Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Ezechiele 5


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1E tu figliuolo dell'uomo prendi un ferro affilato da radere i peli, e menalo attorno alla tua testa, e alla tua barba, e prenditi una bilancia, e fa la divisione del pelo.2La terza parte la metterai sul fuoco nel mezzo della città, finiti che siano i dì dell'assedio; e presa un'altra terza parte la toglierai col ferro intorno alla città, e l'altra terza parte la spargerai al vento: e io sguainerò la spada dietro ad essi.3E di questa ne piglierai un piccol numero, e li legherai all'estremità del tuo pallio.4E di questi pure alcuni ne torrai, e li arenerai in mezzo al fuoco, abbruciandoli, e ne uscirà fuoco per tutta la casa d'Israele.5Queste cose dice il Signore Dio Questa è la Gerusalemme, cui io fondai in mezzo alle genti, e le loro terre in torno a lei.6Ed ella ha disprezzati i miei giudizj per esser empia più che le genti, e i miei precetti (ha violati) più che le genti, che le stanno d'intorno; perocché rigettarono i miei giudizj, e non han camminato secondo ì miei comandamenti.7Quindi queste cose dice il Signore Dio: Perche voi avete sorpassate le genti, che vi stanno d'intorno, e non avete camminato secondo i miei precetti, e non avete adempiuti i miei giudizi, e non avete seguitato il costume delle genti, che sono intorno a voi;8Per questo cosi dice il Signore Dio: Eccomi a te: ed io stesso adempierò in mezzo a te i miei giudizj in faccia alle genti:9E farò contro di te quel, che mai non ho fatto, e cose tali, che mai le simili io non farò, a motivo di tue abbominazioni.10Per questo in mezzo a te i padri mangeranno i figliuoli, e i figliuoli mangeranno i padri loro, e adempirò in mezzo a te i miei giudizj, e spergerò a tutti i venti gli avanzi tuoi tutti quanti.11Per questo io giuro, dice il Signore Dio: Perchè tu hai profanato il mio santuario con tutte le tue immondezze, e con tutte le tue abbominazioni, io pure ti estirperò, né s'impietosirà l'occhio mio, e io non avrò misericordia.12Una terza parte de' tuoi morrà di peste, e sarà consunta dalla fame in mezzo a te; e una terza parte di te perirà di spada intorno alle tue mura; e una terza parte di te spergerò a tutti i venti, e sguainerò dietro ad essi la spada.13E sazierò il mio furore, e sopra di essi farò, che si posi il mio sdegno, e mi consolerò: E allorché io avrò sfogata sopra di loro la mia indegnazione, conosceranno, che io il Signore pel mio zelo ho parlato.14E ti renderò un deserto, e lo scherno delle nazioni, che ti stanno all'intorno, a vista di tutti i passaggieri.15E tu sarai l'obbrobrio, e la maledizione, e l'esempio, e lo stupore delle genti circonvicine, quando avrò esercitati contro di te i giudizj miei col furore, e coll'indegnazione, e colle vendette dell'ira.16Io Signore ho parlato: Quando io scoccherò contro di loro le saette orribili della fame, che porteranno la morte, e le quali io lancerò per isperdervi, e la fame raunerò contro di voi, e torrò a voi il sostentamento del pane.17E spedirò contro di voi la fame, e le fiere crudeli, fino allo sterminio, e passeggeranno nelle tue strade la pestilenza, e la strage, e la spada farò piombare sopra di te: Io il Signore ho parlato.

Note:

5,1:Prendi un ferro affilato ec. Non si sa, se in quei tempi fosser in uso i rasoi; ma si sa, che tagliarsi i capelli e la barba era segno di lutto tragli Ebrei, e che ciò talora fu fatto per ischerno, e strapazzo. Vedi 2. Reg. X. 4.

5,2:La terza parte la metterai sul fuoco nel mezzo della città. Diviso tutto il pelo della testa e della barba in tre parti, ne abbrucerai un terzo nel mezzo della città dise gnata da te sopra quel mattone. Finiti che sieno i dì dell'assedio. Farai questa funzione di abbruciare questa parte de' capelli, e della barba, quando averai compiuti i 390 giorni, ne' quali starai giacente sul fianco sinistro, significando il tempo, che durera l'assedio. Questa terza parte abbruciata nel mezzo della città è figura di que' cittadini, che periranno in Gerusalemme di pestilenza, e di fame. Un'altra terza parte la taglierai col ferro intorno alla città. Quest'altro terzo è figura di quelli, i quali nel tempo dell'assedio periranno nelle sortite, e sulle mura della città, ed anche di que' molti, i quali espugnata Gerusalemme furono uccisi da' Caldei fuori di essa mentre tentavano di fuggire con Sedecia. L'altra terza parte la spargerai al vento. Questi son quelli, i quali furono condotti via da' Caldei, e sparsi in varie regioni, e quelli che con Johanan figliuolo di Caree andarono nell'Egitto,e finalmente un non piccol numero, che si fuggì pe' vicini paesi. Vedi Jerem. 43. E si è veduto presso lo stesso Geremia come la vendetta di Dio perseguitò nell'Egitto, e altrove gli stessi Giudei, Jerem. XLII. 16. eC.

