Scrutatio

Domenica, 26 maggio 2024 - San Filippo Neri ( Letture di oggi)

Geremia 10


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA VOLGARE
1 Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge,
casa di Israele.
1 Idite la parola di Dio, o casa d' Israel, la quale elli hae parlato sopra voi.
2 Così dice il Signore:
"Non imitate la condotta delle genti
e non abbiate paura dei segni del cielo,
perché le genti hanno paura di essi.
2 Questo dice Iddio: non imparate secondo le vie delle genti; e non temete delli segni del cielo, i quali temono le genti.
3 Poiché ciò che è il terrore dei popoli è un nulla,
non è che un legno tagliato nel bosco,
opera delle mani di chi lavora con l'ascia.
3 Però che le leggi delli populi sono vane; però che lo legno tagliò del bosco; l'operazione dello artefice fu nell' ascia.
4 È ornato di argento e di oro,
è fissato con chiodi e con martelli,
perché non si muova.
4 E con argento e con oro adornò quello legno; chiavollo con lo chiodo e con martello, acciò che non si possa isciogliere.
5 Gli idoli sono come uno spauracchio
in un campo di cocòmeri,
non sanno parlare,
bisogna portarli, perché non camminano.
Non temeteli, perché non fanno alcun male,
come non è loro potere fare il bene".
5 E sono fabbricati in similitudine di palme, e non parleranno; e portati saranno tolti, però che elli non possono andare; non temete dunque quelle cose, però che non possono fare nè male nè bene.
6 Non sono come te, Signore;
tu sei grande
e grande la potenza del tuo nome.
6 Non si trova simile a te, Signore; tu sei grande, e il tuo nome si è grande in fortezza.
7 Chi non ti temerà, re delle nazioni?
Questo ti conviene,
poiché fra tutti i saggi delle nazioni
e in tutti i loro regni
nessuno è simile a te.
7 Or chi non temerà te, o re delle genti? Tua è la bellezza; tra tutti li savi delle genti, e tra tutti li regni loro, niuno è simile a te.
8 Sono allo stesso tempo stolti e testardi;
vana la loro dottrina, come un legno.
8 Insieme li stolti e li pazzi saranno provati; la dottrina della loro vanitade è legno.
9 Argento battuto e laminato portato da Tarsìs
e oro di Ofir,
lavoro di artista e di mano di orafo,
di porpora e di scarlatto è la loro veste:
tutti lavori di abili artisti.
9 Portato è lo ariento involto di Tarso (Tarso sì è una terra) e oro di Ofaz; l'operazioni dello artefice, e le mani dell' orefice; lo loro vestimento è di color celeste e di rosato; tutte queste cose sono opera d'artefici.
10 Il Signore, invece, è il vero Dio,
egli è Dio vivente e re eterno;
al suo sdegno trema la terra,
i popoli non resistono al suo furore.

10 Lo Signore si è Iddio vero; lui è Iddio vivente, e sì è re sempiterno; dalla sua indignazione si commoverà la terra, e non sosterrà la gente le sue minaccie.
11 Direte loro:
"Gli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra scompariranno dalla terra e sotto il cielo".

11 Adunque si tu dirai loro: li iddii, che non feciono li cieli nè la terra, periscano della terra, e di quelle cose che sono sotto lo cielo.
12 Egli ha formato la terra con potenza,
ha fissato il mondo con sapienza,
con intelligenza ha disteso i cieli.
12 Quello che fa la terra nella sua fortezza, apparecchia lo mondo colla sua sapienza; e con la sua prudenza distende li cieli.
13 Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo.
Egli fa salire le nubi dall'estremità della terra,
produce lampi per la pioggia
e manda fuori il vento dalle sue riserve.
13 Alla sua voce dà moltitudine d'acqua dal cielo, e lieva le tenebre dalla estremitade della terra; e folgore fece nella piova, e conduce li venti delli suoi tesori.
14 Rimane inebetito ogni uomo, senza comprendere;
resta confuso ogni orafo per i suoi idoli,
poiché è menzogna ciò che ha fuso
e non ha soffio vitale.
14 Ogni uomo sì è fatto stolto dalla (sua) scienza; confuso è ogni artefice nella imagine delli idoli; però che falso è quello ch' egli ha fonduto (e fornato), e non hanno spirito in loro.
15 Essi sono vanità, opere ridicole;
al tempo del loro castigo periranno.
15 Sono cose vane, e opera degna di riso (e di scherni); e nel tempo della visitazione sua periranno.
16 Non è tale l'eredità di Giacobbe,
perché egli ha formato ogni cosa.
Israele è la tribù della sua eredità,
Signore degli eserciti è il suo nome.

