Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Zaccaria 11


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Mali, onde saranno oppressi i Giudei negli ultimi tempi. Distruzione tempio. Il pastore d'Israele spezza le due verghe. Tre pastori morti in un mese. Mercede dei trenta denari d'argento gettati a un vasaio. Gregge dato in potere d'uno stolto pastore.

1Apri o Libano, le tue porte, e il fuoco si divori i tuoi cedri.2Gettate urla, o abeti, perchè i cedri sono caduti, perchè le altissime piante sono state atterrate: gettate urla o quercie di Basan, perche la forte selva è stata recisa.3Rimbombano le strida dei pastori, perchè la loro grandezza è distrutta: rimbombano i ruggiti de' lioni, perchè la superbia del Giordano è devastata.4Queste cose dice il Signore Dio mio: Pasci queste pecore da macello.5Le quali coloro, che le guidavano, le mettevano a morte senza averne pietà e le vendevano, dicendo: Benedetto il Signore, noi ci siamo arricchiti. E que' loro pastori non ne avevano compassione.6Or io non perdonerò ornai più agli abitanti di questa terra, dice il Signore: ecco che io abbandonerò questi uomini in potere l'uno dell'altro, e in potere del loro re, e sarà desolato il loro paese, ed io non li trarrò dalle mani di coloro.7E per questo io, o poveri del gregge, pascerò queste pecore da macello. Ed io mi presi due verghe, l'una delle quali chiamai la Speciosa, l'altra la chiamai la Funicella: e pascolai la greggia.8E recisi tre pastori in un mese, e si restrinse riguardo ad essi l'anima mia, perchè anche l'anima loro variò riguardo a me.9E io dissi: Io non sarò vostro pastore: quello, che muore, si muoia: quel, che è sbranato, sia sbranato; e quelli, che restano, si divorino ciascheduno la carne del loro vicino.10E presi la mia verga chiamata la Speciosa, e la ruppi, per rompere il patto fermato da me con tutti i popoli.11E fu rotto in quel giorno, e i poveri del gregge, che mi ascoltano, han conosciuto, che questa è parola del Signore.12Ma io dissi a coloro: Se vi par giusto, datemi la mia mercede; e se no, non ne fate altro. Ed ei mi pesarono per mia mercede trenta monete d'argento.13E il Signore mi disse: Getta a quello statuario questa bella somma, a cui mi han prezzolato. Ed io presi le trenta monete d'argento, e le gettai nella casa del Signore, perchè si dessero allo statuario.14E ruppi l'altra mia verga chiamata la Funicella, affin di rompere la fratellanza tra Giuda, e Israele.15E il Signore disse a me: Prenditi ancora i segnali di un pastore insensato.16Perocché io già farò uscir fuora sulla terra un pastore, che non visiterà le pecore abbandonate, non cercherà le disperse, non sanerà le ammalate, e a quelle, che stanno in piedi, non darà nutrimento, e si mangerà delle grasse la carne, e romperà ad esse gli stinchi.17O pastore, ed o idolo, che lasci il gregge in abbandono! La spada lo colpirà nel braccio, e nel suo destro occhio: il suo braccio inaridirà, e si seccherà, e il suo destro occhio ottene bratosi si oscurerà.

Note:

11,1:Apri, o Libano, le tue porte, ec. Il tempio di Gerusalemme è indicato col nome di Libano Ezech. XVII.7 Jerem. XXII. 23., sì perchè fondato in luogo molto elevato, e sì perchè era ornato di molte colonne di cedro del Libano. Il Profeta adunque avendo descritte le prosperità di Giuda dopo il loro ritorno dalla cattività, e ne' tempi de' Maccabei, vede repentinamente mostrarsi al suo sguardo profetico un altro tempio, in cui Dio sdegnato giustamente contro la sinagoga per cagion del rifiuto fatto da lei del suo Messia, rigetterà questa sposa infedele, e si ritirerà da lei, e condannerà alle fiamme quel tempio, in cui l'Ebreo carnale poneva tanta fidanza. Dice adunque il Profeta, o piuttosto per bocca di lui il Signore: Tempio, apri le tue porte. Giuseppe racconta, che poco prima dell'assedio la porta orientale del tempio interiore, che era di bronzo, e sì grande, e massiccia, che vi volevano le braccia di venti uomini per dischiuderla, si aperse repentinamente da se stessa, e i Rabbini aggiungono, che uno de' più illustri uomini della nazione inveggendo tal cosa gridò: O casa, o casa santa, che vuol dire, che tu sei spaventata. Io ben so, che tu hai da esser ben presto distrutta, e che di te fu pronunziata quella profezia: apri, o Libano, le tue porte. I cedri posson significare i principi, i capi del popolo, e i pontefici.

11,2:Gettate urla, o abeti, ec. Le piante inferiori piangano, e urlino, perchè le più alte, e forti, e robuste sono ite per terra. La forte selva è stata recisa. Questa selva è Gerusalemme città fortissima, e quasi inespugnabile, se Dio non l'avesse condannata egli stesso ad essere espugnata, e distrutta. Tito stesso riconobbe, e confessò questa verità.

