Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Isaia 22


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Piange, la desolazione di Gerusalemme. Sobna prefitto del tempio sarà privato della sua dignità, e condotto in paese, straniero, ed Eliacim sarà sostituito a lui, e avrà molto potere.

1Annunzio pesante contro la valle di visione: Che hai anche tu, che ascende la gente tua sui solai tutta quanta?2Città piena di tumulto, piena di popolo, città esultante: i tuoi morti non sono stati uccisi di spada, né morti in battaglia.3Tutti i tuoi magnati daccordo sono fuggiti, e sono stati crudelmente legati: tutti que', che sono stati trovati, sono stati insieme messi in catene, benché fuggiti lontano.4Per questo ho io detto: Ritiratevi da me; io piangerò amaramente: non vi studiate di consolarmi nella desolazione della figlia del popol mio;5Perocché giorno di strage, e di devastamento, e di gemiti fissato dal Signore Dio degli eserciti per la valle di visione. Egli va cercando le fondamenta della muraglia, e sta glorioso sul monte.6Ed Elam ha preso il turcasso, e il cocchio pel cavaliere, e si stacca dalla muraglia lo scudo.7E le tue belle valli saranno piene di cocchi da guerra, e i cavalieri alloggeranno alla porta.8E sarà scoperto il velo di Giuda, e in quel giorno visiterai l'armeria del palazzo, che è nella selva.9E osserverete le aperture della città di Davidde, che sono molte: e avete raunate le acque della pescaia inferiore,10E avete contato il numero delle case di Gerusalemme, e avete distrutte delle case, per fortificare le mura,11E avete fatto un lago tralle due mura presso la vecchia piscina, e non avete alzati gli occhi a colui, che la avea fatta; non avete neppur da lungi veduto il suo autore.12E il Signore Dio degli eserciti vi chiamerà in quel dì al pianto, e ai gemiti, e a rader la testa, e cingervi di sacco.13Ed ecco tripudj, e allegrie, un ammazzar di vitelli, scannar capretti, mangiar le carni, e bere il vino. Mangiamo, e beviamo, che domane morremo.14Ed è stata rivelata alle mie orecchie la voce del Signor degli eserciti: Non sarà perdonata a voi questa iniquità, fino che muoiate, dice il Signore Dio degli eserciti.15Il Signore Dio degli eserciti dice: Va da colui, che abita nel tabernacolo, da Sobna preposto del tempio, e gli dirai:16Che fai tu qui? O come tu qui, che ti se' preparata qui una sepoltura, hai fatto intagliare con gran diligenza in luogo elevato un monumento, un tabernacolo nel sasso.17Ecco che il Signore, ti farà portar via come si porta un gallo, e ti alzeranno come uomo imbacuccato.18Darà a te corona di tribolazione,ti sbalzerà come palla in piazza larga,e spaziosa: quivi tu morirai, e quivistarà il cocchio della tua gloria, o vitupero della casa del tuo Signore.19E ti caccerò dal tuo posto, e ti deporrò dal tuo ministero.20E in quel giorno chiamerò il mio servo Eliacim figliuolo di Helcia,21E lo rivestirò della tua tonaca, e lo illustrerò col tuo cingolo, e la tua potestà porrò nelle mani di lui, ed ei sarà come padre agli abitatori di Gerusalemme, e alla casa di Giuda.22E porrò sull'omero di lui la chiave della casa di David, e aprirà, né altri potrà chiudere, e chiuderà, né altri potrà aprire.23E lo porrò come un chiovo fitto in luogo stabile, ed ei sarà quasi trono di gloria alla casa del padre suo.24E da lui penderà tutta la gloria della casa del padre di lui, arnesi di varie sorti, vasi piccoli d'ogni maniera dai crateri fino ad ogni strumento da musica.25In quel giorno, dice il Signore degli eserciti, sarà levato il chiodo fitto in luogo sicuro, e sarà rotto, e andrà per terra, e perirà tutto quello, che era ad esso attaccato; perocché il Signore ha parlato.

