Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondus Machabaeorum 11


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Sed parvo post tempore, Lysias procurator regis et propinquus, ac negotiorum præpositus, graviter ferens de his quæ acciderant,1 E dopo poco tempo Lisia, procuratore del re e suo propinquo, preposito de' mercatanti, (ebbe a male e) gravemente sostenea quelle cose ch' erano intervenute (a Timoteo e a' suoi).
2 congregatis octoginta millibus, et equitatu universo, veniebat adversus Judæos, existimans se civitatem quidem captam gentibus habitaculum facturum,2 E avendo congregato ottanta milia uomini, con tutto lo esèrcito delli cavalieri, se ne venìa contro alli Giudei, pensando (che) presa che sarà la città per lui, farla abitacolo di Gentili,
3 templum vero in pecuniæ quæstum, sicut cetera delubra gentium, habiturum, et per singulos annos venale sacerdotium :3 e poner il templo in questo di danari, come egli avea li altri templi de' Gentili, e ciascuno anno vender il sacerdozio,
4 nusquam recogitans Dei potestatem, sed mente effrenatus in multitudine peditum, et in millibus equitum, et in octoginta elephantis confidebat.4 non pensando la potenza di Dio; ma con la mente sanza freno si confidava nella moltitudine dei pedoni, e nelle migliaia de' cavalli, e in ottanta elefanti ( ch' egli avea con se).
5 Ingressus autem Judæam, et appropians Bethsuræ, quæ erat in angusto loco, ab Jerosolyma intervallo quinque stadiorum, illud præsidium expugnabat.5 Essendo lui veramente entrato in Giudea, e approssimato a Betsura la quale era in uno luogo stretto, distante da Ierusalem per spazio di cinque stadii, combattea quella fortezza.
6 Ut autem Machabæus et qui cum eo erant cognoverunt expugnari præsidia, cum fletu et lacrimis rogabant Dominum, et omnis turba simul, ut bonum angelum mitteret ad salutem Israël.6 Quando Maccabeo, e quelli ch' erano con lui, conobbero che la fortezza si combattea, con pianto e lacrime pregavano Iddio Signore, e anco tutto il popolo insieme, che lui mandasse l'angelo suo buono alla salute d' Israel.
7 Et ipse primus Machabæus, sumptis armis, ceteros adhortatus est simul secum periculum subire, et ferre auxilium fratribus suis.7 Dopo questo, esso Maccabeo, pigliando l' arme, confortò tutti gli altri, che dovessero insieme con lui sottomettersi al pericolo, e dar favore alli suoi fratelli.
8 Cumque pariter prompto animo procederent, Jerosolymis apparuit præcedens eos eques in veste candida, armis aureis hastam vibrans.8 E partendosi tutti con l'animo pronto di Ierusalem, apparve a loro uno a cavallo, vestito di bianco, che li andava dinanzi, con l'arme d'oro movendo l' asta, (come s' egli volesse percuoter gli inimici).
9 Tunc omnes simul benedixerunt misericordem Dominum, et convaluerunt animis : non solum homines, sed et bestias ferocissimas, et muros ferreos parati penetrare.9 Allora tutti benedissero Iddio insieme, il quale li facea misericordia, e pigliorono grande animo; intanto che non solo erano preparati di trapassare gli uomini, ma le bestie ferocissime e li muri di ferro.
10 Ibant igitur prompti, de cælo habentes adjutorem et miserantem super eos Dominum.10 Andavano dunque apparecchiati, avendo il Signore del cielo, [per] misericordia di loro, in aiuto.
11 Leonum autem more impetu irruentes in hostes, prostraverunt ex eis undecim millia peditum, et equitum mille sexcentos :11 E con modo e impeto leonino corsero contro (e sopra) li nimici, intanto che uccisero XI milia pedoni, e mille secento cavalieri.
12 universos autem in fugam verterunt, plures autem ex eis vulnerati nudi evaserunt. Sed et ipse Lysias turpiter fugiens evasit.
12 E tutti gli altri erano posti in fuga; e molti di loro feriti e spogliati fuggirono. E anco esso Lisia se ne fuggì con gran vergogna.
13 Et quia non insensatus erat, secum ipse reputans factam erga se diminutionem, et intelligens invictos esse Hebræos, omnipotentis Dei auxilio innitentes, misit ad eos :13 E per che (Lisia) non era insensato, considerando appo sè la diminuzione che li era stata fatta, intendendo anco li Giudei non esser da poterli vincere, però che combatteano con lo aiuto dello onnipotente Iddio, mandò loro a dire,
14 promisitque se consensurum omnibus quæ justa sunt, et regem compulsurum amicum fieri.14 che li volea consentire in tutto (quello che voleano), però che le loro dimande erano giuste; e promettea ai Giudei di pacificarli con lo re, e fare che lo re li sarìa amico.
15 Annuit autem Machabæus precibus Lysiæ, in omnibus utilitati consulens : et quæcumque Machabæus scripsit Lysiæ de Judæis, ea rex concessit.15 Condiscese Maccabeo alli preghi di Lisia, consigliandosi in ogni cosa che li fosse utile; e tutto quello che Maccabeo scrisse a Lisia delli Giudei, tutto concesse il re.
16 Nam erant scriptæ Judæis epistolæ a Lysia quidem hunc modum continentes : Lysias populo Judæorum salutem.16 Però ch' era stato scritto alli Giudei per Lisia epistole, le quali contenea questa sentenza: Lisia al popolo de' Giudei salute.
17 Joannes et Abesalom, qui missi fuerant a vobis, tradentes scripta, postulabant ut ea quæ per illos significabantur, implerem.17 Giovanni e Abesalom, li quali sono stati mandati da voi, portanto le scritture vostre, addimandavano che io terminassi quelle cose che per loro erano notificate (per vostro nome).
