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Lunedi, 17 giugno 2024 - San Marciano ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 27


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 Quando fu deciso che ci imbarcassimo per l’Italia, consegnarono Paolo, insieme ad alcuni altri prigionieri, a un centurione di nome Giulio, della coorte Augusta.1 E poi che fu determinato di mandare Paulo a Roma, diedelo a guardia a uno tribuno, il quale avea nome Iulio, con molti altri soldati della squadra. di Augusto.
2 Salimmo su una nave della città di Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia d’Asia, e salpammo, avendo con noi Aristarco, un Macèdone di Tessalònica.2 Onde insieme con loro salendo in su una nave, incominciammo a navigare per le contrade di Asia, accompagnandoci sempre Aristarco Macedone di Tessalonica.
3 Il giorno dopo facemmo scalo a Sidone, e Giulio, trattando Paolo con benevolenza, gli permise di recarsi dagli amici e di riceverne le cure.3 E il seguente di giungemmo a Sidonia; e quivi Paulo (ristette e) visitò suoi amici (fedeli) con licenza (e volontà) del detto tribuno Iulio, il quale il trattava benignamente.
4 Salpati di là, navigammo al riparo di Cipro a motivo dei venti contrari4 E quindi partendocì, navigammo sotto Cipro; e non vi ci accostammo, per che erano li venti contrarii.
5 e, attraversato il mare della Cilìcia e della Panfìlia, giungemmo a Mira di Licia.5 E poi passando il pelago di Cilicia e di Panfilia, giungemmo a una terra (della provincia) di Licia, che si chiama Listra.
6 Qui il centurione trovò una nave di Alessandria diretta in Italia e ci fece salire a bordo.6 Dove trovando il tribuno una nave Alessandrina la quale andava in Italia, sì ci trapassoe.
7 Navigammo lentamente parecchi giorni, giungendo a fatica all’altezza di Cnido. Poi, siccome il vento non ci permetteva di approdare, prendemmo a navigare al riparo di Creta, dalle parti di Salmone;7 Nella quale (nave) navigando, molti giorni (molto) lentamente, a pena venimmo contra Gnido, e pervenimmo all'isola di Creta a lato a Salmone.
8 la costeggiammo a fatica e giungemmo in una località chiamata Buoni Porti, vicino alla quale si trova la città di Lasèa.
8 E quindi con molta fatica navigando, pervenimmo in uno luogo che si chiama Boniporto, presso alla città di Talassa.
9 Era trascorso molto tempo e la navigazione era ormai pericolosa, perché era già passata anche la festa dell’Espiazione; Paolo perciò raccomandava9 E dopo molto tempo, non essendo più sicuro il navigare, per che era in sul verno, Paulo incominciò a parlare al tribuno e agli altri.
10 loro: «Uomini, vedo che la navigazione sta per diventare pericolosa e molto dannosa, non solo per il carico e per la nave, ma anche per le nostre vite».10 E disse frategli miei, a me pare che con pericolo della nave e della vita incomincia a essere ormai il navigare, (e questo disse volendoli inducere a vernare quivi).
11 Il centurione dava però ascolto al pilota e al capitano della nave più che alle parole di Paolo.11 Ma il centurione credette più al patrone e al nocchiere della nave, (che voleva pure andare).
12 Dato che quel porto non era adatto a trascorrervi l’inverno, i più presero la decisione di salpare di là, per giungere se possibile a svernare a Fenice, un porto di Creta esposto a libeccio e a maestrale.
12 E non parendo loro quivi buono porto per vernare, presero per consiglio di pur mettersi a navigare, se per alcuno modo potessero pervenire a Fenice, e quivi vernare.
13 Appena cominciò a soffiare un leggero scirocco, ritenendo di poter realizzare il progetto, levarono le ancore e si misero a costeggiare Creta da vicino.13 ..
14 Ma non molto tempo dopo si scatenò dall’isola un vento di uragano, detto Euroaquilone.14 ..
15 La nave fu travolta e non riusciva a resistere al vento: abbandonati in sua balìa, andavamo alla deriva.15 E mettendoci avemmo grandissime tempeste, sì che la nave non possendo alli venti resistere, cercò molte contrade.
