Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Ezechiele 16


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1E IL Signore parlommi, e disse:2Figliuolo dell'uomo, fa tu sapere a Gerusalemme le sue abbominazioni,3E dirai: Queste cose dice il Signore Dio di Gerusalemme: La tua stirpe, e la tua origine è dalla terra di Chanaan. Tuo padre Amoneo, e Ja tua madre Cetea.4E allorché tu venisti alla luce, il dì della tua nascita non ti fu tagliato l'ombellico, né fosti lavata con acqua salutare, né aspersa di sale, né involta in fasce.5Né occhio d'uomo s'impietosì per te, onde alcuna di queste cose per compassione facesse a te, ma fosti gettata sul suolo con ispregio della tua vita il giorno, che tu nascesti.6Ma passando io vicino a te, ti vidi, imbrattata del proprio tuo sangue; ed io dissi a te quando nel tuo sangue eri involta, Vivi, ti dissi, o tu immersa nel sangue tuo, vivi.7Ti feci crescere come l'erba del campo, e crescesti, e ingrandisti, e avanzasti (negli anni), e giungesti al tempo degli abbigliamenti donneschi al tempo di pubertà, ma tu eri ignuda, e piena di confusione.8E passai vicino a te, e ti vidi, e quel tuo tempo, era il tempo degli amanti, ed io distesi sopra di te il mio pallio, e copersi la tua ignominia: e feci a te giuramento, ed un patto feci con te (dice il Signore Dio) e tu fosti9E ti lavai con acqua, e ti nettai dal tuo sangue, e ti unsi con olio.10E ti rivestii di abiti ricamati, e ti diedi calzari di color di giacinto, e cintura di bisso, e ti addobbai di finissimo manto.11E ti adornai con magnificenza, e misi i braccialetti alle tue mani, e collana al tuo collo.12E ornai la tua faccia di pendenti, e le orecchie cogli orecchini, e la tua testa colla corona.13E tu fosti abbellita d'oro, e d'argento, e vestita di bisso, e di abiti ricamati a molti colori: Ti fu dato a mangiare del fior di farina, il miele, e l'olio, e diventasti bella grandemente oltre modo, e arrivasti a regnare14E il tuo nome si sparse tralle nazioni a motivo di tua bellezza, perchè tu eri perfetta nella bellezza, che io stesso avea posta in te, dice il Signore Dio.15E superba di tua bellezza, ti disonorasti quasi padrona di te, ed esponesti la tua disonestà ad ogni passaggiero per darti a lui.16E prese le tue vestimenta, ne lavorasti ornamenti pe' luoghi eccelsi, dove tu talmente peccasti, che cosa simile mai non fu, né sarà.17E presi gli ornamenti di tua gloria fatti col mio oro, e col mio argento, i quali avev' io dati a te, ne facesti immagini d'uomini, e con questi hai peccato.18E le tue vestimenta a molti colori impiegasti a coprire le immagini, e il mio olio, e il mio timiama ponesti davanti ad esse.19E il mio pane, che io diedi a te, e il fior di farina, e l'olio, e il miele, ond'io ti nutriva, lo presentasti al loro cospetto in obblazione di odor soave: e cosi fu, dice il Signore Dio.20E prendesti i tuoi figli, e le tue figliuole, che tu avevi a me generate, e le immolasti ad essi, perchè il fuoco le divorasse. E ella leggera cosa la tua fornicazione!21Immolasti i miei figli, e gli do nasti agl' idoli, a' quali li consagrasti.22E dopo tutte le abbominazioni, e fornicazioni tue non ti se' ricordata de' giorni di tua adolescenza, quando eri ignuda, e piena di confusione, e involta nel sangue tuo.23E avvenne, che dopo tanta tua malvagità (guai, guai a te, dice il Signore Dio)24Ti fabbricasti dei lupanari, e alzasti postriboli in tutte le piazze.25Ad ogni capo di strada tu ponesti il segno di tua prostituzione, e abbominabile rendesti la tua beltà, e ti abbandonasti a qualunque passaggiero, e moltiplicasti le tue fornicazioni.26E co' figli dell'Egitto peccasti, vicini tuoi di grosse membra, e aggiungesti fornicazione a fornicazione per irritarmi.27Ecco che io stenderò la mia mano sopra di te, e toglierò a te le cose tue sante, e ti abbandonerò al volere delle figlie della Palestina, le quali ti odiano, ed han rossore del tuo vivere scellerato.28Ma tu, non essendo ancor sazia, hai peccato co' figli degli Assirj; e neppur dopo tali fornicazioni se' stata contenta.29E moltiplicasti le tue fornicazioni nella terra di Chanaan con i Caldei, e neppur con questo se' stata sazia.30In qual modo purificherò io il tuo cuore, dice il Signore Dio, mentre queste opre tutte tu fai proprie di donna peccatrice, e sfacciata?31Perocché tu edificasti i tuoi postriboli a tutti i capi di strade, e in ogni piazza ti facesti un luogo eccelso, ne se stata come una meretrice, la quale colla schifiltà si fa accrescere il prezzo,32Ma come una adultera, che invece del proprio marito adesca stranieri.33Alle altre meretrici si dà mercede, ma tu l'hai data a tutti i tuoi amatori, e facevi loro dei donativi, perchè da ogni parte a te venissero, per teco peccare.34Ed è avvenuto in te il contrario di quel, che costumasi colle donne di mala vita, e non sarà