11,3:Le strida dei pastori, perchè ec. I pastori sono i sacerdoti, la gloria de' quali, e la grandezza era il loro tempio magnifico, e tutto l'apparato del culto sacro, che ivi si esercitava.
La superbia del Giordano è devastata. Introduce il Profeta le stesse fiere a piangere la desolazione della Giudea. I leoni hanno stanza presso le rive del Giordano, nei boschi, che sono all'intorno, e la superbia del Giordano non è altro se non l'ameno, e fertil paese, per cui egli scorre.

11,4-5:Pasci queste pecore da macello; ec. Dio, che ha compassione degli Ebrei, ordina al Profeta, che con tali annunzi istruisca, ammonisca, e inviti a penitenza il suo popolo, affinchè colla mutazione de' costumi possa fuggire i tremendi gastighi, che gli son preparati. Queste pecore infelici hanno avuti pastori sì crudi,e inumani, che non avean ribrezzo di condurle a perire, e anche di ucciderle colle proprie loro mani purchè potesser cavarne qualche guadagno, ed empiamente si gloriavano, e rendevano grazie a Dio, quando col sangue delle pecore si erano arricchiti. Vedi Ezechiele, XXIV. 2. La storia del Vangelo ci fa vedere questa razza di pastori nelle persone de' Farisei, e degli Scribi, e dottori della legge, i quali purchè vi avessero il loro profitto, non avean difficoltà di insegnare agli uomini a violare i più santi comandamenti di Dio.

11,6:Abbandonerò questi uomini in potere l'uno dell'altro. Sono predette le discordie, e le sanguinose fazioni, onde fu lacerato quel misero popolo, e prima dell'assedio, e nel tempo istesso dell'assedio quando una parte de' cittadini occupava il tempio, era assediata da que' che chiamavansi zelatori, e questi erano da un terzo partito assediati, quando, secondo l'espressione di Giuseppe Ebreo, tutti costoro si riunivano nella risoluzione di togliere dal mondo tutte le persone da bene, e amanti della pace; e quando finalmente la domestica guerra intestina era senza paragone più sanguinosa, e crudele, che quella fatta agli Ebrei dagli esterni nemici. Il Profeta vide tutto questo circa cinque secoli avanti, e lo predisse con termini equivalenti a quelli, onde nella storia è de scritta la orribil tragedia.
E in potere del loro re. I Giudei riconobbero solennemente per loro re l'imperadore di Roma: non abbiamo re fuori di Cesare, dissero a Pilato, che parlava loro in favore del re Messia: saranno adunque dati in balia di questo re, ed ei li tratterà come meritano.
E io non li trarrò dalle mani di coloro. Divenuti schiavi de' Romani in tale stato si resteranno per sempre, e la loro cattività non sarà sciolta da me come fu sciolta quella di Babilonia. Coloro significa i nemici.

11,7:E per questo io, o poveri del gregge, pascerò ec. Il Profeta ubbidisce al comando datogli dal Signore di pascere questo gregge infelice destinato al macello (vers. 4.) e tal cura egli si assume per amore specialmente dei poveri, degli umili, dei giusti, che sono tuttora in questo gregge, e per amore de' quali l'istesso Dio differirà lungamente di far piombare sopra degli empi le sue vendette. E in un altro senso è qui dimostrata la carità di Cristo, il quale venne egli stesso in persona a pascere le pecorelle disperse della casa di Israele.
Ed io mi presi due verghe, ec. Il Profeta mettendosi a far da pastore prende due verghe, una, cui egli dà il nome di speciosa, e per essa è significato il governo dolce, benigno, amoroso, col quale Dio resse lungamente il suo popolo dopo il ritorno dalla cattività, e a' tempi de' Maccabei e di Cristo, prima che la nazione ingrata rigettasse questo suo re: l'altra verga detta la funicella significa il governo di severità, e di rigore, col quale Dio cominciò a punire l'indegno abuso fatto dagli Ebrei de' suoi benefizi, e delle sue grazie, e continuò a punirli fino all'ultimo loro esterminio.

11,8-9:E recisi tre pastori in un mese, ec. Questa maniera di parlare, in un mese, si prende comunemente quasi voglia significare uno spazio di tempo assai corto; ma non piccola difficoltà si trova a spiegare, chi sieno questi tre pastori, e convien confessare, che accenna il Profeta qual che fatto, di cui non è stata tramandata notizia a noi dall'istoria; se pure non vogliam dire, che voglian significarsi i tre pontefici che in un solo anno ebbe Gerusalemme, Ismaele figliuolo di Phabea, Giuseppe detto Cabei, e Anano figliuolo di Anano, lo che avvenne poco tempo prima dell'assedio. Io adunque (dice il Profeta pastore rappresentante lo stesso Dio) diedi tali segni dell'ira mia, recisi que' tre cattivi pastori in brevissimo tempo, e il mio cuore si restrinse riguardo ad essi, perchè anche il cuor loro cangiò di sentimenti riguardo a me: e vuol dire gli abbandonai, perchè essi i primi abbandonaron me, e tolsi ad essi il mio amore, perchè eglino si alienarono da me. Quindi il terribil decreto: io non sarò vostro pastore. Voi non mi voleste, mi rifiutaste solenne mente, e io vi abbandono, nè più penserò a voi, se non per punirvi, o piuttosto per lasciare alla vostra superbia, alla vostra durezza, e all'inumano vostro carattere, la cura di tirarvi addosso tutti i flagelli, che sono per voi preparati.

