Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Actus Apostolorum 26


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Agrippa vero ad Paulum ait : Permittitur tibi loqui pro temetipso. Tunc Paulus extenta manu cœpit rationem reddere :1 (Le quali parole udendo) il re Agrippa sì disse a Paulo: abbi licenza di parlare, e di scusarti di quello che t' è apposto. Allora Paulo, stendendo la mano (con grande ardire, come sogliono fare gli arengatori), cominciò a scusarsi (e disse):
2 De omnibus quibus accusor a Judæis, rex Agrippa, æstimo me beatum apud te cum sim defensurus me hodie,2 Di tutte quelle cose, che io sono accusato da' giudei, o re Agrippa, (credo sì scusarmi, che tu medesimo, come giusto signore, mi difenderai; e però) mi reputo beato, che (questa questione) si conosca dinanzi da te,
3 maxime te sciente omnia, et quæ apud Judæos sunt consuetudines et quæstiones : propter quod obsecro patienter me audias.3 per che sai...... le consuetudini delli giudei; e però ti pregò che mi odi pazientemente.
4 Et quidem vitam meam a juventute, quæ ab initio fuit in gente mea in Jerosolymis, noverunt omnes Judæi :4 Or dico che la vita mia insino dalla puerizia mia, come io sono conversato in Ierusalem, sanno quelli i quali mi conobbero insino da piccolino,
5 præscientes me ab initio (si velint testimonium perhibere) quoniam secundum certissimam sectam nostræ religionis vixi pharisæus.5 se elli vogliono dire la verità, cioè che secondo la certissima setta dalla nostra religione vissi Fariseo.
6 Et nunc, in spe quæ ad patres nostros repromissionis facta est a Deo, sto judicio subjectus :6 E ora sono menato al giudicio (e accusato) per che (dico e) spero (e ho fede) nelle promissioni che furono fatte alli nostri padri;
7 in quam duodecim tribus nostræ nocte ac die deservientes, sperant devenire. De qua spe accusor a Judæis, rex.7 nella quale speranza (eziandio) li giudei delle XII tribù sperano di pervenire, e per questo servono (a Dio) dì e notte. Della quale speranza, o re, io son accusato (da' giudei).
8 Quid incredibile judicatur apud vos, si Deus mortuos suscitat ?8 E per che de' essere incredibile appo voi, se io dico che Dio resuscita li morti?
9 Et ego quidem existimaveram me adversus nomen Jesu Nazareni debere multa contraria agere,9 E io (come elli sanno, era principale inimico de' cristiani, e) pensava (e sforzavami) di fare ciò che io potea di male contra a questo Iesù Nazareno e contra a' suoi fedeli.
10 quod et feci Jerosolymis, et multos sanctorum ego in carceribus inclusi, a principibus sacerdotum potestate accepta : et cum occiderentur, detuli sententiam.10 E molti ne presi e mèssi in pregione in Ierusalem; eziandio di autorità del principe de' sacerdoti
11 Et per omnes synagogas frequenter puniens eos, compellebam blasphemare : et amplius insaniens in eos, persequebar usque in exteras civitates.11 andava per le sinagoghe (e per le contrade, d' uno animo) tutto furioso; e prendendo e aiutando uccidere li cristiani, (induceali e) costringeali quanto poteva di fare loro negare la fede.
12 In quibus dum irem Damascum cum potestate et permissu principum sacerdotum,12 Or avvenne che andando io in Damasco con autorità del principe de' sacerdoti (e seniori e de' maggiori giudei),
13 die media in via vidi, rex, de cælo supra splendorem solis circumfulsisse me lumen, et eos qui mecum simul erant.13 uno giorno in sul mezzo dì (essendo io già presso a Damasco) una luce smisurata circonfulse me e li compagni miei,
14 Omnesque nos cum decidissemus in terram, audivi vocem loquentem mihi hebraica lingua : Saule, Saule, quid me persequeris ? durum est tibi contra stimulum calcitrare.14 sì che tutti cademmo in terra (abbagliati per quello splendore); e (stando così a terra prostrato) udii una voce che mi disse in lingua ebrea: Saulo, Saulo, per che mi persèguiti? Dura cosa t'è di ricalcitrare contra allo stimolo.
15 Ego autem dixi : Quis es, domine ? Dominus autem dixit : Ego sum Jesus, quem tu persequeris.15 E io allora dissi: chi se' tu, Signore, (che mi parli)? E il Signore rispose: io son Iesù Nazareno, il quale tu persèguiti.
16 Sed exsurge, et sta super pedes tuos : ad hoc enim apparui tibi, ut constituam te ministrum, et testem eorum quæ vidisti, et eorum quibus apparebo tibi,16 Ma sta su ritto in piedi; e sappi che ti sono apparito per farti uno ministro, e perchè mi sii testimonio di quelle cose che hai vedute e che io ti mostrarò.
