Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Neemia 5


font

Nehemia nella gran miseria riprende i ricchi avari, e proibisce le usure, e dona volontariamente il suo ai miserabili.

1Allora fu, che il popolo, e le loro mogli alzaron le strida contro de' loro fratelli Giudei.2E alcuni di essi dicevano: Noi abbiam troppi figliuoli, e troppe figliuole; prendiamo pel prezzo di essi del grano per mangiare, e vivere.3Altri poi dicevano: Impegniamo i nostri poderi, e le vigne, e le nostre case, e prendiamo del grano per cacciar la fame.4Altri dicevano: Prendiamo in prestito del denaro per pagare il tributo al re, e impegniamo i nostri campi, e le vigne.5Or quale è la carne de' nostri fratelli, tale è la nostra: e i nostri figliuoli sono da quanto i loro: e noi diamo in ischiavitù i nostri figliuoli, e le nostre figliuole, e non abbiamo il modo di riscattare quelle nostre figliuole, che sono schiave, e i nostri campi, e le nostre vigne sono in potere di altri.6Quand' io ebbi udite le loro strida, e questa maniera di parlare, ne sentii grande sdegno.7E dopo matura riflessione ripresi agramente i magnati, e i magistrati, e dissi loro: Voi adunque, quanti siete, prendete l'usura da' vostri fratelli? E convocai una grande adunanza contro di essi.8E dissi loro: Voi sapete, come noi secondo la nostra possibilità abbiam riscattati i Giudei venduti alle genti: e voi venderete i vostri fratelli, perche noi li ricomperiamo? E quelli si taquero, e non seppero che rispondere.9E io dissi loro: Quello, che voi fate, non è ben fatto: per qual motivo non camminate voi nel timore del nostro Dio, affinchè non diventiamo lo scherno delle genti, che ci odiano?10Or io, e i miei fratelli, e la mia gente abbiamo a moltissimi dato in prestito grano, e denaro: accordiamoci tutti a non ripetere, e a rimettere tutto questo debito.11Rendete oggi ad essi i loro campi, e le vigne, e gli uliveti, e le case: anzi la centesima del denaro, grano, e vino, e olio, che voi solete esiger da loro, pagatela voi per essi.12E quelli dissero: Restituiremo, e non cercheremo nulla da loro: e faremo, come tu dici. E chiamai i sacerdoti, e feci, che quelli giurasserdi fare, come io avea detto.13E io scossi oltre a ciò la mia veste, e dissi: Cosi scuota Dio chiunque non osserverà questa parola, dalla sua casa, e da' suoi beni: cosi sia scosso, e resti senza niente. E tutta la moltitudine rispose: Amen. E lodarono Dio. E il popolo fece, come si era detto.14E dal giorno, in cui il re mi aveva ordinato, ch'io governassi il paese di Giuda, dall'anno vigesimo sino al trentesimo secondo del re Artaserse, per dodici anni, e io, e i miei fratelli non mangiammo delle vettovaglie, che eran dovute ai governatori.15Or i primi governatori, che erano stati inanzi a me, aveano aggravato il popolo, ricevendone pane, e vino (oltre) i quaranta sicli per giorno in denaro: e di più i loro ministri angariavano il popolo. Ma io temendo Dio non feci così.16Anzi lavorai alla fabbrica delle mura, e non comprai verun campo, tutta la mia gente era occupata al lavoro.17E i Giudei, e i magistrati, centocinquanta persone, e quei, che venivano a noi da' paesi circonvicini, mangiavano alla mia mensa.18E si uccideva ogni dì in casa mia un bue, e sei arieti scelti, oltre i volatili, e ogni dieci giorni vini diversi, e molte altre cose io dava: e oltre a ciò non cercai gli stipendi del mio governo: perocché il popolo era grandemente stenuato.19Ricorditi di me, Dio mio, per tua bontà, secondo il bene, che io no fatto a questo popolo.

Note:

5,2:Prendiamo pel prezzo di essi del grano. Vendiamogli e compriamo del grano per vivere, nell'estrema necessità la legge permetteva al padre di vendere i figliuoli, Levit. XXI. 7., ma questi non restavano servi per più di sei anni, Exod. XXI. 7., Deut. XV. 12.

