Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Ezechiele 34


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1E il Signore parlommi, dicendo:2Figliuolo dell'uomo, profetizza intorno a' pastori d'Israele, profetizza, e di ai pastori: Queste cose dice il Signore Dio: Guai a' pastori d'Israele, i quali pascon se stessi: non son eglino i greggi, che son pasciuti dai pastori?3Voi mangiavate il latte; e delle lane vi facevate vestito, e le grasse pecore uccidevate, ma del gregge mio non avevate pensiero.4Non ristoraste il debole, non sanaste il malato, non fasciaste le membra rotte, e non sollevaste le (pecore) cadute, e non andaste in cerca delle traviate: ma governaste con rigore, e con crudeltà.5E le mie pecorelle si son disperse, perchè eran senza pastore: e sono state divorate da tutte le fiere del campo, e si sono disperse.6I miei greggi andaron errando per tutti i monti, e per tutte le alte colline, e si spersero le mie greggi per tutta quanta la terra, e non era chi andasse in traccia di esse, non era, dico, chi in traccia ne andasse.7Per questo udite, o pastori, la parola del Signore:8Io giuro, dice il Signore Dio, perchè i miei greggi sono stati esposti alle rapine, e le mie pecorelle ad essere divorate da tutte le bestie dei campi, perchè non vi era pastore: imperocché ì miei pastori non badavano al mio gregge, ma pascevan se stessi, e non pascevano i miei greggi;9Per questo udite, o pastori, la parola del Signore:10Queste cose dice il Signore Dio: Ecco, che io stesso ai pastori domanderò conto del mio gregge, a loro il domanderò, e farò fine di essi, affinchè più non pascano il gregge, e non pascano più se stessi i pastori, e il gregge mio libererò dalle loro fauci, e non sarà più loro cibo;11Imperocché queste cose dice il Signore Dio: Ecco, che io stesso anderò in cerca di mie pecorelle, e le visiterò.12Come il pastore va rivedendo il suo gregge nel giorno, in cui trovasi in mezzo alle sue pecorelle, che si eran disperse, cosi visiterò io le mie pecorelle, e rimenerolle da tutti que luoghi, pe' quali erano state disperse nel giorno di nuvolo, e di caligine.13E trarrolle di mezzo ai popoli, e le radunerò dalle varie regioni, e condurrolle nella loro terra, e pascerolle sui monti d'Israele, e presso ai rivi, e in tutti i luoghi di essa terra.14Le menerò in abbondantissimi pascoli, e sui monti eccelsi d'Israele saranno i pascoli loro: ivi riposeranno sulle erbette verdeggianti, e alle grasse pasture si satolleranno sui monti d'Israele.15Io pascerò le mie pecorelle, ed io le farò riposare, dice il Signore Dio.16Anderò in cerca di quelle, che erano smarrite, e solleverò quelle, che eran cadute, e fascerò le piaghe di quelle, che avran sofferta frattura, e ristorerò le deboli, ed avrò l'occhio a quelle, che son grasse, e robuste, e ognuna di esse pascerò con saggezza.17Ma a voi, greggi miei, queste cose dice il Signore Dio: Ecco, che io fo giudizio tra pecore, e pecore, tra arieti, e montoni.18Non bastava egli a voi di consumare i buoni pascoli? Voi di più gli avanzi di vostra pastura avete ancor pestati co' vostri piedi, e bevuto avendo acqua purissima, quella, che ne lasciaste, la intorbidaste co' vostri piedi,19E le mie pecorelle di quello pascevansi, che avevate voi pestato co' piedi vostri, e l'acqua beveano intorbidata da' vostri piedi.20Per questo cosi dice a voi il Signore Dio: Ecco, che io fo giudizio trai pingue bestiame, e il magro;21Perocché voi urtavate co' fianchi, e cogli omeri vostri le deboli pecorelle, colle vostre corna le gettavate per aria, fino a tanto che fosser cacciate fuora, e disperse;22Io salverò il mio gregge, ed ei non sarà più depredato: ed io farò giudizio tra bestiame, e bestiame,23E susciterò ad esse l'unico Pastore, che le governi, Davidde mio servo: egli le pascerà, ed ei sarà il loro pastore.24Ed io il Signore sarò loro Dio, e il mio servo Davidde sarà principe in mezzo di esse: io il Signore ho parlato.25E con esse farò alleanza di pace, e sterminerò dalla lor terra le fiere crudeli, e quegli, che abitano nel deserto, dormiranno quietamente pei boschi.26E li farò benedizione intorno al mio monte, e manderò a suo tempo la pioggia: le pioggie saran di benedizione,27E gli alberi della campagna produrranno il lor frutto, e la terra i suoi germi, e nella terra loro staranno senza timore, e conosceran, ch'io sono il Signore, quando avrò spezzate le catene del giogo loro, e gli avrò sottratti al poter di coloro, che li dominavano.28E non saran più preda delle nazioni, né li divoreranno le bestie della terra; ma riposeranno tranquillamente senza verun timore.29E farò nascer per essi il germe rinomato, e non saran più consunti dalla fame nella lor terra, e più non porteranno l'obbrobrio delle nazioni.30E conosceranno, che io il Signore Dio loro sarò con essi, ed eglino, casa d'Israele, saran mio popolo, dice il Signore Dio.31E voi, o uomini, voi siete i miei greggi, greggi pasciuti da me, ed io il Signore Dio vostro, dice il Signore Dio.

