Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Sapienza 14


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NOVA VULGATABIBBIA MARTINI
1 Iterum alius navigare cogitans
et per feros fluctus iter facere incipiens,
ligno portante se, fragilius lignum invocat.
1 Parimente un altro, che pensa di navigare, e stando per fare viagggio per mezzo ai flutti tempestosi invoca un legno più fragile, che quel, che lo porta.
2 Illud enim cupiditas acquirendi excogitavit,
et artifex sapientia fabricavit.
2 Perocché questo fu inventato dalla cupidità del guadagno, e fabbricato dall'artefice col suo sapere.
3 Tua autem, Pater, providentia gubernat,
quoniam dedisti et in mari viam
et inter fluctus semitam firmissimam,
3 Ma dalla tua previdenza, o Padre, egli è governato, perché tu apristi anche nel mare una strada, e passaggio fermissimo per mezzo ai flutti.
4 ostendens quoniam potens es ex omnibus salvare,
etiamsi sine arte aliquis adeat mare.
4 Facendo redere come da qualunque pericolo tu puoi salvare anche quando senz'arte uno entri nel mare.
5 Tu autem vis, ut non sint vacua sapientiae tuae opera,
propter hoc etiam et exiguo ligno credunt homines animas suas
et, transeuntes fluctus per ratem, liberati sunt.
5 Ma affinchè non restassero inutilile opere di tua sapienza, per questo ancora gli uomini affidano ad un legno le loro vite, e valicano il mare sopra una barca, e si salvano.
6 Sed et ab initio, cum perirent superbi gigantes,
spes orbis terrarum ad ratem confugiens,
reliquit saeculo semen nativitatis,
quae manu tua erat gubernata.
6 E ancor da principio allorché i superbi giganti perirono, si rifugiò la speranza del mondo in una nave, la quale governata dalla tua mano rendette al secolo la semenza di suo rinascimento;
7 Benedictum est enim lignum, per quod fit iustitia;
7 Perocché benedetto è il legno, che serve alla giustizia.
8 per manus autem, quod fit, maledictum et ipsum et qui fecit illud,
quia ille quidem operatus est,
illud autem, cum esset corruptibile, deus cognominatus est.
8 Ma il legno manofatto di un idolo, è maledetto, ed egli, e l'artefice; questi perché lo formò, e quello perché essendo cosa frale portò il nome di dio.
9 Similiter autem odio sunt Deo impius et impietas eius:
9 E Dio odia egualmente l'empio, e la sua empietà.
10 etenim, quod factum est, cum illo, qui fecit, tormenta patietur.
10 E l'opera stessa, con chi la fece, sarà punita.
11 Propter hoc et in idolis nationum erit visitatio,
quoniam in creatura Dei in abominationem facta sunt
et in tentationem animabus hominum
et in muscipulam pedibus insipientium.
11 Per questo anche gli idoli delle nazioni non saran risparmiati, perché le creature di Dio furon fatte servire all'abbominazione, e tentare le anime degli uomini, e ad esser laccio a' piedi degli stolti;
12 Initium enim fornicationis est exquisitio idolorum,
et adinventio illorum corruptio vitae est;
12 Imperocché la invenzione degli idoli è principio di fornicazione, e il loro ritrovamento fu la corruzione della vita:
13 neque enim erant ab initio, neque erunt in perpetuum.
13 Perocché questi da principio non furono, e non saranno per sempre;
14 Supervacuitate enim hominum haec advenerunt in orbem terrarum,
et ideo brevis illorum finis est inventus.
14 Conciossiaché la vanità degli uomini gli introdusse nel mondo, e perciò in breve verrà il loro esterminio.
15 Acerbo enim luctu dolens pater,
cito sibi rapti filii fecit imaginem
et illum, qui tunc homo mortuus fuerat,
nunc tamquam deum colere coepit
et tradidit subiectis sacra et sacrificia.
15 Un padre pieno di dolore si fece il ritratto di un figliuolo rapito a lui ripentinamente, e quello, che allora mori come uomo, ha cominciato adesso a onorarlo qual Dio, e tra' suoi servitori gli assegna culto, e sacrifizj:
16 Deinde, interveniente tempore, convalescens iniqua consuetudo
tamquam lex custodita est,
et tyrannorum imperio colebantur figmenta;
16 Indi coll'andare del tempo prese piede la prava consuetndine, e l'errore fu osservato qual legge, e per ordine de' tiranni onorati furono i simolacri.
