Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Gioele 3


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Minacce del Signore contro le genti, che affliggono il suo popolo. Egli di tutti farà giudizio nella valle di Josaphat. Fontana, che sgorgherà dalla casa del Signore. La Giudea sarà abitata in eterno.

1Imperocchè in que' giorni, ed in quel tempo, quand'io avrò liberato Giuda, e Gerusalemme dalla schiavitù,2Adunerò tutte le genti, e le condurrò nella valle di Josaphat, ed ivi disputerò con esse riguardo al mio popolo, e riguardo ad Israele mia eredità, cui elleno han disperso in questa, e in quella regione, essendosi spartita tra loro la mia terra.3E si sono diviso a sorte il mio popolo, ed hanno messi i giovinetti ne postriboli, ed han vendute le fanciulle per tanto vino da bere.4Ma che è quello, ch'io ho da far con voi, o Tiro, e Sidonj con tutte le regioni de' Filistei? Volete forse vendicarvi di me? E se voi vi vendicate di me, renderò io ben presto con celerità il contraccambio a voi sopra le vostre teste.5Perocché voi avete rubato il mio argento, ed il mio oro; e le cose migliori, e più belle le avete trasportate ne' vostri templi.6E avete venduti a' Greci i figliuoli di Giuda, e di Gerusalemme, per tenerli lontani dal loro paese.7Ecco, che io li trarrò fuora dal paese, dove voi li vendeste; e renderò a voi il contraccambio sopra le vostre teste.8E darò i vostri figliuoli, e le vostre figliuole in potere de' figliuoli di Giuda, ed essi li venderanno a' Sabei, nazione rimota, perchè il Signore ha detto così.9Dite ad alta voce alle genti: Preparatevi alla guerra, suscitate i campioni: vengano, si pongano in marcia gli uomini battaglieri.10Trasformate in ispade i vostri aratri, ed in lance i marroni; il debole dica: Io ho della forza.11Uscite fuora, e venite, e ragunatevi insieme da tutti i lati, o nazioni quante voi siete; colà il Signore farà cadere sul suolo i vostri campioni.12Muovansi le genti, e vengano alla valle di Josaphat; perocché ivi io sarò assiso per giudicare le genti, che verranno da tutte parti.13Menate in giro la falce, perchè la messe è matura, venite, scendete; perocché lo strettoio è pieno, i tini rigurgitano; perocché la loro malvagità è giunta al colmo.14Popoli, popoli, alla valle di eccidio; perocché vicino è il giorno del Signore nella valle di eccidio.15Il sole, e la luna sono oscurati, e le stelle han perduto il loro splendore.16E il Signore ruggirà da Sionne, e da Gerusalemme alzerà la sua voce; e i cieli, e la terra saran commossi. Ma il Signore egli è la speranza del popol suo, e la fortezza de' figliuoli d'Israele.17E conoscerete, che io sono il Signore Dio vostro, che abito nel mio monte santo di Sion, e Gerusalemme sarà santa, e gli stranieri non vi metteranno più piede.18E in quel giorno avverrà, che i monti stilleranno dolcezza, e le colline sgorgheranno latte, e tutti i rivi di Giuda saranno pieni di acque, e dalla casa del Signore zampillerà una fontana, la quale irrigherà la valle delle spine.19L'Egitto sarà abbandonato alla desolazione, e l'Idumea diventerà un orrido deserto; perchè eglino trattarono iniquamente i figliuoli d'Israele; e sparsero ne' loro paesi il sangue innocente.20Ma la Giudea sarà abitata in eterno, e Gerusalemme per tutti i secoli.21E farò vendetta del loro sangue, del quale non avev' io fatto vendetta, e il Signore farà sua dimora in Sion.

