Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Seconda lettera di Pietro 3


font

A motivo di alcuni ingannatori, i quali negavano la seconda venuta del Signore, afferma, che il mondo sarà rinnovellato, quando tra breve tempo, e inaspettatamente verrà il Signore. Gli esorta prepararsi alla venuta del medesimo: loda gli scritti di Paolo, i quali erano stravolti dagli ignoranti.

1Ecco, che io scrivo a voi, o carissimi, questa seconda lettera, per risvegliare coll'ammonirvi il sincero animo vostro:2Affinchè vi ricordiate delle parole de' santi profeti, delle quali ho già parlato, e de' vostri Apostoli, e de' precetti del Signore, e Salvatore:3E sappiate primieramente, che verranno negli ultimi giorni degli schernitori gabbamondi, viventi a seconda delle loro concupiscenze,4I quali diranno: dov' è la promessa, o la venuta di lui? Mentre, dacché i padri si addormentarono, il tutto va continuando a un modo, come dal principio della creazione.5Imperocché ignorano costoro, perché lo vogliono, che furon da prima per la parola di Dio i cieli, e la terra (uscita) dall'acqua, e che ha consistenza per l'acqua:6Onde quel mondo, che era allora, inondato dall'acque perì.7Ma i cieli, che sono adesso, e la terra dalla stessa parola son custoditi, riserbati al fuoco pel giorno del giudicio, e della perdizione degli uomini empj.8Questo solo però siavi noto, o carissimi, che un giorno è dinanzi a Dio come mille anni, e mille anni come un giorno.9Non ritarda il Signore la sua promessa, come si pensan taluni: ma usa pazienza per riguardo a voi, non volendo, che alcuno perisca, ma che tutti, ritornino a penitenza.10Ma come il ladro, verrà il di del Signore: nel quale i cieli con gran fracasso passeranno, e gli elementi dal calore saran disciolti, e la terra, e le cose, che sono in essa, saran brugiate.11Or dovendo queste cose tutte esser disciolte, quali convien egli, che siate voi nel santo vivere, e nella, pietà,12Aspettando, e correndo, incontro alla venuta del dì del Signore, nel qual dì i cieli ardenti si scioglieranno, e gli elementi si liquefaranno per l'ardore del fuoco?13Ma nuovi cieli, e nuova terra secondo la promessa di lui aspettiamo, dove abita la giustizia.14Per la qual cosa, o carissimi, tali cose aspettando, studiatevi di essere trovati da lui immacolati, e puri nella pace:15E la longanimità del Signor nostro tenete in luogo di salute: conformo anche il carissimo nostro fratello Paolo per la sapienza a lui conceduta vi scrisse,16Come anche in tutte le epistole, dove parla di questo: nelle quali sono alcune cose difficili a capirsi, le quali gli ignoranti, e i poco stabili stravolgon (come anche tutte le altre scritture) per loro perdizione.17Voi adunque, o fratelli, istruiti per tempo state in guardia: affinchè traportati dall'error degli stolti non cadiate dalla vostra fermezza:18Ma andate crescendo nella zia, e nella cognizione del Signor nostro, e Salvator Gesù Cristo. A lui gloria e adesso, e pel dì dell'eternità. Cosi sia.

Note:

3,1:Scrivo a voi....questa seconda lettera, per risvegliare ec. Accenna la lettera preoedente scritta, per quanto si crede, qualche anno avanti a questa, e ambedue dice di averle scritte non ad altro fine, che di risvegliare co' suoi avvertimenti il loro spirito già schietto, e sincero, e amante del bene, perchè non si raffreddino, o s' intorpidiscano nel ben fare.

