Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Giobbe 8


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Baldad riprende Giobbe come se avesse parlato empiamente, e lo esorta a convertirsi a Dio, e a vivere più santamente, e così gli promette, che tutto andrà più felicemente. Espone eziandio quanto sia vana la speranza degli ipocriti, affermando che Dio dà il bene ai buoni, e il male solamente ai cattivi.

1Ma Baldad di Sudi prese la parola, e disse:2Fino a quando discorrerai tu in simil guisa, e le parole della tua bocca saranno un vento furioso?3Forse Dio non è retto nel giudicare, e l'Onnipotente altera la giustizia?4Abbenchè abbiano i tuoi figliuoli peccato contro di lui, ed ei gli abbia lasciati in balìa della loro iniquità,5Nulladimeno se tu con sollecitudine ricorri a Dio, e preghi l'Onnipotente:6Se camminerai con innocenza, e rettitudine, egli tosto si sveglierà in tuo soccorso, e la pace renderà all'abitazione di tua innocenza:7Talmente che se i tuoi principj furono piccoli, l'ultimo stato tuo sarà grande oltre modo.8Imperocché interroga le passate generazioni, e diligentemente riscontrai le memorie de' padri:9(Perocché noi siamo di jeri, e siamo ignoranti, mentre un'ombra sono i giorni nostri sopra la terra.)10E quelli ti istruiranno, parleranno a te, e dal cuor loro metteran fuora le lor sentenze.11Può egli il giunco serbarsi verde senza l'umore, o crescere senz'acqua la carice?12Mentre ella è in vigore, senza che mano alcuna la offenda inaridisce prima che tutte le altre erbe:13Tal' è la sorte di tutti quelli, che si scordano di Dio: così la speranza dell'ipocrita andrà in fumo:14Ei non si vanterà di sua stoltezza, e la sua fidanza sarà qual tela di ragno.15Egli si appoggerà alla sua casa, e questa traballerà; la appuntellerà, e non istarà ritta:16Una pianta si vede fresca prima che venga il sole, e nel suol nativo germoglia.17Le sue radici si implicano in una massa di pietre, ed ella vive trai sassi.18Se uno la svellerà dal suo sito, ella vi rinunzierà dicendo: Non ho che fare con te.19Perocché la fortuna di sua condizione è questa, che altri polloni spuntino di nuovo da quella terra.20Dio non rigetta l'uomo dabbene, ma non porgerà la mano ai malvagj:21Tu una volta avrai in bocca il riso, e sulle tue labbra canti di allegrezza.22Coloro che ti odiano saranno coperti di confusione; ma il padiglione degli empj non sussisterà.

Note:

8,2:E le parole della tua bocca saranno ec. Baldad prende a rispondere a Giobbe, e gli rimprovera in primo luogo l'ostinazione nel suo parere: fino a quando parlerai tu in simil guisa? in secondo lungo lo accusa come impetuoso, e violenta nel suo discorrere.

8,3:Forse Dio non è retta ec. Può egli mai avvenire, che ingiusti sieno i giudizi, di Dio, ovvero, che egli si serva di sua onnipotenza per opprimere la giustizia e il giusto?

8,4:Abbenchè abbiano i tuoi figliuoli peccato ec. Pone come indubitato principio, che i figliuoli di Giobbe sono morti, perché contro Dio avean peccato, onde Dio in potere del loro peccato gli avea abbandonati, da cui erano stati condotti alla morte. Dicendo, che Dio lasciò quegli infelici in balia della loro iniquità vuol significare, che Dio non è l'autore della morte dell'uomo ingiusto, a cui il suo proprio peccato reca morte e perdizione. Vedi Isai. XLIV. 7.

8,5-6:Nulladimeno se tu con sollecitudine ec. I tuoi figliuoli sono morti, onde non è speranza per essi; ma a te, che se' vivo riman tempo per convertirli, per placar Dio, e impetrare la sua misericordia; se in lui senza dilazione ricorri, e ottenuto il perdono de' tuoi peccati diventi giusto, e vivi da giusto, il Signore, che adesso ti ha lasciato in tal miseria, si sveglierà, e si moverà non solo a liberarti, ma a rendere felice te, e la tua casa.

