Scrutatio

Mercoledi, 21 maggio 2025 - Santi Martiri Messicani (Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni) ( Letture di oggi)

Ecclesiastico 38


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA CEI 2008
1 Onora il medico per la necessitade; certo Iddio il creoe.1 Onora il medico per le sue prestazioni,
perché il Signore ha creato anche lui.
2 Ogni medicina è da Dio, e dal re riceverà dono.2 Dall’Altissimo infatti viene la guarigione,
e anche dal re egli riceve doni.
3 La disciplina del medico, esaltoe il capo del medico, e nel cospetto de' grandi uomini fia laudato.3 La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4 L' Altissimo creoe le medicine di terra, e il savio uomo non averà quelle medicine in orrore.4 Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l’uomo assennato non li disprezza.
5 Or non è l'acqua amara fatta dolce dal legno?5 L’acqua non fu resa dolce per mezzo di un legno,
per far conoscere la potenza di lui?
6 E fu data al conoscimento delli uomini la virtude delle medicine (di quelle cose s' appartiene); e l' Altissimo diede la scienza alli uomini, per essere onorato nelle sue maraviglie.6 Ed egli ha dato agli uomini la scienza
perché fosse glorificato nelle sue meraviglie.
7 Con queste cose il medico mitiga la doglia, e l' unguentario farà (d' esse) unguenti di soavitade, e comporranne unzioni di sanitade; e non si finiranno l' opere sue.7 Con esse il medico cura e toglie il dolore,
8 La pace di Dio sopra la faccia della terra.8 con queste il farmacista prepara le misture.
Certo non verranno meno le opere del Signore;
da lui proviene il benessere sulla terra.
9 Figliuolo, nella tua infermitade non dispregiare te medesimo; ma adora Iddio, acciò ch' egli ti guarisca.9 Figlio, non trascurarti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10 Partiti dal peccato, e dirizza le tue mani, e monda il cuore tuo da ogni peccato.10 Allontana l’errore, regola le tue mani,
purifica il cuore da ogni peccato.
11 Dà soavitade e memoria di oblazione, e ingrassa l'offerta, e dà luogo al medico;11 Offri l’incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12 però che Iddio il creoe; e non si parta da te, però che le opere sue sono necessarie.12 Poi ricorri pure al medico, perché il Signore ha creato anche lui:
non stia lontano da te, poiché c’è bisogno di lui.
13 Egli è tempo, che tu corri nelle mani loro.13 Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani;
14 E loro pregheranno Iddio, che ti dirizzi il riposo loro, e la sanitade (tua) per la loro conversazione (teco).14 anch’essi infatti pregano il Signore
perché conceda loro di dare sollievo
e guarigione per salvare la vita.
15 Chi pecca nel cospetto di colui che il fece, caderae nelle mani del medico.15 Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.
16 Figliuolo, produci lacrime verso il morto, e sì come tu avessi infermitade comincia a piangere; e secondo la condizione cuopri il corpo di colui, e non disprezzare la sua sepoltura.16 Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre profondamente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo le sue volontà
e non trascurare la sua tomba.
17 Per lo suo partimento amaramente porta il dolore di colui uno die, e consòlati per la tristizia.17 Piangi amaramente e alza il tuo caldo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due per evitare maldicenze,
poi consólati del tuo dolore.
18 E fa pianto, secondo il merito suo, uno die o due, per rimuover la mormorazione.18 Infatti dal dolore esce la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19 Dalla tristizia viene tosto la morte, (e impedisce) e cuopre la virtù (vitale); e la tristizia del cuore ripiega la testa dell' uomo.19 Nella disgrazia resta il dolore,
una vita da povero è maledizione del cuore.
20 La tristizia dimora nel ricusamento della consolazione; e la sostanza del povero sì è secondo il cuore suo.20 Non abbandonare il tuo cuore al dolore,
scaccialo ricordando la tua fine.
21 Non darai in tristizia il cuore tuo; ma cacciala da te, e stiati a mente del fine.21 Non dimenticare che non c’è ritorno;
a lui non gioverai e farai del male a te stesso.