16 Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Cauda, a fatica mantenemmo il controllo della scialuppa.16 E poi (levandosi incontro uno vento aquilone) menolla in una isola la quale si chiama Cauda; e quivi (per la grande tempesta) appena potemmo campare il copano.
17 La tirarono a bordo e adoperarono gli attrezzi per tenere insieme con funi lo scafo della nave. Quindi, nel timore di finire incagliati nella Sirte, calarono la zavorra e andavano così alla deriva.17 Onde quelli marinari, cingendo la nave con diverse ancore per tenerla, e non potendo, li venti la trasportarono.
18 Eravamo sbattuti violentemente dalla tempesta e il giorno seguente cominciarono a gettare a mare il carico;18 Onde temendo di perire, il segnente di gittarono tutta la mercanzia per alleggerire la nave.
19 il terzo giorno con le proprie mani buttarono via l’attrezzatura della nave.19 E lo terzo dì poi gittarono l'armadura della nave.
20 Da vari giorni non comparivano più né sole né stelle e continuava una tempesta violenta; ogni speranza di salvarci era ormai perduta.
20 E così correndo più giorni con molta tempesta (e tenebre) intanto che nè sole nè stelle vedere potevamo, disperavamo al tutto di potere scampare.
21 Da molto tempo non si mangiava; Paolo allora, alzatosi in mezzo a loro, disse: «Uomini, avreste dovuto dar retta a me e non salpare da Creta; avremmo evitato questo pericolo e questo danno.21 E stati che furono più giorni senza mangiare, Paulo si levò (e confortogli) e disse: meglio era, frategli, che m' aveste creduto e fussimo rimasi in Creta, e non metterci a questi pericoli.
22 Ma ora vi invito a farvi coraggio, perché non ci sarà alcuna perdita di vite umane in mezzo a voi, ma solo della nave.22 Niente di meno non vi dubitate, ma confortatevi; per ciò che (io vi pronunzio e sicuro che) niuno di voi perirà, ma solo la nave (si perderà per questa tempesta).
23 Mi si è presentato infatti questa notte un angelo di quel Dio al quale io appartengo e che servo,23 E questo m'ha revelato in questa notte l'angelo di Dio, al quale io servo.
24 e mi ha detto: “Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare, ed ecco, Dio ha voluto conservarti tutti i tuoi compagni di navigazione”.24 Il quale mi apparve, e disse: non temere, Paulo; ma sappi che tu anderai pur a comparire dinanzi Cesare; e Dio ti dona tutti costoro che nàvigano teco, (e per tuo amore perdona loro, che non periscano).
25 Perciò, uomini, non perdetevi di coraggio; ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto.25 E però, fratelli miei, confortatevi; però che io credo nel mio Dio, che così sarà per certo come. ho detto.
26 Dovremo però andare a finire su qualche isola».
26 Ma bisogno è che noi pervegnamo in una certa isola.
27 Come giunse la quattordicesima notte da quando andavamo alla deriva nell’Adriatico, verso mezzanotte i marinai ebbero l’impressione che una qualche terra si avvicinava.27 E poi dopo il quarto decimo di (dopo le dette parole) navigando noi in Adria in su la mezza notte, parve a' marinari di vedere una certa terra.
28 Calato lo scandaglio, misurarono venti braccia; dopo un breve intervallo, scandagliando di nuovo, misurarono quindici braccia.28 Onde, mettendo il scandaglio, trovarono l'acqua in altezza di venti passi; e poi navigando un poco, trovarono l'altezza pur di quindici passi.
29 Nel timore di finire contro gli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, aspettando con ansia che spuntasse il giorno.29 Onde temendo di non ferire a terra, misero quattro ancore, aspettando e desiderando che facesse giorno.
