Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Amos 7


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Visioni di Amos, nelle quali sono mostrate a lui le sciagure, che sovrastano a Israele. Egli implora la misericordia di Dio a favor del suo popolo. Profetizza la rovina del regno, e Amasia sacerdote lo esorta ad andarsene nel paese di Giuda, ed egli predice quello, che avverrà ad Amasia, e la cattività d'Israele.

1Queste sono le visioni mandate a me dal Signore Dio: Ecco il facitore delle locuste nel principio, in cui la pioggia serotina facea spuntare i germogli, ed ecco la pioggia serotina dopo la segatura del re.2Ór quando la (locusta) ebbe finito di mangiare l'erba de' campi, io dissi: Signore Dio, abbi, ti prego, misericordia: chi rialzerà Giacobbe, che è si stenuato?3Il Signore ebbe pietà di questo, e disse il Signore: Non sarà.4E il Signore Dio mi fece vedere anche questo: Io vedeva il Signore Dio, che chiamava la vendetta a dar di mano al fuoco, e questo asciugò un grande abisso, e consumava insieme una parte;5Ed io dissi: Signore Dio, placati, te ne prego: chi rialzerà Giacobbe, che è si stenuato?6Il Signore ebbe pietà di questo, e disse, il Signore Dio: Neppur questo sarà.7Il Signore mandò a me questa visione: Io vedeva il Signore, che stava sopra una muraglia da arricciare, ed avea in mano la mestola da muratore.8E il Signore disse a me: Che è quello, che tu vedi, o Amos? E io dissi: Una mestola da muratore. E il Signore disse: Ecco, che io getterò la mestola in mezzo al mio popolo d'Israele, né più la adoprerò per arricciare le sue mura.9E i luoghi eccelsi dell'idolo saranno atterrati, e i luoghi santi d'Israel esaran desolati, e darò di mano alla spada contro la casa di Geroboam.10Ma Amasia sacerdote di Bethel mandò a dire a Geroboam re di Israele: Amos fa ribellione contro di te in mezzo al popolo d'Israele: la gente non può sopportare tutte le cose? ch'ei dice:11Perocché Amos dice così: Geroboam perirà di spada, e Israele se n'anderà schiavo dal suo paese.12E Amasia disse ad Amos: O veggente, partiti, fuggi nel paese di Giuda, ed ivi mangia il tuo pane, ed ivi profeterai.13Ma non profeterai mai più a Bethel, perchè è il luogo santo del re, e la sede del regno.14E Amos rispose ad Amasia: Io non sono profeta, né figliuolo di profeta, ma sono custode di armenti, e bruco i sicomori.15E il Signore mi prese mentr'io seguiva l'armento, e il Signore mi disse: Va, profetizza al popol mio d'Israele.16Or ascolta tu adesso la parola del Signore. Tu dici a me: Non profeterai sopra Israele, e non getterai oracoli sulla casa dell'idolo.17Per onesto il Signore dice cosi: La tua moglie sarà disonorata nella città, e i tuoi figliuoli, e le tue figlie periranno di spada, e la tua terra sarà spartita a misura, e tu in una terra profana morrai, e Israele se n'anderà schiavo fuori del suo paese.

Note:

7,1:Ecco il facitore delle locuste ec. Ecco, che io vede va il Signore facitore, e creatore delle locuste. Il Profeta rappresenta qui il Signore, che forma colla sua sapienza questi animaletti, i quali nella lor piccolezza non sono indegni della sua cura, anzi in nissuna cosa più che in tali specie di minime creature, tutta trovasi la natura, come dice Plinio (XI. 2.), cioè l'arte, e la possanza del fabbro eterno. Queste locuste sono fatte, ed escono dalla mano (per così dire) del loro fattore nel cominciamento della primavera, quando tutto germoglia dopo venuta la pioggia serotina, la pioggia di primavera, la qual pioggia di primavera venne secondo il solito dopo che era stata già tagliata l'erba per farne fieno da nudrire i cavalli del re. Sappiamo, che nella Palestina anche ne' mesi del nostro rigido inverno la terra ha dell'erba da poter nudrire gli animali, i quali si tengono alla pastura; quindi meraviglia non è, se all'avvicinarsi della primavera, si trovasse l'erba assai alta, e buona, e da segarsi per servigio delle scuderie reali, prima che venisse la pioggia; anzi quel fieno cresciuto prima della pioggia dovea esser migliore. Le locuste poi amano l'erba tenerina, e i fre schi germogli, e vi si gettano sopra con grandissima avidità.
Abbiamo altrove notato, come è disputa tragli Interpreti intorno alla pioggia serotina, volendo alcuni, ch'el la sia piuttosto la pioggia autunnale; ma queste parole del Profeta secondo la nostra Volgata: in principio germinantium, e l'autorità di s. Girolamo, e di quasi tutti gl'Interpreti mi fanno tal forza, che non dubito doversi intender la pioggia di primavera. Vari Interpreti per questa visione delle locuste credono significare la carestia, e la fame portata nel paese da quelle bestie, delle quali, e dei, devastamenti, che fanno nelle campagne, si è parlato nella profezia di Joele; ma molto migliore mi è paruto il sentimento di molti altri i quali suppongono, che gli eserciti delle locuste sieno simbolo degli eserciti nemici, i quali rosero, consumarono, distrussero il regno di Israele. Vede adunque Amos l'erba dei prati assai alta al cominciamento della primavera, e vede, che quest'erba è segata dal re; e questo re egli è Benadad re della Siria, il quale fece del male assai a Israele, e lo afflisse (vedi Reg. IV. VII.). Ma l'erba ripullula, e vien su rigogliosa dopo la pioggia di primavera, e ciò vuol dire, che il regno si ristorò, si riebbe, riacquistò vigore, e possanza sotto Jeroboam II. Vedi IV. Reg. XIV. 25. Ma ecco gli immensi sciami delle locuste, che volano a pascere l'erbe novelle; e queste locuste sono le schiere di Phul, re Assiro, che invade il regno di Israele a tempo di Manahem. Allora il Profeta implora la misericordia del Signore (vers. 10) e il Signore promette, che Giacobbe non sarà distrutto da questo flagello (vers.2.), e in fatti Phul, presi mille talenti datigli da Manahem, se ne tornò nel suo regno. Vedi A Castro, e IV. Reg. XV.

