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Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Ezechiele 27


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1Il Signore parlommi, dicendo:2Or tu figliuolo dell'uomo intuona lugubre cantico sopra di Tiro;3E dirai a Tiro, la quale abita alla bocca del mare, al fondaco de' popoli di molte isole: Queste cose dice il Signore Dio: Tu, o Tiro, dicesti: Io son perfettamente bella,4E son situata nel cuor del mare. I tuoi vicini, che ti edificarono, ti ornarono di ogni vaghezza;5Ti fabbricarono di abeti del Sanir i due palchi della nave; tolsero un cedro dal Libano per fare il tuo albero.6Piallarono le querce di Basan per formare i tuoi remi, e i sedili tuoi li fecer di avorio indiano, e le tue magnifiche camere ornate di materia tolta dalle isole d'Italia.7Il bipso d'Eggito a varj colori fu tessuto per far la tua vela appesa all'albero, il giacinto, e la porpora delle isole di Elisa facevano il tuo padiglione.8Gli abitatori di Sidone, e di Arad furono tuoi remiganti: i tuoi sapienti, o Tiro, furono i tuoi piloti.9I vecchi di Gebal, e i più intelligenti di essa ebbero maestranze occupate alle varie bisogne di tua marineria: tutte le navi del mare, e tutti i lor marinari erano tuo popolo servendo alla tua mercatura.10Tu avevi nel tuo esercito uomini bellicosi di Persia, di Lidia, e di Libia: appeso lo scudo, e il cimiero servivano a te di ornamento.11I figliuoli di Arad tralle tue schiere stavano sulle tue mura coronandole: ma i Pigmei, che stavano sulle tue torri, appendevano intorno alle tue mura i loro turcassi: ei ti facevano perfettamente bella.12I Cartaginesi tuoi corrispondenti, coll'abbondanza di tutte le ricche merci, coll'argento, ferro, stagno, e piombo empievano i tuoi mercati.13La Grecia, Thubal, e Mosoch anch'essi negoziavano teco, portando al tuo popolo degli schiavi, e degli utensili di rame.14Portavano da Togorma alla tua piazza cavalli, e cozzoni di cavalli, e muli.15I figliuoli di Dedan facevan commercio con te; tu davi le tue merci a molte isole: e ne tiravi in contraccambio denti d'avorio, e dell'ebano.16Il Siro trafficava con te, e per avere le tue molte manifatture esponeva su tuoi mercati gemme, e porpora, e telerie ricamate, e bisso, e seta, ed ogni sua preziosa merce.17Giuda, e la terra d'Israele venivano a far negozi con te, esponendo alle tue fiere il frumento migliore, il balsamo, il miele, e l'olio, e la resina.18Il mercatante Damasceno contrattava con te, e per le molte tue manifatture ti dava molte, e varie ricchezze, vino pregiato, e lane di ottimo colore.19Dan, e la Grecia, e Mosel portarono alle tue fiere il ferro lavorato, la mirra stillante, e la canna erano ne' tuoi fondachi.20Quegli di Dedan ti vendevano i tappeti da sedere.21L'Arabia, e tutti i principi di Cedar comperavano le tue merci: venivano a te con agnelli, arieti, e capri a far negozio con te.22I mercanti di Saba, e di Rema portavano a vendere alla tua piazza tutti gli aromati più squisiti, e pietre preziose, ed oro.23Haran, e Chene, ed Eden contrattavano teco: Saba, Assur, e Chelmad ti vendevano mercatanzie:24Eglino faceano teco commercio di varie cose, portandoti balle di giacinto, e di lavori di punto, e preziosi tesori legati, e serrati con corde: ei ti vendevano ancora del legname di cedro.25Le tue navi hanno il primo luogo nella tua mercatura: e tu fosti piena, e glorificata altamente in mezzo ai mare.26I remiganti tuoi ti condussero in alto mare; il vento di mezzodì ti fracassò in mezzo alle acque.27Le tue ricchezze, e i tuoi tesori, e il molto tuo carico, i tuoi marinari, e i tuoi piloti, che avean in custodia le cose tue, e reggevan tua gente, e gli uomini guerrieri, che avevi teco, e tutta la molttudine, che era dentro di te, è precipitata nell'abisso del mare il giorno dì tua rovina.28Al rumor delle strida de' tuoi piloti si spaventerà la moltitudine delle altre navi;29E tutti i remiganti scenderan dalle navi loro: i mannari, e tutti i piloti staran sulla terra:30E urleranno con voce grande sopra di te, e daran gridi di dolore, e si getteran sulle teste la polvere, e si cuopriranno di cenere.31E si raderanno a causa di te i capelli, e si vestiranno di cilizi; e te piangeranno nell'amarezza dell'animo con pianto amarissimo.32E intuoneranno lugubre carme sopra di te, e ti piangeranno: Qual è la città, che sia come Tiro, e come lei, che muta si sta nel fondo del mare?33Tu col tuo commercio marittimo arricchisti molte nazioni: coll'abbondanza delle ricchezze tue, e della tua gente tu facesti ricchi i re della terra.34Tu se' adesso messa in pezzi dal mare: le tue ricchezze sono in fondo alle acque, e tutta la gente, che avevi con te, e perita.35Tutti gli abitatori delle isole sono attoniti del tuo caso: e i loro regi sbigottiti per tal tempesta, son cangiati di volto.36I mercatanti degli altri popoli fecer delle fischiate sopra di te: tu se' ridotta al niente, e non sarai in perpetuo.

