Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Prima lettera ai Corinzi 16


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Esorta i Corinti a far la colletta delle limosine pe' Cristiani di Gerusalemme; raccomanda loro Timoteo, e la famiglia di Stefana, e di poi aggiunge i saluti.

1Quanto poi alle collette, che si fanno pe' santi, conforme la regola data da me alle Chiese della Galazia, così fate anche voi.2Ogni primo di della settimana ognun di voi metta da parte, e accumuli quello, che gli parrà: affinchè non s'abbian a far le collette, quando io sarò arrivato.3Quando poi sarò presente: manderò con lettere quegli, che avrete eletti, a portare il vostro dono a Gerusalemme.4Che se la cosa meriterà, che vada anch'io, partiranno meco.5Or io verrò da voi, quando avrò traversata la Macedonia: imperocché passerò per la Macedonia.6Mi tratterrò forse presso di voi, od anche svernerò: affinchè voi mi accompagniate dovunque anderò.7Imperocché io non voglio adesso vedervi di passaggio, ma spero di trattenermi qualche tempo tra voi, se il Signore lo permetterà.8Or io mi tratterrò in Efeso sino alla pentecoste.9Imperocché mi si è aperta una porta grande, e spaziosa: e molti avversarj.10Che se verrà Timoteo, procurate, che stia tra voi senza timore: conciossiachè egli accudisce all'opera del Signore, come io stesso.11Nissuno adunque lo disprezzi: ma accompagnatelo con buona grazia, affinchè venga da me: imperocché aspetto lui co' fratelli.12Quanto poi al fratello Apollo io vi fo sapere, che lo ho pregato forte, che venisse da voi co' fratelli: ma assolutamente non ha voluto venire adesso: ma verrà, quando gli sarà comodo.13Vegliate, siate costanti nella fede, operate virilmente, e fortificatevi:14Tutte le cose vostre siano fatte nella carità.15Vi prego poi, o fratelli, voi sapete come la famiglia di Stefana, e quella di Fortunato, e di Acaico, sono le primizie dell'Arnia, e si sono consagrati al servigio de' santi:16Che anche voi siate sottomessi a questi tali, e a chiunque coopera, e travaglia.17Godo dell'arrivo di Stefana, e di Fortunato, e di Acaico: perché questi hanno supplito alla vostra assenza:18Imperocché hanno ristorato il mio, e vostro spirito. Distinguete adunque que', che sono tali.19Vi salutan le Chiese dell'Asia. Vi salutano nel Signore grandemente Aquila, e Priscilla con la domestica loro Chiesa: de' quali sono ospite.20Vi salutano tutti i fratelli. Salutatevi gli uni gli altri col bacio santo.21Il saluto, di mano di me Paolo.22Se alcuno non ama il Signor nostro Gesù Cristo, sia anatema, Maran Atha.23La grazia del Signore nostro Gesù Cristo con voi.24La carità mia con tutti voi in Cristo Gesù. Cosi sia.

Note:

16,1:Quanto poi alle collette, ec. S. Paolo era stato pregato nel concilio di Gerusalemme a voler procurare de' soccorsi per quei poveri dalle Chiese da lui fondate. Vedi Rom. XV. 26. Ciò egli fece con molta sollecitudine, e per portarvi queste limosine andò poi a Gerusalemme, dove fu preso da' Giudei. Atti XXIV. 17.

16,2:Ogni primo di della settimana ec. La domenica, nel qual giorno si adunavano per la frazione del pane, e per la comune orazione. E da questo, ed altri simili luoghi provano i Padri la traslazione del sabato dal settimo al primo di della settimana. Vuole adunque l'Apostolo, che ogni domenica ciascheduno de' fedeli metta a parte quello, che secondo le sue facoltà gli parrà, ponendolo in luogo separato nella propria casa, e vada così accumulando, fino a tanto che sia tempo di riunir tutto insieme per mandarlo a Gerusalemme. Così aveva insegnato di far a' Galati, così insegnava a' Corinti; e così andando egli a Corinto, trovavagià preparate, e in ordine le limosine di tutti que' fedeli.

16,3:Manderò con lettere. Con mie lettere alla Chiesa di Gerusalemme, nelle quali darò parte ai santi della pro pensa vostra carità per essi, e raccomanderò coloro, che porteranno le vostre limosine. È ammirabile la prudenza dell'Apostolo in togliere ogni ombra di sospetto riguardo all'amministrazione di queste limosine, le quali non vuol egli stesso portare, o trasmettere per mezzo di alcuno de' suoi discepoli a Gerusalemme, ma che vi siano portate da quelli che a tale ufizio saranno eletti dagli stessi Corinti. Esempio da esser notato, e imitato in simil materia.

16,4:Che se la cosa meriterà, ec. Così gli stimola ad essere quanto mai possono liberali.

16,5:Quando avrò traversata la Macedonia. Sembra, che debba ciò intendersi di quel viaggio, ch'egli fece nella Macedonia, di cui si parla negli Atti cap. XIX.

