Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Giuditta 5


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Achior capitano degli Ammoniti, interrogato da Oloferne inturno alla stirpe degl'Israeliti, racconta le mirabili cose fatte da Dio riguardo al popolo d'Israele, e lo avverte a non prendere temerariamente la pugna contro di essi: i principi di Oloferne però si adirano con Achior.

1E fu riferito ad Oloferne capitano dell'esercito degli Assiri, come i figliuoli d'Israele si preparavano a far difesa, e come avean chiusi i passi delle montagne:2E arse di sdegno, e di furore, e chiamò a se tutti i principi di Moab, e i capi degli Ammoniti,3E disse loro: Ditemi qual popolo sia questo, che a asserragliate le montagne, e quali, e come grandi sieno le loro città: e anche qualsiasi il loro valore, e se sieno in gran numero, e chi governi le loro milizie:4E per qual motivo tra tutti quelli che abitano verso l'oriente, costoro non hanno fatto conto di noi, e non ci sono venuti ad incontrare per accoglierci come amici?5Allora Achior capo di tutti i figliuoli di Ammon riespose, e disse: Se tu ti degnerai di ascoltarmi, io dirò, signore mio, la verità dinanzi a te riguardo a questo popolo, che abita nelle montagne, e non uscirà dalla mia bocca parola di falsità.6Questo popolo è di stirpe Caldea:7Egli abitò dapprima nella Mesopotamia, perchè non vollero seguire gli dei de padri loro, i quali dimoravano nella terra de' Caldei.8Or eglino, abbandonate le cerimonie de' padri loro, i quali aveano molti dei,9Adorarono il solo Dio del cielo, il quale eziandio ordinò loro di partirsi di colà, e di abitare in Charan: ed essendo il paese invaso dalla fame, scesero in Egitto: e ivi nello spazio di quattro cent'anni moltiplicarono in tal guisa, che diventarono un esercito innumerabile.10Ed essendo angariati dal re d'Egitto, il quale li domava nelle fabbriche delle fue città, a impastare la terra, e far de mattoni, alzaron le strida verso il loro Signore, il quale percosse con flagelli diversi tutta la terra d'Egitto.11E avendoli gli Egiziani discacciati da se, ed essendo cessati i flagelli e volendo di nuovo riprendergli, e ridurli di nuovo sotto il loro giogo,12Fuggendo questi, il Dio del cielo aperse ad essi il mare, talmente che da un lato, e dall'altro si rappreser le acque come muraglia, e questi a piè asciutto passarono per mezzo al fondo del mare.13E inseguendoli per la stessa via un esercito innumerabile di Egiziani, fu talmente ricoperto dalle acque, che neppur uno rimase, che raccontasse ai posteri l'avvenimento.14E quegli usciti dal mare Rosso occuparono i deferti del monte Sina, dove uomo non potè mai abitare, ne figliuolo d'uomo posarsi.15Ivi le amare fontane divenner dolci per essi perchè avessero da bere; e per quarant'anni ebbero il vitto dal cielo.16Dovunque posero il piede senz'arco, nè freccia, e senza scudo, nè spada, il loro Dio per essi pugnò, e vinse.17E non v'ebbe chi potesse far male a questo popolo, se non quand'egli abbandonò il culto del Signore Dio suo.18Ma tutte le volte, che altro Dio onorarono fuori del loro Dio, furono abbandonati alle rapine, e alle uccisioni, e alle ignominie.19E ogni volta che fecero penitenza per avere tralasciato il culto del loro Dio, diede loro il Dio del cielo valore per difendersi.20E alla fine debellarono i re Cananei, e gli Jebusei, e i Ferezei, e gli Hethei, e gli Hevei, e gli Amorrhei, e tutti i potentati di Hesebon, e s'impadronirono delle loro terre, e delle loro città:21E sino a tanto che non peccarono nel cospetto del loro Dio, ebbero felicità; perrocchè il loro Dio ha in odio l'iniquità.22Conciossiache anche anni sono, perchè abbandonarono la via insegnata loro da Dio affinchè la seguitassero, furono disfatti in battaglia da molte genti, e moltissimi di essi furon menati schiavi lungi dal loro paese.23Ma ultimamente convertitisi al Signore Dio loro, da' luoghi, overan dispersi, son ritornati in corpo, e son venuti su tutti questi monti, e sono nuovamente padroni di Gerusalemme, dov'è il loro santuario.24Adesso adunque, signor mio procura di sapere, se eglino son rei di qualche peccato dinanzi al loro Dio; e andiam contro di essi; perocchè il loro Dio li darà nelle tue mani, e saran soggettati al giogo di tua possanza.25Ma se questo popolo non ha offeso il suo Dio, noi non potremo resistergli; perchè il Dio loro li difenderà, e noi saremo lo scherno di tutta la terra.26Or finito che ebbe Achior di dir tali cose, tutti i grandi dell'esercito di Oloferne sdegnati pensavan di ucciderlo, e dicevano l'uno all'altro:27Chi è costui, che dice, che posson far fronte al re Nabuchodonosor, e a suoi eserciti i figliuoli d'Israele, uomini disarmati, e senza valore, e senza perizia dell'arte della guerra?28Or affinchè Achior vegga com'egli c'inganna, andiam sopra que' monti, e quando avremo fatti prigionieri i più forti di quella gente, allora egli sarà trucidato insieme con essi:29Affinchè sappian tutte le genti, come Nabuchodonosor è il Dio della terra, e altro non havvenne, fuori di lui.

