Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Michea 6


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Il Signore rimprovera a Israele la sua ingratitudine; Dice quel, ch'ei domandi dal popol suo, a cui predice molte afflizioni per la sua ingiustizia, e per altre scelleratezze.

1Ascoltate quello, che dice il Signore: Su via, disputa in giudizio contro i monti, e i colli ascoltino la tua voce.2Ascoltino la disputa del Signore i monti, e i fondamenti fortissimi della terra: perocché il Signore viene a disputare col suo popolo, e farassi giudizio tra lui e Israele.3Popolo mio, che è quello, ch'io ti ho fatto? Od in qual cosa ti ho io disgustato? Rispondi a me.4Forse perchè ti trassi dalla terra d'Egitto, e ti liberai dalla casa degli schiavi, e mandai innanzi a te Mosè. Aronne, e Maria?5Popolo mio, di grazia sovengati dei disegni di Balach re di Moab, di quello, che a lui rispose Balaam figliuolo di Beor, (sovvengati) da Sethim fino a Salgala, affinchè tu conoscessi la giustizia del Signore.6Che offerirò al Signore, che sia degno di lui! Piegherò le ginocchia dinanzi all'Altissimo Iddio? Offerirogli olacausti, e vitelli d'un anno?7Può egli forse placarsi il Signore per mezzo di mille arieti, o con molte migliaia di grassi capri? Sagrificherò forse a lui pel mio delitto il mio primo genito, od alcuno de' miei figliuoli pel peccato commesso da me?8Io ti insegnerò, o uomo, quello, che è ben fatto, e quello, che il Signore cerca da te: viene a dire, che tu facci giudizio, e ami la misericordia, e cammini con sollecitudine dietro al tuo Dio.9La voce del Signore rimbomba sopra la città: avranno salute quelli, che temono il nome tuo. Ascoltate voi, o tribù; ma chi sarà ubbidiente?10Come fuoco sono tuttora in casa dell'empio i tesori di iniquità, e la misura scarsa ripiena d'ira.11Dovrò io aver per giusta la stadera empia, e i pesi falsi del sacco?12Pe' quali i suoi ricchi si sono ripieni di iniquità, e i suoi abitanti dicevan bugie, ed hanno in bocca una lingua ingannatrice.13Io pertanto ho cominciato a flagellarti, e a desolarti per ragione de' tuoi peccati.14Mangerai, e non potrai satollarti; e in mezzo a te sarà (la cagione) di tue calamità. Avrai fecondità, ma non salverai i figliuoli; e se li salverai, io li farò perire di spada.15Seminerai, e non mieterai; pigerai le ulive, e non ti ungerai coll'olio; e le uve, ma non berai del vino.16Perchè tu hai osservati gl'insegnamenti di Amri, e tutte le maniere di vivere della casa di Achab, e hai fatto quel, che ad essi piaceva, affinchè io abbandonassi te alla perdizione, e i tuoi abitanti agli scherni; e voi porterete l'obbrobrio del popol mio.

Note:

6,1:Su via, disputa in giudizio contro i monti, ec. Sui monti, e sulle colline si adoravano i falsi dei, e si com metteva ogni sorta d'infamità. Per questo è ordinato al Profeta di fare le parti di avvocato nella causa del Signore, e di disputare per lui contro i monti, e contro i colli; e certamente non erano questi i rei, ma bensi il popolo, che ivi peccava; ma perchè il popolo di dura cer vice, e ostinato nel male non voleva ascoltare, perciò è ordinato al Profeta di rivolgere il suo discorso a citare, e accusare i monti stessi e i colli, i quali non saranno tanto insensibili alle voci del Signore, il quale con incredibil bontà non isdegna di trattare col popol suo, come può fare un uomo con un altro uomo suo eguale, e di prendere a giustificarsi, e a far conoscere le sue ragioni.

6,2:E i fondamenti fortissimi della terra. Le radici profonde dei monti sono come le fondamenta della terra. I LXX tradussero: e voi valli, e fondamenta della terra. La Volgata potrebbe intendersi anche in tal guisa: monti, che avete stabili fondamenti nella terra.