Note:

27,2:Intuona lugubre cantico sopra di Tiro. Se Dio ordina al suo Profeta di piangere le calamità, e la ruina di questa città, benchè infedele, viene con ciò a dimostrare, che di lei egli avea cura, e pensiero (come notò s. Girolamo) e come egli della perdizione degli uomini non ha diletto.

27,3:Abita alla bocca del mare. Che ha un grande, e spazioso porto, da cui può far vela verso qualunque parte del mediterraneo.
Al fondaco de' popoli di molte isole. Ella è il fondaco, donde ogni sorta di mercatanzie si portano ai popoli, che abitano ne' paesi marittimi.

27,4:E son situata nel cuor del mare. In mezzo al mare. Ciò s'intende della nuova Tiro. I tuoi vicini, che ti edificarono, ec. Ella fu o edificata, o almeno accresciuta grandemente da' Sidoni. S. Girolamo la chiama Colonia de' Sidoni.

27,5:Ti fabbricarono di abeti del Sanir i due palchi della nave. Con bellissima figura parla di Tiro, come di una nave, li cui due palchi sono formati di fortissimo abete del monte Sanir, ovver Sarion, che è il nome dato dai Sidoni a quello, che gli Ebrei chiamavano monte Hermon.

27,6:I sedili tuoi ec. I sedili, i banchi de' remiganti, che eran di legno, furono incrostati, e impiallacciati di avorio, che viene dall'Indie.
E le tue magnifiche camere ornate di materia tolta dall'isole d'Italia. Non si può da questa generalità di termini intendere quello, che dall'isole vicine all'Italia si potesse prendere per ornare la camera, o le camere di questa nave. L'Ebreo è tradotto in varie guise, e qualche moderno grammatico unendo questo membretto col precedente, l'espone così: I sedili tuoi li fecer d'avorio, e di bossolo portato dalla Macedonia, narrando Plinio, che era molto stimato il bossolo di quel paese.

27,7:Il bisso d'Egitto a vari colori ec. Le vele di questa nave dice, che erano di bisso, cioè di tele di finissimo cotone a vari colori. Il cotone in certitempi, cioè prima della scoperta dell'America era in grandissimo pregio.Il giacinto, e la porpora dell'isole di Elisa ec. Elisa è il paese di Elide nel Peloponneso, la cui porpora è celebrata dagli antichi scrittori. Vedi Plin. IX. 35. E convien dire, che fosse più stimata, e di maggior prezzo di quella, che facevasi a Tiro stessa.

27,8:Gli abitatori di Sidone, e di Arad furono tuoi remiganti. Arad è un'isola assai nota sulla costiera della Fenicia, Gen. X. 18. Sembra voglia dire, che Tiro al mestier faticoso di remare si servisse non de' propri cittadini, ma de' Sidoni, e degli abitanti di Arad.
I tuoi sapienti ... furono i tuoi piloti. In questa città tutta intesa alla navigazione, ed al commercio tutto il sapere si riduceva alla nautica, alla scienza di ben governare una nave.

