Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Lettera ai Galati 6


font

Come debbesi aiutare il prossimo con umiltà, ne si dee tener conto delle lodi degli uomini. Operar sempre bene, affinchè al suo tempo possiamo mietre la vita eterna. Nuovamente gli esorta a guardarsi dai seduttori, i quali predicando la legge non la osservano. Paolo si gloria solo in Cristo crocifisso, riguardo a cui nulla importa l'essere circonciso, o l'esser gentile.

1Fratelli, se un uomo sia stato preoccupato sgraziatamente in qualche fallo, voi, che siete spirituali, istruite questo tale in ispirito di dolcezza, e pon mente a te stesso, che tu pure non caschi in tentazione.2Portate gli uni i pesi degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.3Imperocché se alcuno si tiene di essere qualche cosa, mentre non è nulla, questi seduce se stesso.4Ma ciascheduno disamini l'opera sua, e cosi sol in se stesso avrà gloria, e non presso altrui.5Conciossiachè ciascheduno porterà il proprio peso.6Quegli poi, che è catechizzato nella parola, faccia parte di tutto quello, che ha di bene, a chi lo catechizza.7Non ingannate voi stessi: Iddio non si schernisce.8Imperocché quello, che l'uomo avrà seminato, quello ancor mieterà: onde chi semina per la sua carne, dalla carne mieterà la corruzione: chi poi semina per lo Spirito, dallo Spirito mieterà la vita eterna.9Non ci stanchiamo nel far del bene: Conciossiachè non istancandoci mieteremo a suo tempo.10Per la qual cosa fino che abbiam tempo, facciam del bene a tutti, massimamente però a quegli, che per la fede sono della stessa famiglia.11Guardate, che lettera vi ho scritto di proprio pugno.12Tutti coloro, che vogliono esser graditi secondo la carne, questi vi sforzano a circoncidervi solo per non patire persecuzione per la croce di Cristo.13Imperocché neppur quegli, che sì circoncidono, osservan la legge: ma vogliono, che vi circondiate per glorificarsi sopra la vostra carne.14Ma lungi da me il gloriarmi d'altro, che della croce del Signor nostro Gesù Cristo, per cui il mondo è a me crocifisso, e io al mondo.15Imperocché in Cristo Gesù non fa nulla l'essere circonciso, né l'essere incirconciso, ma la nuova creazione.16E quanti seguiranno questa norma, sopra di essi pace, e misericordia, e sopra Israele di Dio.17Del rimanente nissuno mi inquieti: imperocché io porto le stimate del Signore Gesù nel mio corpo.18La grazia del Signor nostro Gesù Cristo col vostro spirito, o fratelli. Cosi sia.

Note:

6,1:Se un uomo sia stato preoccupato sgraziatamente in qualche fallo, ec. Continua l'Apostolo la sua esortazione e in questo versetto esorta i Galati alla mansuetudine verso di que' fratelli, i quali piuttosto per infermità, ed imprudenza, che per malizia erano caduti in qualche mancamento, e quantunque parli generalmente di qualunque peccato, egli ha però in vista particolarmente quello, contro di cui ha parlato in tutta la lettera, vale a dire l'affetto alle cerimonie giudaiche, come bene osserva s. Girolamo. Ordina adunque, che questi tali istruiti siano, e corretti in ispirito di dolcezza, vale a dire, non con durezza, e rigore, ma con soave benignità; e per un tratto dell'ardente suo zelo, e per la ardente sua brama di imprimere fortemente nell'animo de' suoi figliuoli un precetto sì grave e sì opportuno a motivo delle passate divisioni, cangiando numero si rivolge a colui, chiunque sia, che medita di porsi all'opera di correggere il fratello, che ha peccato, e gli dice: considera quel che tu sei; che tu se' fragile, e puoi ed esser tentato, e cadere. Il pensiero della propria fragilità ti ispirerà mansuetudine, e bontà verso i deboli. Quelle parole: voi, che siete spirituali, le riferiscono, alcuni ai sacerdoti della Chiesa de' Galati, i quali dovevano particolarmente essere pieni dello Spirito di Dio, ed avevano principalmente l'obbligo di procurare l'emendazione de' traviati. Altri le intendono più generalmente come dette a tutti i Galati, e relativamente alla fraterna correzione, la quale però principalmente conviene a coloro, che dallo Spirito di Dio sono governati. Vedi Rom. XV. I. Dove la nostra Volgata dice: istruite; il greco porta: rimettete a luogo, e propriamente significa quello, che si fa riguardo al corpo umano, quando alcun osso si è slogato, che per opera di perito chirurgo rimettesi a suo luogo. Così (dice Paolo) rimettete a luogo ilfedele uscito fuori dall'ordine, che rompe il concerto del Corpo mistico, che è la Chiesa, traviando dagli insegnamenti di lei, rimettetelo al suo luogo, ma ciò fate con mano dolce, e caritatevole.

