Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Neemia 13


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Letta la legge, si cacciano gli stranieri: si assegnano le porzioni ai Leviti: sono gettati fuora del gazofilacio i mobili della casa di Tobia: e sono puniti i violatori del sabato. Nehemia sgrida i Giudei, che aveano sposate donne straniere.

1In quel tempo a sentita del popolo si lesse nel libro della legge di Mosè, e vi si trovò scritto, come gli Ammoniti, e i Moabiti non debbono entrare nell'adunanza del Signore in eterno;2Perchè non andarono incontro ai figliuoli d'Israele con del pane, e dell'acqua, e con denaro indussero Balaam a maledirli; ma il nostro Dio convertì la maledizione in benedizione.3E udita che ebber la legge separarono tutti gli stranieri da Israele.4E la cura di ciò apparteneva ad Eliasib sacerdote, il quale era stato fatto soprintendente del tesoro della casa del nostro Dio, ed era parente di Tobia.5Egli adunque fece a lui un appartamento grande là, dove prima di lui si riponevano i doni, e l'incenso, e i vasi, e le decime del grano, vino, e olio, le porzioni de' Leviti, e de' cantori, e de' portinaj, e le primizie sacerdotali.6Mentre tutto ciò si faceva, io non era in Gerusalemme, perchè l'anno trenta due di Artaserse re di Babilonia andai a presentarmi al re, e alla fine dell'anno chiesi licenza al re.7E tornai a Gerusalemme, e fui informato del male fatto da Eliasib per amor di Tobia, facendogli delle stanze nel vestibolo della casa di Dio.8E la cosa mi parve molto cattiva. E gettai i mobili della casa di Tobia fuori delle stanze:9E come io ordinai furon purificate le stanze, e vi riportai i vasi della casa di Dio, le cose offerte, e l'incenso.10E intesi come non erano state date a' Leviti le loro porzioni, e che ciascuno de' Leviti, cantori, e di quei che facean le funzioni, se n' era fuggito al suo paese;11E rimproverai la cosa ai magistrati, e dissi: Perchè abbiamo noi abbandonata la casa di Dio? E congregai (i Leviti) e li rimessi alle loro funzioni.12E tutto Giuda portava ai granai la decima del frumento, del vino, e dell'olio.13E la cura de' granai fu data da noi a Selemia sacerdote, e a Sadoc scriba, e a Phadaia del numero de' Leviti, e dopo questi ad Hanan figliuolo di Zachur, figliuolo di Mathania, perchè questi furon trovati fedeli, e ad essi furono affidate le porzioni de' loro fratelli.14Ricordati per questo di me, Dio mio, e non iscancellare quel, ch'io feci di bene per la casa del mio Dio, e pel suo culto.15In quel tempo osservai in Giuda della gente, che spremevano il vino negli strettoi in sabato, e portavano dei peesi, e caricavano sugli asini il vino, e le uve, e i fichi, e ogni sorta di robe, e le portavano in Gerusalemme il sabato. E io ordinai loro, che vendessero nei giorni, in cui era permesso di vendere.16E gente di Tiro abitava nella città portandovi il pesce, e ogni sonarli cose da vendere: e le vendevano in giorno di sabato a' figliuoli di Giuda in Gerusalemme.17E sgridai i magnati di Giuda, e dissi loro: Perchè fate voi cosa si cattiva profanando il giorno di sabato?18Non è egli vero, che queste cose pur fecero i nostri padri, e il nostro Dio fece cadere sopra di noi, e sopra la città tutti quei mali? E voi tirate l'ira addosso ad Israele, violando il sabato.19Or quando il sabato furono in riposo le porte di Gerusalemme, io dissi: Hanno chiuse le porte, e io ho ordinato, che non le aprano sin dopo il sabato: e ho posti alcuni de' miei servi alle porte, affinchè nissuno porti dentro alcun peso nel giorno di sabato.20E i mercadanti, e i venditori di ogni sorte restarono fuori di Gerusalemme una, e due volte.21E mi dichiarai, e dissi loro: Perchè state voi dirimpetto alle mura? Se voi lo farete ancor una volta, manderò gente contro di voi. E da indi in poi non vennero in sabato.22E dissi anche ai Leviti, che si purificassero, e andassero a custodire le porte, e santificassero il giorno di sabato: e anche per questo ricordati di me, Dio mio, e perdonami secondo la moltitudine di tue misericordie.23E in quel tempo stesso vidi de' Giudei ammogliati con donne di Azoto, e di Ammon, e di Moab.24Onde i loro figliuoli parlavano a metà la lingua di Azoto, e non sapevano il parlare Giudeo, e il loro linguaggio era di due popoli.25E gli sgridai, e li maledissi. E alcuni ne feci battere, e schiantar loro i capelli, e li feci giurare per Dio, che non darebbon le loro figliuole a' figliuoli di coloro, e pei loro figliuoli non prenderebbono le figlie di coloro, né per loro stessi,26E dissi: Non peccò forse in questo Salomone re d'Israele? E certo tralle molte nazioni non v'ebbe re simile a lui; ed era caro al suo Dio, e Dio lo costituì re di tutto Israele: e lui pure indussero a peccato le donne straniere.27Farem noi pure disubbidienti tutto questo gran male di offendere il nostro Dio, prendendo mogli straniere?28Or de' figliuoli di Joiada figliuolo di Eliasib sommo sacerdote, uno era genero di Sanaballath Horonita, e io lo cacciai da me.29Ricordati Signore Dio mio, in loro danno di coloro, che contaminano il sacerdozi, e le leggi sacerdotali e levitiche.30Io adunque li purgai da tutte le (donne) straniere, e fissai gli ordini de' sacerdoti, e de' Leviti, ciascuno al suo ministero:31E ad aver cura della oblazione delle legna, e delle primizie ne' debiti tempi. Ricordati di me, o Dio mio per mia consolazione. Così sia.