3,2:Affinchè vi ricordiate delle parole de' santi profeti, delle quali ho già parlato, ec. Sembra, che voglia alludere o a quello, che aveva detto nella prima lettera cap. 1. intorno agli oracoli de' profeti, ne' quali oracoli era prenunziato il Cristo, e la salute, che egli doveva recare agli uomini; ovvero a quello, che ha detto cap. 1. 19. 20. intorno allo studio degli stessi profeti, per mezzo del quale dovevano andar orescendo nella cognizione di Gesù Cristo. Rioordatevi de' santi Profeti: ricordatevi di quelli Apostoli, che hanno a voi predicata la fede ricordatevi degl'insegnamenti del Salvatore. Tutto si dà la mano nella religione di Cristo, il vecchio, e il nuovo Testamento, i Profeti, e gli Apostoli, la legge, ed il Vangelo. Gesù Cristo ha fatto, ed insegnato tutto quello, che era stato predetto di lui nella legge, e ne' Profeti; gli Apostoli hanno annunciato il Cristo già venuto al mondo, come la legge, e i profeti annunciaron il Cristo venturo. Quindi è, che Paolo dioeva, che edificio di nostra fede ha per immobile fondamento gli Apostoli, ed i Profeti, Ephes. 11. 20.

3,3:E sappiate primieramente, che verranno ec. S. Agostino lib. XX. de civit. cap. X.III. riferisce questa predizione di s. Pietro alla fine del mondo, e ai tempi dell'Anticristo. Altri la intendono degli ultimi giorni precedenti alla rovina di Gerusalemme, allorchè in gran numero comparvero i seduttori nella nazione Ebrea. Ma forse e l'uno, e l'altro tempo ebbe in mira l'Apostolo, come sovente veggiamo fatto da Cristo nel Vangelo, e da Paolo nelle sue lettere. Dice adunque, che vi saranno degli schernitori gabbamondi, viene a dire, degli uomini scellerati, i quali si burleranno della religione, del timore di Dio, e della divina vendetta, tutti intesi a ingannare i semplici, ed a secondare in tutto, e per tutto le loro ignominiose passioni.

3,4:I quali diranno: dov'è la promessa, o la venuta di lui? Ecco gli scherni di questi empi, i quali si burlano della dottrina della futura risurrezione. Questa dottrina fu negata aella Chiesa giadaica da' Saducei; fu negata tra' Cristiani da Imeneo, e Fileto, de' quali Paolo 2. Tim. II. dagli Gnostici, da Carpocraziani, e da molti altri eretici de' seguenti secoli. Dove è, dicono costoro, la promessa, che ha fatto Cristo di venire a giudicare i vivi, e i morti ' Quelli stessi patriarchi, quelli stessi profeti, i quali a detta vostra credettero, e predicarono la fine del mondo, la risurrezione de' morti, e la venuta di Cristo al giudizio, tutti si addormentarono (come dite voi Cristiani) cioè a dire, finiron di essere, come diciamo noi; un'altra generazione succedè ad essi, e a questa un'altra, e così il mondo è andato continuando dal principio della creazione delle cose fino al dì d'oggi, e così pure continuerà. Miserabilissimo argomento! Il mondo ha durato finora, dunque ancor durerà; come se l'Autore della natura, e il Creatore del mondo a qualche legge potesse esser soggetto, fuori che alla liberalissima sovrana sua volontà; come se la lunga durata del mondo dimostrarne potesse l'eternità; come se anzi la vicissitudine delle cose, il continuo generarsi, e corrompersi, e alterarsi, che queste fanno, non fossero una certa riprova, che il mondo avrà fine. I nemici della religione non sono sì stolidi, che di simili argomenti si appaghino, nè che sopra simili fondamenti volesser porre in pericolo i loro piaceri, o la loro fortuna. Se ne contentano, o fanno vista di contentarsene, quando della vita avvenire si tratta, perohè l'amore del ben presente gli rende facili ad abbracciar tutto quello, che servir possa a far tacere l'addormentata coscienza, le di cui noiose grida troppo disturbano la tranquillità de' lor miseri giorni.

3,5: Ignorano costoro, perchè lo vogliono, che furon ec. Gli eretici dicevano il mondo tale è adesso, qual'i sempre fu, e tale sarà ancora per sempre. Richiama perciò il nostro Apostolo questi ciechi volontari alla prima origine delle cose secondo la divina storia di Mosè, e dice: e per qual motivo potendo voi essere informati della verità delle cose, volete voi ignorare i cangiamenti avvenuti al mondo dopo la creazione fattane da Dio? Inperocchè Dio dal nulla creò da principio con una sola parola il cielo, e la terra; la terra nel primo giorno era vacua, e ricoperta dalle acque, ma nel terzo dì fu separata dalle acque, e così la terra uscì dall'acque, le quali raunate furono insieme, rimanendo come a galla di esse la medesima terra, onde dicesi, che sopra di esse stabilì Dio la terra Ps. CXXXV: Ed ella è ancora tenuta insieme, e collegata, e, per così dire, rappresa per mezzo dell'acqua, la quale per tutte le parti della terra internandosi, le unisce, e le tien connesse (affinchè la terra stessa in polvere non si disciolga ), e fa sì, che produr possa i suoi frutti, e nutrice divenga degli uomini, e degli animali.

