Scrutatio

Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Giobbe 14


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BIBBIA TINTORIVULGATA
1 « L'uomo nato di donna vive poco tempo e pieno di molte miserie.1 Homo natus de muliere, brevi vivens tempore,
repletur multis miseriis.
2 Come un fiore sboccia e secca, fugge qual ombra, senza mai fermarsi.2 Qui quasi flos egreditur et conteritur,
et fugit velut umbra, et numquam in eodem statu permanet.
3 E tu stimi degno aprire i tuoi occhi sopra tal essere, e chiamarlo al tuo tribunale?3 Et dignum ducis super hujuscemodi aperire oculos tuos,
et adducere eum tecum in judicium ?
4 Chi può render puro colui che fu concepito d'immonda semenza? Non forse tu che sei l'unico?4 Quis potest facere mundum de immundo conceptum semine ?
nonne tu qui solus es ?
5 I giorni dell'uomo son brevi, il numero dei suoi mesi è presso di te. Gli hai fissato un termine che non può essere oltrepassato.5 Breves dies hominis sunt :
numerus mensium ejus apud te est :
constituisti terminos ejus, qui præteriri non poterunt.
6 Ritirati un poco da lui e lascialo in pace, finché non venga, come quello d'un mercenario, il suo giorno bramato.6 Recede paululum ab eo, ut quiescat,
donec optata veniat, sicut mercenarii, dies ejus.
7 Per la pianta c'è una speranza: anche tagliata, rimette e ritorna ad avere i suoi rami;7 Lignum habet spem :
si præcisum fuerit, rursum virescit,
et rami ejus pullulant.
8 ed anche quando sarà invecchiata sotto la terra la sua radico, quando il suo tronco sarà morto nella polvere,8 Si senuerit in terra radix ejus,
et in pulvere emortuus fuerit truncus illius,
9 appena sente l'acqua rinverdisce e fa le fronde come pianta novella.9 ad odorem aquæ germinabit,
et faciet comam, quasi cum primum plantatum est.
10 Ma l'uomo morto che sia, non ha più nulla. E' finito. Di grazia, che ne resta?10 Homo vero cum mortuus fuerit, et nudatus,
atque consumptus, ubi, quæso, est ?
11 Simile alle acque sparite dal lago, al fiume che inaridisce e secca.11 Quomodo si recedant aquæ de mari,
et fluvius vacuefactus arescat :
12 L'uomo quando si sarà addormentato non risorgerà, finché non cada il cielo non si sveglierà, nè si scuoterà dal suo sonno.12 sic homo, cum dormierit, non resurget :
donec atteratur cælum, non evigilabit,
nec consurget de somno suo.
13 Oh! potessi ottenere che tu mi seppellisca nell'Abisso, e mi faccia star laggiù nascosto finché non passi il tuo furore, finché tu non abbia fissato il giorno in cui ti ricorderai di me!13 Quis mihi hoc tribuat, ut in inferno protegas me,
et abscondas me donec pertranseat furor tuus,
et constituas mihi tempus in quo recorderis mei ?
14 Pensi forse che l'uomo morto torni a vivere? Tutti i giorni del mio presente battagliare aspetto che venga il mio cambiamento.14 Putasne mortuus homo rursum vivat ?
cunctis diebus quibus nunc milito, expecto
donec veniat immutatio mea.
15 Allora mi chiamerai ed io risponderò, e tu porgerai la destra all'opera delle tue mani.15 Vocabis me, et ego respondebo tibi :
operi manuum tuarum porriges dexteram.
16 Tu hai certamente contati i miei passi; ma perdona i miei peccati.16 Tu quidem gressus meos dinumerasti :
sed parce peccatis meis.
17 Tu hai sigillati come in un sacco i miei delitti, ma hai dato un rimedio alle mie iniquità.17 Signasti quasi in sacculo delicta mea,
sed curasti iniquitatem meam.
18 Il monte cade e sparisce, il masso è divelto dal suo posto,18 Mons cadens defluit,
et saxum transfertur de loco suo :
19 le acque scavan le pietre, la terra a poco a poco è portata via dalla inondazione, e così farai sparire anche l'uomo.19 lapides excavant aquæ,
et alluvione paulatim terra consumitur :
et hominem ergo similiter perdes.
20 Gli darai per un po' di tempo il vigore, e lo farai passare per sempre, ne sfigurerai il volto, lo caccerai.20 Roborasti eum paululum, ut in perpetuum transiret :
immutabis faciem ejus, et emittes eum.
21 Abbiano onori i suoi figli o siano dispregiati, egli non lo saprà;21 Sive nobiles fuerint filii ejus,
sive ignobiles, non intelliget.
22 ma la sua carne soffrirà finché egli avrà vita, ed egli piangerà sopra se stesso ».22 Attamen caro ejus, dum vivet, dolebit,
et anima illius super semetipso lugebit.