dopo di te simil fornicazione; perocché nell'aver tu dato mercede, e nel non aver ricevuta mercede, è avvenuto in te il rovescio.35Per questo, o donna peccatrice, ascolta la parola del Signore.36Queste cose dice il Signore Dio: Perchè tu hai gittato il tuo denaro, ed hai renduta pubblica la tua ignominia nelle tue fornicazioni co' tuoi amatori; e nelle abbominazioni de' tuoi simulacri colla strage de' tuoi figliuoli, che ad essi offeristi;37Ecco che io ragunerò tutti i tuoi amatori, co' quali, hai peccato, e tutti quelli, che tu amavi, e tutti quelli, che tu avevi in odio, e li ragunerò contro di te da tutte parti, ed avanti ad essi manifesterò la tua ignominia, ed ei vedranno tutte le tue turpitudini.38E farò giudizio di te come di adultera, e come di sanguinaria; e ti punirò con vendetta di furore, e di gelosia.39E ti darò in balia di coloro, ed ei distruggeranno il tuo lupanare, e rumeranno il tuo postribolo, e ti spoglieranno delle tue vestimenta, e porteranno via tutto quello, onde tu eri bella, e ti lasceranno ignuda, e piena d'ignominia:40E rauneran contro di te la moltitudine, e ti lapideranno senza pietà, e ti trafiggeranno colle loro spade.41E le tue case daranno alle fiamme, e faran giudizio di te alla presenza di moltissime donne, e tu finirai di fornicare, e non pagherai più mercede.42E avrà posa l'indegnazione mia verso di te, e la gelosia, che io aveva per te, passerà, e starò in quiete, nel più mi adirerò.43Perchè tu non ti se' ricordata de' giorni di tua adolescenza, e con queste cose tutte mi hai provocato; per questo io pure sul tuo capo ho fatto cader le opre tue, dice il Signore Dio, e non ti ho trattata secondo le tue scelleratezze nel tempo di tutte le tue abbominazioni.44Ecco che chiunque ama i proverbi, ripeterà questo sopra di te, dicendo: Quale la madre, tale la figlia di lei.45Veramente se' tu figlia di tua madre, che abbandonò il suo marito, e i suoi figliuoli; e sorella se' tu delle tue sorelle, che rigettarono i lor mariti, e i loro figli: la madre vostra Cetea, e il padre vostro Amorreo.46E tua sorella maggiore ell'è Samaria, e le figlie di lei, che abitano alla tua sinistra: e la tua minor sorella, che abita alla tua destra, ell'è Sodoma, e le figliuole di lei.47Ma né tu ti tenesti un po' indietro nel battere le loro vie, e nell'imitare le loro scelleratezze: quasi più scellerate cose facesti, che quelle in tutti i tuoi andamenti.48Io giuro, dice il Signore Dio, che non fece Sodoma tua sorella, ella, e le figlie di lei quel che hai fatto tu, e le tue figliuole.49Ecco qual fu l'iniquità di Sodoma tua sorella; la superbia, e i bagordi, e il lusso, e l'oziosità di lei, e delle sue figlie: e al povero, ed al bisognoso non istendevan la mano.50E si levaron in arroganza, e fecero abbominazioni dinanzi a me, ed io le annichilai come tu vedesti.51E Samaria non fece la metà de' peccati, che facesti tu: e tu le sorpassasti colle tue scelleraggini, e facesti apparir giuste le tue sorelle con tutte quelle abbominazioni, che tu commettesti.52Porta adunque la tua confusione anche tu, che hai nel peccar superate le tue sorelle, facendo peggio di loro; perocché a paragone dite elle son giuste. Anche tu adunque confonditi, e porta la tua ignominia, tu che giuste apparir facesti le tue sorelle.53Ma io le ristorerò, tornando in libertà Sodoma, e le sue figlie, e tornando in libertà Samaria, e le sue figlie, e i tuoi figli condotti in ischiavitù farò tornare insieme con esse,54Affinchè tu porti la tua ignominia, e ti confonda di tutto quello, che hai fatto, e sii di consolazione per esse,55E la sorella tua Sodoma, e le sue figlie torneranno al loro antico stato, e Samaria, e le sue figlie torneranno all'antico stato, e tu, e le tue figlie tornerete allo stato antico.56Nel tempo del tuo fasto non si udì mai ricordata da te la sorella tua Sodoma,57Prima che fosse scoperta la tua malizia, com' ell' è adesso, e tu fossi lo scherno delle figlie di Siria, e di tutte quante le figlie di Palestina, che hai all'intorno, e ti cingono d'ogni lato:58Tu hai portata la tua scelleratezza, e la tua ignominia, dice il Signore Dio.59Perocché queste cose dice il Signore Dio: Io farò (così) a te, come tu hai disprezzato il giuramento, per vano rendere il patto:60Ma io mi ricorderò del patto, che feci teco ne' giorni di tua adolescenza, e ravviverò con te il patto sempiterno.61E ti ricorderai de' tuoi disordini, e ne avrai confusione, quando tu riceverai teco le tue sorelle maggiori di te insieme colle minori, ed io darolle a te in luogo di figlie, ma non in virtù del tuo patto.62E io ravviverò con te il mio patto, e conoscerai ch'io sono il Signore,63Affinchè ti ricordi, ed abbi confusione, e non ardisca di aprir bocca pella vergogna, allora quando io mi sarò placato con te dopo tutte le cose, che tu facesti, dice il Signore Dio.

