Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 7


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Dimostra l'Apostolo, quanto sia grande l'amore, che egli porta a' Corinti, e quanto siasi rallegrato nelle sue tribolazioni della loro emendazione, e quanto gran bene avesse partorito la tristezza cagionata in essi dalla sua lettera.

1Avendo adunque queste promesse, o dilettissimi, mondiamoci da ogni bruttura di carne, e di spirito, conducendo a fine la (nostra) santificazione nel timor di Dio.2Dateci luogo. Noi non abbiamo offeso nissuno, non abbia corotto nissuno, non abbiamo messo in mezzo nissuno.3Noi dico per condannarvi: imperocché dissi già, che voi siete ne' nostri cuori per insieme vivere, e insieme morire.4Molta fidanza ho io con voi, molto mi glorio di voi, son ripieno di consolazione, sono inondato dall'allegrezza in mezzo a tutte le nostre tribolazioni.5Imperocché arrivati pur che noi fummo nella Macedonia, alcun ristoro non ebbe la nostra carne, ma patimmo d'ogni tribolazione: battaglie al di fuori, paure al di dentro.6Ma colui che consola gli umili, consolò noi Iddio coll'arrivo di Tito.7Né solamente coll'arrivo di lui, maanche con la consolazione, che egli aveva ricevuta da voi, riportando egli a noi il vostro desiderio, il vostro pianto, il vostro ardente affetto per me, ond'io maggiormente mi rallegrassi.8Dappoiché sebbene vi rattristai con quella lettera, non me ne pento: e se me ne fossi pentito, al vedere, che quella lettera (quantunque per poco tempo) vi rattristò,9Godo adesso: non perché vi siete rattristati, ma perché vi siete rattristati a penitenza. Conciossiachè vi siete rattristati secondo Dio talmente, che in nissuna cosa avete ricevuto danno da' noi.10Imperocché la tristezza, che è secondo Dio, produce una penitenza stabile per la salute: la tristezza poi del secolo produce la morte.11Imperocché ecco, questo stesso essere stati voi rattristati secondo Dio quanta ha prodotto in voi sollicitudine: anzi apologia, anzi sdegno, anzi timore, anzi desiderio, anzi zelo, anzi vendetta? Per tutti i versi avete fatto conoscere, che voi siete innocenti in quell'affare.12Sebbene adunque vi scrissi, noi feci per riguardo a colui, che fece l'ingiuria, né per riguardo a colui, che la patì: ma per far palese la sollecitudine nostra, che abbiamo per voi13Dinanzi a Dio: per questo siamo stati consolati. Ma nella nostra consolazione ci siamo anche più grandemente rallegrati dell'allegrezza di Tito, perché è stato ristorato lo spirito di lui da tutti voi:14E se alcun poco mi era gloriato di voi con esso, non son rimaso confuso: ma come in tutte le cose abbiamo detta a voi la verità, cosi il vanto, ch'io mi era dato con Tito, è stato una verità,15Ed egli più svisceratamente vi ama, mentre si sovviene della ubbidienza di tutti voi, e come lo accoglieste con timore, e tremore.16Mi rallegro adunque della totale fidanza, che ho in voi.

Note:

7,1:Avendo adunque queste promesse, o dilettissimi, mondiamoci ec. Queste grandiose promesse, che Dio ci ha fatte (di essere nostro padre, di averci per figli, e di abitare in noi, come in suo tempio) richiedono certamente dal canto nostro una somma purità e di corpo, e di spirito; ripurghiamoci adunque da ogni sozzura della carne, e ancor dello spirito. Sozzure della carne sono i peccati carnali, come la gola, la lussuria ec.; sozzure dello spirito sono i peccati spirituali, come l'invidia, la superbia, l'idolatria ec. Da tutte queste debbono esser mondi i figliuoli di Dio, i templi vivi di Dio vivo, i quali debbono avanzare ogni dì nella santità mediante il casto, e filial timore del Signore.

7,2:Dateci luogo. Date luogo nell'animo vostro ai nostri avvertimenti. Vedi una simil maniera di parlare, Matth. XIX.II.
Non abbiamo offeso ec. È molto probabile, che queste parole vadano a percuotere i falsi Apostoli rei di queste cose, delle quali rimuove da sè Paolo la colpa.

7,3:Nol dico per condannarvi. Non dicoquesto, come se volessi accusarvi di avermi creduto di tali cose capace. Altri lo spiegano così: non dico questo, quasi attribuir voglia a voi quello, che nego di aver fatto io; non parlo per voi, ma pe' falsi Apostoli. Questa seconda spiegazione sembra più naturale.
Dissi già, che voi siete ne' nostri cuori ec. Prova del concetto, che ho di voi, si è quello, che già vi dissi cap. VI. 12.) che io son pronto e a vivere, e a morire con voi, e per voi. Argomento di veementissima carità.

7,4:Molta fidanza ho io con voi, molto mi glorio di voi. Tale è l'opinione, che io ho di voi, che niuna cosa vi è, che io non ardisca di dirvi, niuna, che io non isperi da voi. Molto ho da gloriarmi della vostra ubbidienza, e del vostro amore verso di me.