30 Ma, poiché i marinai cercavano di fuggire dalla nave e stavano calando la scialuppa in mare, col pretesto di gettare le ancore da prua,30 E (temendo) li marinari (pur di perire) procuravano pur di fuggire; onde mettendo in mare la scafa (cioè il copano) sotto specie di mettersi ad anconciare le ancore della prora, volevansi partire.
31 Paolo disse al centurione e ai soldati: «Se costoro non rimangono sulla nave, voi non potrete mettervi in salvo».31 Ma (avvedendosi) Paulo (di ciò,) disse al Centurione e alla sua masnada, (che non gli lasciasse andare nella scafa, cioè nel copano; onde disse): se costoro non rimangono nella nave, noi non possiamo campare.
32 Allora i soldati tagliarono le gómene della scialuppa e la lasciarono cadere in mare.
32 Allora quelli masnadieri (per comandamento del tribuno corsero, e) tagliorono la fune della scafa (cioè del copano, inanzi che niuno marinaio vi scendesse), e lassoronla andare.
33 Fino allo spuntare del giorno Paolo esortava tutti a prendere cibo dicendo: «Oggi è il quattordicesimo giorno che passate digiuni nell’attesa, senza mangiare nulla.33 E poi approssimandosi il giorno, Paulo pregava (e confortava) tutti che mangiassero uno poco, sapendo che XIIII giorni erano stati (quasi) digiuni.
34 Vi invito perciò a prendere cibo: è necessario per la vostra salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà perduto».34 E però disse: io vi prego che prendiate cibo e confortiatevi; però che (siate certi che) pure uno capello di capo di voi non perirà (e non si perderà).
35 Detto questo, prese un pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare.35 E dette queste parole, elli stesso prese il pane (e benedisselo), e ringraziò Dio in conspetto di tutti; e cominciò a mangiare.
36 Tutti si fecero coraggio e anch’essi presero cibo.36 Onde quelli, assicurandosi e confortandosi, presero il cibo.
37 Sulla nave eravamo complessivamente duecentosettantasei persone.37 E in quella nave eravamo per numero ducento settantasei uomini.
38 Quando si furono rifocillati, alleggerirono la nave gettando il frumento in mare.
38 E poi ch' ebbero preso il cibo, per alleggerire più la nave gittorono in mare alquanto grano ch' era rimaso.
39 Quando si fece giorno, non riuscivano a riconoscere la terra; notarono però un’insenatura con una spiaggia e decisero, se possibile, di spingervi la nave.
39 E fatto che fu giorno chiaro, (non conoscevamo dove ci fossimo, e) non vedevamo niuna terra, se non una spiaggia ove procuravano di menare la nave se potessero.
40 Levarono le ancore e le lasciarono andare in mare. Al tempo stesso allentarono le corde dei timoni, spiegarono la vela maestra e, spinti dal vento, si mossero verso la spiaggia.40 E levando l'ancore di mare a sè, mossen si per navigare; e allentando le ligature de' gubernacoli, e ragiando l'artimone, andavano secondo che il vento gli menava verso quella spiaggia.
41 Ma incapparono in una secca e la nave si incagliò: mentre la prua, arenata, rimaneva immobile, la poppa si sfasciava sotto la violenza delle onde.41 E giungendo in quello luogo che si chiama Ditalasso, con impeto la nave percosse (e feritte) a terra; e la prua rimase salda, ma la poppa si ruppe. dalla forza del mare.
42 I soldati presero la decisione di uccidere i prigionieri, per evitare che qualcuno fuggisse a nuoto;42 Onde (credendosi pure perire,) quelli masnadieri presero per consiglio di uccidere Paulo e li compagni suoi, sì che niuno non potesse campare natando.
43 ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo proposito. Diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiungessero terra;43 Ma Centurione, volendo pure salvare Paulo, non permise loro di fare questo male; e comandò che quelli che sapessero natare si mettessero in mare in prima, e che campassero a terra, se potessero;
44 poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra.44 e rimettessero gli altri, e aiutassero campare in su le tavole della nave rotta, o in su l' altre massarizie (e scrigni) ch' erano nella nave. Onde, così facendo, tutti (camporono sani e salvi, e) giunsero a terra.