Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Ezechiele 26


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1Ed avvenne, che l'undecimo anno, il primo giorno del mese, il Signore parlommi, dicendo:2Figliuolo dell'uomo, perchè Tiro ha detto di Gerusalemme: Bene sta: sono spezzate le porte dei popoli: tutti verranno a me, io mi empirò, ella è deserta.3Per questo così dice il Signore Dio: Ecco che io vengo contro di te, o Tiro, e manderò sopra di te molte genti, come flutti del mare in tempesta.4E abbatteranno le mura di Tiro, e distruggeranno le sue torri, e io ne raderò fin la polvere, e la ridurrò un tersissimo sasso.5Ella sarà in mezzo al mare un sito da asciugarvi le reti, perchè io ho parlato, dice il Signore Dio: ella sarà preda alle genti.6Le figlie ancora di lei, che sono nella campagna, periranno di spada; e conosceranno, che io sono il Signore.7Perocché queste cose dice il Signore Dio: Ecco che io da settentrione condurrò a Tiro Nabuchodonosor re di Babilonia, re dei regi, con cavalli, e cocchi, e cavalieri, e turba grande di popolo.8Le tue figlie, che sono nella campagna, ei le ucciderà di spada, e te circonderà di fortini, e ammasserà terra all'intorno, e alzerà lo scudo contro di te:9E disporrà le vigne, e gli arieti contro le tue muraglie, e le tue torri distruggerà colle sue macchine da guerra.10Alla inondazione de' suoi cavalli tu sarai ricoperta di polvere: al romorio de' cavalieri, e de carri, e de' cocchi si scuoteran le tue mura, quand' egli per le tue porte entrerà come si entra in una città presa per forza.11Le piazze tue tutte saran pestate dall'unghie de' suoi cavalli, metterà a fil di spada il tuo popoo, e le tue insigni statue anderanno per terra.12Daranno il sacco alle tue ricchezze, prederanno i tuoi fondachi, e distruggeranno le tue muraglie, e diroccherano le tue case magnifiche, e getteranno in mezzo alle acque i tuoi pietrami, il legname, e la tua polvere.13E farò, che più non si sentano i tuoi cantici, e il suono delle tue cetre più non si udirà.14E ti renderò un tersissimo sasso, e sarai un luogo da asciugarvi le reti, e non sarai più edificata, perchè io ho parlato, dice il Signore Dio.15Queste cose dice il Signore Dio a Tiro: Al fracasso di tua rovina, e al gemito di coloro, che sono uccisi nella strage, che in te si farà, non sarann' elleno smosse le isole?16I principi tutti del mare scenderanno da' loro troni, e si terranno i loro manti, e getteranno le variegate lor vestimenta, e di stupore si cuopriranno; sederanno per terra, e attoniti di tua repentina caduta, saran fuori di loro stessi.17E deplorando il tuo caso diranno a te: Come mai se' caduta, o abitatrice del mare, città gloriosa, che fosti potente in mare co' tuoi abitatori, che eran temuti da tutti?18Saranno ora piene di spavento le navi nel giorno di tua rovina, e le isole del mare saranno afflitte, veggendo, che nissuno più esce da te.19Imperocché queste cose dice il Signore Dio: Quand'io ti avrò fatta città desolata come le città, che non sono abitate, ed avrò mandato un diluvio sopra di te, e le grandi acque ti avran ricoperta,20E quando io ti avrò gettata laggiù al popolo eterno con quelli, che scendono nel sepolcro, e ti avrò collocata nel più profondo della terra con quei, che scendono nel sepolcro, divenuta tu simile alle solitudini antiche, onde non sii abitata: e quando io avrò renduta la gloria alla terra de' vivi,21Io ti ridurrò al niente, e più non sarai, e nissuno cercandoti ti troverà più, dice il Signore Dio.

Note:

26,1:L'undecimo anno, il primo giorno del mese, ec. Questo anno undecimo della eattività di Jechonia, e pari mente undecimo del regno di Sedecia egli è l'anno stesso della rovina di Gerusalemme. È qui notato il primo giorno del mese, ma non è detto di qual mese, onde la varietà de' sentimenti tragl'Interpreti. Quanto a me crederei, che sia da intendersi lo stesso mese quarto, in cui fu presa Gerusalemme, onde la profezia sarebbe di otto giorni anteriore alla espugnazione della città, della cui distruzione Ezechiele predice, che Tiro farà gran festa, e predice insieme, che perciò sarà ella punita da Dio severamente. Non veggo cosa, che possa obbiettarsi contro questa opinione esposta in tal guisa, e veggo una ragione, che potè avere il Profeta di tacere il nome del mese, lasciando cioè, ch'ei s'intendesse dalla narrazione del grande avvenimento, di cui egli parla.

26,2:Sono spezzate le porte de' popoli. Le porte erano luogo di concorso, e di adunanza, come si disse più volte, e Gerusalemme era la città, alla quale non solo dalla Giudea, ma anche da tutte le parti del mondo concorrevan gli Ebrei domiciliati in moltissime parti della terra: così Gerusalemme è detta città, le cui porte sono porte di molti, e vari popoli. Questa grande affluenza di gente facea, che Gerusalemme fosse città ricchissima, e di grandissimo commercio, donde l'invidia di Tiro, la quale si rallegra, ed esulta, perchè le porte di quella città sono spezzate, onde dalla rovina di lei crescerà il commercio di Tiro.
Tutti verranno a me. Letteralmente: Ella è venuta a me, lo che si riferisce a Gerusalemme, cioè alle ricchezze, e al commercio di Gerusalemme, come se Tiro dicesse: io diverrò il doppio più grande, perchè tirerò a me tutto il commercio, che era diviso tra me, e Gerusalemme, onde io sarò piena di beni, appunto perchè ella è ridotta un deserto.