6,2:Portate gli uni i pesi degli altri, e cosi ec. Non v'ha dubbio, che questi pesi siano i peccati, i difetti, le imperfezioni; porta i difetti del fratello il cristiano, il quale non dispregia colui, che è caduto, ma compassiona il di lui stato e spera il suo risorgimento, e sopporta, e dissimula, e Dio prega per lui. Così la legge di Cristo adempiesi, vale a dire il precetto della mutua dilezione. Joan. XIII. 15.

6,3:Se alcuno si tiene di esser qualche cosa, ec. Alla mansuetudine raccomandata di sopra si oppone la superbia, e lo smoderato amor di se stesso. Or sopra ciò dice Paolo: si allontana dalla verità un uomo, che si crede di essere qualche cosa, mentre egli è veramente un mero nulla. L'uomo nulla è, e nulla ha da se stesso, ma per sola grazia di Dio egli è tutto quello, che è, I. Cor. XV.

6,4:Ciascheduno disamini l'opera sua, e cosi ec. Chiami ciascheduno a sindacato la propria vita, le proprie azioni, prima che quelle del fratello, e se avverrà, ch'e gli trovi di aver camminate le vie della giustizia, avrà in se stesso onde gloriarsi della testimonianza della buona coscienza (2. Cor. I. 12.), e non andrà a mendicare la gloria dagli altri uomini nel paragone, che egli farà di se stesso con quelli, che sono, o son creduti da lui peggiori.

6,5:Ciascheduno porterà il proprio peso. Ognuno pensi al conto, che dee render di sè al giudice di tutti; debbe ognuno maggior cura avere di ben esaminare, e giudicare se stesso, che gli altri.

6,6:Quegli poi che è catechizzato nella parola, ec. Colui, che è istruito nella parola della fede, nel Vangelo, è tenuto ad assistere di tutto quello, che Dio gli ha dato di beni esteriori, il proprio maestro; così è tenuto ad assisterlo non solo con le ricchezze per provvedere al di lui sostentamento, ma anche con l'autorità, col consi glio, e con ogni uffizio di carità.

6,7-8:Non ingannate voi stessi: Iddio non si schernisce. Imperocchè ec. Riprende la tenacità de' ricchi, i quali cercano sovente i pretesti per esimersi dall'insegnamento posto nel versetto precedente. Non ingannate voi stessi: gli uomini possono forse appagarsi delle frivole, e false scuse; ma niuno sarà, che di Dio si burli impunemente, ed è regola infallibile, che l'uomo mieta di quel che ha seminato, e che la mercede corrisponda alla qualità delle opere; chi semina per la carne, vale a dire, chi per la carne, e per le carnali cupidità vive, ed opera, dalla carne mieterà la corruzione, e la morte eterna; chi per lo spirito di Dio vive, ed opera, dallo spirito di vita riceverà vita, e felicità eterna.

6,9:Non ci stanchiamo nel far del bene: ec. Non ci stanchiamo di esercitare la carità, e la beneficenza nè per la ingratitudine, o indegnità degli uomini, nè per alcun altro umano riguardo; non bisogna pretendere di raccogliere, quando è il tempo di seminare; seminiamo adesso con costanza, e fervore, e raccoglieremo a suo tempo, nel tempo proprio, nel tempo della raccolta, nella vita avvenire.

6,10:Fino che abbiam tempo, facciam del bene ec. Non sappiamo quanto ancor ci rimanga di tempo per far la nostra semente; non lasciamo fuggire perciò niuna occasione di far del bene a tutti gli uomini uniti a noi per la comune somiglianza con Dio,particolarmente però a quelli, i quali son con noi congregati per mezzo della fede in una sola famiglia, famiglia di Dio, che è la Chiesa.

6,11:Guardate che lettera vi ho scritto di proprio pugno. S. Paolo, il quale non sapeva formare molto pulitamente i caratteri greci, soleva perciò dettar ad altri le sue lettere (come osserva il Grisostomo), e sottoscriverle, aggiungendo talora di propria mano il saluto. Questa lettera per una dimostrazione di ardente affetto verso dei Galati, e per far loro meglio conoscere la sollecitudine, e la pena somma, in cui si trovava per le divisioni nate tra loro, la scrisse tutta di pugno, e ciò era molto per tanteun uomo circondato da cure.