7,2:Or quando (la locusta) ebbe finito di mangiare ec. Questo mangiamento significa la preda portata via da Phul dei mille talenti d'argento, per trovare i quali Manahem dovette mettereuna imposizione di cinquanta sicli per testa.

7,3:Ebbe pietà di questo. Di questa miseria. E disse il Signore: Non sarà. Non sarà quello, che tu temi. Israele non perirà per questo flagello.

7,4:Io vedeva il Signore Dio, che chiamava la vendetta ec. Ecco la seconda visione. Il Profeta vede il Signore, che spedisce la vendetta, ovver l'ira sua a dar di mano a un fuoco divoratore. Questo fuoco ella è la guerra di Theglathphalasar contro Israele, e questo fuoco asciugò un grande abisso, o sia lago di acque. È noto, che le acque sovente nelle Scritture sono simbolo della moltitudine del popolo, e una gran parte del popolo di Israele fu menata via da Theglathphalasar, come sta scritto IV. Reg. XV. 29., onde una bella parte del regno di Israele rimase consunta; e lo stesso sarebbe avvenuto allora del rimanente, se Dio non si fosse piegato alle preghiere del Profeta.

7,7-8:Vedeva il Signore, che stava sopra una muraglia ec. In questa visione Dio si mostra al Profeta sotto il tipo di un muratore, che sta attorno ad una muraglia, e colla sua mestola va incrostando colla calcina la muraglia di Israele per rinforzarla. Ma il Profeta vede a un tratto, che Dio abbandona il suo lavoro, priva cioè quel popolo di sua protezione, e della sua paterna assistenza, e lo abbandona al furore dei venti, e delle procelle, le quali abbatteranno la mal difesa muraglia, e la ridurranno in polvere.

7,9:E i luoghi eccelsi dell'idolo saranno atterrati, ec. Una stessa cosa sono i luoghi eccelsi dell'idolo, e i luoghi santi di Israele, cioè sono i luoghi, dove si adoravano i falsi dei, i santuari (come li chiamavano gli Israeliti) delle gentilesche divinità, i quali luoghi tutti promette Dio, che saranno demoliti, e distrutti da Salmanasar, e dagli Assiri. Ecco il significato della terza visione. Il regno di Israele abbandonato da Dio sarà annichilato dal re Assiro.
E darò di mano alla spada contro la casa di Jeroboam. Il regno sarà tolto violentemente alla stirpe di Jeroboam II. Infatti Zacharia figliuolo di Jeroboam fu ucciso da Sellum. Vedi IV. Reg. XV. 8. 9.10., e allora fu adempiuta la parola del Signore. data a Jebu di far regnare la sua famiglia fino alla quarta generazione: perocchè Zacharia era il quarto re di quella famiglia dopo Jehu. Vedi IV. Reg. X. 30.

7,11:Amos dice cosi: Jeroboam perirà di spada. Non dee far meraviglia, che un sacerdote di Bethel dica una solenne menzogna per irritare Jeroboam contro l'odiato Profeta. La predizione di Amos, come si è veduto, non riguardava Jeroboam, ma la famiglia, cioè il figliuolo di lui.

7,14:Io non sono profeta. I LXX più chiaramente, Io non era profeta. Come se dicesse: Altri sono stati chia mati a quest'ufficio da fanciulli. Io faceva una vita ben differente da quella de' profeti, essendo custode di armenti. E bruco i sicomori. Così ho tradotto, intendendo, che Amos brucasse la foglia di quelle piante per farla mangiare alle sue bestie. Secondo un'altra intelligenza potrebbe tradursi: E pungo i sicomori, cioè i frutti del sicomoro, i quali frutti non maturano, se non sono punti con unghia di ferro, come dice Plinio XIII. 7. Il Profeta descrive con molta semplicità, e umiltà la povera sua condizione.

7,16:Non getterai oracoli. Vedi Ezech. XX. 46. XXI.2. Mich. II. 6., dove lo stesso verbo stillare è usato in questo medesimo senso.

7,17:La tua terra sarà spartita a misura. Dai nemici, dagli Assiri, i quali la assegneranno ai nuovi abitatori, che saranno mandati nel paese d'Israele, dopo che questo popolo sarà stato condotto in ischiavitù.