Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Lettera agli Ebrei 6


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA VOLGARE
1 Perciò, lasciando da parte l'insegnamento iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è più completo, senza gettare di nuovo le fondamenta della rinunzia alle opere morte e della fede in Dio,1 Per la qual cosa noi, lasciando il sermone del cominciamento di Cristo, siamo venuti pur al compimento, non gittando ancora il fondamento della penitenza dalle opere morte, il fondamento della fede a Dio,
2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.2 e del battesimo e della dottrina e della imposizione delle mani, e della resurrezione de' morti, e del giudizio eternale.
3 Questo noi intendiamo fare, se Dio lo permette.
3 E questo faremo veramente, se Dio il ci permetterà.
4 Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo4 Impossibile cosa è di rinnovare a penitenza coloro li quali già per una volta son alluminati, ed eziandio hanno già assaggiato del celestiale dono, e furono fatti partefici del Spirito Santo,
5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro.5 e assaggiarono simigliantemente la buona parola di Dio, e le virtù del secolo che dee venire,
6 Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia.6 e nondimeno (conoscendo queste cose) fossino caduti, li quali crocifissono ancora lo Figliuolo di Dio, (facendo li gravi peccati e) facendo derisione di Dio.
7 Infatti una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio;7 Veramente la terra che spesse volte riceve sopra sè l'acqua della piova, ed ella germina e fa frutto chente il dee fare a quel che lavora, quella terra riceve benedizione da Dio.
8 ma se 'produce pruni e spine', non ha alcun valore ed è vicina 'alla maledizione': sarà infine arsa dal fuoco!

8 Ma quella che mette fuora pur tribuli e spine, sì è biasimata (e rifiutata) e prossima alla maledizione; il compimento della quale è ardere a fuoco.
9 Quanto a voi però, carissimi, anche se parliamo così, siamo certi che sono in voi cose migliori e che portano alla salvezza.9 Ma noi confidiamo di voi, dilettissimi, che voi farete migliori cose, e più vicine alla salute; avvegnachè così parliamo.
10 Dio infatti non è ingiusto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e rendete tuttora ai santi.10 Chè Dio non è ingiusto, che dimentichi la vostra operazione e la dilezione la qual voi dimostraste in nome suo, voi che serviste alli santi, e servite ancora.
11 Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine,11 Desideriamo che ciascuno di voi dimostri quella medesima sollecitudine a compimento della speranza insino alla fine;
12 e perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che con la fede e la perseveranza divengono eredi delle promesse.
12 che non diventiate pigri, ma seguitatori di coloro li quali erediteranno per fede e per pazienza la promessione.
13 Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, 'giurò per se stesso',13 Veramente Dio promesse ad Abraam, per sè medesimo giurando; chè non era maggiore di sè, per cui giurasse.
14 dicendo: 'Ti benedirò e ti moltiplicherò molto'.14 E disse così: io benedicerò te, e moltiplicando ti moltiplicherò.
15 Così, avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa.15 E così Abraam, lungamente sofferendo, guadagnò la promessione.
16 Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia.16 Gli uomini certo per il maggior di sè giurano; e la fine d' ogni loro controversia (e d'ogni briga) a confirmazione, sì è il giuramento.
17 Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento17 Per la qual cosa, volendo Dio mostrare più abbondevolmente la stabilità del suo consiglio all'erede della promessione interpuose il sacramento,
18 perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell'afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti.18 acciò che per due cose ferme, per le quali non è possibile cosa di mentire a Dio, abbiamo fortissimo solazzo, [noi] li quali confugiamo a tenere la proposita speranza (apparecchiata dinanzi);
19 In essa infatti noi abbiamo come un'àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell'interno del velo del santuario,19 la qual avemo secura e ferma all' anima, sì come è l'àncora, ed entrando insino alle cose che son più a dentro.
20 dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote 'per sempre alla maniera di Melchìsedek'.20 Nel qual luogo è entrato inanzi il (nostro) precursore per noi Iesù, il quale secondo l'ordine. di Melchisedec è fatto pontefice sempiternale.