Note:

16,3:La tua stirpe, e la tua origine è dalla terra di Chanaan. Parla alla sinagoga, e comincia dal dirle, che ella non è già stirpe di Abramo, ma stirpe di Cananei, e perchè tra' Cananei erano sommamente scellerati gli Amorrei, e gli Hetei, le dà per padre un Amorreo, per madre una donna Hetea; come se dicesse: se per natura tu se'figlia di Abramo, e di Sara, per la qualità de' tuoi costumi tu se' stirpe di Cananei, figlia di un Amorreo, e di una Hetea. Era un grande oltraggio per un Israelita il dargli il titolo di Cananeo; onde a' vecchioni dette Daniele lo stesso nome: Stirpe di Canaan, XIII. 56. Che le donne Hetee fosser di costume molto cattivo, si vede Gen. XXVII. 46.

16,4:Allorchè tu venisti alla luce ... non ti fu tagliato l'ombellico, ec. Di tal padre, e di tal madre sendo tu generata, allorchè tu nascesti, non fu fatta a te alcuna di quelle cose, che son necessarie, od utili alla vita di un bambino nascente: non ti tagliarono l'ombellico, non ti lavarono con acqua fredda, nè il misero tuo corpicciuolo toccaron col sale per rinforzarlo. L'ombellico, come ognun sa, si taglia a' bambini, e perirebbono se non si tagliasse, perchè perderebbero tutto il sangue. Il lavargli coll'acqua fresca fu costume di molte nazioni, e il mescolare nell'acqua una buona dose di sale per render più ferma la cute fu insegnato dagli antichi medici. Nissuna di queste cose fu fatta a te (dice Dio alla sinagoga) e nemmeno vi fu chi si prendesse pensiero d'involgere nelle fasce la tua nudità. Tu eri, in una parola, come una creatura esposta, abbandonata, e destinata a perire, niente amabile per te stessa, e dispregiata da tutti. Si può considerare, che il popolo Ebreo nascesse nell'Egitto dopo la morte di Giuseppe, perocchè moltiplicandosi allora i discendenti de' dodici Patriarchi, di una famiglia semplice, che erano pell'avanti, si fece un popolo; ivi adunque nacque Israele in mezzo alle immondezze della superstizione, e nella ignoranza e nella schiavitudine.