Note:

3,1-3:Quand'io avrò liberato Giuda, e Gerusalemme dalla schiavitù; adunerò tutte le genti ... nella valle d'Josaphat, ec. Valle d'Josaphat vuol dire valle del giudizio, e questo nome da molti è inteso quasi non proprio nome di luogo, ma come significante quel luogo, qualunque egli sia per essere, dove il Signore farà giudizio di tutte le genti. S. Girolamo però ne' suoi Commentari sopra questo Profeta suppone sempre, che veramente questo sia il primo nome di una valle della Giudea, e di più scrivendo sopra Geremia cap. XXXI. vers. 38., assegna il sito di questa valle tra Gerusalemme, e il monte Oliveto, mentre dice, che in questa valle era l'orto dove Giuda il traditore fece catturare il Salvatore. Il Profeta adunque, che ha parlato qui avanti dei tempi del finale Giudizio, soggiunge, che in quei giorni, dopo che Dio avrà liberato Giuda, e Gerusalemme dalla loro cattività, vale a dire, dopo che i Giudei convertitisi a Cristo nella fine del mondo saranno stati per lui liberati dalla schiavitùdine del peccato, e dalla servitù della legge, allora egli adunerà tutte le genti in quella valle per giudicarle, anzi (per usare la parola del Profeta) per disputare con esse, volendo convincerle non colla possanza della maestà, ma colla verità della ragione, come notò s. Girolamo. Disputerà adunque con quelle genti, cioè con tutti gl'increduli,e peccatori, i quali hanno afflitto, e perseguitato il suo popolo, i suoi fedeli, i veri Israeliti non tanto secondo la carne, quanto secondo lo spirito. E toccando il Profeta le cose de' suoi tempi, e portandole come esempio de' disastri, e delle persecuzioni, che soffriranno in ogni tempo quegli, che vorranno vivere piamente in Cristo Gesù, dice, che quelle genti dispersero Israele, e si divisero la sua terra, le quali cose, come notò s. Girolamo, molto bene si applicano agli Eretici, i quali dissipano il popolo del Signore, e fanno divisione nella Chiesa, e si appropriano quello, che ad essa appartiene, ed a Cristo. Similmente di sputerà in quel giudizio il Signore contro di quelli, i quali non avranno avuto riguardo alla innocenza de' giova netti, e delle fanciulle del suo popolo, e saranno stati per gli uni, e per le altre pietre di scandalo e di rovina. Al lude alla cattività di Babilonia, e alla oppressione, che sofferse la nazione Ebrea dai Caldei.

3,4-8:Ma che è quello, che io ho da far con voi, o Tiri, e Sidoni ec. Come ne' due versetti, che precedono pose alcune delle scelleraggini per esempio della condanna, che dee farsi di tutte nel giorno estremo, così pone adesso alcune nazioni infedeli, come figura di tutti gli empi, de' quali farà vendetta allora il Signore. I Tiri, i Sidoni, i Filistei furono mai sempre avversi al popolo di Dio, e usarono contro di esso sovente ogni specie di crudeltà. Vedi Isai. XIV. XXIII. Jerem. XLVII. ec. Dice adunque Dio: Per qual motivo, perseguitando voi il mio popolo, avete voluto perseguitare me stesso, che sono suo Protettore, e suo Padre? Avete voi ricevuto qualche torto da me, di cui vi vogliate vendicare? Ma la temeraria presunzione vostra ricaderà sopra di voi stessi; perocchè io libererò il mio popolo, e darovvi in potere di esso, ed egli a durissimi padroni venderà i vostri figli, e le figlie, da' quali in rimoto paese (nel paese di Saba) saranno condotte in ischiavitù. pe' Sabei è qui intesa una nazione lontana, e barbara. De'Sabei, come di ladroni assai noti è fatta menzione nel libro di Giobbe I. 15; forse erano quegli, che abitavano nel fondo dell'Arabia. Tutto questo viene a farci intendere, come gli empi in quel giorno saranno abbandonati da Dio nelle mani dei demoni, e per essere tormentati in eterno.