8,7:Talmente che se i tuoi principii ec. Giungerai a tanta felicità, che la tua precedente grandezza sarà come un nulla in paragone della seguente.

8,8:Interroga le passate generazioni, ec.Non voglio, che tu ti fidi, o Giobbe, dell'autorità e dalla sperienza di noi soli amici tuoi (noi abbiam vissuto assai poco, e poco abbiamo da vivere); ma istruito come tu se' nell'istoria delle passate generazioni, e di quello, che avvenne fin dai tempi de' padri nostri, da tutto questo potrai comprendere la verità di quello che io affermo, vale a dire, che l'uomo non è mai infelice se non perché è peccatore.

8,11-12:Può egli il giunco serbarsi verde ec. Con un esempio preso dalle cose naturali vuole Baldad confermare l'assunto, vale a dire, che gli empi privi della protezione di Dio periscono. Il giunco, come anche la carice nasce, vive e cresce nell'acqua; se l'acqua vien meno, naturalmente si secca, e in polvere si riduce.

8,14:Non si vanterà di sua stoltezza, ec. Stollezza è qui posta per la stessa empietà, come in molti altri luoghi della Scrittura. L'empio non avrà da potersi vantare delle sue ingiustizie, sopra le quali fondò la sua felicità; Imperocchè alla fine vedrà come tutte le sue fatiche e industrie, nelle quali consuma i suoi pensieri e la sua vita, non altro saranno, che come tele di ragno, le quali ad ogni leggero fiato son rotte e disperse. L'Ebreo porta: la sua fidanza sarà la casa del ragno.

8,15:Si appoggerà alla sua casa ec. Bella descrizione di una casa rovinosa, perché mancante di saldo fondamento, la quale nè può sostenere alcun peso, ne con sostegno veruno tenersi in piedi. Questa casa ell' è la fortuna dell'empio, la quale con tutte le umane industrie non potrà essere stabile, ne di durata.

8,16-19:Una pianta si vede fresca ec. Questi quattro versetti son molto oscuri. Emmi paruto sempre, che la sposizione più naturale sia d'intendere qui descritta la sorte dell'uomo giusto, e la conclusione, che si ha ne' versetti 20-22., mi sembra dimostrare chiaramente, che dopo aver parlato dell'empio, e averlo paragonato a un arido giunco, si paragona adesso l'uom virtuoso a un'arbore sempre verde e rigogliosa. Noterò in primo luogo, che dove la volgata legge in orto suo, l'Ebreo, e anche varie edizioni latine leggono in horto suo; onde senza distaccarci dalla lezione comune si è tradotto nel suol nativo. In secondo luogo dove il latino dice: prima che venga il sole, l'Ebreo porta dinanzi al sole, cioè dinanzi alla faccia del sole, ovvero (come interpetra s. Agostino) sotto del sole. Il giusto adunque è un' arbore sempre fresca, e sempre verde, esposta al sole, arbore, che germoglia la dove ella nacque felicemente, e spande i suoi rami. In luogo anche aspro, e pietroso ella profonda le sue radici, e vive tra' sassi; così il giusto nelle avversità, e nelle afflizioni si sostiene, e cresce nella virtù. Se alcuno schianterà quella pianta dal suo posto, ella non ne sentirà detrimento, né pena, non le importerà di esser recisa dal alto, in cui nacque, come se non lo avesse mai occupato; imperocchè suo destino egli e di ripullulare nuovamente dalle sue radici, e di alzarsi dalla medesima terra. Così il giusto afflitto, spogliata delle facolta e de' beni, risorgerà a stato felice, e avrà motivo di consolarsi di essere trattato con tal durezza e rigore.

8,20-22:Dio non rigetta l'uomo dabbene, ma non porgerà la mano a' malvagi. Conclude Baldad, che Dio non può ne rigettare, cioè abbandonare, mettere in non cale il giusto, ne fare amicizia coll'empio, e aiutarlo a mal fare; donde inferisce, che lo stesso Giobbe, se vive da giusto, sarà un dì consolato, e trionferà di tutte le miserie e afflizioni.