6,3:Che è quelto, ch'io ti ho fatto? ec. Qui comincia la forte, e patetica disputa del Signore contro il suo popolo. E veramente convien dire, che questa maniera di querela ha grandissima forza non sol per convincere, ma per conquidere, e, direi quasi annichilare i peccatori, i quali nel finale giudizio a tali rimproveri dell'Agnello chiede ranno alle montagne, che cadano sopra di loro, e alle colline, che li seppelliscano.

6,4:Dalla casa degli schiavi. Dall'Egitto, che era per voi ergastolo di miseri e infelicissimi schiavi.
Mosè, e Aronne, e Maria. Il Caldeo: Mandai innanzi a te tre profeti, Mosè, Aronne, e Maria; Mosè per in segnarti la tradizione dei precetti; Aronne per l'espiazione del popolo; Maria per istruire le donne. Vedi s. Girolamo.

6,5:Sovvengati dei disegni di Balach re di Moab, ec. Balach temendo, che gli Israeliti non si facesser padroni del suo paese fece venire Balaam a maledirli; ma Dio fece che Balaam li benedicesse. Vedi Num. XXII. XXIII. XXIV.
Da Sethim fino a Galgala. Sethim era nella pianura di Moab, e a Sethim erano gli alloggiamenti di lsraele, quando Balaam lo benedisse, e annunziò le vittorie, ch'ei dovea riportare sopra de' suoi nemici. Galgala era dall'altra parte del Giordano, e a Galgala, passato il Giordano furono trasferiti gli alloggiamenti circa un mese dopo da Giosuè. Posto ciò non si vede in qual modo leghino con quel che precede queste parole, da Sethim fino a Galgala: e quanto a quello, che alcuni dicono accennarsi nelle parole, che precedono il consiglio dato da Balaam a Balach di mandare le fanciulle di Moab agli alloggiamenti, perchè inducessergli Israeliti a peccare, in primo luogo pare a me assai chiaro, che in questo luogo rimprovera Dio al suo popolo, non tanto i suoi peccati, quanto i benefizi da se fattigli; in secondo luogo il peccato di Israele colle figlie di Moab fu pur a Sethim, e non a Galgala; così non può sostenersi la sposizione, ch'ei danno: sovvengati del pravo consiglio dato da Balaam, per cui Israele peccò da Sethim fino a Galgala. Ma siccome a Sethim fu insigne favor di Dio, il far sì, che Balaam chiamato per maledire benedicesse Israele, e ne predicasse i privilegi, e le grandezze, così nell'andare da Sethim a Galgala nuovo insigne favore di Dio si fu il fare, che a piedi asciutti passassero il Giordano, e a Galgala si rinnovellasse la grande alleanza di Dio cogli Israeliti, alleanza, sulla quale posavano tutti i vantaggi, che avea questo popolo sopra ogni altra nazione. Io adunque intenderei ripetuto avanti a queste parole il verbo: sovvengati: sovvengati da Sethim fino a Galgala, viene a dire di quel che fu, di quel ch'io feci per te da Sethim fino a Galgala, e questa maniera di accennare in poche parole i grandissimi benefizi, co' quali Dio accompagnò da un luogo all'altro il suo popolo, mi sembra molto nobile, e grande, e degna di Dio.
Affinchè tu conoscessi la giustizia del Signore. Cioè, le misericordie di Dio, come spiega s. Girolamo, ovvero, la fedeltà, e veracità di Dio nelle sue promesse, come intese Teodoreto: perocchè e nell'uno, e nell'altro senso trovasi usata nelle Scritture la voce giustizia, quando si parla di Dio. Vedi Ps. XXIII. 5. CXI.9.

6,6-7:Che offerirò al Signore, ec. Il popolo riconosce, e confessa la somma bontà, e carità di Dio, e domanda; che poss'io fare per dimostrare a lui la mia gratitudine? Sarà egli contento, se io esteriormente mi umilierò dinanzi a lui, o gli offerirò in gran numero vittime, e olocausti? O potrò io meritare il perdono, e la grazia di lui coll'offerirgli il mio primogenito come già fece Abramo?