27,9:I vecchi di Gebal, e i più intelligenti di essa ebbero maestranze occupate alle varie bisogne ec. Gebal altrimenti Biblos era città della Fenicia, e i legnaiuoli di quella città erano famosi fino da' tempi di Salomone, 3. Reg. V. 18. Vi si lavoravano anche i pietrami per le fabbriche: onde e per costruire le navi, e per le fabbriche insigni di Tiro servivano questi uomini di Gebal. Tutte le navi del mare, e tutti i lor marinari ec. Erano tuo popolo gli uomini di qualunque nazione, che trafficavano per mare; le loro navi venivano ne' tuoi porti, e ti recavano le ricchezze di tutti gli altri paesi, estendevano le tue corrispondenze per tutte le parti del mondo.

27,10:Tu avevi nel tuo esercito ec. Tiro non avea soldati nazionali, ma prendeva al suo soldo de' soldati di valore dalla Persia, dalla Lidia, dalla Libia ec. Così Cartagine ebbe sempre al suo servizio truppa straniera, e con essa fece la guerra, e in ciò ella avea un grande svantaggio a petto de' Romani. Ma ell'era cosa assai naturale, che in un paese, dove la mercatura dava ricchezze, e le ricchezze davano tutte le distinzioni, e tutti i comodi della vita, non si amasse molto la milizia. Appeso lo scudo, e il cimiero ec. In tempo di guerra questi soldati erano tua difesa, in tempo di pace appeso lo scudo, e il cimiero alle torri, e alle mura erano a te di non piccolo ornamento. Intorno a questo costume di tenere appesi gli scudi, e le armi alle mura vedi Isai. XXII. 6. 8. Cant. V. 4., e il versetto che segue.

27,11:Ma i Pigmei, che stavano ec. L'autore della nostra latina versione, s. Girolamo, ci fa sapere, che la voce Pigmei, è qui posta per significare uomini battaglieri, affinchè nissun creda, che si volesse mai accennare quellarazza di uomini favolosi, nani di statura, pe' quali era grande impresa il combattere colle grue,i quali da Omero, e da molti altri furon detti Pigmei: perocchè s. Girolamo fa derivar questo nome da una voce greca, che significa combattere, battagliare.

27,13:La Grecia, Thubal, e Mosoch ec. Thubal secondo s. Girolamo significa l'Iberia Orientale: Mosoch è la Cappadocia.

27,14:Da Togorma ec. Alcuni credono, che Togorma sia la Sarmazia, altri la Frigia, e veramente scrive Plinio (vII. 16.) che i Frigi furono i primi domatori di cavalli. Sono però ancora celebri i cavalli Sarmati, Plin. VIII. 42. Vedli Gen. X. 3.

27,15:I figliuoli di Dedan ec. Dedan figliuolo di Jecsani, nipote di Abramo, è nominato Gen. XXV. 3.; ma i discendenti di questo Dedan ebber loro sede nell'Arabia, e qui per quello, che segue, pare, che voglia significarsi qual che isola; quindi alcuni vogliono, che s'intenda l'isola di Rodi, celebratissima pel commercio di mare, la quale da principio si chiamasse Dedan, e dipoi colla mutazione della prima lettera fosse detta Redan, donde i Greci formarono il nome di Rodi.
E dell'ebano. L'ebano è un legno dell'Etiopia, di un bel nero, lucente, duro, e pesante, di cui si faceano, e si fanno molti lavori.

27,16:Il Siro trafficava con te, ec. S. Girolamo dice, che i Soriani anche a' suoi tempi continuavano ad essere spertissimi, e àttivissimi mercatanti. Questi dice, che portavano a Tiro delle gemme,o sia pietre preziose, della porpora ec. Ed ogni sua preziosa merce. In tal senso gli Ebrei spiegano la voce Chodchod. Altri intendono un rubino, ed altri altra pietra preziosa.

27,17:Il frumento migliore, il balsamo, il miele, e l'olio, e la resina. Di tutte queste cose era ricca la Giudea, e tra queste il balsamo a lei sola era stato conceduto, come dice Plinio, e la resina di Galaad era tanto stimata, che fino da' tempi di Giacobbe se ne mandava nell'Egitto. Vedi Gen. XXXVII. 25. XLIII. II.