18 Quæcumque igitur regi potuerunt perferri, exposui : et quæ res permittebat, concessit.18 Tutte quelle cose adunque che si potea espedire, io le esposi al re; ed evvi stato concesso tutto quello ch' era onesto di concedere.
19 Si igitur in negotiis fidem conservaveritis, et deinceps bonorum vobis causa esset, tentabo.19 Se dunque voi serverete la fede nelle cose che accaderanno, tenterò da mo in avanti di esser causa di farvi molti beni.
20 De ceteris autem per singula verbo mandavi et istis, et his, qui a me missi sunt, colloqui vobiscum.20 Del resto (che s'è a trattare insieme) di ogni cosa particularmente ho notificato a quelli che mi avete mandati, e anco a quelli che io vi mando, acciò che parlino con voi, (e insieme deliberate quello a voi parerà).
21 Bene valete. Anno centesimo, quadragesimo octavo mensis Dioscori, die vigesima et quarta.
21 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, al vigesimo quarto dì di giugno.
22 Regis autem epistola ista continebat : Rex Antiochus Lysiæ fratri salutem.22 La epistola del re contenea questa sentenza: lo re Antioco a Lisia fratello salute.
23 Patre nostro inter deos translato, nos volentes eos qui sunt in regno nostro sine tumultu agere, et rebus suis adhibere diligentiam,23 Essendo nostro padre transferito tra li iddii, noi volendo governare tutti quelli i quali sono nel nostro regno sanza tumulto, e aver diligenza delle cose sue,
24 audivimus Judæos non consensisse patri meo ut transferrentur ad ritum Græcorum, sed tenere velle suum institutum, ac propterea postulare a nobis concedi sibi legitima sua.24 abbiamo udito, li Giudei non aver consentito al padre [mio], che si transferiscano alli modi del vivere de' Greci, ma voler tenere le sue leggi; e per questo addimandano a noi, che li sia concesso le cose sue legittime.
25 Volentes igitur hanc quoque gentem quietam esse, statuentes judicavimus templum restitui illis, ut agerent secundum suorum majorum consuetudinem.25 Volendo adunque che anco questa gente rimanga quieta, ordiniamo e giudichiamo che li sia restituito il loro templo, acciò che possino fare secondo la consuetudine de' loro padri antichi.
26 Bene igitur feceris, si miseris ad eos et dexteram dederis : ut cognita nostra voluntate, bono animo sint, et utilitatibus propriis deserviant.
26 Farai adunque bene, se tu manderai a loro, e dara'li la mano destra per fede, acciò che conosciuta la nostra volontade, rimangano di buono animo, e servino alle loro proprie utilità.
27 Ad Judæos vero regis epistola talis erat : Rex Antiochus senatui Judæorum, et ceteris Judæis salutem.27 Questa era la epistola del re, mandata alli Giudei: il re Antioco al senato de' Giudei, e agli altri, salute.
28 Si valetis, sic estis ut volumus : sed et ipsi bene valemus.28 Se voi siete in prosperità, così è come noi vogliamo; però che anco noi stiamo bene.
29 Adiit nos Menelaus, dicens velle vos descendere ad vestros, qui sunt apud nos.29 Venne a noi Menelao, dicendo che voi volete discendere alli vostri, li quali sono appresso di noi.
30 His igitur qui commeant usque ad diem trigesimum mensis Xanthici, damus dextras securitatis,30 A quelli adunque, che passino per sino al trigesimo di del mese d' aprile, diamo la mano destra per sicurtà,
31 ut Judæi utantur cibis et legibus suis, sicut et prius : et nemo eorum ullo modo molestiam patiatur de his quæ per ignorantiam gesta sunt.31 acciò che li Giudei possino usar li cibi e le leggi sue, come faceano prima; e niuno di loro per alcuno modo abbi molestia di quelle cose che per avanti sono state fatte per ignoranza.
32 Misimus autem et Menelaum, qui vos alloquatur.32 Abbiamo anco mandato Menelao, il quale vi debbi parlare, (e dichiararvi la nostra volontà).
33 Valete. Anno centesimo quadragesimo octavo, Xanthici mensis quintadecima die.
33 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, del mese di aprile al quinto decimo dì.
34 Miserunt autem etiam Romani epistolam, ita se habentem : Quintus Memmius et Titus Manilius legati Romanorum, populo Judæorum salutem.34 Mandorono anco i Romani una epistola di questo tenore: Quinto Memmio e Tito Manilio, ambasciatori de' Romani, al popolo de' Giudei salute.
35 De his quæ Lysias cognatus regis concessit vobis, et nos concessimus.35 Di quelle cose che Lisia, parente del re, vi ha concesso, etiam noi ve le concediamo.
36 De quibus autem ad regem judicavit referendum, confestim aliquem mittere, diligentius inter vos conferentes, ut decernamus, sicut congruit vobis : nos enim Antiochiam accedimus.36 Ma di queste cose ch' egli ha riferite al re, incontinente mandate con diligenza alcuno, conferendo fra voi, acciò conosciamo come a voi si conviene; imperò che noi andiamo in Antiochia.
37 Ideoque festinate rescribere, ut nos quoque sciamus cujus estis voluntatis.37 Il che affrettatevi di scrivere, per che etiam noi sappiamo di cui volontà siete.
38 Bene valete. Anno centesimo quadragesimo octavo, quintadecima die mensis Xanthici.38 Abbiate bene. Nel centesimo quadragesimo ottavo anno, nel quintodecimo dì di aprile.