Note:

34,2:Guai ai pastori d'Israele, ec. Questi pastori sono i pontefici, i sacerdoti, i Leviti, e dottori della legge, e sono ancora i principi secolari, e i magistrati. Il Profeta minaccia tutti i mali e temporali ed eterni a questi pastori, che mancano a' loro doveri, perchè, come dice s. Gregorio, sono degni di tante morti i superiori, quanti sono gli esempi di perdizione, ch'ei danno a' sudditi.
I quali pascon se stessi. I quali non il bene del gregge cercano, ma il proprio guadagno, mentre debbono pur sapere, ch'ei son fatti pel gregge, e non il gregge per essi.

34,3:Voi mangiavate il latte, e delle lane ec. Pel latte si intende la retribuzione dovuta a' pastori, i quali, secondo la parola di Paolo, servendo all'altare, dell'altare debbono vivere; la lana poi significa tutto quello, che oltre il proprio sostentamento i pastori prendevano collo spogliare il loro gregge: perocchè la lana o è della pecorella, o è del padrone della pecorella. E le grasse pecore uccidevate: facevate perire i ricchi del gregge, per divorarne le sostanze, usurpandovi le eredità colle vostre fraudi, cogl'iniqui giudizi ec.
Ma riguardo alla retribuzione dovuta a' pastori diciamo con quale spirito debbano questi riceverla, e diciamolo colle parole di s. Agostino: Ricevano i pastori il sostentamento di necessità dal popolo; ma la mercede del ministero l'a spettino dal Signore: perocchè non è capace il popolo di rendere condegna mercede a quelli, che a lui servono secondo la carità del Vangelo: non aspettino questi la loro mercede, se non di là, donde quelli aspettano la loro salute.

34,4:Non ristoraste il debole, ec. Spiega quel che ha detto V. 2. ch'ei non pascevano il gregge, ma solamente se stessi, e fecer servire il lor ministero alla loro avidita, all'ambizione, al genio di dominare. Vedi quello, che di tali pastori disse Cristo Mat. XXXIII. 4.,e vedi ancora I. Pet. V. 2, 3. Il buon pastore dee conoscere i mali del gregge, e i rimedi da applicarsi, nè l'ignoranza lo scuse rebbe dal rendere conto a Dio della morte delle pecorel le, delle quali è a lui confidata la cura.

34,5:Sono state divorate da tutte le fiere del campo. Sono state abbandonate al governo de' falsi profeti, de' cattivi maestri, e degli stessi demoni, che le hanno uccise, e divorate.

