signore.10JOD. Seggono per terra, in silenzio gli anziani della figliuola di Sion: hanno cosperse le loro teste di cenere, sono vestiti di cilizi; si son gittate col capo per terra le vergini di Gerusalemme.11CAPH. Gli occhi miei venner meno per la copia delle lagrime, le mie viscere si conturbarono, il cuor mi cadde per terra per lo scempio della figlia del popol mio, quando i fanciulli, e i bambini di latte venivan meno per le piazze della città.12LAMED. Ei dicevano alle loro madri: Dov' è il grano, ed il vino? Allorché quasi fosser feriti venivan mancando pelle piazze della città, allorché rendevan loro spiriti in seno alle madri loro.13MEM. A qual cosa ti paragonerò, od a guai cosa ti assomiglierò, o figliuola di Gerusalemme? A chi agguaglerò per consolarti, o vergine figlia di Sion? Grande qual mare e la tua afflizione: chi appresterà a te medicina?14NUN. I tuoi profeti ti profetizzarono cose false, ed insulse, ne a te disvelavan la tua iniquità per muoverti a penitenza: ed ei profetavano a te falsamente annunzi gravi, e discacciamenti.15SAMECH. Batteron palma a palma sopra di te tutti quei, che passavano per la strada, facean fischiate, e scuotevano il capo verso la figliuola di Gerusalemme, dicendo: E' ella questa la città di perfetta bellezza, il gaudio di tutta quanta la terra?16PHE. Contro di te aperser la bocca tutti i tuoi nemici, fecero fischiate, e digrignavano i denti, e dissero: Noi la di voreremo: ecco il giorno aspettato da noi, l'abbiam trovato, l'abbiam veduto.17AIN. Il Signore ha fatto quello, che stabilì, ha adempiuta la sua parola annunziata sino da' giorni antichi: ti ha distrutta senza remissione; e ti ha renduta argomento di allegrezza pe' tuoi nemici, ed ha innalzata la possanza di color, che ti odiavano.18SADE. Il loro cuore alzò le grida al Signore sulle mura della figliuola di Sion: versa dì, e notte a guisa di torrente le lagrime, non darti riposo, e quiete non abbia la pupilla dell'occhio tuo.19COPH. Alzati, (dà laude) al Signore la notte, al cominciar delle vigilie: spandi com' acqua il cuor tuo al cospetto del Signore; alza a lui le tue mani per l'anima de' tuoi fanciulli venuti meno per la fame ad ogni angolo di tutte le strade.20RES. Mira, o Signore, e considera chi tu abbi desolata in tal guisa. E sarà dunque vero, che mangin le donne i propri parti, i bambini della grandezza della palma della mano: E sarà egli ucciso nel santuario del Signore il sacerdote, e il profeta?21SIN. Giacquer fuora per terra (uccisi) i fanciulli, e i vecchi: le mie vergini, e i miei giovani son caduti di spada: gli hai uccisi nel giorno del tuo furore, senza remissione gli hai percossi.22THAU. Tu hai chiamata come ad una gran festa questa nazione, che da ogni banda mi spaventasse, e nel giorno del tuo furore nissuno fu, che scappar potesse, e restar salvo: quegli, che io alle vai, e nutrii, li consumò il nemico.

Note:

2,1:Come mai il Signore ... ha coperta di caligine ec. Come mai lo sdegno di Dio ha involto in tetra caligine la magnificenza e lo splendore di Gerusalemme? Dal l'eccelso trono di gloria, sul quale ella sedeva, ha gettata sul suolo colei, che era l'onore di Israele, e quasi astro luminoso del cielo. E non si è ricordato dello sqa bello de' piedi suoi ec. Di Gerusalemme, secondo alcuni, ma più veramente del tempio, come dicono Teodoreto, Olimpiodoro e altri. Dell'arca si ricordò il Signore, e non volle, che ella andasse in potere de' Caldei, facendo, che Geremia la togliesse dal tempio e la nascondesse, come si legge Machab. lib. 2. cap. II. 5.; ma il tempio lo abbandonò al furor de' nemici. Da molti passi delle Scritture, e da' più antichi scrittori apparisce, che alle persone di distinzione si metteva sotto de' piedi uno sgabello, quando stavano sedendo, e a tal costume alludesi quando da' nostri Scrittori sacri si dice, che trono di Dio è il cielo e la terra, o Gerusalemme o il tempio o l'arca sono sga bello de' piedi suoi.

2,2:Ha trattato come profano ec. I re, i principi, il popolo tutto di Giuda, che erano consagrati a Dio, sono stati trattati da lui come immondi e profani cacciati dal suo tempio e dalla santa citta.

2,4:Puntò la sua destra: e tutto uccise ec. Con forza grande puntò la man destra tirata a se la corda dell'arco, e ne scoccò mortali saette, colle quali uccise tutta la bella e florida gioventù, che si trovava nelle tende militari della figliuola di Sion.

2,5:E tutti ha umiliati gli uomini e le donne ec. Ha permesso, che e gli uomini e le donne di Giuda soffrissero ogni specie di insulti e di obbrobri dal superbo e brutale Caldeo.

