Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Re 3


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Per avere il re di Moab violati i patti col re d'Israele, il re d'Israele, il re di Giuda,e quel di Edom gli muovon guerra, equesti trovandosi poco men che morti dalla sete, Eliseo promette loro dell'acqua senza pioggia, e la vittoria sopra il re di Moab. Questi immola il figlimi suo primogenito, e così impedisce la rovina della sua città.

1Toram figliuolo di Achab cominciò a regnare sopra Israele in Samaria l'anno decimo ottavo di Josaphat re di Giuda, ed ei regnò dodici anni.2E fece il male nel cospetto del Signore, ma non quanto suo padre, e sua madre: perocché egli tolse via le statue di Baal, fatte dal padre suo.3Con tutto ciò egli stette fisso ne' peccati di Jeroboam figliuolo di Nabat, il quale indusse Israele a peccare, e non se ne distaccò.4Or Mesa re di Moab teneva quantità grande di bestiami, e pagava al re d'Israele cento mila agnelli, e cento mila arieti colle loro lane.5Ed egli, morto che fu Achab, ruppe i patti, che avea col re d'Israele.6E il re Joram allora partì da Samaria, e fece rassegna di tutto Israele.7E mandò a dire a Josaphat re di Giuda: Il re di Moab si è ribellato da me, vieni meco a fargli guerra. E quegli rispose: Verrò: chi è con te, è con me: il popol mio è tuo popolo, e i miei cavalli sono tuoi cavalli.8E soggiunse: Da qual parte aneleremo noi? E quegli rispose: Pel deserto dell'Idumea.9Si mossero adunque il re d'Israele, il re di Giuda, e il re di Edom, e fecero un giro di sette giorni di strada, e mancava l'acqua all'esercito, e alle bestie, che gli andavan dietro.10E il re d'Israele disse: Ahi, ahi, ahi; il Signore ha riuniti insieme noi tre regi, per darci in potere di Moab.11Ma Josaphat disse: V'ha egli qui un profeta del Signore, affine d'implorare per mezzo di lui l'aiuto del Signore? E uno dei servi del re d'Israele gli rispose: Havvi Eliseo figliuolo di Saphath, il quale dava l'acqua alle mani ai Elia.12E Josaphat disse: Il Signore parla per sua bocca. E andarono a trovarlo il re d'Israele, e Josaphat re di Giuda, e il re di Edom.13Or Eliseo disse al re d'Israele:Che ho io da far con te? Vattene da' profeti del padre tuo, e della tua madre. E il re d'Israele gli disse: Per qual motivo il Signore ha uniti insieme tre regi, per darli nelle mani di Moab?14Ed Eliseo gli disse: Viva il Signore degli eserciti, al cospetto del quale io sto: se io non avessi rispetto a Josaphat re di Giuda, io non ti avrei dato retta, né ti avrei guardato in faccia.15Ora voi conducetemi un sonatore di arpa: e mentre il sonatore arpeggiava cantando, la mano del Signore fu sopra di lui, ed egli disse:16Il Signore dice così: Fate nel letto di questo torrente delle fosse, e delle fosse.17Imperocché il Signore dice: Voi non vedrete vento, né pioggia, e questo letto sarà ripieno di acque, e berete voi, e la vostra gente, e le vostre bestie.18E questo è poco pel Signore: egli di più darà anche Moab nelle vostre mani.19Ed espugnerete tutte le città forti, e tutte le città ragguardevoli, e troncherete tutti gli alberi da frutto, e turerete tutte le sorgive delle acque, e tutte le più grasse campagne ricoprirete di sassi.20La mattina adunque in quell' ora, in cui suole offerirsi il sagrifizio, subitamente le acque principiarono a scorrere per la strada di Edom, e la terra fu inondata dalle acque.21Or tutti i Moabiti avendo udito, come quei re si eran mossi per combatterli, raunatono tutti quelli, che portavano balteo, e all'insù, e si fermarono ai confini.22Ed essendosi alzati alla punta del dì, allorché venne a spuntare il sole dirimpetto alle acque, i Moabiti videro di contro le acque rosse come sangue.23E dissero: Egli è sangue di uccisi: i re son venuti tra di loro a battaglia, e si son trucidati gli uni gli altri. Va ora, o Moab, a raccoglier la preda.24E si avanzarono verso gli alloggiamenti d'Israele; ma gl'Israeliti si mossero, e sbaragliarono i Moabiti, i quali voltaron loro le spalle. I vincitori pertanto inseguirono, e trucidarono i Moabiti,25E distrussero le loro città, e gettando ognuno una pietra ne' campi migliori, li riempirono, e turarono tutte le sorgive delle acque, e tagliarono tutte le piante da frutto: non vi restarono se non le mura di mattone: ma la città fu circondata da' frombolieri, e atterata in gran parte.26Avendo adunque veduto il re di Moab, come i nemici erano i più forti, prese seco settecento uomini valorosi di mano, affine di sforzare il campo del re di Edom; ma non ottener l'intento.27E preso il suo figliuolo primogenito, che dovea succedergli nel regno, lo offerse in olocausto sopra le mura, la qual cosa fece gran commozione negl' Israeliti, e subito si ritiraron da lui, e se ne tornarono alle case loro.