Note:

22,1:Contro la valle di visione. Geusalemme è detta valle di visione per ragione del monte Moriah, che vuol dire visione. Vedi Gen. XXII. 14. La maggior parte degl'Interpreti con s. Girolamo spiegano questa profezia della espugnazione di Gerusalemme quando, presa da Nabuchodonosor la città, fu arso anche il tempio.
Che hai anche tu, ec. Il profeta, che predisse ne' precedenti capitoli le future calamità di altri popoli, viene adesso a dipingere la estrema miseria, a cui sarà ridotta Gerusalemme imitatrice de' peccati delle genti. Egli vede coll'occhio della sua mente tutta Gerusalemme in agitazione, e la moltitudine de' suoi abitatori, che ascendono sopra i solai delle loro case per ivi piangere le comuni sciagure. Questo costume si vede notato Isai. XV. 3., Jerem. XLVIII. 38., e altrove.

22,2:Città piena di tumulto, ec. Eri tu città ridondante di popolo, piena di tumulto, piena di brio, di letizia, di ronorosa allegria. Chi sono quelli, pe' quali tu meni duolo? Ei non sono periti di spada combattendo valorosamente per la patria, non sono stati rapiti a te dalla guerra, e non la spada de' Caldei, ma l'ira di Dio è quella, cui tu dei attribuire la tua sciagura. Egli tolse alla tua gente il coraggio e lo spirito, e fece sì che dandosi vilmente alla fuga andassero a imbattersi ne' nemici. Queste parole: non sono stati uccisi di spada ec. sono riferite da Eusebio a quel, che avvenne al tempo dell'ultimo assedio di Gerusalemme, quando un immenso numero di Ebrei morì per la fame in quella misera città; perocchè ed egli e Teodoreto a quel grande avvenimento riferiscono tutta questa profezia. Si può credere, che anche a questo alluda in un secondo senso il Profeta: ma letteralmente sembra assai più probabile, ch' egli parli della invasione de' Caldei. E anche nell'assedio posto a Gerusalemme da Nabuchodonosor grandissima fu la fame. Vedi 4. Reg. XXV. 3.

22,3:Tutti i tuoi magnati daccordo sono fuggiti, ec. Fuggirono col re Sedecia, che fu preso. Vedi 4. Reg. XXV. 4.

22,4:Piangerò amaramente: ec. Io non posso trovare con solazione in sì doloroso frangente, in sì orrenda calamità, veggendo io devastata la patria mia, abbruciato il tempio del Signore, menati schiavi i miei concittadini e i grandi di Gerusalemme col re istesso.

22,5:Egli va cercando le fondamenta della muraglia, ec. Iddio per mano de' Caldei va cercando le fondamenta delle mura di Gerusalemme per atterrarle da imo a sommo, e sta glorioso sul monte, donde a' Caldei comanda tutto quello, ch'ei debbon fare per adempiere i suoi decreti a esterminio totale della infelice città. Quelle parole: scrutans parietem, mi è paruto, che debbano assolutamente riferirsi alle mura della città atterrate da' Caldei come sta scritto 4. Reg. XXV. 10.

22,6:Ed Elam ha preso il turcasso, ec. Fa qualche difficoltà il vedere qui rammentato Elam, cioè il soldato persiano, co' Caldei. S. Cirillo suppone, che sieno soldati ausiliari, che vennero col re di Babilonia contro Gerusalemme, ovvero truppa mercenaria condotta seco dallo stesso re, perchè era famosa nel tirar d'arco. Il cocchio pel cavaliere: cavalieri, equites, si dicono anche quelli, che combattevano su'cocchi, come si è veduto piu innanzi.

