Scrutatio

Sabato, 18 maggio 2024 - San Giovanni I papa ( Letture di oggi)

Proverbi 17


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DIODATIVULGATA
1 Migliore è un boccon di pane secco, con quiete, Che una casa piena di animali ammazzati, con rissa1 Melior est buccella sicca cum gaudio
quam domus plena victimis cum jurgio.
2 Il servitore intendente signoreggerà sopra il figliuolo che reca vituperio, E spartirà l’eredità tra i fratelli2 Servus sapiens dominabitur filiis stultis,
et inter fratres hæreditatem dividet.
3 La coppella è per l’argento, e il fornello per l’oro; Ma il Signore prova i cuori3 Sicut igne probatur argentum et aurum camino,
ita corda probat Dominus.
4 L’uomo maligno presta gli orecchi alle labbra inique; E l’ingannatore ascolta la lingua maliziosa4 Malus obedit linguæ iniquæ,
et fallax obtemperat labiis mendacibus.
5 Chi beffa il povero fa onta a colui che l’ha fatto; Chi si rallegra della calamità altrui non resterà impunito5 Qui despicit pauperem exprobrat factori ejus,
et qui ruina lætatur alterius non erit impunitus.
6 I figliuoli de’ figliuoli son la corona de’ vecchi; E i padri son la gloria de’ figliuoli6 Corona senum filii filiorum,
et gloria filiorum patres eorum.
7 Il parlar magnifico non è decevole all’uomo da nulla; Quanto meno al principe il labbro falso!7 Non decent stultum verba composita,
nec principem labium mentiens.
8 Il presente è, appo chi è dato a ricever presenti, una gioia graziosa; Dovunque si volge produce effetto8 Gemma gratissima exspectatio præstolantis ;
quocumque se vertit, prudenter intelligit.
9 Chi copre il fallo procaccia amicizia; Ma chi lo ridice disunisce gli amici9 Qui celat delictum quærit amicitias ;
qui altero sermone repetit, separat fœderatos.
10 La riprensione scende più addentro nell’uomo intendente, Che cento percosse date allo stolto10 Plus proficit correptio apud prudentem,
quam centum plagæ apud stultum.
11 Il malvagio non cerca altro che ribellione; Ma l’angelo crudele sarà mandato contro a lui11 Semper jurgia quærit malus :
angelus autem crudelis mittetur contra eum.
12 Scontrisi pure in un uomo un’orsa, a cui sieno stati tolti i suoi figli, Anzi che un pazzo nella sua pazzia12 Expedit magis ursæ occurrere raptis fœtibus,
quam fatuo confidenti in stultitia sua.
13 Il male non si dipartirà giammai dalla casa Di chi rende il mal per lo bene13 Qui reddit mala pro bonis,
non recedet malum de domo ejus.
14 Chi comincia la contesa è come chi dà apritura alle acque; Però avanti che si venga alle contumelie, lascia la questione14 Qui dimittit aquam caput est jurgiorum,
et antequam patiatur contumeliam judicium deserit.
15 Chi assolve il reo, e chi condanna il giusto, Sono amendue ugualmente abbominevoli al Signore15 Qui justificat impium, et qui condemnat justum,
abominabilis est uterque apud Deum.
16 A che serve il prezzo in mano allo stolto, Da comperar sapienza, poichè egli non ha alcun senno?16 Quid prodest stulto habere divitias,
cum sapientiam emere non possit ?
Qui altum facit domum suam quærit ruinam,
et qui evitat discere incidet in mala.
17 L’amico ama in ogni tempo, E il fratello nasce per l’afflizione17 Omni tempore diligit qui amicus est,
et frater in angustiis comprobatur.
18 L’uomo scemo di senno tocca la mano, E fa sicurtà al suo prossimo18 Stultus homo plaudet manibus,
cum spoponderit pro amico suo.
19 Chi ama contesa ama misfatto; Chi alza la sua porta cerca ruina19 Qui meditatur discordias diligit rixas,
et qui exaltat ostium quærit ruinam.
20 L’uomo perverso di cuore non troverà il bene; E l’uomo stravolto nel suo parlare caderà nel male20 Qui perversi cordis est non inveniet bonum,
et qui vertit linguam incidet in malum.
21 Chi genera un pazzo lo genera a suo cordoglio; E il padre dello stolto non si rallegrerà21 Natus est stultus in ignominiam suam ;
sed nec pater in fatuo lætabitur.
22 Il cuore allegro giova, come una medicina; Ma lo spirito afflitto secca le ossa22 Animus gaudens ætatem floridam facit ;
spiritus tristis exsiccat ossa.
23 L’empio prende il presente dal seno, Per pervertir le vie del giudicio23 Munera de sinu impius accipit,
ut pervertat semitas judicii.
24 La sapienza è nel cospetto dell’intendente; Ma gli occhi dello stolto riguardano alle estremità della terra24 In facie prudentis lucet sapientia ;
oculi stultorum in finibus terræ.
25 Il figliuolo stolto è sdegno a suo padre, Ed amaritudine a colei che l’ha partorito25 Ira patris filius stultus,
et dolor matris quæ genuit eum.
26 Egli non è bene di condannare il giusto, non pure ad ammenda, Nè che i principi battano alcuno per dirittura26 Non est bonum damnum inferre justo,
nec percutere principem qui recta judicat.
27 Chi rattiene i suoi detti è dotato di conoscimento; E chi è di spirito riservato è uomo intendente.27 Qui moderatur sermones suos doctus et prudens est,
et pretiosi spiritus vir eruditus.
28 Lo stolto stesso è reputato savio, quando si tace; E prudente, quando tiene le labbra chiuse28 Stultus quoque, si tacuerit, sapiens reputabitur,
et si compresserit labia sua, intelligens.