Note:

3,3:Stette fisso ne' peccati di Jeroboam ec. Mantenne i vitelli di oro e lo scisma introdotto da Geroboamo.

3,4:Pagava al re d'Israele cento mila agnelli, ec. questo era il tributo, che pagava il re di Moab al re d'Israele anno per anno, come tengono tutti gl'Interpreti, ben che non sta espresso chiaramente nella Scrittura. Da questo numero di agnelli e di capretti si può far ragione dell'immensità per cosi dire de' greggi di Mesa. Il principale commercio de' Moabiti e de' vicini popoli era nel bestiame minuto.

3,11:Che dava l'acqua alle mani, ec. questa frase dava l'acqua alle mani non significa altro che essere al servigio di alcuno, come Eliseo era servidore di Elia, senza che sia necessario d'intendere, che Eliseo rendesse anche quel servigio ad Elia, di versargli l'acqua sulle mani. Sarebb'egli mai che quel servo del re d'Israele, parlando così di Eliseo, volesse farsi belle e di Eliseo stesso, e di chi tenevalo per profeta?

3,15:Conducetemi un suonatore di arpa. Il profeta si era turbato alquanto alle proposizioni del re d'Israele, il quale empio com' era, e adoratore de' vitelli d'oro domandava la ragione, per cui Dio lo avesse ridotto a tali strettezze insieme cogli altri re. Chiede adunque Eliseo un sonatore, il quale col suono e col canto soave e divoto calmi il suo spirito, e risvegliando gli eletti santi, lo disponga a ricevere le impressioni dello Spirito del Signore. Teodoreto e altri credono, che il sonatore fu un Levita, il quale al suono dell'arpa cantava i Salmi di Davidde. Vedi Greg. Hom. I. in . Ezech.

3,20:La mattina..., in quell'ora, in cui suole offerirsi il sacrifizio Importa molto questa circostanza del tempo in cui Dio fece sgorgare dall'arida terra le acque per ristoro degli eserciti de' tre re. Il profeta unì le sue preghiere con quelle, che si facevano nell'ora di quei sacrifizio nel tempio di Gerusalemme, e il miracolo fu conceduto non solo all'orazione di Eliseo, ma anche al merito del sacrifizio. E ciò serviva a dimostrare come Dio avea riguardo alla pietà di Josaphat., e per amore di lui salvava i tre eserciti. Abbiam già altrove osservato, che il sacrifizio del mattino si offeriva verso il levare del sole prima d'ogni altro sacrifizio.

3,21:Tutti quelli, che portavano il balteo, e all'insù. Baunarono tutta la gioventù di età militare, perocchè questa portava il balteo; e raunarono ancora quelli di età più avanzata, e perciò esenti dalla milizia.

3,22:Videro di contro le acque rosse come sangue. La riflessione de' raggi del sole in quelle acque le fece parere di sangue agli occhi de' Moabiti. Sapevamo, che in que' luoghi non v'era acqua; lo che aiutò il loro errore, e facendo strada colla loro immaginazione si indussero agevolmente a credere, che quei tre re diversi tra loro di religione, o d'interessi fossero venuti a rottura tra loro, e si fossero trucidati scambievolmente.

3,25:Non vi restarono se non le mura di mattone. Ovvero: Non vi restò se non la città delle mura di mattone: la città di Kir ovvero Kir-haserelh, dove il re di Moab era fuggito, e la quale fu assediata, come segue.

3,27:Preso il suo figlio... lo offerse in olocausto, ec. Col sacrifizio del proprio figlio tutto a vista degli eserciti, che assediavano in città, volle questo re di Moah non solo placare i suoi dei; ma far anche intendere, a' re nemici, come chi era capace di un tal eccesso non avrebbe risparmiato ne le sue genti, ne la propria città, ne se stesso piuttosto che, cadere nelle loro mani. Nelle grandi angustie fu costume di varj popoli gentili il ricorrere a' sacrifizj di sangue umano, e i Romani stessi non se ne astennero. Vedi Livio Dee. IV. 4.