34,6:Andarono errando per tutti i monti, e per tutte le alte colline. La crudele negligenza, e la incapacità, e il mal esempio de' pastori fu cagione, che il mio gregge, abbandonata la vera pietà, andasse dietro a' simulacri, e coltivasse l'idolatria su' monti, e sulle colline, e si facesse un sistema di religione pieno di superstizioni, e di empietà; e i pastori non si mossero per andare in cerca delle misere pecorelle ne' loro traviamenti.

34,10:E farò fine di essi, affinchè più non pascano ec. Sterminerò questa razza di cattivi pastori, perchè non abbiano più del mio gregge il governo. Si avverò questo in parte in quel tempo stesso, quando presa Gerusalemme, e distrutto il tempio, i sacerdoti, e i principi stessi del popolo furono menati schiavi a Babilonia; ma perfetta mente si adempiè allavenuta di Cristo, il quale dalle mani de principi del sacerdoti, e degli scribi, e dottori della legge liberò le sue pecorelle; perocchè migliori non erano i pastori, che Cristo trovò al governo del gregge di quel, che fossero quelli, che a' tempi di Ezechiele reggevano la sinagoga; e al nuovo, vero,e buon Pastore (a quel pastore, che diede per le sue pecorelle la vita) s'innalza lo spirito del Profeta, come apparisce da quel che segue.

34,11:Io stesso anderò in cerca di mie pecorelle. Io stesso per Gesù Cristo anderò in cerca delle mie pecorelle, e le ricondurrò all'ovile. In tutto questo luogo non neghiamo, che si accenni il ritorno del popolo del Signore dalla cattività di Babilonia, e la sua riunione nella Giudea da tutti i luoghi, pei quali erano dispersi gli Ebrei, ma come agli altri Profeti, Isaia, Geremia ec. questo avvenimento serve ad Ezechiele di velo per adombrare la riunione di tutti i popoli in un solo ovile sotto un solo pastore, Gesù Cristo, come poi chiaramente dice lo stesso Profeta V. 23.

34,12-13:Rimenerolle da tutti que' luoghi, pe' quali erano state disperse nel giorno di nuvolo, e di galigine. Il giorno di nuvolo, e di caligine egli è non tanto il tempo della dispersione degli Ebrei dopo la espugnazione di Gerusalemme, quanto il tempo della corruzione della Sina goga, e il tempo della cecità delle genti, che in cambio del vero Dio adoravano la pietra, il legno, il bronzo ec. In questo tempo di oscurità, e di tenebre le pecorelle del Signore, Ebrei, e Gentili andavan dispersi, allontanan dosi ogni dì più dal loro Creatore, e dalla verità, e dal loro bene. A richiamare queste pecorelle, e trarle dalla via dell'errore, a congregarle nella loro terra, cioè nella Chiesa, e a condurle a' pascoli di salute, e di vita, venne il Cristo, pastore, e signore di tutte le pecorelle. La felicità di queste pecorelle nudrite coll'abbondanza della celeste dottrina, assistite, e confortate dalla paterna carità di sì buon pastore, questa felicità è rappresentata mirabilmente nei versetti, che seguono.

34,17:Ma a voi, greggi miei ... Ecco, che io fo giudizio ec. Dopo la riprensione fatta a' pastori parla Dio allo stesso gregge, cioè al popolo, e dice in primo luogo, che ei farà giudizio di tutti, e farà screzio tra pecore, e pecore, tra arieti, e montoni, cioè tra' buoni, e i cattivi, ed è quello, che disse Cristo Matth. XXV. 33. Quando verrà il figliuolo dell'uomo nella sua maestà, egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecorelle da' capretti, e metterà le pecorelle alla sua destra, e i capretti alla sinistra.

34,18:Non bastava egli a voi di consumare i buoni pascoli? ec. Parla a quelle pecorelle, cioè a que' sudditi in quieti, e cattivi, e particolarmente que' grandi, i quali vivendo splendidamente non lasciavano aver bene a' piccoli, e amavan piuttosto di mandare a male, e sperdere, e dissipare il loro superfluo, che lasciarlo per sostentamento de' poverelli, e colle lor prepotenze turbavano la pace. Nella stessa guisa Cristo nel suo giudizio condannerà il disamore de' ricchi, e de' potenti del secolo, Matth. XXV. 42.