22 E non lo ti dimenticare; però che non deve ritornare chi muore; e a costui non gioveresti niente, e te medesimo peggioreresti.22 Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua:
ieri a me e oggi a te.
23 Ricorditi della sentenza mia; però che così sarà di te; a me fu jeri, e a te fia oggi.23 Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo ricordo;
consólati di lui, ora che il suo spirito è partito.
24 (Al fine) fa riposare la memoria del morto nel riposo suo; e consola lui nello suscitamento della sua anima.24 La sapienza dello scriba sta nel piacere del tempo libero,
chi si dedica poco all’attività pratica diventerà saggio.
25 Nota la sapienza nel tempo che tu starai in ozio; e chi scema nell' operare apprenderae la sapienza: però ch' elli si riempierae di sapienza25 Come potrà divenire saggio chi maneggia l’aratro
e si vanta di brandire un pungolo,
spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26 chi tiene l'aratro, e chi si gloria nello lanciotto, col pungitoio tocca i buoi, e conversa nell'opera di quelli, e il suo parlare è ne' figliuoli de' buoi.26 Dedica il suo cuore a tracciare solchi
e non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27 Il cuore suo darae a volgere gli solchi, il suo vegliare nello ingrassare delle vacche.27 Così ogni artigiano e costruttore
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono immagini per sigilli
e con pazienza cercano di variare le figure,
dedicano il cuore a riprodurre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28 Così ogni maestro di legname e artefice, il quale lavora la notte come il die; colui che intaglia figure rilevate, e la sua sollecitudine è in variare dipinture; darae il cuore suo nella similitudine della pittura, e nella sua vigilia compie l'opera.28 Così il fabbro che siede vicino all’incudine
ed è intento al lavoro del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore della fornace deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi sul modello di un oggetto,
dedica il suo cuore a finire il lavoro
e sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29 Così è il fabbro, tenendosi presso all' incudine, e considerando il lavoro del ferro; il vapore del fuoco arderae le carni sue, e nel calore della fornace combatte.29 Così il vasaio che è seduto al suo lavoro
e con i suoi piedi gira la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro,
si affatica a produrre in gran quantità.
30 La voce del martello innuova li suoi orecchi, e l'occhio suo (intende e) cerca la somiglianza del vasello.30 Con il braccio imprime una forma all’argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
dedica il suo cuore a una verniciatura perfetta
e sta sveglio per pulire la fornace.
31 Il cuore suo darae nel compimento dell' opera, e la vigilia sua adornerae il difetto.31 Tutti costoro confidano nelle proprie mani,
e ognuno è abile nel proprio mestiere.
32 Così è il pentolaio, sedendo all' opera sua, volgendo co' piedi suoi la ruota; il quale sta sempre in luogo solitario per l'opera sua, e sanza numero è ogni sua operazione.32 Senza di loro non si costruisce una città,
nessuno potrebbe soggiornarvi o circolarvi.
Ma essi non sono ricercati per il consiglio del popolo,
33 Col braccio suo formerae il luto, e dinanzi a' piedi suoi chinerae la forza sua.33 nell’assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice
e non conoscono le disposizioni della legge.
Non fanno brillare né l’istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi,
34 Il cuore suo darà per comperare le limature, e la sua vigilia monderae la fornace.34 ma essi consolidano la costruzione del mondo,
e il mestiere che fanno è la loro preghiera.
Differente è il caso di chi si applica
a meditare la legge dell’Altissimo.
35 Tutti questi sperano nelle loro mani, e ciascuno è savio nell'arte sua.
36 Sanza tutti questi non si edificherae la cittade.
37 E non persevereranno, e non anderanno dentro, e non translateranno nella chiesa.
38 Non sederanno sopra la sedia del giudice, e non intenderanno il testamento del giudicio; manifestamente [non] faranno disciplina e giudicio, e non saranno trovati nelli proverbii.
39 Ma confermeranno la creatura del mondo; il priego di quelli si è nella operazione dell' arte, i quali prestano l'anima sua, agguadagnando nella legge dello Altissimo.