3,9-11:Dite ad alta voce alle genti: Preparatevi alla guerra, ec. Si facciano solennemente intendere tali cose a tutte le genti, si annunzi ad esse la vendetta, ch'io sono per prendere un giorno de' nemici del popol mio, e si dica pur loro, che si preparino a combatter contro di me, che facciano pure i loro sforzi, uniscano i loro campioni, e tentino, se possa riuscir loro di resistere al mio potere, o di sottrarsi alle mie mani. Ognun vede, che è qui una forte ironia nell'esortazione fatta alle genti di unir si per opporsi a Dio, al quale nè i Tiri, nè i Sidoni, nè i Filistei poterono opporsi, quand'egli volle punirli delle crudeltà usate contro Israele, nè tutta la gran massa degli empi, e de' peccatori potrà far testa quando egli vorrà condannarli, e punirli nell'ultimo giorno. Il debole dica: Io ho della forza. Anche i più deboli prendano ardire, e superbamente presumano di pugnare, e di vincere. Il Profeta esprime mirabilmente il tempo di una guerra generale con dire, che si trasformino in ispa degli aratri, e i marroni in lance.

3,12:Ivi io sarò assiso per giudicare le genti, che verranno da tutte parti. Ivi (dice Cristo) io giudicherò tutte le nazioni, le quali d'ogni intorno (così l'Ebreo), cioè da tutti i paesi del mondo sorgendo dai loro sepolcri, verranno a comparire dinanzi a me.

3,13:Menate in giro la falce, perchè la messe è matura: ec. Cristo stesso spiegò questo luogo quasi ripetendolo, Matt. XIII. 39., e facendoci sapere, che la messe (cioè il tempo della mietitura) ell'è la fine del mondo, i mietitori sono gli Angeli ... i quali torranno dal regno di lui tutti gli scandali, e tutti coloro, che esercitano l'iniquità, e li getteranno nella fornace di fuoco. Vedi ancora Apocal. XIV., dove gli Angeli mietono, e vendemmiano. Quindi agli Angeli stessi si dice, che vengano a premere e cal care le uve raccolte, cioè i peccatori, i quali saranno pigiati nello strettoio dell'ira di Dio Onnipotente, come dice s. Giovanni Apocal. XIX. 15.

3,14-15:Popoli, popoli, alla valle ec. Egli è come se dicesse: Quanti mai sono i popoli, quanto immensa ed infinita sarà la turba, che si vedrà raunata in quella val le, valle di eccidio! Quella, ch'ei chiamò valle di giudizio, la chiama adesso valle di eccidio, relativamente all'eccidio degli empi in quel giorno; giorno, la cui acerbità non potranno veder senza orrore il sole, la luna e le stelle, onde nasconderanno il loro splendore, quasi non abbiano ardire di mirare la severità del Giudice Onnipotente, che renderà a ciascheduno secondo le opere sue.

3,16:E il Signore ruggirà da Sionne ec. Cristo (che è quel lione della tribù di Giuda, di cui è parlato nell'Apocalisse V. 5.), Cristo stando dirimpetto alla valle di Josaphat sopra Sionne, e Gerusalemme, spirando fuoco ed ira contro degli empi, fulminerà contro di essi la tre menda sentenza di condannazione. Per Sionne, e Gerusalemme si può anche intendere l'adunanza degli Angeli, e de' Santi, in mezzo ai quali verrà questo Giudice.
E i cieli, e la terra saran commossi. Sarà tanto terribile la voce di questo lione, che ne saranno scossi e i cardini del cielo, e i fondamenti della terra. Ma lo stesso Signore, severissimo contro dei rei, sarà mite oltre modo, e benigno verso il suo popolo, verso il popolo de' santi, verso Israele fedele; ed egli sarà la speranza di questo popolo, e la fortezza di questo popolo: perchè da lui Israele spererà la salute, e la gloria eterna, e da lui sarà rivestito Israele d'immortalità, e di fortezza sempi terna e nello spirito, e nel corpo.

