Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Giuditta 9


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Giuditta li affligge, e si umilia, e prostrata per terra fa orazione per la liberazione del popolo, e perchè le sia data virtù di abbattere Oloferne.

1Partiti quelli, entrò Giuditta nel suo oratorio, e vestita di cilicio sparse di cenere la sua testa, e prostratasi dinanzi al Signore, a lui alzava sue voci dicendo:2Signore Dio del padre mio Simeon, il quale gli mettesti in mano la spada per punire quegli stranieri, i quali per infame passione violaromo, e maltrattano una vergine facendole vergogna:3Onde le loro donne divenner preda, e le figliuole loro divennero ancelle, e tutte le loro sostanze furono acquisto de servi tuoi, che arsero di zelo dell'onor tuo; dà (ti prego) aiuto a me vedova, o Signore Dio mio.4Perchè da te quelle cose furon fatte in antico, e altre ne ideasti dopo di quelle; e quello fu che tu volesti.5Imperocchè tutte a te sono aperte le vie,e i tuoi giudizj gli hai fondati nella tua providenza.6Volgi adesso lo sguardo sopra gli alloggiamenti degli Assiri, come una volta ti degnasti di volgerlo sopra gli alloggiamenti degli Egiziani, allorchè armati correvano dietro a tuoi servi confidati nei loro cocchi, e ne lor cavalieri, e nella moltitudine de combattenti.7Ma tu gettasti lo sguardo sopra i loro allogiamenti, e furono involti nelle tenebre.8L'abisso arrestò i loro passi, e le acque li ricopersero.9Lo stesso sia di costoro, o Signore, i quali confidano nella lor moltitudine, e de' loro cocchi, e delle lance, e degli scudi, e delle frecce, e delle aste si gloriano.10Ed essi non hanno, come Dio nostro se tu, il quale fin ab antico struggi gli eserciti, e ti nomi il Signore.11Alza il tuo braccio, come già altre volte, e colla tua virtù conquidi la loro possanza vada a terra ai colpi dell'ira tua il poter di costoro; i quali si promettono di violare il tuo Santuario, di contaminare il tabernacolo, che porta il tuo nome, e di recidere colla spada il corno del tuo altare.12Fa, Signore, che la sua propria spada serva a troncare la sua superbia:13I suoi occhi sieno il laccio, al quale egli sia preso da me, e tu lo percuoterai colle affettuose parole della mia bocca.14Dà al mio spirito fermezza per disprezzarlo, e virtù per abbatterlo.15Imperocchè monumento al tuo nome sarà, che lo abbia steso al suolo la mano di una donna.16Imperocchè non sta il tuo potere nelle molte schiere, nè ti ti compiaci nelle forze dei cavalieri: e ab antico dispiacquero a te i superbi, ma gradisti mai sempre l'orazione degli umili, e de mansueti.17Dio de'cieli, creatore delle acque, e Signore di tutte le creature, esaudisci me miserabile, che a te ricorro, e tutto spero dalla tua misericordia.18Ricordati, Signore, della tua alleanza, metti in bocca a me le parole, e fortifica il mio cuore in questa impresa, affinchè la tua casa resti sempre santificata al tuo culto.19E le genti tutte conoscano, come Dio se tu, e altro non havvenne fuori di te.

Note:

9,2:Dio del padre mio Simeon. Da a Simeon il titolo di padre suo benché ella non discendesse da quel patriarca, ma si da Ruben, perché era usanza tragli Ebrei di dare il nome di padre a tutti i loro patriarchi, come vedesi in molti luoghi delle Scritture.
Il quale gli mettesti in mano la spada, ec. Alludesi al fatto di Dina e de' Sichimitì, cum XXXIV. Giacobbe biasimò altamente la crudeltà di Simeon e di Levi, e non è da credere che Giuditta intende di approvare interamente la stessa azione. Loda Giuditta lo zelo, che mosse Simeon a vendicare l'onore della fanciulla rapita e violata indegnamente, loda la volontà del Signore, il quale a grande esempio pei posteri permise, che il rapitore e i suoi fossero si atrocemente puniti; ma ella non loda gli eccessi dello zelo di Simeon, non loda l'azione stessa accompagnata da molte circostanze, che la rendevano degna di ogni biasimo, come si è veduto nel detto luogo della Genesi. In una parola Dio volle, che il principe di Sichem e i Sichimiti portasser la pena delle loro iniquità; armò lo zelo de' due figliuoli di Giacobbe all'esecuzione de' suoi giustissimi decreti; lasciò libero il corso al loro zelo anche quando fu divenuto furore; permise eziandio l'occupazione de' beni dei Sichimiti: tutto questo vuol dire, che egli si servì delle ingiuste volontà di Simeon e di Levi per adempire la sempre santa e retta sua volontà.

9,11:zem>Recidere colla spada il corno del tuo altare. Si è veduto come l'altare degli olocausti aveva ai quattro angoli una specie di corni, ovvero di raggi. Ex. XXXVII. 2. Levit. IV. 7.