Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Secondo libro delle Cronache 15


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Azaria profetizza, che Israele sarà per molto tempo senza il vero Dio, senza sacerdoti, senza legge. Asa animato dalle esortazioni di lui toglie le immondezze degl'idoli, e leva ogni autorità alla madre sua idolatra. Il popolo fa giuramento di servire a Dio.

1Azaria figliuolo di Obed preso dallo Spirito di Dio,2Andò incontro ad Asa, e gli disse: Udite le mie parole tu, o Asa, e tutto Giuda, e tutto Benjamin: Il Signore (è stato) con voi, perchè voi siete stati con lui. Se lo cercherete, lo troverete: se lo abbandonerete, egli vi abbandonerà.3Molto tempo passerà Israele senza il vero Dio, e senza sacerdote, e senza dottore, e senza legge.4E quando nelle angustie loro si rivolgeranno al Signore Dio loro, e lo cercheranno, lo troveranno.5In quel tempo non vi sarà sicurezza per andare, e venire, ma saranno in terrore da ogni parte tutti gli abitatori della terra:6Perocché prenderà le armi nazione contro nazione, e città contro città; perocché il Signore li porrà in iscompiglio con ogni sorta d'afflizioni.7Voi pertanto armatevi di coraggio,e non s'illanguidiscano le vostre braccia: conciossiachè della fatica vostra avrete mercede.8Ma Asa avendo udite le parole, di profezia di Azaria figliuolo di Obed profeta, si fece animo, e tolse via gl'idoli da tutto il paese di Giuda, e di Beniamin, e dalle città del montel Ephraim, che egli aveva espugnate, e dedicò l'altare del Signore che era dinanzi al portico del tempio del Signore.9E convocò tutto Giuda, Beniamin, e con essi gli estranei di Ephraim, e di Manasse, e di Simeon: perocché molti di quei d'Israele si ricoveravano presso di lui, veggendo come il Signore Dio suo era con lui.10E quando furon venuti a Gerusalemme il terzo mese dell'anno decimoquinto del regno di Asa,11Immolarono al Signore in quel di settecento bovi, e sette mila arieti della preda, che avean portata.12Ed egli entrò secondo la costumanza affine di confermar l'alleanza, affinchè seguissero con tutto il cuore, e con tutta l'anima loro il Signore Dio de' padri loro.13Chiunque poi, disse egli, non cercherà il Signore Dio d'Israele, sia messo a morte o grande, o piccolo ch'ei sia, o maschio, o femmina.14E fecer giuramento al Signore a voce altissima, con gran festa, tragli strepiti delle trombe, e al suono dei flauti,15Tutti quelli di Giuda con imprecazioni: perocché di tutto cuore giurarono, e con pienezza di volontà cercarono lui, e lo trovarono: e il Signore diede loro la pace da tutte parti.16E di più a Maacha madre di Asa re fu tolta da lui l'augusta dignità, perchè ella avea collocato in un boschetto il simolacro di Priapo; il quale egli ridusse in pezzi, e in polvere, e gettollo alle fiamme nel torrente Ceron.17Nondimeno rimasero in Israele i luoghi eccelsi; ma contuttociò il cuore di Asa fu perfetto in tutto il tempo di sua vita.18Ed egli portò nel tempio del Signore quello, che egli, e il padre suo avean promesso con voto, l'argento, e l'oro, e vasi di varie maniere.19E non fu guerra sino all'anno trentesimoquinto del re Asa.

Note:

15,1:Azaria figliuolo di Obed. Di questo profeta non si ha altra notizia.

15,2:Perché mi siete stati con lui. È dono di Dio, ed è effetto della sua grazia, che l'uomo si stia con Dio; vale a dire stia unito a lui per la carità, e faccia la volontà dello stesso Dio. Ma siccome l'uomo coopera e liberamente e volontariamente coopera alla grazia; quindi Dio premia co' suoi favori la stessa cooperazione dell'uomo.

15,3-6:Molto tempo passerà Israele ec. lo non mi discosterei dal sentimento di quegl'Interpreti, i quali vogliono, che sia descritto in questo luogo lo stato del regno d'Israele sotto Geroboamo, che v'introdusse l'idolatria, e sotto i re, che a lui succedettero. E certamente fino alla sua cattività si può dire, che Israele fu senza il culto del vero Dio, dominando l'empietà e la superstizione; fu senza sacerdote e dottore della legge, perché i sacerdoti della stirpe di Aronne si erano ritirati nel regno di Giuda; e se alcun ne rimase nel paese delle dieci tribù, non era più sacerdote e dottore della verità, ma della menzogna; e finalmente fu Israele senza legge, perché questa fu totalmente negletta ne' capi più sostanziali, quantunque gl'Israeliti ritenessero e facessero professione di venerare i cinque libri di Mosè. Torno a dire, questa sposizione è assai giusta, e non vorrei discostarmene. Ma come nelle parole profetiche molte volte il presente è figura e immagine del futuro, parmi ancora, che possano con molta ragione le parole di Azarin essere dirette a esprimere il presente misero stato di tutti i discendenti di Giacobbe. Elle sono quasi interamente simili a una Profezia di Osea, cap. III. 4. 5., la quale comunemente è applicata a' tempi dell'ultima dispersione d'Israele dopo il rifiuto del suo Messia. Ma oltre di ciò Gesù Cristo medesimo, Matth. XXIV. 6. 7. 9. 13., sembra che abbia recitate in gran parte queste stesse parole riportandole alla ultima sua venuta, che sarà il termine dell'induramento e della cecità d'Israele. Sono adunque in questo tempo gli Ebrei senza Dio, il quale non li riconosce piu per suo popolo, senza sacerdote, senza dottore, che sia capace d'istruirli del vero, senza legge, perché quella di cui si gloriavano tanto, ha ceduto il luogo al Vangelo. E in questo stato infelice già da molti secoli vive tutta quella nazione, e viverà fino a tanto che, tolto il velame dagli occhi d'Israele, si rivolga questi, secondo la parola di un altro profeta, a mirare con amore e compunzione colui che fu da essi trafitto.

15,8:Dedico l'altare del Signore. Credesi che l'altare, di cui si parla, sia non l'altare ordinario degli olocausti, ma l'altro altare eretto da Salomone nel mezzo dell'atrio, perché quello degli olocausti non bastava al gran numero delle vittime. Vedi sopra VII. 7., VIII. 24. Questo altare dunque fu dedicato di nuovo da Asa col farvi immolare parte delle vittime, che si offerirono, come è detto v. 11l. In vece di dedicò l'Ebreo porta rinovellò, ristorò. Così potrà intendersi, che, restaurato quell'altare, Asa di bel nuovo lo dedicò.

15,10:Il terzo mese. Nel terzo mese dell'anno sacro, nel qual mese (Sivan) era celebrata la solennità delle settimane, o sia la Pentecoste.

15,19:Sino all'anno trentesimo quinto, ec. Moltissimi interpreti quest'anno trentacinque lo computano dalla separazione delle dieci tribù dal regno di Giuda. Così questo anno trentacinque sarebbe il quindicesimo del regno di Asa.