3,6: Onde quel mondo, che era allora, ec. Quel mondo antico, quel mondo degli empi, di cui cap. II.5. Per le stesse acque, dalle quali uscì un giorno la terra, e per le quali ella sussiste, per esse ella fu sommersa coll'uccisione degli uomini, e degli animali, e con alterazione grandissima non solo di tutte le sue produzioni; ma anche di tutta quella gran massa di aria, onde la terra medesima è circondata. Questo grande avvenimento dimostra, che il mondo non è immutabile, e che siccome Dio lo ricoperse un giorno di acque, così potrà a suo tempo ricoprirlo di fuoco.

3,7: Ma i cieli, che sono adesso, e la terra ec. parola cieli in questo luogo, come in molti altri della scrittura, signifioa il cielo aereo, o sia tutto lo spazio intorno alla terra pel quale spazio diffondesi l'atmosfera della terra. Vedi s. Agostino de civ. lib. XX. cap. XVIII. Il nuovo stato, in cui fu rimesso da Dio questo cielo, e la terra dopo il diluvio, soffrirà un nuovo cangiamento, riserbandolo Dio a quel fuoco, che precederà il dì del giudizio, e dal quale saranno assorbiti, e tormentati in eterno i reprobi. Che il mondo debba finire in un terribile diluvio di fuoco, è sentenza non solo certa, e infallibile per le parole di Cristo, ma tenuta per costante tradizione da molte scuole di filosofi, e da tutta la profana antichità. Così il Grozio lib. 1. della verità della religione cristiana. Il fuoco (dice Davidde ) procederà (Cristo Giudice ) e arderà all'intorno tutti i nemici di lui. Ps. XCVI.

3,8: Questo solo però siavi noto, ec. Quello, che Dio ha predetto infallibilmente succederà. Riguardo al tempo, in cui dee venire il Sgnore, non vi dee sembrare, che egli tardi omai troppo, se riflettete, che dinanzi a Dio, il quale è eterno, ed a cui il passato, ed il futuro è tutto presente, dinanzi a lui, dico, mille anni, ed un giorno, un giorno, e mille anni sono la stessa cosa. Mille anni dinanzi a' tuoi occhi, come il giorno di ieri, che è passato, diceva Davidde Ps. LXXXIX. Misticamente questo luogo di s. Pietro lo espone così s. Girolamo ep. ad Cyprian.: io da questo luogo vengo in opinione, che mille anni siano stati soliti a contarsi per un sol giorno, viene a dire, che siccome in sei giorni fu fabbricato il mondo, così per sei mila anni abbia a sussistere, e durare, e di poi arrivare al numero settennario, e all'ottava in cui il vero sabbatismo si esescita, e la purità della circoncisione si trova, onde ancora alle otto beatitudini sono renduti i premi delle buone opere. Altri padri ancora sono stati in questa opinione, sopra la quale verrà occaasione di parlare nelle annotazioni nell'Apocalisse.

3,9: Usa pazienza per riguardo a voi, non volendo, ec. Allude l'Apostolo a quel luogo di Isaia: Il Signore aspetta per fare con voi misericordia, e perciò sarà egli esaltato, concedendo a voi il perdono, XXX. 12.; vuole Dio, che tutti gli uomini si salvino, e giungano, al conoscimento della verità, 1. Tim. 11.4, e perciò gli aspetta a penitenza, e secondo la nostra maniera d'intenda re differisce le sue vendette.