3,17:E conoscerete, che io sono il Signore Dio vostro, che abito ec. Il monte santo di Sion, e Gerusalemme sono in questo luogo la Sionne, e la Gerusalemme celeste, e trionfante, nella quale riuniti tutti i santi col loro capo divino, Gesù Cristo, proveranno, e conosceranno per tutta l'eternità, come in essi abita il loro Dio, che loro comunica tutti i suoi beni, tutti i suoi tesori e tutta la sua felicità. Lo straniero non porrà piede in questa città, nella quale non entrerà nulla d'immondo. Apocal. XXI.27. Di essa lo stesso Giovanni, copiando quasi il nostro Profeta, dice che ella è il tabernacolo di Dio con gli uomini, ed egli con essi abiterà ... e lo stesso Dio con essi sarà Dio loro. XXI.3.

3,18:I monti stilleranno dolcezza, ec. Se della terra santa fu scritto, che ella scorreva latte e miele, in un senso migliore, e più sublime i monti della celeste Sionne, stilleranno dolcezza, e latte, e miele d'ineffabili, purissime, e spirituali delizie.
E tutti i rivi di Giuda saranno pieni di acque ec. Tutte le parti di quella terra beata, e tutti i cittadini di esse saranno irrigati e inebriati dalla pienezza del gaudio eterno, perchè dalla casa del Signore (cioè dal trono di Dio, e dell'Agnello, come dice s. Giovanni XXII. 1.) sgorgherà un fiume di pace, un fiume di beni, che inonderà tutta la valle delle spine, viene a dire, riempirà i cuori di tutti gli eletti di celestiale beatitudine, onde ogni ama rezza, ogni dolore, ogni pena sarà tolta da essi. Vedi Apoc. XXI.45. Nell'Ebreo in vece di valle, ovver torrente delle spine si legge, valle di Setim, che può qui essere nome proprio di una pianura, che era di là dal Giordano, e per qualche allusione può essere usato dal Profeta a significare la mansione de' beati.

3,19-20:L'Egitto sarà abbandonato alla desolazione, ec. L'Egitto, e l'Idumea sono qui figura degli empi, i quali saranno in eterna desolazione e miseria nel tempo, che i santi, e fedeli saranno con gran liberalità arricchiti di tutti i beni, e chiamati ai godimenti del regno eterno; questi santi viveranno in quella terra, che sarà eterna loro abitazione, e in quella Gerusalemme, la quale non perderà giammai il suo popolo, ma sarà da questo abita ta per tutti i secoli.

3,21:E farò vendetta del loro sangue, ec. Tutte le antiche versioni confermano il senso, che abbiam qui seguito nella nostra. Il Signore promette, che un dì farà egli vendetta (quella vendetta, ch'ei sovente non fa nella vita presente) di tutto il sangue dei Giusti sparso dai crudeli loro nemici, farà vendetta delle ingiustizie, delle prepotenze, che soffrono quaggiù gli innocenti, di tutto farà egli vendetta in quel giorno; nel qual giorno il Signore farà sua dimora in Sionne, abiterà nella adunanza de' suoi eletti glorificati, e con essi si starà in eterno. Non debbo lasciar di dire, come tutto quello, che è detto dal nostro Profeta dopo il vers. 16 fino al fine,viene esposto da alcuni della primitiva Chiesa, e dei doni dello Spirito Santo versati sopra la stessa Chiesa; ma in primo luogo emmi paruto, che siccome in quel che precede parlò il Profeta della dannazione de' cattivi, così abbia in questa seconda parte voluto descrivere la beatificazione degli eletti; in secondo luogo la somiglianza grandissima che si osserva nei sentimenti di Joele colla descrizione fatta da s. Giovanni nella Gerusalemme del cielo, questa somiglianza ci può ella sola rendere persuasi, che in questo luogo l'Apocalisse è una illustre nobilissima sposizione della profezia. Non mi fermerò poi a discorrere della assai diversa ma niera, onde tutto questo capitolo di Joele viene spiegato da alcuni dotti, ed eruditi interpreti di questi ultimi tempi, perchè il mio istituto obbligandomi a proporre agli amatori della divina parola quello, che dopo matura pon derazione, e dopo aver domandato il lume del cielo, mi sembra più vero, mi disobbliga dal confutare le altrui opinioni, le quali io, se non le adotto, neppur le di sprezzo.