Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Amos 8


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Sotto la parabola di uncino da coglier i frutti è predetta la fine del regno d'Israele a motivo della oppressione de' poveri. Atrocità degl'imminenti flagelli. Le feste si cangeranno in lutto. Fame della parola di Dio.

1Il Signore mandommi questa visione: Io vedea un uncino da cogliere i frutti;2E dissemi: Che è quel, che tu vedi, o Amos? E io dissi: Un uncino da corre i frutti. E il Signore disse a me: E venuta la fine pel mio popolo d'Israele: io noi lascerò più lungamente impunito.3In quel giorno, dice il Signore Dio, strideranno i cardini del tempio, molti periranno: e in ogni luogo sarà vasto silenzio.4Ascoltate ciò voi, che straziate il povero, e struggete i miserabili del paese,5E dite: Quando passerà il mese, e venderemo le merci, e (passerà) il sabato, e metterem fuora il grano, farem più piccola la misura, e ricresceremo il peso del siclo, e adopreremo bilancia falsa;6E ci farem padroni de' miserabili col denaro, e de' poveri con un paio di scarpe, e venderemo le vagliature del grano:7Il Signore ha fatto questo giuramento contro la superbia di Giacobbe: Io giuro, che non mi scorderò giammai di tutte le opere loro.8E dopo tali cose non sarà ella scommossa la terra, e i suoi abitatori non sarann' eglino in pianto? La sovercherà quasi un fiume, ed ella sarà de solata, e sparirà come il rivo di Egitto,9E avverrà in quel giorno, dice il Signore Dio, che il sole tramonterà a mezzo il dì, e farò, che si oscuri la terra in piena luce:10E cangerò in lutto le vostre solennità; e in pianto tutte le vostre canzoni, e a tutti voi metterò intorno agli omeri il sacco, e vi farò rader la testa, e il suo duolo farò che sia qual suol essere per la perdita d'un unigenito, e che il suo fine sia come giorno di amarezza.11Ecco, che viene il tempo, dice il Signore, quand'io manderò sopra la terra la fame, non fame di cibo, né sete di acqua, ma di udire una parola di Dio.12E tutti saranno in iscompiglio da un mare all'altro, e da settentrione fino a levante. Anderanno attorno bramosi di udire una parola del Signore, e non la troveranno.13In quel giorno verran meno per la sete le fanciulle avvenenti, e i giovinetti.14Coloro, che giurano per il peccato di Samaria, e dicono: Viva, o Dan, il tuo Dio, e viva il pellegrinaggio di Bersabea: anderanno per terra, e non si rialzeranno mai più.

Note:

8,1:Io vedea un uncino ec. Alle altre visioni profetiche aggiunge Dio anche questa, colla quale vien intimato sensibilmente il prossimo sterminio della nazione, se ella a tante minacce non si muove, e non si converte. Coll'uncino sogliono i contadini tirare a se i rami delle piante de' meli, peri, fichi ec. per cogliere i frutti maturi; onde l'uncino veduto dal Profeta significava, che era già tempo di cogliere, cioè di staccare gl'Israeliti dalla loro terra, e di trasportarli in altro paese: perocchè il tempo della rovina, e della fine di quel regno era maturo.

8,2:Io nol lascerò più lungamente impunito. Non posso più dissimulare le sue empietà, nè lasciarle senza gastigo.

8,3:Strideranno i cardini del tempio: ec. I cardini del tempio di Bethel si scuoteranno con gran romore, quando il nimico entrerà dentro violentemente per saccheggiarlo. V'ha chi crede, che parli Amos del tempio di Gerusalemme, ma sembra certo, ch' egli parla sempre alle dieci tribù. Vedi vers. 7. E come alla casa del vero Dio in Gerusalemme si dava il nome di tempio, e di basilica, così lo stesso nome si dava dagl'Israeliti idolatri ai profani adoratori delle loro divinità. E in ogni luogo sarà vasto silenzio. Desolato, e devastato il paese, vi regnerà dappertutto un cupo e me sto silenzio.