5,4:Prendiamo in prestito del denaro per pagare il tributo al re. Si potrebbe tradurre prendiamo ad usura; perocchè da quello che segue apparisce, che così imprestavano i ricchi, violando l'espresso comandamento della legge, Exod. XXII. 23, Deut. XXIII. 19.

5,5:Or qual è la carne dei nostri fratelli, tale è la nostra. Siamo uomini, com'essi, figliuoli di Abramo, come essi, siamo eguali a loro per diritto di natura, e secondo il comandamento di Dio, Deut. XV. 7. Per qual motivo adunque ci divoran cosi, e della loro abbondanza non vogliono soccorrerci se non sotto il peso di gravi usure?

5,8:Abbiam riscattati i Giudei venduti alle genti? ec. Noi abbiam fatto tutto quello che abbiam potuto per liberare questi nostri fratelli dalla schiavitù in cui viveano tralle genti, e voi li ridurrete adesso alla necessità di vendere i loro figliuoli? Forse sperate voi che noi li ricompreremo?

5,11:Anzi la ventesima... che voi solete esiger da loro, ec. Oltre la restituzione de' beni venduti, o impegnati, Nehemia propone, che i ricchi paghino pe' poveri quella centesima di tutti i frutti, la qual centesima si pagava al governatore del paese, fino ad ora l'avevano messa agli stessi ricchi a carico de' poveri. I ricchi tiravano i frutti e facevan pagare a' poveri la centesima onde e da questa e dalle usure aggravati quei miseri non potevano mai alzar la testa. Tale sembra il senso della vulgata. Secondo l'Ebreo pare, che si ordini, oltre la restituzione dei beni, quella ancora delle usure percete contro la legge a ragione di un centesimo il mese, che faceva dodici per cento all'anno; maniera di usura notissima nelle leggi romane.

5,12:E chiamai i sacerdoti, e feci, che quelli giurasser ec. Chiamai i sacerdoti, affinchè alla loro presenza gli usurai facessero giuramento di osseriure quel, che si era stabilito.

5,13:E il popolo fece, come si era detto. Non è delle minori opere fatte da Nehemia in favor della sua nazione l'aver ridotti gli usurai all'osservanza della legge, a restituire il mal tolto, e a sollevare eziandio i poveri. Nella repubblica romana ogni volta che si tocca questo tasto di sollevar il popolo oppresso dall'avarizia de' creditori, Roma fu in iscompiglio, ne mai si ottenne interamente l'intento, prevalendo sempre la potenza, le astuzie, i raggiri del ricchi. La religione sola potè far ciò nel popolo Ebreo, e la pietà e il distaccamento di Nehemia contribuirono assai a questa bella riforma.

5,15:Ricevendone pane e vino (oltre) i quaranta sicli ec. il popolo somministrava a que' governatori pane e vino, quanto bisognava al mantenimento delle loro famiglie, e oltre a ciò quaranta sicli d'argento per giorno. Cosi l'Ebreo. Aggiungasi le avanie dei loro subalterni.

5,17:E i Giudei e i magistrati cento cinquanta persone ec. Questi magistrati erano della nazione Ebrea, e rendevan giustizia al popolo in Gerusalemme e nelle altre città, che erano soggette alla loro giurisdizione; e in tali circostanze doveano per lo più star insieme con Nehemia. Egli dava lor da mangiare, a lo dava anche ai deputati dei vicini popoli mandati a Gerusalemme per trattare di affari.

5,18:E ogni dieci giorni vini diversi. Ogni dieci giorni si cambiavano i vini della mia tavola. Nehemia racconta quello che avea fatto nel tempo del suo governo si per esempio degli altri, si per animarli a bene sperare nel Signore, e finalmente per chiuder la bocca agli emuli. Con simile spirito si lodò l'apostolo e Mosè e David e altri Santi. Vedi il capo seguente. Egli dovea essere molto facoltoso, e probabilmente, oltre l'onorario di coppiere del re, avea buoni assegnamenti dalla casa reale, come governatore della Giudea.