17 quos cum in palam homines honorare non possent,
propter hoc quod longe essent,
e longinquo figura eorum efficta,
evidentem imaginem regis, quem honorare volebant, fecerunt,
ut illum, qui aberat, tamquam praesentem colerent sua sollicitudine.
17 E quelli, che gli uomini non potevano onorare personalmente, perché erano assenti, fatto venire da lungi il loro ritratto, esposero in chiara luce l'immagine del re, a cui volevan rendere onore, affine di tributargli i loro ossequi come se fosse presente.
18 Ad incrementum autem huius culturae
provexit et hos, qui ignorabant, artificis eximia diligentia;
18 E ad un simil culto furono spinti anche gli ignoranti dalla finissima diligenza dell'artefice.
19 ille enim volens forsitan placere illi, qui se assumpsit,
elaboravit arte sua, ut similitudinem in melius figuraret.
19 Mentre questi per piacere a chi lo adoperava, fece ogni sforzo dell'arte per fare più perfetta l'immagine.
20 Multitudo autem hominum abducta per speciem operis
eum, qui paulo ante tamquam homo honoratus fuerat,
nunc deum aestimaverunt.
20 Onde la turba rapita dalla belletta dell'opera, prende adesso per un Dio colui, che poco prima si onorava come uomo.
21 Et haec fuit vitae humanae deceptio,
quoniam aut necessitati aut regibus deservientes homines
incommunicabile nomen lapidibus et lignis imposuerunt.
21 Cosi precipitò nell'errore la umana vita, mentre gli uomini, o per secondare il proprio affetto, o per ingraziamisi coi regi, diedero al legno, ed ai sassi il nome incomunicabile.
22 Postea non suffecit errasse eos circa Dei scientiam,
sed et in magno viventes inscientiae bello,
tot et tam magna mala pacem appellant.
22 Né bastò l'avere errato riguardo alla cognizione di Dio, ma vivendo gli uomini nella guerra grande della loro ignoranza a tanti mali, e sì grandi danno nome di pace.
23 Aut enim filios suos sacrificantes aut obscura sacrificia facientes
aut insaniae plenas peregrinorum rituum vigilias habentes,
23 Conciossiachè or sacrificando i proprj figliuoli, or tenebrosi sacrifizj facendo, or celebrando veglie piene d'infamità;
24 neque vitam neque nuptias mundas iam custodiunt,
sed alius alium per insidias occidit aut adulterans contristat.
24 Né la vita loro, né i matrimoni conservano puri; ma l'uno uccide l'altro per invidia, o lo contrista co' suoi adulterj.
25 Et omnia commixta sunt:
sanguis et homicidium, furtum et fictio,
corruptio et infidelitas, turbatio et periurium,
25 E dappertutto inondano le stragi, gli assassini, i furti, le fraudi, le corruttele, le infedeltà, i tumulti, gli spergiuri, la vessazione de' buoni.
26 tumultus bonorum, gratiarum immemoratio,
animarum inquinatio, generis immutatio,
nuptiarum inordinatio, moechia et impudicitia.
26 La dimenticanza di Dio, la contaminazione delle anime, la incertezza de' parti, la incostanza de' matrimoni, la confusione degli adulterj, e della impudicizia.
27 Infandorum enim idolorum cultura
omnis mali initium et causa est et finis.
27 Conciossiachè l'abbominevol culto degli idoli è causa, e principio, e fine di ogni male;
28 Aut enim, dum laetantur, insaniunt aut vaticinantur falsa
aut vivunt iniuste aut peierant cito.
28 Imperocché o nelle loro feste danno in insania, o almeno falsi oracoli fingono, o vivono senza giustizia, o spergiurano con facilità.
29 Dum enim confidunt in idolis, quae sine anima sunt,
male iurantes noceri se non sperant.
29 Perché confidati ne' loro idoli, che sono senz'anima, sperano, che male non farà ad essi il giurar malamente:
30 Utraque autem illis evenient digne,
quoniam male censerunt de Deo attendentes idolis
et iuraverunt iniuste in dolo contemnentes sanctitatem.
30 Ma per l'una, e pell'altra causa giustamente saran puniti, perché dediti a' loro idoli pensaron male di Dio, e fecero giuramenti ingiusti, e fraudolenti con disprezzo della giustizia.
31 Non enim iuratorum virtus,
sed peccantium poena
perambulat semper iniustorum praevaricationem.
31 Imperocché non la potenza di quelli, pe' quali essi giurano, ma la vendetta de' peccatori va sempre dietro alle prevaricazioni degli ingiusti.