16 La parte di Iacob non è simile a queste cose; ma quello formò tutte le cose (cioè Iddio) esso è, e Israel virga della sua eredità; lo nome suo è Signore delli esèrciti.
17 Raccogli il tuo fardello fuori dal paese,
tu che sei cinta d'assedio,
17 O tu che andasti in assedio, raduna della terra tua confusione.
18 poiché dice il Signore:
"Ecco, questa volta, caccerò lontano
gli abitanti del paese;
li ridurrò alle strette, perché mi ritrovino".
18 Però che Iddio dice queste parole: ecco io getterò dalla lunga li abitatori della terra in questa volta, e darò loro tribulazione si che (non) si trovino.
19 Guai a me a causa della mia ferita;
la mia piaga è incurabile.
Eppure io avevo pensato:
"È solo un dolore che io posso sopportare".
19 Guai a me sopra la mia contrizione, pessima plaga mia! E io dissi: certamente questa è la mia infirmità, e porterò quella.
20 La mia tenda è sfasciata
tutte le mie corde sono rotte.
I miei figli si sono allontanati da me e più non sono.
Nessuno pianta ancora la mia tenda
e stende i miei teli.
20 Lo mio tabernacolo è guastato, e tutti li miei funicelli sono rotti; li figliuoli miei si partirono da me, e non si trovano; non è chi stenda più oltre la mia tenda, e lievi suso le mie pelli. (E questa tenda si può intendere per trabacca, o per ogni coprimento di panno).
21 I pastori sono diventati insensati,
non hanno ricercato più il Signore;
per questo non hanno avuto successo,
anzi è disperso tutto il loro gregge.
21 Però che li pastori sì hanno (fatto e) adoperato mattamente, e non addomandarono Iddio; e però non intesono, e tutta la loro gregge è disparta.
22 Si ode un rumore che avanza
e un grande frastuono giunge da settentrione,
per ridurre le città di Giuda un deserto,
un rifugio di sciacalli.
22 La voce dello udire ecco che viene, e grande movimento dalla terra d' aquilone, acciò che ponga le città di Giuda in desolazione, e facciane abitamento di dragoni.
23 "Lo so, Signore, che l'uomo non è padrone della sua via,
non è in potere di chi cammina il dirigere i suoi passi.
23 O Signore, io so che non s'appartiene al'uomo (dal)la sua via, e non è anche suo mestiere che vadi, e dirizzi (dinanzi al)li suoi andamenti.
24 Correggimi, Signore, ma con giusta misura,
non secondo la tua ira, per non farmi vacillare".
24 O Signore, riprendimi e castigami, niente di meno nel tuo giudicio, e non nel tuo furore, acciò che tu forse non mi recassi a niente.
25 Riversa la tua collera sui popoli
che non ti conoscono
e sulle stirpi
che non invocano il tuo nome,
poiché hanno divorato Giacobbe
l'hanno divorato e consumato,
e hanno distrutto la sua dimora.
25 Spargi la tua indignazione sopra le genti le quali non conobbero te, e sopra le provincie che non chiamarono lo tuo nome: però che si mangiarono Iacob, e divorarono lui, e consumaronlo, e la sua bellezza dissiparono.