6,8:Io ti insegnerò, o uomo, quello, che è ben fatto, ec. Dio per bocca del suo Profeta risponde, e dichiara quel ch'egli voglia dall'uomo.
Che tu faccia giudizio, ec. O uomo tu cercavi quello, che tu dovessi offerire al tuo Dio, ed eri sollecito di intendere in qual maniera tu potessi fartelo amico. Offerisci te stesso; perocchè qual altra cosa può Dio chieder da te, se non te stesso? E se tu offerisci, e fai quel ch'ei comanda, egli in te il giudizio ritrova, e la giustizia. E come il giudizio? Se dispiacerai a te stesso per quello, che eri, affin di essere quel, che non eri. Questo giudizio farai tu di te stesso, quando non perdonerai a te stesso i tuoi pecati ... Vuoi tu adunque far retto giudizio o Emenda il male fatto. Così s. Agostino serm. 136. de temp., e questa sposizione mi sembra assai buona. Altri con s. Girolamo pel giudizio intendono più generalmente tutto quello, che da noi debbesi a Dio, al prossimo, e a noi stessi.
E ami la misericordia. Qui sono intese tutte le opere di carità verso il prossimo. E cammini con sollecitudine dietro al tuo Dio. Ed è qui prescritta l'attenzione, e la vigilanza e la umiltà, colla quale l'uomo dee camminare dinanzi a Dio procurando di piacergli in tutte le cose, come un buon figliuolo con gran rispetto diportasi sotto gli occhi del padre. Ed è in questo luogo mirabilmente espresso lo spirito della legge, spirito, che conduce alla vera interior giustizia del cuore, giustizia poco intesa dall'Ebreo carnale, benchè sovente ordinata, e altamente celebrata nelle Scritture.

6,9:La voce del Signore rimbomba sopra la eittà, ec. Il Signore grida a Gerusalemme, grida alle due tribù, di Giuda, e di Beniamin, e dice, che avranno salute, o Dio, quelli, che temono il tuo santo nome. Ma chi sarà, che ascolti con attenzione e docilità?

6,10:Come fuoco sono tuttora ec. Abbiam supplito l'avverbio di similitudine, che sovente si sottintende nell'Ebreo. I tesori mal acquistati, i tesori acquistati col vendere il grano a' poveri a misura scarsa, e minore del giusto, questi tesori sono come un fuoco, che divorerà l'empio avaro, e le sue sostanze, perchè quella misura sarà ripiena, e ricolma d'ira del divin Giudice. O avaro, le tue mal augurate ricchezze saranno il fuoco, che ti abbrucerà: tu vendi a misura scarsa, e Dio ti punirà a misura piena, misura d'ira, e di severo giudizio.

6,11:La stadera empia, e i pesi falsi del sacco? Questo peso erano le pietre di peso diverso, che si portavano in un sacchetto dai negozianti insieme con le bilance. Aveano pietre di una libbra, di due ec. Gli ingiusti mercanti portavano pesi falsi, e gabbavano i semplici.

6,14:In mezzo a te sarà (la cagione) di tue calamità. In te, cioè ne' tuoi peccati è il vero principio e l'origine di tue sciagure.
Avrai fecondità, ma non salverai i figliuoli; ec. Tale è il vero senso di questo luogo secondo moltissimi Interpreti Ebrei e Cristiani. La tua moglie concepirà, ma non porterà a tempo, abortirà, e se porterà a tempo, io farò perire di spada i tuoi figli.

6,16:Perchè tu hai osservati gli insegnamenti di Amri. Amri re di Israele sorpassò tutti i suoi predecessori nell'iniquità come sta scritto III. Reg. XVI. 25., e Achab suo figliuolo fu peggiore di lui, come nello stesso luogo si legge. V. 30. Tu, o Gerusalemme, città santa, e specialmente a Dio consacrata per ragion del suo tempio, che è in te, tu in vece di ubbidire al Signore Dio tuo, hai preso norma, ed esempio del tuo vivere da due re i più empi, e scellerati, che abbia avuto Israele. Parla Michea principalmente ai ricchi, ai grandi, ai potenti di Giuda, e dice loro finalmente, ch'ei saranno rei di tutti gli obbrobri, a' quali sarà condannato da Dio il suo popolo.