17 eripiens te de populo et gentibus, in quas nunc ego mitto te,17 E liberarotti dalli popoli e dalle genti alle quali lo ti mandarò
18 aperire oculos eorum, ut convertantur a tenebris ad lucem, et de potestate Satanæ ad Deum, ut accipiant remissionem peccatorum, et sortem inter sanctos, per fidem quæ est in me.18 per alluminarle della fede vera, sì che si convertano dalle tenebre alla luce, e dalla potestà di satana a Dio (vivo), sì che ricevano remissione de' loro peccati, e (siano degni d'avere parte) con li santi per la fede mia.
19 Unde, rex Agrippa, non fui incredulus cælesti visioni :19 Onde io, o re Agrippa, (udendo queste cose) non fui incredulo (ma diedi fede) a questa visione celeste.
20 sed his qui sunt Damasci primum, et Jerosolymis, et in omnem regionem Judææ, et gentibus, annuntiabam, ut pœnitentiam agerent, et converterentur ad Deum, digna pœnitentiæ opera facientes.20 E così (mutato e convertito) entrai in Damasco, e cominciai a predicare Cristo, e così feci poi in Ierusalem e per molte altre contrade, annunziando e predicando a' giudei e a' pagani, e adducendoli a penitenza, e che si convertissero a Cristo facendo degne opere di penitenza.
21 Hac ex causa me Judæi, cum essem in templo, comprehensum tentabant interficere.21 Ecco, questa è la cagione per la quale li giudei mi presero, essendo nel tempio, e volevanmi uccidere.
22 Auxilio autem adjutus Dei usque in hodiernum diem, sto, testificans minori atque majori, nihil extra dicens quam ea quæ prophetæ locuti sunt futura esse, et Moyses,22 Ma per l'aiuto di Dio pur sono scampato insino al dì d' oggi, e pure sto fermo testificando a' maggiori e a' minori, che io non predico altro se non come Moisè e gli altri profeti predissero (e pronunziarono) che doveva venire,
23 si passibilis Christus, si primus ex resurrectione mortuorum, lumen annuntiaturus est populo et gentibus.23 cioè della (incarnazione e) passione di Cristo e della resurrezione de' morti, della quale egli fu primo (e cagione), e venne come luce vera ad alluminare li giudei e li pagani.
24 Hæc loquente eo, et rationem reddente, Festus magna voce dixit : Insanis, Paule : multæ te litteræ ad insaniam convertunt.24 Le quali parole dicendo Paulo, il predetto Porzio Festo gridò con grande voce, e disse: tu sei fuori del senno, Paulo, e (parmi che) la troppa lettera ti fa uscire dal senno.
25 Et Paulus : Non insanio, inquit, optime Feste, sed veritatis et sobrietatis verba loquor.25 Allora Paulo rispose: non sono (pazzo nè sono) fuora del senno, o ottimo Porzio Festo, ma parlo parole di sobrietà e di verità.
26 Scit enim de his rex, ad quem et constanter loquor : latere enim eum nihil horum arbitror. Neque enim in angulo quidquam horum gestum est.26 E bene mi intende il re Agrippa, e parlogli con fidanza; e non credo ch' elli sia ignorante di queste cose, però che non sono fatte (nè dette) per li cantoni (in secreto, ma in pubblico).
27 Credis, rex Agrippa, prophetis ? Scio quia credis.27 (E poi disse): credi, o re Agrippa, alli profeti? Ben so che vi credi.
28 Agrippa autem ad Paulum : In modico suades me christianum fieri.28 Ed elli disse: per poco lascio, che io non doventi cristiano.
29 Et Paulus : Opto apud Deum, et in modico et in magno, non tantum te, sed etiam omnes qui audiunt hodie fieri tales, qualis et ego sum, exceptis vinculis his.29 E Paulo rispose: io vorrei (e desidero) che in poco e in molto e tu e gli altri che quivi siete congregati (fuste e) diventaste oggi tali quale sono io, salvo che non fuste incatenati come io.
30 Et exsurrexit rex, et præses, et Bernice, et qui assidebant eis.30 (Del cui fervente e savio parlare) il re (molto meravigliato) si levò (e trassesi in disparte) con Bernice; e col tribuno e con altri molti.
31 Et cum secessissent, loquebantur ad invicem, dicentes : Quia nihil morte aut vinculis dignum quid fecit homo iste.31 E ragionando insieme di Paulo, tutti (determinarono e) dissero ch' egli non era reo, nè degno di morte, nè di prigione.
32 Agrippa autem Festo dixit : Dimitti poterat homo hic, si non appellasset Cæsarem.32 E il re Agrippa disse a Porzio Festo: lasciare si potrebbe questo uomo, se non ch' elli ha appellato all' imperatore; (ma poi ch' elli ha appellato all' imperatore, màndavelo).