34,19:E le mie pecorelle ...pascevansi, ec. Non lasciavate alle mie pecorelle per sostentarsi se non i vostri rifiuti.

34,20-21:Tral pingue bestiame, e il magro. Tra' ricchi oppressori, e i poveri oppressi da loro. Libererò i meschini dagli strapazzi, e dalle vessazioni, che soffrono dai loro tiranni.

34,23:E' susciterò ad esse l'unico Pastore ... Davidde mio servo. Gli Ebrei, e i Cristiani sono d'accordo nel riconoscere per quest'unico Pastore il Cristo, cui è dato il nome di Davidde, perchè figura, e padre di lui fu Davidde (secondo la carne), e perchè Cristo è insieme buon pastore, e buon re. Quest'unico pastore è contrapposto ai molti pastori della Sinagoga, i quali furono molti (come dice l'Apostolo), perchè la morte non permetteva, che molto durassero. Ma questi, perchè dura in eterno, ha un sacerdozio, che non passa; onde ancora può in perpetuo salvare coloro, che per mezzo suo si accostano a Dio, Heb. VII. 23. 24. 25. A queste parole di Ezechiele alludeva Cristo quando disse: Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecorelle, e quelle, che sono mie mi conoscono, Joan. X. II. Cristo è detto servo di Dio per ragione della umanità assunta da lui, come altrove si disse.

34,24:Sarà principe in mezzo di esse. Sarà in mezzo alle pecorelle come loro pastore, loro re, e signore.

34,25:Con esse farò alleanza di pace. Cristo è l'autore di nostra pace, anzi è egli stesso la nostra pace, come è detto da Paolo I. Cor. XIV. 33., e da Michea V. 5., e il suo Vangelo è Vangelo di pace, Rom. X. 15., Ephes. VI.15, ed egli fu, che riconciliò il cielo colla terra, gli uomini col loro Dio, e la vera pace procurò al mondo mediante questa riconciliazione operata da lui per mezzo del sangue suro, Colos. I. 10.
E sterminerò ... le fiere crudeli. Torrò a' demoni la potestà, che si erano usurpata sopra il genere umano, e li caccerò da quel trono, sopra del quale erano adorati dagli uomini tenuti da essi in miserabile schiavitù.

34,26-27:E li farò benedizione intorno al mio monte. Il monte di Dio è la Chiesa per allusione al monte, sul quale era fondato il tempio di Gerusalemme. Promette Dio, che le pecorelle del suo nuovo gregge saran ricolme nella Chiesa di tutte le benedizioni del cielo, talmente che non solo sien benedette, ma quasi la stessa benedizione. E sopra questo monte aggiunge Dio, ch'ei pioverà benedizioni, e piogge di fertilità, e di fecondità che arricchiranno le anime di ogni grazia, e di ogni virtù, perocchè la dottrina Evangelica farà nelle stesse anime effetti simili a quelli, che le piogge del cielo producono negli alberi, e in tutte le produzioni della terra.
Conosceran, ch' io sono il Signore, quando avrò spezzate ec. Conosceranno la mia bontà, e sapienza, e possanza quando avrò spezzate le catene di ferro, onde erano legati al giogo del demonio, e gli avrò liberati dal potere di questo ingiusto, e crudele dominatore.

34,29:E farò nascer per essi il germe rinomato. Questo germe rinomato, nobile, illustre egli è il Cristo propo sto fin dal principio del mondo, come l'unica speranza degli uomini, rammentato in tutte le Scritture, predetto da tutti i profeti, dal quale dovea aver nome il nuovo popolo; germe di giustizia, come chiamollo Isaia, e ger me di pace, come si legge in questo luogo ne' LXX, e in altre antiche versioni.
Non saran più consunti dalla fame. Non mancherà alle pecorelle del nuovo gregge giammai il cibo della celeste dottrina.
E più non porteranno l'obbrobrio delle nazioni. E da questo popolo sarà sempre lontano l'obbrobrio delle nazioni, vale a dire il culto dle' falsi dei, l'idolatria, la gentilesca superstizione.