Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Ecclesiasticus 10


font
VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Judex sapiens judicabit populum suum,
et principatus sensati stabilis erit.
1 Lo giudice savio giudicherà il popolo suo, il principato del savio sarà stabile.
2 Secundum judicem populi, sic et ministri ejus :
et qualis rector est civitatis, tales et inhabitantes in ea.
2 Secondo il giudice del populo, così fieno li ministri suoi; e quale è il rettore della cittade, tali sono gli abitanti in quella.
3 Rex insipiens perdet populum suum :
et civitates inhabitabuntur per sensum potentium.
3 Lo sciocco re perderà il suo popolo; e le cittadi saranno abitate per lo senno de' savi.
4 In manu Dei potestas terræ :
et utilem rectorem suscitabit in tempus super illam.
4 La signoria della terra sì è nella mano di Dio, (e scomunicabile è ogni iniquità delle genti); e utile rettore al tempo suo susciterà Iddio sopra di quella.
5 In manu Dei prosperitas hominis,
et super faciem scribæ imponet honorem suum.
5 Nella mano d' Iddio è la potenza dell' uomo, e sopra la faccia dello scrivano (Iddio) porrà l'onore suo.
6 Omnis injuriæ proximi ne memineris,
et nihil agas in operibus injuriæ.
6 Non tenere a memoria ogni ingiuria la quale t'ha fatto il prossimo; e nulla farai nell' opere della ingiuria.
7 Odibilis coram Deo est et hominibus superbia,
et execrabilis omnis iniquitas gentium.
7 La superbia è odiosa dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini; e ogni iniquità delle genti è biastemievole.
8 Regnum a gente in gentem transfertur propter injustitias,
et injurias, et contumelias, et diversos dolos.
8 Il regno si trasporta di gente in gente per le ingiustizie e per le ingiurie e per le contumelie e per diversi inganni.
9 Avaro autem nihil est scelestius.
Quid superbit terra et cinis ?
9 Niuna cosa è più scellerata che lo avaro. Per che sei superba, o terra e cenere?
10 Nihil est iniquius quam amare pecuniam :
hic enim et animam suam venalem habet,
quoniam in vita sua projecit intima sua.
10 Niuna cosa è più iniqua che amare la pecunia; per che costui che l'ama, ha l'anima sua venale, però che nella vita sua sì gittoe le sue intime cose.
11 Omnis potentatus brevis vita ;
languor prolixior gravat medicum.
11 Ogni signoria è breve per vita. La lunga infermità sì annoia il medico.
12 Brevem languorem præcidit medicus :
sic et rex hodie est, et cras morietur.
12 Rimove il medico la breve malattia; e così è il re oggi, e domani si muore.
13 Cum enim morietur homo,
hæreditabit serpentes, et bestias, et vermes.
13 Quando muore l'uomo, fia erede delli serpenti e bestie e vermini.
14 Initium superbiæ hominis apostatare a Deo :
14 Il principio della superbia dell' uomo sì è fuggirsi da Dio.
15 quoniam ab eo qui fecit illum recessit cor ejus,
quoniam initium omnis peccati est superbia.
Qui tenuerit illam adimplebitur maledictis,
et subvertet eum in finem.
15 Però che il cuore suo si partì da colui che il fece; e perciò che la superbia è principio d'ogni peccato, colui che lei terrae sarà ripieno dalla maledizione, e infine lo stravolgerae.
16 Propterea exhonoravit Dominus conventus malorum,
et destruxit eos usque in finem.
16 Perciò il Signore levò gli ornamenti al convento de' rei, e distrussegli insino alla fine.
17 Sedes ducum superborum destruxit Deus,
et sedere fecit mites pro eis.
17 Iddio distrusse le sedie delli superbi dogi, e fa sedere gli umili per coloro.
18 Radices gentium superbarum arefecit Deus,
et plantavit humiles ex ipsis gentibus.
18 Iddio inaridì le radici delle superbe genti, e di quelle genti piantoe li umili.
19 Terras gentium evertit Dominus,
et perdidit eas usque ad fundamentum.
19 Iddio stravolse le terre delli cupidi, e disfecele insino al fondamento.
20 Arefecit ex ipsis, et disperdidit eos,
et cessare fecit memoriam eorum a terra.
20 Inaridì quelli, e distrusse quelli, e fece cessare la memoria loro da terra.
21 Memoria superborum perdidit Deus,
et reliquit memoriam humilium sensu.
21 Iddio disfece la memoria de' superbi, e lascioe la memoria delli umili sempre.
22 Non est creata hominibus superbia,
neque iracundia nationi mulierum.
22 Superbia non è creata agli uomini, nè iracondia alla nazione delle femine.
23 Semen hominum honorabitur hoc, quod timet Deum :
semen autem hoc exhonorabitur, quod præterit mandata Domini.
23 Il seme degli uomini, il quale teme Iddio, sarà onorato; ma quello seme degli uomini sarà disonorato, il quale passa il comandamento del Signore.
24 In medio fratrum rector illorum in honore :
et qui timent Dominum erunt in oculis illius.
24 Nel mezzo de' fratelli lo rettore di quelli sia in onore; e coloro che temono Iddio, saranno nel conspetto suo.
25 Gloria divitum, honoratorum, et pauperum,
timor Dei est.
25 Il timore di Dio sì è gloria degli onorati ricchi e delli poveri.
26 Noli despicere hominem justum pauperem,
et noli magnificare virum peccatorem divitem.
26 Non dispregiare l'uomo povero e giusto; e non magnificare l' uomo peccatore ricco.
27 Magnus, et judex, et potens est in honore :
et non est major illo qui timet Deum.
27 Grande è il giudice, e potente in onore; e non è egli maggiore di colui che teme Iddio.
28 Servo sensato liberi servient :
et vir prudens et disciplinatus non murmurabit correptus,
et inscius non honorabitur.
28 Li liberi sono servi del savio servo; e l' uomo savio e disciplinato non mormorarae quando è castigato, e chi non sae non sarà onorato.
29 Noli extollere te in faciendo opere tuo,
et noli cunctari in tempore angustiæ.
29 Non ti esaltare in fare l' opera tua, e non dimorare nel tempo dell' angoscia.
30 Melior est qui operatur et abundat in omnibus,
quam qui gloriatur et eget pane.
30 Meglio è colui che adopera, e abbonda in tutte le cose, che colui che si gloria, e non ha del pane.
31 Fili, in mansuetudine serva animam tuam,
et da illi honorem secundum meritum suum.
31 Figliuolo, salva l'anima tua nella mansuetudine, e dàlli onore secondo il merito suo.
32 Peccantem in animam suam quis justificabit ?
et quis honorificabit exhonorantem animam suam ?
32 Or chi giustificherae colui che pecca nell'anima sua? chi onorerà colui che disonora l'anima sua?
33 Pauper gloriatur per disciplinam et timorem suum :
et est homo qui honorificatur propter substantiam suam.
33 Il povero si gloria per la disciplina e il timor suo; ed è alcuno che è onorato per la ricchezza sua.
34 Qui autem gloriatur in paupertate, quanto magis in substantia !
et qui gloriatur in substantia, paupertatem vereatur.
34 Colui che si vanagloria nella povertade, quanto maggiormente nella ricchezza? E colui che si gloria nelle ricchezze, tema la povertade.