22,7:E i cavalieri alloggeranno alla porta. Nei siti spaziosi, che erano dentro le porte, dove erano grandi e vaste piazze, concorrendovi la moltitudine come si è ve duto più volte.

22,8:E sarà scoperto il velo di Giuda. Siccome la voce Ebrea, che è tradotta operimentum, significa propriamente un velo posto davanti ad una porta, alcuni perciò hanno creduto, che si parli del velo del Santo dei santi tolto via da' Caldei, i quali entrassero in quel luogo, nel quale non entrava giammai se non il solo pontefice, e solamente una volta l'anno. Altri però intendono piuttosto le mura e i bastioni della città atterrati, dietro a' quali stava coperto e sicuro il popolo Giudeo. Io prenderei volentieri queste parole in senso metaforico, e per questo velo intenderei la protezione divina, che sarà tolta in quel di ai Giudei; e questo senso mi viene indicato dalle parole, che seguono: e in quel giorno visiterai l'armeria ec. Tu, o Giuda, rimaso allo scoperto e divenuto facil preda a' nemici, perchè privo della protezione e dell'aiuto del tuo Dio, confiderai stoltamente nelle tue forze, e aprirai l'armeria che è nella casa regia, soprannominata casa del bosco del Libano, e altrimenti casa del Libano, fabbricata da Salomone e ripiena da lui di armi d'ogni sorta; e distribuirai queste armi a' tuoi cittadini. Tutto quello, che segue,si unisce colla nostra sposizione e la conferma. Vedi 3. Reg. VII. 2.

22,9:E osserverete le aperture ec. Vi applicherete a chiudere le rotture in gran numero delle mura della fortezza di Sion. E già avete riunite le acque della pescaia inferiore per supplire al bisogno di un lungo assedio.

22,10:E avete contato il numero delle case ec. Per avere de' materiali, pietre, legname ec., onde ristorare le mura della città, avete distrutte delle case, contando il numero che era necessario per tenere al coperto tutta la moltitudine. Dovette ciò farsi quando già essendo i Caldei padroni della campagna, non si poteva andare a cercar fuori il necessario per rabberciare le mura. Simili particolarità notate tanto tempo prima dal Profeta, ci fanno visibilmente presente lo stesso Dio, al cui occhio sono svelati tutti i secoli e tutti i più minuti avvenimenti.

22,11:E avete fatto un lago tralle due mura ec. Le due mura sono, il muro della città, e un muro fatto da Manasse (2. Parat. XXXIII. 14.) attorno alla vecchia pescaia fatta da Ezechia, 4. Reg. XVIII. 17, XX. 20., Eccli. XLVIII. 19. Alla venuta de' Caldei convien dire, che si facessero delle riparazioni intorno agli antichi condotti di questa pescaia, e anche che si ampliasse.
E non avete alzati gli occhi a colui, che l'avea fatta; ec. Ma voi, tutti intesi a procurarvi gli aiuti esteriori, non avete giammai pensato a ricorrere a Dio autore e principio di ogni bene, creatore dell'acque e di ogni altra cosa, e senza di cui tutti gli aiuti e tutti i mezzi umani sono inetti a dare all'uomo la bramata salute.

22,12-13:Il Signore... vi chiamerà in quel dì al pianto ec. Allora il Signore per mezzo de' suoi profeti, e particolarmente per bocca di Geremia, vi chiamerà e vi esorterà a far penitenza, e a calmare colle lagrime e colle mortificazioni l'ira del cielo: ma voi, in quel cambio, non penserete ad altro, che a stare allegri, a mangiare e bere smoderatamente, e si udirà tra voi quell'empia parola: mangiamo e beviamo, che domane morremo: parola, che contiene tutto l'orrore di una dichiarata incredulità e un disprezzo formale di Dio e delle minacce de' mali avvenire. Fino a tal segno l'amor del piacere può degradare e avvilire l'uomo, ch'ei non sol si contenti, ma desideri di avere un'anima non di miglior condizione, nè a migliori fini destinata, che quella di un immondo animale, e cerchi di persuadersene, e di tal misera persuasione si stimi felice! Queste parole furon citate da Paolo I. Cor. XV. 32.

