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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Ezechiele 24


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1E IL Signore parlommi l'anno nono, il decimo mese, ai dieci del mese, dicendo:2Figliuolo dell'uomo, prendi memoria di questo giorno, perchè oggi il re di Babilonia si e piantato dinanzi a Gerusalemme.3E dirai a questa casa di contumaci una maniera d'allegoria, e parlerai loro con questa parabola: Queste cose dice il Signore Dio: Prendi una caldaia, prendila, io dico, e mettivi dell'acqua,4Gettavi dentro pezzi di carne tutta scelta, la coscia, e la spalla, le parti ottime, e piene di ossa:5Prendi carne di bestie grassissime, e metti ancora una massa di ossa sotto la caldaia: ella bollirà a scroscio, e si cuoceranno dentro di lei anche le ossa.6Per questo dice il Signore Dio: Guai alla città sanguinaria, caldaia, che è tutta ruggine, e la ruggine non si è partita da lei: getta via (la carne) a pezzi, un pezzo dietro all'altro; non si dia luogo alla sorte.7Perocché in mezzo a lei è il sangue, cui ella sparse: sopra tersissima pietra ella lo sparse, non lo sparse sulla terra, onde possa essere dalla polvere ricoperto;8Ond' io sopra di lei cader facessi la mia indegnazione, e facessi vendetta: il sangue di lei ho sparso sopra tersissima pietra, onde non resti celato.9Per questo il Signore Dio parla così: Guai alla città sanguinaria, della quale io farò un gran fuoco.10Metti le une sopra l'altre le ossa, alle quali io darò fuoco: le carni si consumeranno, e tutto quello, che entra nella caldaia, si struggerà, e si sfarineranno le ossa.11Dopo di ciò tu porrai la caldaia vuota sopra i carboni, affinchè si arroventi il rame, e si liquefaccia, onde si strugga il suo sudiciume, e si consumi la ruggine:12Con fatica grande, e sudore non se le potè toglier la ruggine, neppur a forza di fuoco.13Degna d'esecrazione è la tua immondezza; perocché io volli mondarti, e tu non ti se' mondata dalle tue lordure: e neppure ti monderai, fino a tanto che io abbia sfogato sopra di te il mio sdegno.14Io il Signore ho parlato: Verrà il tempo, e io farò: non darò indietro, né perdonerò, né mi placherò: secondo le tue vie, e secondo i tuoi ritrovamenti io ti giudicherò, dice il Signore.15E il Signore parlommi, dicendo:16Figliuolo dell'uomo ecco, che io repentinamente ti tolgo quel, che più amano gli occhi tuoi, e non ti batterai il petto, né piangerai, né darai libero corso alle tue lagrime.17Sospirerai in segreto, non menerai duolo, come si usa pei morti: tien legata alla testa la tua corona, e avrai a' tuoi piedi i calzari, né ti coprirai con velo la faccia, e non mangerai de' cibi, usati da que', che sono in dolore.18Io adunque riferii ciò al popolo la mattina, e si morì alla sera la mia moglie: e al mattino feci come m' avea comandato il Signore.19E disse a me il popolo: Perchè non dichiari tu a noi, che voglian dire le cose, che tu ti fa?20Ed io dissi loro: Il Signore mi ha parlato, dicendo:21Parla alla casa d'Israele: Queste cose dice il Signore Dio: Ecco, che io profanerò il mio santuario, la gloria del vostro impero, e quello, che più amano gli occhi vostri, e quello, per cui sta in sollecitudine l'anima vostra: i figli vostri, e le figlie, che voi lasciaste, periranno di spada.22E farete come ho fatt'io, non vi cuoprirete con velo la faccia, e non mangerete i cibi usati da que', che sono in dolore.23Porterete le corone su' vostri capi, e a' piedi i calzari: non vi batterete il petto, e non piangerete; ma vi consumerete a motivo delle vostre iniquità, e ognun di voi sospirerà rivolto al proprio fratello.24Ed Ezechiele sarà un segno per voi, secondo quello, che egli ha fatto, farete voi quando ciò accaderà: e conoscerete, ch'io sono il Signore Dio.25E tu figliuolo dell'uomo, ecco, che in quel dì, in cui io torrò loro quello, che li fa forti, quel, che è loro consolazione, e loro gloria, e quel, che più amano gli occhi loro, e quello, in cuj le anime loro confidano, e torro loro i figliuoli, e le figlie:26In quel dì quando un fuggitivo giungerà a te, recandotene la novella,27In quel giorno, io dico, aprirai tu la bocca col fuggitivo, e parlerai, e non istarai più in silenzio; e sarai per essi un segno: e voi conoscerete, che io sono il Signore.

Note:

24,1:L'anno nono, il decimo mese, ec. L'anno nono di Sedecia ai dieci del decimo mese Nabuchodonosor cominciò l'assedio di Gerusalemme. Vedi IV. Reg. XXV. I. Lo stesso giorno Dio rivelò questo gran fatto a Ezechiele, che dimorava in Babilonia, e gli comandò di notare questo giorno, affinchè quando venisser le nuove della Giudea, gli Ebrei di Babilonia venissero a intendere, che Ezechiele per ispirito di Dio parlava, e che la mano di Dio era quella, che disponeva ogni cosa per l'adempimento de' suoi decreti contro quella infelice città.