Note:

13,1:In quel tempo ec. Quello che si legge in questo capitolo sembra certo, che sia da riferirsi al tempo del ritorno di Nehemia dalla Persia, dove egli stette circa dieci anni. E nel tempo, ch' ei fu assente succedettero gl'inconvenienti, a' quali egli pose rimedio.
Questo modo di parlare in quel giorno, in quel tempo, spesse volte nella Scrittura non indica relazione veruna alle cose precedenti.
Vi si trovò scritto come gli Ammoniti e i Moabiti ec. Vedi Deuter. XXXIII 3.

13,3:Separarono tutti gli stranieri, ec. I figliuoli nati di padri Israeliti, ma di madri straniere, si mandano via insieme colle stesse loro madri.

13,4:La cura di ciò apparteneva ad Eliasib ec. La cura di mettere ad effetto questa separazione era stata data ad Eliasib. Questo Eliasib era un sacerdote, ma probabilmente non era il pontefice dello stesso nome. Egli era soprintendente del tesoro del tempio, ed era parente di Tobia Ammonite. Eliasib adunque invece di procurare l'osservanza della legge, avea fatto per questo Ammonite un'abitazione nel tempio, in quel luogo,dove prima si tenevano le provvisiomi de' sacerdoti e de' Leviti.

13,6:E alla fine dell'anno. La frase Ebrea alla fine dei giorni significa certamente l'anno completo. Exod. XIII.10., Levit. XXV. 29., Num. IX. 22., Jud. XVII.10 ec.

13,10:Or quando il sabato furono in riposo ec. Allorchè verso la sera, in cui cominciava il sabato, le porte di Gerusalemme cominciarono anch'esse in certo modo a far il sabato, ed essere in riposo ec.

13,24:Onde i loro flgliuoli parlavano a metà la lingua di Azoto. I figliuoli di quelle madri straniere parlavano un po' il linguaggio della madre, un po' quello del padre; ovvero nella stessa famiglia una parte de' figlìuoli nati di madre Ebreo parlavano l' Ebreo, e gli altri nati di madre straniera parlavan linguaggio straniero.

13,25:E li maledissi. Li scomunicai.
E feci schiantar loro i capelli. Pena dolorosa insieme e ignominiosa.

13,28:De' figliuoli di Joiada.... uno era genero di Sanaballath. Un simile trascorso era vituperoso in un sacerdote molto più, che in un semplice Israelita. Questo sacerdote era Manasse fratello di Jaddo, che fu poi sommo Sacerdote. Si racconta, che Manasse cacciato da Gerusalemme si ritirò presso Sanaballath in Samaria, e che il sincero gli ottenne da Alessandro il grande la permissione di fabbricare sul monte Garizim il famoso tempio. Vedi Giuseppe Ebreo, Antiq. XI. 7.
V'ha chi dubita, se questo Sanaballath possa essere lo stesso, che quello, il quale fu prefetto di Samaria a' tempi di Alessandro. Sanaballath era governatore de' Cuthel, quando Nehemia arrivò nella Palestina l'anno 3550. Alessandro non si accostò alla Giudea se non circa l‘anno 3672: ecco più di cento venti anni di vita per Sanaballath, ai quali aggiungendo l'età, ch'ei dovea avere, quando fu fatto Governatore de' Cuthel, si troverà, che egli, quando si acquistò il favore di Alessandro, avrebbe passati almeno i cento quarant' anni. Noi non entriamo in questa questione di cronologia, la quale neppur appartiene alia storia di questo libro; ma solo diciamo, che, concorrendo tutte le altre cose a non farci conoscere se non un solo Sanaballath, la sola difficoltà presa dall'età e da' calcoli de' cronologi non c'indurrà a riconoscerne due.