Scrutatio

Sabato, 11 maggio 2024 - San Fabio e compagni ( Letture di oggi)

Cantico 2


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DIODATINOVA VULGATA
1 Io son la rosa di Saron, Il giglio delle valli.1 Ego flos campi
et lilium convallium.
2 Quale è il giglio fra le spine, Tale è l’amica mia fra le fanciulle2 Sicut lilium inter spinas,
sic amica mea inter filias.
3 Quale è il melo fra gli alberi d’un bosco, Tale è il mio amico fra i giovani; Io ho desiderato d’esser all’ombra sua, E mi vi son posta a sedere; E il suo frutto è stato dolce al mio palato.3 Sicut malus inter ligna silvarum,
sic dilectus meus inter filios.
Sub umbra illius, quem desideraveram, sedi,
et fructus eius dulcis gutturi meo.
4 Egli mi ha condotta nella casa del convito, E l’insegna ch’egli mi alza è: Amore.4 Introduxit me in cellam vinariam,
et vexillum eius super me est caritas.
5 Confortatemi con delle schiacciate d’uva, Sostenetemi con de’ pomi, Perciocchè io languisco d’amore.5 Fulcite me uvarum placentis,
stipate me malis,
quia amore langueo.
6 Sia la sua man sinistra sotto al mio capo, Ed abbraccimi la sua destra.6 Laeva eius sub capite meo,
et dextera illius amplexatur me.
7 IO vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme, Per le cavriuole, e per le cerve della campagna, Che voi non isvegliate l’amor mio, e non le rompiate il sonno, Finchè non le piaccia7 Adiuro vos, filiae Ierusalem,
per capreas cervasque camporum,
ne suscitetis neque evigilare faciatis dilectam,
quoadusque ipsa velit.
8 Ecco la voce del mio amico; Ecco, egli ora viene Saltando su per i monti, Saltellando su per i colli.8 Vox dilecti mei!
Ecce iste venit
saliens in montibus,
transiliens colles.
9 L’amico mio è simile ad un cavriuolo, O ad un cerbiatto; Ecco ora sta dietro alla nostra parete, Egli riguarda per le finestre, Egli si mostra per i cancelli.9 Similis est dilectus meus capreae
hinnuloque cervorum.
En ipse stat
post parietem nostrum
respiciens per fenestras,
prospiciens per cancellos.
10 Il mio amico mi ha fatto motto, e mi ha detto: Levati, amica mia, bella mia, e vientene.10 En dilectus meus loquitur mihi:
“ Surge, amica mea,
columba mea, formosa mea, et veni.
11 Perciocchè, ecco, il verno è passato; Il tempo delle gran piogge è mutato, ed è andato via;11 Iam enim hiems transiit,
imber abiit et recessit.
12 I fiori si veggono sulla terra; Il tempo del cantare è giunto, E s’ode la voce della tortola nella nostra contrada.12 Flores apparuerunt in terra,
tempus putationis advenit;
vox turturis audita est
in terra nostra,
13 Il fico ha messi i suoi ficucci, E le viti fiorite rendono odore; Levati, amica mia, bella mia, e vientene13 ficus protulit grossos suos,
vineae florentes dederunt odorem suum;
surge, amica mea,
speciosa mea, et veni,
14 O colomba mia, che stai nelle fessure delle rocce, Ne’ nascondimenti de’ balzi, Fammi vedere il tuo aspetto, Fammi udir la tua voce; Perciocchè la tua voce è soave, e il tuo aspetto è bello.14 columba mea, in foraminibus petrae,
in caverna abrupta.
Ostende mihi faciem tuam,
sonet vox tua in auribus meis;
vox enim tua dulcis,
et facies tua decora ”.
15 Pigliateci le volpi, Le piccole volpi che guastano le vigne, Le nostre vigne fiorite.15 Capite nobis vulpes, vulpes parvulas,
quae demoliuntur vineas,
nam vineae nostrae florescunt.
16 Il mio amico è mio, ed io son sua; Di lui, che pastura la greggia fra i gigli.16 Dilectus meus mihi, et ego illi,
qui pascitur inter lilia,
17 Ritornatene, amico mio, A guisa di cavriuolo o di cerbiatto, Sopra i monti di Beter, Finchè spiri l’aura del giorno, E che le ombre se ne fuggano17 antequam aspiret dies,
et festinent umbrae.
Revertere; similis esto,
dilecte mi, capreae
hinnuloque cervorum super montes Bether.