6,12:Coloro, che vogliono essergraditi secondo la carne, ec. È costume di Paolo di ritornare nel fine delle sue lettere a ritoccar brevemente, ma con gran forza, il principale argomento di esse. Cosi fa egli qui adesso, dove non contento di tutto quello, che aveva scritto sul punto delle cerimonie legali, ribatte lo stesso chiodo; coloro, che vogliono piacere agli uomini, non secondo Dio, ma per fine umano, e carnale, vogliono, che da voi si aggiunga la circoncisione al Vangelo, non per altro motivo, che per sottrarsi alla persecuzione, che soffrono per la croce di Cristo da' Giudei coloro, i quali e Cristo, e la dottrina della croce predicano con sincerità, e senza il miscuglio de' riti giudaici. Vedi s. Girol. in questo luogo, e s. Agost. n. 62.

6,13:Neppur quelli, che si circoncidono, osservan la legge: ma vogliono, ec. Non è lo zelo della legge quello che muove, e fa agire costoro, che son circoncisi; imperocchè essi stessi in molte cose secondo il loro capriccio non fan caso della legge. Non altro essi vogliono, che guadagnare la gloria di avervi condotti a professare il giudaismo, di cui portiate testimonianza nella circoncisione della carne. Con questo vogliono e ingrazionirsi, e acquistar rinomanza presso i Giudei.

6,14:Lungi da me il gloriarmi ec. La mia gloria non è fondata se non nella dottrina, e nell'amore di Gesù Cristo crocifisso, per amor del quale il mondo con tutti i suoi falsi beni, e con tutta la sua falsa gloria è per me morto, e crocifisso, com'io son morto, e crocifisso al mondo. Rom. VI. 2., VII. 4. S. Agost. serm. XX. de verb. Ap.: Avrebbe potuto l'Apostolo gloriarsi della sapienza di Cristo, avrebbe potuto gloriarsi della maestà, della potenza, e con verità poteva gloriarsene; ma disse: nella Croce. Dove il mondano filosofo trovò vergogna, ivi l'Apostolo trovò il suo tesoro, onde chi si gloria, nel Signore si glori; e in qual Signore? In Cristo crocifisso; dove l'umiltà, ivi la maestà; dove l'infermità, ivi la potenza; dove la morte, ivi la vita; se a questa tu vuoi pervenire, non voler disprezzare quelle cose, non volere arrossirne, per questo appunto nella fronte, nella fede del rossore hai ricevuto il segno della Croce.

6,15:In Cristo Gesù non fa nulla l'essere ec. Riguardo a Gesù Cristo, ed alla salute, che per lui solo si ottiene, non serve a nulla, che uno sia o circonciso, o incirconciso; l'essenziale, il tutto si è, che uno sia nuova creazione, uomo nuovo, rinato per mezzo dell'acqua, e delloSpirito santo, creato per tutte le buone opere, e per portare l'immagine del nuovo celeste Adamo. Vedi 2. Cor. v. 17.; Isaia XLII. Rom. VI. 4.

6,16:E quanti seguiranno questa norma, ec. Questa è la norma, la regola del vero cristianesimo, alla quale debbe conformarsi tutta la vita cristiana, e tutti coloro e Giudei, e Gentili, che a questa regola si atterranno, troveranno pace e misericordia, perchè il vero Israele son essi, l'Israele spirituale, i veri figliuoli di Giacobbe non secondo la carne, ma secondo lo Spirito, quell' Israele, che sua gloria ripone non nella circoncisione della carne, ma in quella dello Spirito.

6,17:Del rimanente nissuno mi inquieti: imperocchè io porto ec. Nissuno per l'avvenire venga più a parlarmi di circoncisione, o di altra cerimonia legale. È noto, e pubblico a tutti, a qual padrone io appartenga; imperocchè nel mio corpo io porto impressi i segni del mio padrone, che è Cristo, io porto i segni de' flagelli, delle lapidazioni e di ogni genere di patimenti sofferti per Cristo. Ecco le prove di mia milizia; da queste è facile l'intendere, chi io mi sia, se servo della legge, o di Cristo. I soldati, ed anche i servi solevano contrassegnarsi con certi segni impressi nella pelle, indicanti il loro capitano, o padrone.

6,18:La grazia del Signore.... col vostro spirito. Maniera di saluto degna di un tale Apostolo sollecito del vero bene spirituale de' suoi figliuoli, tanto stimata dalla Chiesa, la quale ne ha fatto sempre uso nella celebrazione del sagrifizio della messa, come apparisce da tutte le liturgie e greche, e latine.