5,3:E di questa ne piglierai un piccol numero, ec. Un piccol numero di capelli di questa terza parte tu li nasconderai avvolti nella estremità del tuo pallio; e questi pochi capelli figuran que' pochi Giudei, che Dio salverà nell'eccidio della nazione, e colla sua protezione li custodirà in quei luoghi, dove da lui saranno collocati per essere come il principio di una nuova stirpe di Ebrei.

5,4:E' di questi pure alcuni ne torrai, ec. Alcuni Interpreti credono qui indicati quegli Ebrei, i quali o lasciati nella Giudea da' Caldei, o tornativi da' luoghi vicini si erano riuniti presso Godolia lasciato al governo della Giudea; ma poco dopo Godolia fu ucciso da Ismaele, e allora fu come un secondo eccidio della Giudea. Vedi Jerem. XL. XLI. XLII. Ma molti e antichi e moderni scrittori hanno creduto, che voglia piuttosto dal Profeta accennarsi la gravissima persecuzione mossa contro del popolo da Antioco Epifane, persecuzione, la cui origine venne da' peccati dello stesso popolo, e dalle discordie, che in esso regnavano; e finalmente non è mancato chi queste stesse parole di Ezechiele riferisca all'ultima rovina di Gerusalemme espugnata da Tito. La seconda sposizione però è la migliore, e l'ambizione di Menelao, di Giasone, di Alcimo, e degli altri Giudei, i quali per dominare nella citta, ricorsero alla protezione di Epifane, molto bene è paragonata ad un fuoco sterminatore, che desolò la mise ra Gerusalemme. Vedi I. Machab. VII., 2. Machab. III.

5,5:Questa è la Gerusalemme, cui io fondai in mezzo alle genti, ec. La Gerusalemme, che tu vedi (dice Dio al Profeta) condannata al fuoco, e all'esterminio, ella è quella città, che da me fu fondata in mezzo a nazioni idolatre, affinchè a tutte le vicine regioni fosse ella esempio di religione, e di pietà; ma tutto il contrario n'è avvenuto.

5,7:E non avete seguitato il costume delle genti. Avete violate le leggi stesse di natura osservate dalle nazioni, e riputate inviolabili presso tutti gli uomini.

5,9:Cose tali, che mai le simili io non farò. I mali sofferti dagli Ebrei nell'assedio, e nella espugnazione di Gerusalemme a' tempi di Nabuchodonosor, sono un formidabile esempio della giusta severità della eterna divina giustizia, cui non si vide più il simile in tutto il tempo, che fu in piedi la Sinagoga, perocchè l'altro ancor più terribile eccidio della stessa città appartiene al Nuovo Testamento, e venne da più grave cagione, voglio dire dal rifiuto, e dalla uccisione del Messia.

5,11:Con tutte le tue immondezze. Ovvero più letteralmente: Con tutti i tuoi scandali; e coll'uno, e coll'altro nome s'intendono gl'idoli.

5,13:Pel mio zelo ho parlato. Ho parlato con quella in dignazione grande accesa in me dal disprezzo dell'amor mio.

5,16:Quando io scoccherò. le saette orribili della fame. Chiama saette della fame le procelle, le siccità, gl'insetti nocivi a' seminati, la ruggine ec. donde vengono le care stie, e la fame. Questo versetto, e il seguente contengono un discorso rotto per la veemenza dell'affetto, ma dee sottintendersi ripetuto dal vers. 13. Conosceranno, che io ho parlato; conosceranno che io il Signore ho parlato quando scoccherò le saette orribili della fame ec. Allora non dubiteranno più della verità di quello, che annunziano i miei profeti; allora presteran fede a' loro oracoli, ma troppo tardi.

5,17:E le fiere crudeli. Teodoreto, ed altri per queste fiere intesero i Caldei; altri intendono qui ripetuta la minaccia stessa fatta a questo popolo dal suo legislatore Mosè, Deuter. XXXII. 24., onde spiegano queste parole in tal guisa: farò che de' miseri avanzi, che anderanno a nascondersi su' monti, e nelle boscaglie, non pochi sien divorati da' lioni, e dalle altre fiere selvagge.