22,14:Non sarà perdonata a voi questa iniquità, fino che muoiate. Dio afferma con giuramento, che l'empietà di questi Epicurei non sarà da lui perdonata gia mmai, ma sarà punita di morte e temporale ed eterna. Questa frase, non sarà perdonata a voi quest'iniquità fino che muoiate, significa precisamente, che non sarà perdonata giammai; perocchè quello, che non si perdona in questa vita, non si perdona nell'altra, nella quale il bene e il male, che l'uomo vi porta, è eterno.

22,15:Va'da colui, che abita nel tabernacolo, ec. Pel nome di tabernacolo s'intende qui una fabbrica contigua al tempio. Questa fabbrica ne' LXX è chiamata Pastophorio, vale a dire stanza, appartamento, dove abitava il prefetto del tempio, dice s. Girolamo. Sobna, a cui fu mandato Isaia dal Signore, è rammentato 4. Reg. XVIII. 18., xlx. 2., dove è chiamato scriba. Egli non si sa ben come nè quando diventò prefetto del tempio, la qual dignità era nelle mani di Eliacim nel tempo della guerra di Sennacherib, come da' citati due luoghi apparisce. Isaia è mandato ad annunziare a Sobna, che la dignità, di cui era indegnamente rivestito, sarà renduta ad Eliacim, ed egli sarà condotto a Babilonia e messo a morte; lo che dee essere avvenuto quando lo stesso Manasse figliuolo di Ezechia fu condotto prigioniere a Babilonia, come si legge 2. Paral. XXXIII. 11. Allora Eliacim divenuto già sommo Sacerdote rimase a Gerusalemme quasi vicerè, e governò il paese nel tempo, che Manasse fu a Babilonia, e anche dopo il ritorno di lui fu sommamente stimato e amato da' Giudei. Si è parlato di lui nella prefazione al libro di Giuditta.

22,16:Che fai tu qui? ec. Sobna dovea essere uomo su perbo e ambizioso. Isaia gli rimprovera di avere con gran diligenza eretto per sè un grandioso monumento dove voleva essere sepolto. Non si accennano altri suoi vizi, ma queste sole parole: che fai tu qui o come tu qui? dimostrano, che egli era indegno del posto onoratissimo, a cui si era innalzato.

22,17:Come si porta un gallo. La fierezza e alterigia di Sobna è ben dipinta colla similitudine del gallo, e la umiliazione di lui col paragone del gallo stesso, il quale legato pe' piedi sia portato via per esser venduto in piazza e ucciso.
E ti alzeranno come uomo imbacuccato. Ti porteranno via, senza che tu sappi dove ti tocchi d'andare; perocchè t' imbacuccheranno come si fa a quelli, che si conducono a morire.

22,18:Darà a te corona di tribolazione, ec. La tua albagia e vanità sarà punita con dare a te una corona non di gloria, ma di sciagure: sarai sbalzato dal tuo paese in un altro come si fa da' giuocatori volare una palla per una piazza molto larga: ivi tu sarai ucciso, e la andrà a finire il magnifico e glorioso cocchio, in cui tu facevi comparsa, o uomo che disonori co' tuoi vizi la casa di Dio tuo Signore.

22,20:Chiamerò il mio servo Eliacim ec. Quell'Eliacim, cui tu hai disprezzato e spogliato della sua dignità, io lo innalzerò.

