Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Qoelet 1


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA VOLGARE
1 - Detti dell'Ecclesiaste, figliuolo di David, re di Gerusalemme.1 Parole (dette) dello Ecclesiaste (questionatore) figliuolo di David, re di Ierusalem.
2 Vanità delle vanità - dice l'Ecclesiaste - vanità delle vanità! e tutto è vanità.2 Vanitade vana, disse il disputatore; vanitate sì è vôto, e ogni cosa vana sì è niente.
3 Che vantaggio ha l'uomo di tutta la sua fatica con cui si travaglia sotto il sole?3 Or che vale all' uomo di tutta sua fatica la quale sofferisce di sotto al sole (per lo mondo, altro che vanitadi)?
4 Passa una generazione e ne succede un'altra, e la terra sussiste sempre.4 Le generazioni vanno e vengono; ma la terra sta ferma.
5 Sorge il sole e tramontae s'affretta al suo posto, donde si leva ancora.5 Il sole si leva, e ricolcasi, e ritorna al suo luogo; il dì si leva,
6 S'avanza verso mezzodì e volge a settentrione[e] va intorno il vento, girando per ogni dove, e torna quindi sui suoi giri.6 e va dintorno al meridie, e china per aquilone; e illumina dintorno come spirito, e nelli suoi cerchielli si ritorna.
7 Tutti i fiumi sboccano nel mare e il mare non trabocca: al luogo donde i fiumi scaturiscono, ivi fan ritorno per rifluir novamente.7 E ogni fiume entra in mare, e il mare non trabocca; al luogo donde escono li fiumi, e' tornano, acciò che n' escano anche.
8 Ogni cosa è in travaglio, nè può l'uomo spiegarlo a parole: l'occhio non si sazia di vedere, nè mai è pieno l'orecchio d'ascoltare.8 E tutte le cose che sono malagevoli, non le puote l'uomo spianare per parole; l'occhio non si sazia per vedere, nè l' orecchia per l'udire.
9 [Eppure] che è ciò ch'è stato? quello stesso che sarà che è ciò ch'è accaduto? quello stesso che accadrà.9 Che è quello che è stato? dico che quello è quello che de' venire. Che cosa è quella che è stata fatta? dico esser quella che si ha a fare.
10 Non c'è nulla di nuovo sotto il sole, nè alcuno può dire:«Guarda, questa cosa è nuova!», poichè essa esisteva già ne' tempi andati, prima di noi.10 Nulla cosa è nuova sotto il sole, e nullo puote dire: ecco questo è nuovo; e già trapassato è anticamente [in] quelle cose che furono innanzi a noi.
11 Non resta memoria delle cose antiche!ma neppur di quelle che son per accadere vi sarà ricordopresso quei che verran più tardi.11 Non è ricordo delle cose antiche, (nè di quelle che saranno); ma anco delle cose che debbono venire non sarà memoria appo quelli che nell' ultimo saranno.
12 Io, l'Ecclesiaste, fui re d'Israele in Gerusalemme.12 Io Ecclesiaste fu' re di Ierusalem sopra lo stato de' giudei.
13 E mi detti con tutto l'animo a cercare ed esplorar per mezzo della sapienzatutto quanto si fa sotto il sole. Questa triste occupazioneDio ha dato agli uomini, perché si travaglino in essa!13 E posimi in cuore di domandare e di cercare saviamente di tutte le cose che sono sotto il sole. E questo reissimo pensiero lasciò Dominedio avere agli uomini, acciò che si occupassero in esso.
14 Tutto io vidi quel che si fa sotto il sole, ed ecco tutto è vanità e afflizione di spirito!14 Io vidi ciò che si fa sotto il sole, ed ecco che tutto è vanitade e istruggimento di cuore.
15 I perversi difficilmente si raddrizzano, e degli stolti il numero è infinito.15 Li uomini perversi malagevolmente si correggono; ma il numero degli stolti sì è infinito.
16 Dissi in cuor mio: «Ecco ch'io son diventato grande, e ho sorpassato in sapienza quanti furon prima di me in Gerusalemme. Molte cose ha approfondito con sapienza la mente mia, e ho imparato [molto].16 Io pensai nel cuore mio, e dissi: ecco che io sono fatto grande, e trapassai per senno tutti coloro che furono inanzi me in Ierusalem; e la mente mia sì ha pensate molte cose saviamente, e apparai.
17 Ho applicato il mio cuore ad apprender la saggezza, e a conoscer l'insipienza e la stoltezza, e mi sono accorto che anche in questo è travaglio e afflizione di spirito».17 Diedi il mio cuore ad imparare prudenza, e ammaestramento (di cuore), gli errori e la stultizia; e conobbi che anco in questo era fatica e afflizione di spirito.
18 Perchè in molta sapienza, molta inquietudine, e chi aumenta il sapere, aumenta il travaglio.18 Imperò che dove è molta sapienza sì è molto isdegno; e chi aggiunge scienza, aggiunge fatica (e dolore).