27,18:Vino pregiato. Letteralmente vino grasso. Aquila, e Teodozione ritenendo la voce Ebrea tradussero, vino di Chelbon, il qual vino è rammentato da Ateneo Dipnosoph lib. I. dove dice, che i re di Persia non beveano altro vino, che il Chelibonio. Chelbon dovea essere luogo vicino a Damasco. E lane di ottimo colore. Un antico interprete dice, che questa era lana di Mileto e involta, additando con quest' epiteto l'antico savio costume degli Ebrei, de' Greci, e de' Romani di tener vestite le pecore, particolarmente quelle di lana più fina, affinchè le piogge, e l'intemperie dell'aria non guastassero la bellezza, e il candido colore de' loro velli. Il color ottimo è il bellissimo colore candido delle belle lane. Vedi Bochart. Phaleg. 1.6 De Animal. P. I. lib. n. 12.

27,19:Dan, e la Grecia, e Mosel ec. Dan città posta ai confini di Giuda verso le sorgenti del Giordano, che fu poi detta Paneade, e finalmente ancora Cesarea di Filippo. Mosel, nissuno sa qual paese significhi. La mirra stillante. La mirra, che esce naturalmente, e non per incisione dalla sua pianta. Della canna odorosa si è parlato altrove, come pur dello stacte. Vedi Exod. XXX.

27,20:Quegli di Dedan ec. Forse i discendenti di Dedan figliuolo di Regma, nipote di Chus. Vedi Gen. X. 7. Anche oggi giorno nel levante siedono i signori sopra ricchissimi tappeti.

27,21:L'Arabia e tutti i principi di Cedar ec. L'Arabia deserta, e particolarmente i Cedareni non aveano altra ricchezza, che i loro bestiami.

27,22:Di Saba, e di Rema ec. Saba significa gli Arabi Sabei nell'Arabia felice ricchissima di preziosi aromi, e di pietre preziose, e di oro, come qui si dice. Regma è città di quel paese.

27,23:Haran. Altrimenti Charran, nella Mesopotamia dove stette Abramo per qualche tempo. Vedi Gen. XXVIII. 10. Chene: ovvero Chalanne, come dice Teodoreto, di cui è fatta menzione Gen. X. 7. Eden, è il paese di Eden, dove fu il Paradiso terrestre. Vedi Gen. II. 8. Saba: quest'altro paese di Saba credesi vicino all'Idumea. Assur: significa gli Assiri. Chelmad: se crediamo al Caldeo è la Media.

27,24:E di lavori di punto: ovver di ricamo. Legati, e serrati con corde. Legavano le balle con corde, e si avvezzavano a legarle con tant'arte, che ordinariamente non sa peva sciogliere i nodi, se non chi gli aveva fatti: e la stessa cosa si usava riguardo alle casse, e forzieri, non avendo gli antichi l'uso delle chiavi, nè di unire il coperchio colla cassa, onde messovi sopra lo stesso coperchio facean passare la corda attorno alla cassa, e così la chiudevano legando la estremita della corda con tale artifizio, che se non altro richiedea molto tempo a svilupparle.

27,25:Le tue navi hanno il primo luogo nella tua mercatura. Come se dicesse: Tu non solamente ricevi le navi di tutti i paesi co' lor mercatanti, ma tu hai grandissimo numero di navi, colle quali porti qua, e là le merci secondo il bisogno, e il genio dei vari paesi, e ne riporti tutto quello, che vi si trova di meglio, e la tua propria marineria è quella, che sostiene principalmente, e fa vivo il tuo traffico. Plinio dà a' Fenici la gloria di avere inven tata la nautica: possiam però credere, che piuttosto la promossero, e la perfezionarono grandemente.

27,26:I remiganti tuoi ti condussero in alto mare; ec. Tu nel colmo di tua felicità mentre a vele gonfie con gran franchezza scorrevi per alto mare, da un vento australe impetuoso fracassata, in mezzo alle acque rimanesti improvvisamente sommersa.

27,28:Si spaventerà la moltitudine delle altre navi. Il naufragio di una nave sì grande, sì famosa, si ben contesta, sì ben governata atterrirà tutte le altre navi, che teme ranno simile sciagura.

27,30-31:Si getteran sulle teste la polvere, ec. Daranno tutti i segni di duolo gettandosi sul capo la polvere, asper gendosi di cenere, radendosi i capelli, vestendosi di cilizio, cioè di sacco.

27,36: I mercatanti degli altri popoli fecer delle fischiate sopra di te. Da principio la ruina di questa città potente renderà attoniti e paurosi gli altri popoli; ma dipoi i rivali del commercio di Tiro, invidiosi di sua felicità, non solamente goderanno di sua caduta, ma insulteranno alle sue calamità.