22,21:E lo rivestirò della tua tonaca, ec. Queste frasi, lo rivestirò della tua tonaca, lo illustrerò col tuo cingolo, significano, che Dio trasferirà la potestà e le insegne della potestà ad Eliacim. Si è altrove notato, che le persone di gran distinzione portavano cinture, o sia fusciacche molto ricche. Vedi Job, XII. 18.
Ed ei sarà come padre ec. Eliacim ne' tempi più scabrosi fece non solo le parti di sommo pontefice com'ei diventò (lo che è detto nel versetto seguente), ma fece da re e da padre del popolo Ebreo sì nel tempo, che il re Manasse stette a Babilonia, e sì ancora dopo il ritorno di lui a Gerusalemme. Vedi la prefazione al libro di Giuditta, e lo stesso libro cap. IV. 5. 6. ec. XV. 9.

22,22:E porrò sull'omero di lui la chave della casa di David, ec. Darò a lui la suprema autorità nel tempio del Signore, che è in Sion, città e casa di Davidde. Tale è la sposizione più comune, e credo anche la migliore, di queste parole, benchè alcuni amino piuttosto di credere, che sia dinotata la soprintendenza della casa reale. Perocchè parlando qui Dio di quello, ch'ei vuol fare in favor di Eliacim, non sarebb' ella cosa straordinaria, che non si facesse parola del sommo pontificato, a cui pervenne dopo la morte del padre, e nel quale tanto egli operò pel bene di Gerusalemme? Per questa misteriosa chiave adunque noi crediamo significata la suprema dignità sacerdotale, nel qual senso la stessa voce fu usata da Cristo, Matth. XVI. 19.; e alludendo al costume degli antichi di portare sopra la spalla i distintivi onorevoli delle dignità, onde uno era rivestito, dice perciò il Signore, che questa chiave la porrà egli sull'omero di Eliacim. Vedi Job, XXXI.36; e continuando nell'allegoria della chiave, esprimesi l'assoluta potestà del pontefice nelle cose spettanti alla religione con dire, che egli apre a suo talento la casa e la chiude, senza che alcuno possa impedirlo dall'aprirla e dal chiuderla. Quindi di Cristo pontefice della nuova legge (a cui in un secondo senso sono applicate queste parole da' Padri), si dice, che egli ha la chiave di David, e apre, e nissuno chiude; chiude e nissuno apre. Apocal. III. 7.

22,23-24:E lo porrò come un chiodo fitto in luogo stabile, ec. Questa similitudine è per noi gretta e poco adattata al genio del mondo quale è di presente, quando non solo le case de' gran signori, ma anche le abitazioni delle persone di mediocre condizione sono decorate colle invenzioni del lusso; ma in antico convien dire, che ella avesse il suo pregio mentre è usata piu volte ne' libri santi. Gli antichi adunque ornavano le loro stanze co' mobili e arnesi di necessità, co' vasi da bere, co' vasi da mangiare, cogli strumenti della lor professione ec., e tutte queste cose pendevano nelle stanze da chiodi o di legno o di ferro. Eliacim adunque (dice Isaia) sarà come un chiodo fitto in muraglia stabile e soda, al qual chiodo si potrà appendere e vasi piccoli e vasi grandi, essendo buono a sostenere qualunque cosa senza che si abbia a temere, che ella cala, cadendo il chiodo, e si rompa. Tale sarà Eliacim sostegno fermissimo de' piccoli e de' grandi e di tutto il popolo ne' maggiori bisogni. Ed egli recherà infinito onore alla casa del padre suo e a tutta la stirpe di Aronne colla gloria, di cui farà acquisto nella sua dignità, talmente che renderà la sua famiglia quasi uguale a quella de' regi.
De crateri sino ec. I crateri erano grandi coppe da bere.

22,25:Sarà levato il chiodo fitto in luogo sicuro: ec. Il chiodo fitto in luogo, dove sembrava sicuro e che dovesse star fisso immutabilmente, sarà tolto repentinamente, e tutto quello che pendeva dallo stesso chiodo anderà per terra. Sobna sarà violentemente privato della sua dignità e de' suoi impieghi, e tutti i suoi aderenti saranno a parte di sua disgrazia.