7,5:Alcun ristoro non ebbe la nostra carne... battaglie al di fuori, ec. Arrivati nella Macedonia, non avemmo respiro alcuno secondo l'uomo esteriore. Vuol eccettuare l'Apostolo le consolazioni spirituali, con le quali lo andava Dio sostenendo. Battaglie fuori di noi con gli infedeli, e co' Giudei nemici del Vangelo; dentro di noi timori, ed apprensioni o per riguardo ai falsi fratelli, che ci insidiano, o per riguardo ai fedeli ancor deboli nella fede, de' quali ci sembrava di vedere imminente la sovversione, o pel terrore della persecuzione, o per le frodi de' falsi Apostoli.
Qualche Interprete riferisce i timori dell'Apostolo solamente al pensiero, in cui egli si trovava dell'esito, che potesse avere avuto la sua prima lettera ai Corinti, vale a dire del come fosse stata ricevuta, dell'effetto, che avesse prodotto nell'incestuoso, ne' falsi maestri,e in tutta quella Chiesa.

7,7:Ma anche con la consolazione, che egli avea ricevuta da voi. Non ci consolò solamente il rivedere un fratello a noi tanto caro, come è Tito, ma ci consolò molto più il vedere, quanto egli fosse soddisfatto, e contento di voi.
Il vostro desiderio. Può significare o il desiderio, che avevano mostrato i Corinti di rivedere il loro Apostolo, ovvero la brama loro di soddisfare allo stesso Apostolo, e di ubbidire in tutto e per tutto alle ammonizioni di lui.
Il vostro pianto. La voce greca significa, le vostre strida, ovvero: il vostro amaro lutto, ed esprime l'acerba afflizione di que' fedeli per aver dato tali disgusti all'Apostolo.

7,8-9:Non me ne pento: e se me ne fossi pentito, ec. Quand'anche avessi una volta potuto sentir pentimento di avervi recato pena, e dispiacere con quella mia prima lettera, il buon effetto però, che ella ha prodotto, non mi permette più, che mi rincresca del breve dispiacere, che ella vi ha portato; anzi godo adesso non assolutamente della vostra afflizione e tristezza, ma godo, che vi siate rattristati secondo Dio, vale a dire per amor di Dio, e della giustizia, onde ne abbiate cavato il frutto di una vera penitenza. Così nissun danno ha fatto a voi la nostra severità, anzi un gran bene.

7,10:La tristezza poi del secolo produce la morte. Tristezza del secolo chiama qui l'Apostolo il dolore, che prova l'uomo carnale nella perdita de' beni corporali, come sono le ricchezze, gli amici, i piaceri, le dignità ec. Questa tristezza essendo eccessiva, è indizio del soverchio attacco, che si ha ai beni del secolo; or nell'amore del secolo si trova la morte dell'anima, perchè l'amore del secolo ci fa nemici di Dio, Jacob. IV. 4. Per lo contrario la tristezza secondo Dio è fruttuosa, e meritoria, e conduce alla eterna salute.

7,11:Imperocchè ecco, questo stesso essere stati voi rattristati ec. Porta un esempio recente dei frutti, che porta la tristezza secondo Dio. Rattristati voi per la mia lettera, in cui vi rimproverava i disordini, che si erano introdotti tra di voi, questa tristezza quanta sollecitudine ha prodotto negli animi vostri per correggere gli abusi, per punire l'incestuoso, il di cui fallo avevate per l'avanti con non curanza veduto? Anzi dirò di più, quanto studio in fare le mie difese contro chi biasimava la mia condotta; anzi quanto sdegno contro il peccatore scandaloso, e contro di voi medesimi per averlo dissimulato? Anzi quanto timore di non ricadere in simili mali? Anzi quanto ardente brama di riparare il male fatto? Anzi quanto zelo per la gloria di Diò, per la virtù, per la giustizia? Anzi quale ardore di vendicare l'onor di Dio, e sopra l'incestuoso, e sopra gli altri peccatori, e sopra voi stessi, umiliandovi per la negligenza da voi usata, e facendone severa penitenza? In tutte le maniere avete chiaramente dato a conoscere, che eravate interamente senza colpa riguardo all'affare dell'incestuoso, e che non avete mai avuto intenzione di ricoprire, o di difendere il suo fallo.

7,12:Nol feci per riguardo a colui, che fece l'ingiuria, nè per riguardo ec. Scrivendovi nella maniera, che io vi scrissi, non ebbi tanto in mira di confondere il figliuolo reo dell'incesto, o di vendicare l'onore del padre offeso, quanto di farvi conoscere la sollecitudine, e lo zelo, che abbiamo del vostro bene, zelo conosciuto da Dio, e approvato da Dio. Non sappiamo, se fosse vivo il padre dell'incestuoso quando il figliuolo peccò con la matrigna, nè ciò si può inferire da questo luogo, perchè appartiene alla giustizia il vendicare le ingiurie fatte anche ai morti.

7,13:Per questo, siamo stati consolati, ec. Per questo ci è stato di consolazione grande tutto quello che avete fatto in questa occasione; ma questa è stata anche maggiore pel giubbilo, che ne ha avuto Tito, allo spirito del quale abbattuto per la profonda afflizione, che sentiva de' vostri mali, renduto avete l'ilarità, e la vita.

7,14:E se alcun poco mi era gloriato di voi ec. Se parlando di voi talora con lo stesso Tito, mi son lodato del vostro affetto, della vostra fede, della vostra ubbidienza non ho adesso motivo di arrossire; egli ha veduto coi propri occhi, che io non aveva parlato di voi se non secondo la verità, esiccome in tutte le cose io vi ho sempre detto la verità, così voi avete verificato col fatto quello di che io mi era vantato con Tito.

7,16:Mi rallegro adunque della totale fidanza, ec. Godo adunque, che voi siate tali, che senza timore di offendervi io possa liberamente e riprendervi, e ammonirvi, e ordinarvi, e chiedervi qualunque cosa. Così ancor si apre la strada a raccomandar le collette per la Chiesa di Gerusalemme.