16,6:Mi tratterrò forse presso di voi, od anche svernerò. Alcuni Interpreti credono, che vi si fermasse per tre mesi. Vedi Atti XX. 3.

16,8:Mi tratterrò in Efeso fino alla Pentecoste. Fu costretto a partire di Efeso a cagione della sedizione di Demetrio. Atti XIX. 25.

16,9:Mi si è aperta una porta ec. Efeso, città primaria, e frequentatissima riguardo al tempio di Diana, porgeva a Paolo grandi, e continue occasioni di propagare il Vangelo; e nello stesso tempo vedeva egli i molti contraddit tori, che avrebbe quivi avuto la dottrina di Cristo, e forse presagiva il tumulto, che poi lo obbligò a partir Sene.

16,10-11:Se verrà Timoteo, ec. Paolo lo aveva mandato insieme con Erasto nella Macedonia, ed aveagli ordinato, che passasse a Corinto, e quindi tornasse da lui ad Efeso. Atti XIX. 12. Lo raccomanda qui a' Corinti, e gli prega a far sì, che sia rispettato da tutti, e che niuno lo disprezzi, forse a motivo della sua poca età. Probabilmente temeva l'Apostolo il fare duro, e superbo de' falsi Apostoli, che dominavano in Corinto, de' quali ha parlato più volte in questa lettera.

16,12:Quanto poi al fratello Apollo... lo ho pregato ec. Egli era notissimo a' Corinti, tra' quali aveva predicato. Atti XVIII. 24. Vedi anche cap. III. 5. 6. di questa lettera; e si vede, che i Corinti avevano desiderato la presenza di lui, perchè con la sua autorità, e sapienza poteva contribuire assaissimo alla pace della loro Chiesa; ma egli dovette essere allora in cose molto gravi, ed urgenti occupato, per le quali non si piegò alle preghiere nè de' Corinti, nè del medesimo Paolo, ma differì a tempo più comodo il suo viaggio.

16,14:Tutte le cose vostre siano fatte nella carità. Tutto si faccia da voi per dettame, per ordine della carità: per quel retto sincero cristiano amore, col quale amasi Dio in se stesso, e i prossimi si amano in Dio.

16,15:Voi sapete, come la famiglia di Stefana, e quella di Fortunato, e di Acaico, ec. Questi erano andati a veder Paolo in Efeso, ed erano latori di questa lettera, e l'Apostolo gli raccomanda a' Corinti, come persone, le quali già tempo si erano addette al servigio della Chiesa, e de' fedeli, e probabilmente all'esercizio della ospitalità verso i poveri, e i pellegrini, e i predicatori del Vangelo. Di Stefana vedi sopra 1. 18. Il greco non parla qui, se non di lui solo.

16,17:Hanno supplito ec. Hanno supplito alla presenza vostra da me tanto desiderata; il vedere questi è stato per me, come se voi stessi avessi veduto.

16,18:Hanno ristorato ec. Non poteva l'Apostolo con maggior tenerezza spiegare la forza della carità, che l'univa a' suoi cari figliuoli in Gesù Cristo, che dicendo comune per lui, e per essi la consolazione recata al suo spirito da Stefana, e Fortunato, e Acaico.

16,19:Aquila e Priscilla con la domestica loro Chiesa. Con la loro famiglia tutta cristiana. Vedi Rom. XVI. 5. Altri intendono la voce Chiesa de' fedeli, i quali in gran numero si adunassero nella casa di Aquila per udire la divina parola, e offerire il divin sagrifizio.

16,20:Salutatevi gli uni gli altri col bacio santo. Vedi Rom. XVI. l6.

16,21:Il saluto, di mano di me Paolo. Il resto della lettera era stato scritto a dettatura di Paolo da altra mano: questo versetto, e i seguenti gli scrisse egli stesso di pu gno. Vedi 2. Thess. III. 17.

16,22:Maran-Atha. Secondo la più comune opinione questa espressione è siriaca, e significa il Signore (ovvero il Signor nostro) viene. Molti credono, che per quei, che non amano Gesù Cristo, vadano intesi gli Ebrei, i quali non lo amano, ma lo perseguitano; onde dopo di aver intimato a' medesimi l'eterna maledizione, aggiunge, che il Signore sta per venire a punire l'incredulità, e l'ostinazione della Sinagoga.

16,23:La grazia del Signore ec. Vedi Rom. XVI. 2.

16,24:La carità mia con tutti voi in Cristo Gesù. Sia l'amore, per cui sono unito a voi, saldo, e permanente; lo che avverrà, sestarete tutti saldi nella fede, e nell'amore di Gesù Cristo; e questo suo desiderio conferma l'Apostolo, soggiungendo: così sia.
Il greco porta, che questa lettera fu scritta da Filippi, ma sembra evidente, che fosse scritta da Efeso, e generalmente le date dell'epistole di Paolo (quali si leggono nel greco al fine di esse) sono per lo più o false, o molto incerte, essendovi state apposte molto tardi.