Note:

5,1:I principi di Moab e i capi degli Ammoniti. Questi popoli si eran soggettati ad Oloferne.

5,3:Ditemi qual popol sia quello. Oloferne non poteva ignorare assolutamente qual popolo fossero i Giudei, ai quali il re degli Assiri avea fatto guerra pochi anni prima: quello adunque, che Oloferne ricerca, si e su quali fondamenti questo popolo ardisca di opporsi ai suoi disegni, se forse abbia fidanza in qualche possente alleato, strano cosa sembrando a questo condottiero, che un popolo vinto pochi anni prima abbia coraggio di far resistenza contro un esercito, che avea domate tante nazioni.

5,7:Egli abitò dapprima nella Mesopotamia, perché non vollero ec. Sé nel racconto di questo Ammonita non si trova tutta la esattezza, non dee ciò recar meraviglia ed è anzi molto, che uno straniero e un soldato ne sapesse tanta.

5,22-23:Perché abbandonarono la via... furon menati schiavi... ma ultimamente, ec. Questo luogo principalmente ha dato motivo a molti Interpreti di affermare, che il fatto di Giuditta non pote accadere, se non dopo il ritorno del Giudei dalla cattività di Babilonia. Ma veramente tutto quello che qui si diceva può intendersi della dispersione de' Giudei accaduta allora quando gli Assiri, presa Gerusalemme, condussero in ischiavitudine il re Manasse. Le memorie che noi abbiamo di qnella guerra ne' libri de' Re e de' Paralipomenli sono assai scarse e ristrette, ma agevol casa ell'è di concepire e che non pochi corressero in sorte del loro re, e che moltissimi ancora si dispergessero in molte parti, onde rimanesse assai desolato il paese di Giuda. Al ritorno di Manasse le cose cambiaron di faccia, e la Giudea ricuperò in gran parte almeno la sua popolazione, e Gerusalemme stata per quel tempo in poter degli Assiri, tornò in poter dei Giudei insieme col tempio. Questa sposizione che sembra assai naturale, conviene ottimamente al testo della nostra volgata, il quale solo ci siam proposti di illustrare. Ma siami lecito ancor di aggiungere, che quegli Interpreti, i quali rimettono questa storia ai tempi posteriori alla cattività di Babilonia, difficilmente potranno spiegare quello, che nel versetto 23, alla fine, e detto riguardo a Gerusalemme e al tempio; imperocchè sembra quivi supporsi chiaramente, che la città e il tempio fossero in piede, ma dopo la cattività la totale ristaurazione del tempio e della città non seguì se non sotto Dario figliuolo di Histaspe.