26,3:Come i flutti del mare in tempesta. Paragona la moltitudine, la fierezza, il tumulto dell'esercito de' Caldei a' flutti del mare sconvolto. Questa predizione contro Tiro è simile a quella, che leggési Jerem. XLVII. intorno allo stesso avvenimento. Dagli antichi scrittori della storia de' Fenici, scrittori citati da Giuseppe (Cont. Ap. I.) im pariamo, che Nabuchodonosor assediò Tiro mentre ivi regnava Ithobal, e che l'assedio durò tredici anni.

26,4:E io ne raderò fin la polvere, ec. Distrutta la città ne getterò la polvere al vento. Così i LXX. Vedi una simile frase 3. Reg. XIV. 10.

26,5:Ella sarà in mezzo al mare un sito da asciugarvi le reti. La città di Tiro era composta di due città, l'antica Tiro, che era nella terra ferma, e la nuova Tiro, che era in un'isola, e dall'una all'altra si andava per una selciata. Qui si parla di quella, che era in mezzo al mare, e diede molto più da fare a Nabuchodonosor per espugnarla; conciossiachè egli dovette far di nuovo la selciata, che era stata distrutta da que' di Tiro. Della nuova Tiro adunque si dice, che atterrate le sue torri, e le mura, e le grandiose sue fabbriche non vi restera altro, che il sito comodo pe' pescatori, che vi asciugheranno le loro reti.

26,6:Le figlie ancora di lei, ec. Le città subalterne di suo dominio. Tiro in que'tempi era padrona di quasi tutta la Fenicia.

26,7:Re de' regi. Titolo, che si appropriarono i re Caldei, e dopo di essi i re di Persia.

26,8:Alzerà lo scudo contro di te. Si avanzeranno contro le tue mura i soldati Caldei, avendo ciascuno sulla sua testa lo scudo, serrati l'uno coll'altro in guisa, che non potranno essere offesi dai dardi, nè dalle pietre, che contro di essi si gettino dalle tue mura.

26,9:Disporrà le vigne. La vigna formavasi di legni assai forti, che sostenevano de' graticci, sotto de' quali gli assedianti si accostavano alle mura per lavorare colla zappa. Gli arieti erano grosse travi colla testa di ferro, le quali con impeto grande spingendosi contro le mura vi facevano breccia.

26,11:E le tue insigni statue anderanno per terra. Le statue dei tuoi dei tanto apprezzate da te. Apollo, ed Ercole erano gli dei adorati principalmente in Tiro; e Quinto Curzio racconta (lib. IV.) che quando Alessandro assediò la nuova Tiro i cittadini legarono con catena d'oro la statua di Apollo all'altare d'Ercole, affinchè quel Dio non potesse scapparsi, o per opera di magia non fosse chiamato fuori della città.

26,13:I tuoi cantici. Ovvero i tuoi concerti di musica.

26,14:E non sarai più edificata. Abbiam veduto come Isaia XXIII. 15. predisse, che Tiro sarebbe dimenticata per settanta anni, e dipoi sarebbe ristorata. Quello pertanto, che qui si legge, dee intendersi più probabilmente di Tiro l'antica, quella cioè, che era nella terra ferma, che era come la madre dell'altra, e questa distrutta intieramente da Nabuchodonosor non alzò mai più testa. La nuova poi fondata nella vicina isola si rimesse in piedi, onde era già grande, e ricca a' tempi di Zaccaria, cioè circa settanta anni, dopo che fu espugnata da' Caldei: perocchè questi la presero, secondo l'Usserio, l'anno 346., e Zaccaria credesi, che cominciasse a profetare l'anno 3486.

26,15:Le isole.Tutti i paesi oltre mare. Tiro avea fondate in varie parti delle insigni colonie, e, come dice Quinto Curzio, si era renduta padrona non solo del vicino mare, ma di tutti i luoghi ancora dove andavano le sue armate navali. Quindi Utica, Lepti, Cartagine, Cadice, e molte altre illustri città famose pel loro commercio da' Tiri riconobbero la loro fondazione, e queste, e i loro principi si dice qui, che meneranno gran duolo per la rovina di Tiro lor madre.

26,18:Veggendo, che nissuno più esce da te. Le vicine isole avvezze a ricever continuamente nei loro porti gran numero delle tue navi, rimarranno affllitte non veggendo nè le tue navi, nè i tuoi marinari.

26,19:Avrò mandato un diluvio sopra di te. Il diluvio, e le acque grandi significano le molte, e grandi calamità mandate da Dio sopra questa superba città.

26,20-21:E quando io ti averò gettata laggiù al popolo eterno ec. Parla di Tiro come di una persona, di una sola donna: quand'io ti avrò subissata, e gettata tra' morti; quand'io ti avrò collocata tra quel popolo, che sta per sempre nel sepolcro sino alla fine del mondo, donde uscirà nella risurrezione generale per passare agli eterni supplizi, non rimanendo di te sopra la terra, se non il luogo deserto, dove già fosti; e quand'io alla terra del popol mio avrò renduta la sua felicita, e la sua gloria, allora la tua gloria, il tuo impero, le tue ricchezze, le tue delizie, il tuo fasto sarà da me interamente annichilato, e tu più non sarai. Gerusalemme è qui detta terra de' vivi, perchè ivi adoravasi il Dio vivo, che è principio di vita per quei, che a lui servono, e perchè ell'era abitazione, e sepoltura dei giusti, che doveano un dì risorgere per vivere eternamente con Dio.