2,6:Come quella di un orto. Come la tenda, o capanna, che si fa in un orto di frutta per custodirle, la qual tenda, raccolte le frutta, si disfà e si lascia andar male, così Dio ha trattato il suo tempio, la sua tenda, il suo tabernacolo, il solo tabernacolo che egli avesse tra gli uomini.
E il re, e il sacerdote. Sedecia dopo aver veduti uccisi sugli occhi suoi i figliuoli fu accecato e messo in catene, e condotto a Babilonia per istarvi in perpetua prigionia. Il pontefice Saraia nel tempo stesso fu messo a morte, 4. Reg. XXIV. 21. Jerem. LII. 10. II.

2,7:Hanno alzate le voci nella casa del Signore, come ne' di solenni. I Caldei hanno fatte udire nel tempio voci festose di gioia per la loro vittoria, voci simili a quelle, che nel tempio stesso si udivano per motivo assai differente ne' nostri giorni solenni, quando la turba de' cantori e di tutto il popolo alzava liete le sue voci per celebrare il Signore e lodare le sue misericordie. Dove il Profeta dice, che Dio maledisse il suo santuario, si noti, che la voce maledire vale lo stesso, che rigettare, disprezzare; e dopo che Achaz e Ammon e Manasse ebber profanato il tempio coll'introdurvi i loro idoli, Dio dichiarò, che abbandonerebbe quel tempio.

2,8:Tese sua corda, ec. Per agguagliare al suolo le mura superbe di Gerusalemme il Signore tende la sua corda come fanno gli architetti quando vogliono appianare e metter tutto a livello un terreno. Abbiamo una minaccia di Dio 4. Reg. XXI,14., che illustra molto bene questo luogo: perocchè ivi Dio afferma, che metterà Gerusalemme a livello della già distrutta Samaria.

2,9:Le sue porte sono confitte nella terra. Si intende ciò e delle porte della città, e di quelle del tempio. Non v'ha più legge, e i suoi profeti ec. La legge più non si osserva, nè può osservarsi in quel che riguarda i sa grifizi e tutto il pubblico culto; nè più si parla della lettura della legge nelle Sinagoghe, nè v'ha chi la legge stessa spieghi ed illustri; onde la legge stessa è come se più non fosse. Quanto ai profeti, si vede, che dopo la rovina di Gerusalemme lo stesso Geremia più non parlò, ed essendo dipoi consultato dal popolo, che desiderava di andare in Egitto, e che chiedeva di conoscere intorno a ciò il voler del Signore, fece orazione per dieci giorni prima che Ilio gli rispondesse, Jerem. XLII.

2,13:A chi ti agguaglierò per consolarti, ec. Qual esempio potrò io recarti di città o di popolo, che abbia sofferto quello che tu sopporti, onde l'aver compagna ne' mali ti sia di qualche sollievo nel tuo dolore? ma no, tu non hai chi a te si agguagli nelle sciagure, e le tue afflizioni sono un mar senza limiti.

2,14:Profetavano a te falsamente annunzi gravi ec. Come i veri profeti annunziavano in tuo danno profezie gravi e pesanti, così i falsi profeti contraffacendo i veri e burlandosi di loro ripetevano annunzio grave, ma pe' Caldei, e discacciamento di essi dalla terra di Giuda, di cui non saran più padroni.

2,15:Batteron palma a palma ec. Insultarono a' mali tuoi tutti i passeggeri, fischiavano in tuo disprezzo, e scuotevano il capo dicendo: ecco a che è ridotta la grande, la bella, la felice Gerusalemme, che era la letizia di tutto il Giudaico impero.

2,17:La sua parola annunziata sino da' giorni antichi. Vedi le minacce di Dio Levit. XXVI. I 5. 25. Deuter. XXVIII.15. E Michea profeta fino da' tempi di Ezechia avea predetto, che Gerusalemme sarebbe arata come un campo, erem. XXVI.18. Vedi ancora la profezia di Holda, 2. Paral, XXXV. 24. ns. Il loro cuore alzò le grida ec. I miseri Ebrei più col cuore che colla voce si volsero a Dio implorando pieta sulle mura atterrate di Sion, e si esortano l'un l'altro a piangere, senza darsi mai posa, la desolazione della lor patria.

2,19:Alzati, da' laude (al Signore) la notte, ec. Sono parole del Profeta a Gerusalemme. Sorgi, invoca, e loda il Signore dal principio della notte sino al mattino, e come chi un vaso pieno di acqua rovescia, cosi tn spandi dinanzi a Dio i tuoi gemiti, i tuoi desideri, i tuoi dolori, le tue estreme miserie, versa in una parola a' piedi di lui tutto il tuo cuore: alza a lui le tue mani, movilo a compassione col rammentargli gli innocenti bambinelli strutti dalla fame, caduti morti ad ogni angolo di tue contrade.

2,20:Chi tu abbi desolato in tal guisa. Qual popolo sia quello, cui tu sì terribilmente hai punito. Il Profeta non va avanti, nè ardisce di dire: Signore, questo è il popol tuo: perchè sa come questo popolo ha meritato di non esser più considerato come popol di Dio; ma egli passa a mettere in vista quello, che di più orribile possa mai raccontarsi di una città assediata. Le madri mangiarono i propri figli, i figli partoriti di fresco, i teneri figli, grandi non più della palma della mano: e di più nel Santuario stesso del Signore restò ucciso il sacerdote e il profeta.

2,22:Tu hai chiamato come ad una gran festa ec. Come una volta da tutte le parti correva gente a Gerusalemme nelle solenni sue feste, così tu adesso, o Signore, hai fatta venire una turba immensa di gente nemica ad atterrirmi e desolarmi.