8,5:Quando passerà il mese, e venderemo le merci, ec. Pel mese molti Interpreti dopo s. Girolamo, e Teodoreto intendono il primo giorno del mese, e pel sabato intendono la festa del settimo giorno. Il primo giorno del me se era dì festivo, e quantunque non fosse comandato dalla legge di astenersi in quel dì dalle opere servili, non dimeno era costume degli Ebrei di astenersene. Così i ricchi d'Israele si lamentano de' molti giorni festivi, ne' quali non potevano far negozi, vendere le merci, e i grani. Veramente il nome di mese si dà nelle Scritture al primo giorno del mese, alla Neomenia come I. Reg. XX. 5 Osea. II. II. 3.; ma se in questo luogo si volesse in quel cambio intendere il settimo mese, che era pienissimo di feste, il senso sarà sempre l'istesso. Dipinge poi il Profeta molto al vivo la turpe ingordigia di tal mercadanti, i quali vendendo i loro grani, li vendevano a misura più piccola, e si facevano pagare a sicli di maggior peso, usando false bilance. Non essendovi allora moneta coniata, il comperatore dava l'argento, e l'oro per le merci, che comperava, lo dava a peso, e qui gl'ingiusti e crudeli venditori aveano il comodo di gabbare i poveri, e le persone semplici, tenendo pesi falsi.
Si vede ancora da questo luogo, che gl' Israeliti aveano ritenuta la osservanza delle feste stabilite nella legge del Signore.

8,6:E ci farem padroni de' miserabili col denaro, ec. E i miserabili saranno costretti a vendersi a noi per ischiavi, o a venderci i loro figliuoli, e noi avremo uno schiavo per un paio di scarpe; e venderemo con riputazione anche le vagliature del grano ai bisognosi.

8,7:Contro la superbia di Giacobbe. Contro questi inde gni figliuoli di Giacobbe, i quali con inumana superbia calpestano, e opprimono i poveri, il Signore fa giuramento di non iscordarsi giammai di tali opere loro, e di punirle per sempre. Vedi i LXX, e s. Girolamo.

8,8:E dopo tali cose ec. E a vista di tante, e si enormi scelleratezze, non debbe ella pell'orrore tremar la terra? non debbon forse gridare, e piangere tutti i suoi abitatori?
La soverchierà quasi un fiume, ec. Allude qui il Profeta alla violenta inondazione del Nilo, il quale dopo avere ricoperta la terra, facendovi ancora sovente de' guasti non piccoli, va poi ritirandosi, e torna a correre nel suo letto, e a perdersi nel mare. Così la terra d'Israele co' suoi abitatori sarà inondata da' nemici, i quali la devasteranno, e, menati in ischiavitù tutti gli uomini, faranno sì, che ella quasi sparisca dagli occhi degli uomini, come spariscono dalle campagne d'Egitto le acque del Nilo.

8,9:Il sole tramonterà a mezzo il dì, ec. Lo spavento, la costernazione degli uomini sarà allor tantogrande, che perduto il lume degli occhi, parrà loro cangiata in tenebre la luce del giorno, e che la terra sia tutta ottenebrata, mentre è illuminata dal sole. Vedi Jerem. XV. 9., e Joele III. II., e s. Girolamo, Teodoreto ec. Vari Padri in un altro senso spiegaron queste parole della miracolo sa ecclisse del sole, che fu nel tempo della passione di Cristo. Vedi anche l'Usserio all'anno 3213.

8,10:E a tutti voi metterò intorno agli omeri il sacco, ec. Sarà duolo generale dimostrato col portare il cilicio, e radersi la testa, e il duolo di tutta la vostra terra sarà veementissimo, e senza consolazione, come è quel d'una madre, che piange la morte del suo unigenito. In una parola gli ultimi tempi d'Israele saranno tempi di amarezza, e di affanno, e di lutto.

8,11-12:Non fame di cibo ... ma di udire una parola di Dio. A costoro, che odiavano i profeti, e proibivan loro di parlare e di ripetere quello, che Dio ad essi ma nifestava, a costoro è predetto, che ne' tempi delle loro imminenti calamità patiranno fame grande di udire per consolazione loro qualche parola di Dio. In questa terribile dolorosissima fame cadder le dieci tribù nella loro cattività, e dispersione; vi cadde dipoi miseramente la Sinagoga dopo il rifiuto del suo Messia, quando disperso Israele per tutta la terra senza profeta, e senza sacerdote, si trova ancor senza lume, e senza guida per intendere la parola scritta, perchè avendo rigettato il suo Cristo, fine, e chiave delle Scritture, queste sono per lui inintelligibili. Gireranno gl' infelici (dice s. Girolamo) cercando la Parola di Dio, nè la troveranno perchè ne garono, e rigettarono la Parola del Signore, che fu nelle mani di tutti i profeti, quella Parola, che da principio era presso del Padre, quella, che s'incarnò e abitò tra di noi.

8,14:Coloro, che giurano per lo peccato di Samaria, ec. Giurano per Baal, adorato sacrilegamente in Samaria. Giurano pel vitello d'oro, che è a Dan. Giurano pel pelle grinaggio di Bersabea, dove erano altari eretti agl'idoli. Costoro perciò caderanno, e periranno senza speranza di risorgere. Samaria e il suo regno più non sarà, e il suo popolo non si riunirà mai più dopo la sua cattività, e dopo la sua dispersione.