11,10-11:E presi la mia verga ....e la ruppi per rompere il patto ec. Quelle parole con tutti i popoli significano tutte le tribù, le quali anche altrove son dette popoli. Alcuni vogliono, che il patto di Dio con Abramo possa dirsi fatto con tutti i popoli, perchè ad esso potean tutti aver parte ricevendo la circoncisione, e soggettandosi a tutta la legge, ma io per me preferisco la prima sposizione. La verga adunque fu rotta, fu rotto il patto, e l'alleanza di Dio colle dodici tribù, ed elle non furon più popolo del Signore; fu rotto allora il patto, e i poveri, gli umili, i giusti del gregge, che ascoltarono la voce mia, conobbero, che questa è la parola del Signore: vale a dire i Giudei fedeli convertiti a Cristo conosceranno nel gastigo della nazione l'avveramento di sue parole annunziate già pe' profeti e ripetute da Cristo. Vedi Matth. XXIV. I. 2., Luc. XIX. 20. 21. Un gran numero di Giudei Cristiani si ritirarono a Pella di la dal Giordano prima che fosse posto l'assedio a Gerusalemme, come si notò in altro luogo. Dove la nostra Volgata dice: qui custodiunt mihi, i LXX portano: qui custodiuntur mihi: che sono serbati, custoditi per me.

11,12-13:Ma io dissi a coloro: Se vi par giusto, ec. Secondo me la bellezza, e la grazia, che è in questa parabola, o sia visione profetica sorpassa tutto quello che può immaginarsi di bello e di grande. Ecco adunque il pastore, che si ritira dal governo di un gregge indocile, e protervo, e non per bisogno, ch'egli ne abbia, nè per alcuna speranza, ma per rendere sempre più manifeste le disposizioni del cuore di queste stolide pecorelle, parla con esse, e dice: io sono stato per tanto tempo vostro pastore, e ora non posso più esserlo, perchè voi per pastore non mi volete; voi adunque se è giusto, e se giusto a voi pare, datemi la mia mercede: veggiamo quale stima voi facciate delle mie fatiche, de' miei sudori, anzi della mia vita; perocchè per le mie pecorelle io do anche la vita mia, Jo. X. 11. ec. Allora quegli empi mi dettero per mia mercede la somma vile di trenta sicli di argento. Ognun sa, che a tal prezzo fu messa la vita del buon Pastore venduta a' suoi nemici da un discepolo. Ma Dio fa intendere al Profeta, che questa bella somma sarà gettata via da colui, nelle mani del quale ella fu sborsata, e sarà data a uno statuario, cioè ad uno, che fa vasi, e figure di terra cotta per prezzo del suo campo, nel quale i pellegrini saran sepolti. Vedi Matth. XXVII. 3. Il Profeta predice, che il denaro sarà gettato nella casa del Signore, dove fu rimesso ai principi dei Sacerdoti.

11,14:E ruppi l'altra mia verga ec. Il pastore spezza anche la seconda verga chiamata la funicella dimostrando, come egli non ha più che fare con quel popolo, lo abbandona alla sua ostinazione, e al suo peccato: e allora distrutta Gerusalemme, e il tempio, fu rotta ogni fratellanza tra Giuda, e Israele, vale a dire tra l'Ebreo fedele, e l'Ebreo indurato nella sua incredulità. Prima della distruzione del tempio per una economia di carità, e di tolleranza fu permesso a' Giudei battezzati di ritenere varie cerimonie della legge Giudaica, ma da quel tempo in poi i Giudei Cristiani si differenziarono in tutto, e per tutto da' loro fratelli nemici di Cristo, e ogni somiglianza fu tolta, e nissun vincolo di fratellanza fu tral fedele, e l'in fedele Giudeo.

11,15:Prenditi ... i segnali di un pastore insensato. Vale a dire di un pastore cattivo, crudele, rapace, il quale in vece di pascere le pecore le scortichi, e le uccida. Rigettato il loro vero, e buon pastore gli Ebrei ebbero per pastori un Caio Caligola, un Claudio, un Nerone, e in qual modo fosser trattati da questi loro nuovi pastori, o piuttosto tiranni è descritto da Giuseppe Ebreo; ma il Profeta prima di lui lo dice nel versetto seguente.

11,16:O pastore, od idolo, ec. Vale a dire o pastore, anzi o idolo, cioè fantasma di pastore. La spada della divina vendetta ferirà il braccio crudele dello stolto, e crudo pastore, vale a dire spezzerà, e annichilerà la sua possanza; la stessa spada ferira il suo occhio destro, ed ei restera cieco, vale a dire perderà il lume dell'intelletto, e sarà un forsennato, e uno stolto, che correrà verso il suo precipizio. E nota il tragico fine di que' tre Imperatori.