24,3-5:Prendi una caldaia, ec. Geremia aveva colla stessa figura predetto l'assedio e la distruzione di Gerusalemme; e da Ezechiele cap. XI. 3. si vede, che gli Ebrei si burlavano del Profeta, e delle sue similitudini, e allegorie, La caldaia è Gerusalemme, le ossa sono i principi, le carni sono il popolo.
Metti ancora una massa di ossa sotto la caldaia: ec. Sopra le legna da far bollire la caldaia metti quantità di ossa: la caldaia bollirà, e le ossa, che vi sono dentro insieme colle carni ne saranno cotte. Queste ossa, le quali bruciando insieme colle legna contribuiranno a far bollire la caldaia in guisa, che le ossa stesse, che vi son dentro si concuocano, queste ossa, dico, sono simbolo della strage degl'innocenti uccisi in Gerusalemme, la morte de' quali è una delle cagioni dello sterminio di questa città, onde nel versetto seguente dicesi: Guai alla città sanguinaria.

24,6:Che è tutta ruggine, e la ruggine non si è partita da lei. Questa ruggine dinota la inveterata malizia, ed empietà degli Ebrei, empietà, che non ha potuto esser vinta nè dalle minacce di Dio, nè da' precedenti gastighi.
Getta via (la carne) a pezzi, un pezzo dietro all'altro; non si dia luogo alla sorte. Getta via le carni tratte dalla caldaia a pezzi, pezzo per pezzo, ma alla rinfusa, e secondo che ti verranno alle mani, senza fare scelta piuttosto di un pezzo, che d'un altro, per significare come nella comune calamità gli uomini di Gerusalemme senza distinzione alcuna saranno tutti consunti un dopo l'altro dalla fame, dalla spada, e dalla pestilenza.

24,7:In mezzo a lei è il sangue, cui ella sparse: ec. Le memorie, e i segni della strage de' buoni uccisi da Manasse, e dagli altri in Gerusalemme, queste memorie, e questi segni sono esposti alla vista di tutti: perocchè questa città divenuta madre non di uomini, ma di fiere crudeli, non ha procurato di nascondere le sue crudeltà; il sangue, che ella ha versato, non lo ha versato sulla terra, da cui sia stato bevuto, e dove colla polvere possa occultarsene la traccia: ella lo ha versato sopra dura lim pidissima pietra, dove lungamente il sangue stesso si conservasse, e v' imprimesse il suo colore, onde fosse la stessa pietra testimone, ed accusatore sempre parlante della barbarie, che dominava in Gerusalemme. La legge di Mosè ispirava un orror grande allo spargimento del sangue fin degli stessi animali, e non solo era proibito se verissimamente di mangiarne, ma si ordinava eziandio, che versandosi lo stesso sangue, colla terra immediatamente si ricoprisse. Vedi Levit. VII. 26. 27. XVII. 13. Per la qual cosa argomento massimo della depravazione grandissima degli Ebrei si è il vedere, che Ezechiele, e gli altri Profeti rimproverino ad essi la moltiplicità degli omicidi, e lo spargimento del sangue umano, e del sangue innocente come un delitto divenuto comune a segno di non recar più veruna ammirazione, non che orrore. Ciò vuol significare il Profeta, dicendo, che Gerusalemme non isparse il sangue sopra la terra, che avrebbe bevuto, e dove ogni vestigio del sangue stesso avrebbe potuto coprirsi e nascondersi gettandovi della polvere: ma lo ha sparso sopra una tersa pietra, che lo ritiene, e dove (anche asciugato il sangue) ne rimangono i segni ma nifesti.

24,8-10:Ond'io sopra di lei cader facessi ec. Che ne verrà egli da tanta, e sì barbara crudeltà? Ne verrà, che io verserò sopra Gerusalemme tutta la mia indegnazione, e farò vendetta del sangue innocente sparso da lei, e il sangue di lei spargerò io pure publblicamente, affinchè, come manifesta a tutti fu la sua crudeltà, così sia manifesto il suo gastigo, e resti dello stesso gastigo perpe tua memoria. Gerusalemme adunque sarà come una vittima della divina giustizia, vittima che sarà scannata, e il sangue di lei si verserà sopra limpidissima pietra: indi io accenderò un gran fuoco di legna, e di ossa, che bru ceranno sotto la caldaia per far bollire le carni, e le ossa di questa vittima, e tutte saran consunte le carni, e si sfarineranno le ossa.