3,10: Ma come il ladro, verrà il dì del Signore. La pazienza di Dio nel differire la punizione de' peceatori debbe ella forse servire a farli viver tranquilli nel misero loro stato? Ma chi è, che sappia, fino a quando voglia Dio aspettargli? Anzi non è egli certissimo, che l'estremo giorno verrà all'improvviso, e quando meno l'aspettano? Vedi s. Matt. XXIV. 43.
I cieli con gran fracasso passeranno, ec. S Agostino de civ. 20 XIV. XVI. XVIII. XXIV., e s. Gregorio Mor. XVII. 5. intendono il cielo aereo, o sia l'aria distesa intorno alla terra. Questo cielo si ruoterà con orribil fracasso sopra le teste degli empi nel tempo stesso, che gli elementi, cioè l'anqua, e l'aria saranno sciolti, e liquefatti dall'attività di quel fuoco, dal quale sara bruciata la terra con tutte le opere, che sono in essa, viene a dire, con tutte le infinite magnificenze, con tutte le invenzioni dell'arte umana, con tutte le fatiche impiegate dagli uomini, per abbellire, e rendere più comodo questo loro soggiorno. Altri per queste opere intendono le opere inique, e i peccati degli uomini, da' quali sarà purgata mediante quel fuoco la terra. Imperocchè ègli è da notare, che secondo l'opinione della maggior parte de' padri la terra, ed il mondo periranno non sostanzialmente, ma quanto alle esteriori loro qualità, e saranno cangiate tutte queste cose in meglio, una non distrutte. Così s. Giustino, Cirillo, Grisostomo, Agostino, Basilio, Tommaso ec.
Finalmente debbo anche dire, che tutto questo luogo è inteso, ed esposto da alcuni della rovina di Gerusalemme, e del tempio, e dello sterminio di tutta la nazione giudaica. Questo grandissimo avvenimento vogliono, che sia stato ad arte velato dal nostro Apostolo con una maniera di parlare tutta figurata. Opinione ingegnosa, ma per quanto parmi, niente fondata.

3,11-12:Or dovendo queste cose tutte esser disciolte, ec. Fortissima, ed utilissima conclusione della precedente descrizione della fine del mondo. Con questa fede mirando voi, o Cristiani, la terra, e le cose tutte della terra come destinate, anzi vicine a finire potrete voi collocare i vostri affetti in queste cose visibili? E non vi animerete voi piuttosto a vivere santa mente, ed a praticare tutti gli uffizi della cristiana pietà, talmente che in vece di temere quel giorno, lo aspettiate non so o con tranquillità di coscienza, ma gli corriate inoontro col desiderio? Imperocchè la oorona della giustizia, la vera eterna felicità per quelli soli è serbata, che amano la venuta di Cristo, 2. Tim. IV.8.

3,13: Ma nuovi cieli, e nuova terra... aspettiamo, dove ec. Nuovi cieli, e nuova terra aspettiamo; imperocchè i cieli, e la terra passeranno, quanto all'immagine, che hanno a desso, ma sussisteranno senza fine, quanto alla loro sostanza . S. Gregorio Moral 27. V. I cieli alunque, e la terra saranno di nuova bellezza, e magnificenza adornati, affinchè rappresentino la novità, e la gloria de' santi, ai quali il disprezzo di questo mondo, e di questi beni transitori frutterà l'eterno pos sesso del nuovo mondo fatto dal Signore, per rioompensare anche con questo la loro pazienza. La promessa di nuovi cieli, e di una nuova terra si ha in Isaia XXX.. 26, LXV. 17 LXVI. 22. Ivi abiterà la vera, e perfetta giustizia senza mescolamento di imperfezione, o difetto, disceverato il grano dalla paglia, e separati per sempre i giusti dagli empi.

3,14:Immacolati, e puri nella pace. Fate, che Cristo nella sua venuta vi trovi scevri di vizio, e irreprensibili, e uniti in perfetta pace con Dio, e col prossimo vostro.

