Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Giona 3


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Giona è mandato a Ninive a predire la rovina di quella città. Si convertono a Dio i Niniviti, e danno grandi segni di penitenza, e Dio perdona alla città.

1Il Signore parlò la seconda volta a Giona, e disse:2Alzati, e va a Ninive città grande, ed ivi predica quello, che io dico a te.3E Giona si mosse, e andò a Ninive secondo l'ordine del Signore. Or Ninive era una città grande, che aveva tre giorni di cammino.4E Giona cominciò a scorrere la città pel cammino di un giorno; e gridava, e diceva: Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà atterrata.5E i Niniviti credettero a Dio, e intimarono il digiuno, e si vestiron di sacco i grandi, ed i piccoli.6E fu portata la nuova al re di Ninive, ed egli si levò dal suo trono, e gettò via le sue vesti, e si vestì di sacco, e si assise sopra la cenere.7E pubblicò, e intimò in Niniva qaest'ordine fatto dal re, e da' suoi principi; Uomini, e bestie, bovi, e pecore non mangino niente, non vadano al pascolo, e non bevano acqua.8E si cuopran di sacco gli uomini, e gli animali; e gridino con tutta la loro forza verso il Signore, e si converta ciascuno dalla sua cattiva vita, e dalle sue opere inique.9Chi sa, che Dio non si ritratti, e ci perdoni, e calmi il furore dell'ira sua, onde non ci faccia perire?10E Dio vide le opere loro, e come si erano convertiti dalla mala loro vita, e Dio ne ebbe compassione, e non fece loro il male, che avea detto di fare.

Note:

3,3:Città grande, che avea tre giorni di cammino. Città prodigiosamente grande era Ninive per testimonianza anche degli storici profani. Ella avea circa diciotto miglia di lunghezza, come racconta Diodoro Siculo Bibliot. lib.11; e siccome ciò dee intendersi di quello, che ella fu nella sua fondazione, gli accrescimenti de' sobborghi, che poteron farsi da indi in poi sino a' tempi di Giona, doveano aver ricresciuta assai questa misura. Per la qual cosa dove dice il Profeta, che Ninive avea tre giorni di cammino, intendiamo con molti dotti interpreti, che per traversarla per diritta strada, vi volevano tre giornate per un uomo a piedi, e particolarmente per un uomo, il quale avesse dovuto scorrerla non oziosamente, ma predicando, come dovea fare il Profeta.

3,4:Cominciò a scorrere la città pel cammino di un giorno. Giona adunque entrato in Ninive, predicò in quella prima parte della città, ch'ei potè scorrere in un giorno.
Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà atterrata. Questa minaccia avrebbe avuto il suo effetto, se i Niniviti non fosser ricorsi alla penitenza, onde la profetica parola si intende secondo tal condizione.

3,5:Credettero a Dio, ec. Il prodigio operato da Dio nella persona di Giona, col farlo divorare dal pesce, e trarlo fuora vivo ed illeso, fu il segno, che indusse i Niniviti a credere alla predicazione di lui, come ci insegna lo stesso Cristo, dicendo: Come Giona fu un segno pe' Niniviti; cosi il Figliuolo dell'uomo sarà un segno per questa generazione. Luc. XI. 30. Era adunque precorsa a Ninive la fama del gran prodigio, il quale dispose quegli infedeli ad ascoltare la voce di Dio, e la grazia di lui operando sui loro cuori, ne formò de' modelli di vera e sincera penitenza, degni di essere lodati e proposti alla imitazione de' Giudei da Cristo. Matt. XII. 41. Cosi secondo la bella riflessione di s. Agostino si avverò molto bene, e utilmente per essi la predizione di Giona, e la cattiva Ninive fu distrutta, e la buona Ninive fu edificata, e, salve le mura e le case, furono atterrati nella città gli scellerati costumi. De civit. XXI.24.

3,6:Al re di Ninive. Credesi da molti, ch'ei fosse Phul, padre del famoso Sardanapalo, del qual re Phul è parlato più volte ne' libri santi. Vedi V. Reg. XV. 19. I. Paral. V.26.

3,7:Quest' ordine fatto dal re, e dai suoi principi. Si è veduto più volte, come i re di Oriente nelle cose gravi nulla risolvevano, nè ordinavano senza il consiglio, e senza l'approvazione de' grandi del regno. Esther, II. 19. VIII. 8. Dan. VI. 8. ec.
Uomini, e bestie, bovi, e pecore ec. Osserva Teodoreto, che facendo digiunare anche gli animali, si volea risvegliar sempre più negli uomini i sentimenti di penitenza, facendo udire agli stessi uomini le strida, e i gemiti di quelle creature, che non avevano potuto peccare; onde si movessero alle lacrime i peccatori, e ricorresser con tutto il cuor loro alla misericordia del Signore. Intorno a questa mirabile penitenza de' Niniviti sono da vedersi il Grisostomo hom. VII. de poenit., e s. Basilio hom. VIII. in avaros, e orat. IV. de poenit. Il digiuno de' Niniviti fu imitato in tutte le sue parti da' Cristiani della Palestina, i quali ne ottenner da Dio una miracolosa vittoria. Vedi il Baronio all'anno 1124.

3,9:Chi sa, che Dio non si ritratti, ec. Chi sa, che Dio, movendosi di noi a pietà, non cangi la sentenza della nostra distruzione? Non voglion presumer tanto della propria compunzione, che si dieno per sicura la ritrattazione delle tremende minacce, e questo dubbio stesso, dice s. Girolamo, li sollecita a far più rigida penitenza, e a provocare Dio a misericordia. Del rimanente, Dio facendo predire le sciagure, e i mali, che sovrastano al peccatore, evidentemente dimostra, ch'ei non vuole, nè ama di fare questi mali al peccatore; così minacciò l'inferno, per non avere a mandare alcun uomo all'inferno. Vedi Chrisost. hom. I. de poenit.