24,11-12:Porrai la caldaia vuota ec. Consunto tutto quel che era nella caldaia, la stessa caldaia sarà messa sul fuoco, affinchè il rame stesso si strugga, e così venga a consumarsi la immondezza, e il sudiciume della caldaia, la quale in altra guisa non avrebbe potuto pur garsi; perocchè tutto quello, che io avea fatto finora per mondare Gerusalemme, fu sempre inutile, e il fuoco stesso di varie tribolazioni, che io le mandai, non fu buono a purificarla. Con questa fortissima figura viene a predirsi (come notò s. Gregorio), che, distrutte le ossa, che sono i principi, e i grandi, e le carni che è il popolo, la stessa Gerusalemme imbrattata di tante sordidezze e iniquità sarà data alle fiamme, perocchè il solo ultimo eccidio di questa ostinata, e perversa città potè purgarla da tante immondezze, e abominazioni, V. 13.

24,16:Repentinamente ti tolgo ec. Dio fa sapere al Profeta, che torrà per repentina morte a lui la sua cara consorte, e nel tempo stesso gli proibisce di far duolo per questa morte. Tralle persone, nella morte delle quali era permesso a' sacerdoti di far duolo, non è annoverata la moglie, Levit. XXI.I. 2. 3. Ma alcuni pretendono, che ciò essendo permesso agli stessi sacerdoti quando fosse morta una sorella non ancor maritata, si fosse con ragionevole interpretazione estesa la legge di Mosè anche al caso della moglie, tralla quale, e il marito più stretti sono i legami, che tra fratello, e sorella. Altri (e forse più a proposito) lasciando ne' suoi termini la disposizione della legge considerano, che Ezechiele stando in paese straniero lungi dal tempio, e non avendo occasione di esercitare le funzioni sacerdotali, non sussisteva perciò riguardo a lui la ragion della legge, che proibiva di far duolo ne' funerali a' sacerdoti, perchè non venisser frequentemente a contrarre quella immondezza legale, per cui rendevansi incapaci di adempiere per un certo tempo le stesse funzioni; per la qual cosa Ezechiele nella Caldea avrebbe potuto fare il lutto della propria moglie, come qualunque uomo del popolo, se Dio non gliel a vesse vietato.

24,17:Sospirerai in segreto. Ti sarà permesso di affliggerti per tal perdita, e di sospirare; ma in guisa che nissuno ti senta.
Tien legata alla testa la tua corona. S.Girolamo dice, che gli Ebrei per questa corona di Ezechiele intendevano quella fettuccia di cartapecora contenente parole della legge, la quale solevano mettere sulla fronte per adempire letteralmente quello, che è detto nel Deuteronomio VI. 8. Gli avrai pendenti (questi comandamenti) dinanzi agli occhi. Egli è però certo, che i sacerdoti Ebrei portavano una berretta cinta attorno alla testa con un nastro; ma non sappiamo se questo loro ornamento lo portasser sempre anche fuori del tempio. Vedi Exod. XXXIX.28 E siccome dal versetto 23. apparisce, che anche gli altri Ebrei di Babilonia aveano simil corona (in Ebreo peer),potremo perciò intendere quelle bende o fettucce, colle quali si cingevano la testa, simili a' diademi de' re orientali, ma differenti di materia, e di prezzo. Or in tempo di duolo ogni ornamento si deponeva, ed era anche usitato il rito di andare a piedi scalzi, e di coprirsi fino al naso col pallio.
E non mangerai de' cibi usati ec. Non farai il pasto, che suol darsi a' parenti in occasione del funerale: ovvero non mangerai di que' cibi mal conditi e vili, dei quali sogliono cibarsi gli Ebrei nel tempo di lutto.

24,18-19:Feci come m'avea comandato il Signore. Non diedi segno veruno di dolore; e ciò diede molto da pensare agli Ebrei, nazione sommamente accurata in tutto quello, che riguardava gli ultimi uffici verso i defunti.

24,21:Il mio santuario, la gloria ec. Io permetterò, che il tempio mio, che è tutta la vostra gloria, che è la cosa più amata da voi, e per cui maggiore è la vostra sollecitudine, permetterò, ch'ei sia profanato dai Caldei: e di più periranno di spada i figli, e le figlie, che voi lascia ste in Gerusalemme.

24,24:Ezechiele sarà un segno per voi. Quello ch'ei fa adesso, predice, e annunzia quello, che sarete costretti di fare anche voi, quando all'udire la trista nuova della ruina di Gerusalemme, della profanazione, e distruzione del tempio, dell'uccisione de' figli ec. non vi sarà permesso di dare alcuna esterna e pubblica dimostrazione di dolore.

24,25:Quello che li fa forti, quel che è loro consolazione, ec. Il mio tempio, che era la loro fortezza, la consolazione, la gloria, l'amore, e la fidanza del popol mio.

24,27:In quel giorno, io dico, aprirai tu la bocca col fuggitivo, ec. Allora non più tacerai, ma parlerai lilberamente agli Ebrei, co' quali tu vivi, e rammenterai loro, come tutte queste cose furon predette da te, quali appunto son raccontate da quel fuggitivo, che viene dalla Giudea, e dirai, come per giusto gastigo di Dio tutto ciò è avvenuto a cagione delle loro colpe: e allora conosceranno, che tu in tutte le tue azioni se' dato loro da me qual segno, e portento dell'avvenire.

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