3,15: E la longanimità del Signor nostro ec. E laddove gli infedeli, e gli eretici dalla lunga pazienza del Signore argomento prendono, per dubitare della veracità delle divine promesse. Rendetene voi grazie a lui come persuasi, che non per altro fine egli differisce la sua venuta, se non per salute, e oon versione de' peccatori, per salute più piena eziandio de' giusti, coll'esercizio i quali maggior capitale adunano di buone opere delle cristiane virtù.
Conforme anche il carissimo nostro fatello Paolo per la sapienza ec. Abbiamo quì in poche parole un elogio di Paolo fatto da quella bocca, che più di qualunque altra sopra la terra era degna di lodare un tale Apostolo. Ed è certamente cosa mirabile il vedere, come lo stesso s. Pietro canonizzi le lettere di s. Paolo, in una delle quali avea questi riferita la riprensione fatta da lui al nostro Apostolo. Simili tratti di umiltà, e di generosità cristiana debbono essere attentamente, e diligentemente osservati come ben preziosi agli occhi della fede, e tanto utili per la edificazione de' fedeli. E' molto probabile, che s. Pietro ha in mira la gran lettera ai Romani, la quale agli Ebrei non meno che a Gentili è indiritta, e particolarmente quel luogo cap. 1.4,5. 11.: non sai tu, che la benignità di Dio ti scorge a penitenza? ec.
E nella lettera agli Ebrei, come anche nelle altre tutte frequentemente parla s. Paolo della costanza, e della pa zienza, per mezzo di cui aspettano i giusti la venuta di Cristo, e la piena loro liberazione. Vedi Heb. vx. 12. 28. ec. X. 19.20.21. ec.

3,16: Nelle quali sono alcune cose difficili a capirsi, le quali ec. Queste parole del massimo Apostolo dimostrano evidentemente contro gli eretici di questi ultimi tempi, che la scrittura ha le sue difficoltà, e difficoltà grandissime, e che non a qualunque uomo, nè al privato spirito di ciascheduno appartiene l'interpretarle, e il formare da queste una religione a capriccio; imperocchè pèr tal modo si avrebbono religioni, tante quante sono le teste degli uomini, che con tali principj leggessero le scritture; ma bisogna seguir la Spirito della Chiesa, colonna, e base di verità, alla quale sta il giudicare del vero senso delle scritture, e dello Spirito di questa nostra madre testimoni sono que' santi uomini, i quali allattati al seno di lei, delle verità della religione nostra ci han trasmesso il sagro deposito, quale di mano in mano dagli stessi Apostoli era fino ad essi stato trasmesso. Del rimanente, come osserva s. Agostino tract. XVIII. in Jo., tutti gli errori, e tutte le eresie sono nate dalla mala intelligenza delle scritture, e dall'avere i Novatori con audacia, e temerità sostenuto quello, che non bene intendevano.
Come anche tutte le altre scritture. Con queste parole le lettere di s. Paolo sono canonizzate come scrittura sacra, dettata dallo Spirito santo non meno, che le altre parti del veochio, e del nuovo Testamento. E non è molto necessario di andar quì indagando, quali fossero le dottrine di Paolo, delle quali abusavano gli ignoranti (ovvero gli indocili ), e i mal fondati nella fede; imperocchè di che non può egli abusare uno spirito mal disposto, e amante di novità?

3,17: Non cadiate dalla vostra fermezza. Non perdiate la fermezza della fede, nella quale vi siete tenuti fin ora costanti.

3,18: Andate crescendo nella grazia, e nella cognizione ec. S. Leone serm. VIII. de pass.: per quanto uno sia giustificato, ha sempre modo, fino a tanto che in questa vita si trova, di essere più lodevole, e migliore; e chi non profitta, scapita, e chi non acquista niente, perde qualche cosa. Ed ottimo mezzo per crescere nella grazia si è il crescere giornalmente nella cognizione di Gesù Cristo Signore, e Salvatore nostro. Una turba di eretici a tempo di s. Pietro si davano il superbo nome di Gnostici, cioè sapienti, intelligenti ec. I veri sapienti, i cristiani veri non si arrogano di saper tutto, ma fan professione di studiar di continuo, per imparar a conoscere Gesù Cristo, i la sua suoi misteri, e le sue ineffabili grandezze, e sopra tutto carità, la quale ogni umano sapere di gran lunga sorpassa.
A lui gloria ec. Conolude questa sua mirabilissima lettera con rinnovare quella testimonianza, che egli aveva renduto un giorno a Gesù Cristo, dioendogli: tu se' il Cristo Figliuolo di Dio vivo; essendo la clausula, che egli quì adopra, una nuova dichiarazione della divinità di Cristo; da poichè simili cose a Dio, e di Dio solo si dicono frequentenente nelle soritture.
Pel dì dell'eternità. L'eternità tutta è come un sol giorno, che non ha sera.