16,6:Ma passando io vicino a te, ti vidi ec. Allude a quello, che avvenne di Mosè esposto da' genitori, e salvato dalla morte per la compassione, che ne ebbe in vederlo la figlia di Faraone. Dio fece altrettanto per tutti gli Ebrei, ch'ei sottrasse alla schiavitù e alla morte.
Immersa nel sangue tuo, vivi. Benchè tralle fauci della morte io ti vegga tu pur viverai, e sarai nutrita e crescerai.

16,7:Ti feci crescere come l'erba del campo. Ti fece crescere con quella celerità, con cui cresce l'erba, e si alza in un buon prato. Giungesti al tempo degli abbigliamenti donneschi, al tempo di pubertà. Giungesti a quella età, nella quale le fanciulle bramando di accasarsi, desiderano, e cercano di ornarsi, e di comparire; ma tu eri tuttora nella nudità, e nella confusione; perocchè sebbene io ti avea data la vita, non ti avea però ancora ornata de' doni miei e della mia protezione.

16,8:E quel tuo tempo, era il tempo degli amanti, ed io distesi sopra di te il mio pallio. Tu eri già in età di esser data a marito: ma chi ti avrebbe voluto, essendo tu ignuda, e priva d'ogni ornamento? ma io ti amai, ti rivestii, ti presi per mia sposa, facendo teco, per mezzo di Mosè mio servo, un patto di eterna alleanza; e cosi tu fosti mia sposa. Dicendo Dio: stesi sopra di te il mio pallio, allude al rito nuziale degli Ebrei presso de' quali lo sposo stesa una falda del suo pallio sopra la donna veniva a, dichiararla sua moglie. Vedi Ruth, III. 9., e S. Girolamo. Da questa elezione di pura misericordia, con cui Dio uni a sè la sinagoga, da questa elezione vennero i privilegi tutti d'Israele innalzato alla gloria di popolo del Signore, distinto tra tutti i popoli della terra, depositario degli oracoli divini, e delle promesse, avente una legge santa, e un culto, e un sacerdozio stabilito dal medesimo Dio; e ciò in un tempo in cui gli altri popoli giacevano in una funesta ignoranza, abbandonati ai pravi desideri del loro cuore, e senza Dio in questo mondo, come dice l'Apostolo.

16,9:E ti lavai con acqua, e ti nettai dal tuo sangue, ec. Perchè tu fossi non indegna di me, ti lavai con acqua, che ti mondasse dalle tue sordidezze, e dipoi con prezioso unguento ti profumai. Per questa acqua possono intendersi le lustrazioni, e lavande prescritte nella legge; per l'olio, ovver unguento può intendersi la unzione, e con sacrazione de' sacerdoti; conciossiachè fu grande onore del popolo Ebreo l'avere un ordine di sacerdoti stabilito da Dio, e consacrato con solenne cerimonia prescritta dallo stesso Dio; talmente che lo stesso popolo potè dirsi: nazione santa, regno sacerdotale. Exod. XIX. 6.

16,10:E ti rivestii di abiti ricamati. Tale era la veste del sommo sacerdote, intorno alla quale vedi Exod. XXVIII. Sap. XVIII. 24.
E ti diedi calzari di color di iacinto. È un color di porpora più pieno, stimato sommamente dagli antichi: di pelli di tal colore fu coperto il Tabernacolo, Exod. XXVI. 14.
E cintura di bisso. Erano molto in uso le cinture a vari colori, e di gran pregio, non tanto per la materia, quanto pel lavoro. Vedi Prov. XXXI. 24. E di simil cintura dei sacerdoti si parla Exod. XXVIII. 39.
E ti addobbai di finissimo manto. Comunemente s'intende veste di seta, e alcuni vogliono, che in vece di manto s'intenda il peplo, nel quale s'involgevano totalmente le donne in Oriente. L'uso della seta non sappiamo veramente, che fosse ancora nella Giudea, ma era antico nell'Assiria dove stava Ezechiele, e donde la stessa seta trassero dipoi i Romani. Questo peplo era segno di verecondia, e di soggezione della donna verso il marito.

16,12:Ormai la tua faccia di pendenti. L'Ebreo propriamente porta: diedi pendenti al tuo naso. Intorno a quest' ornamento abbiam parlato, Gen. XXIV. 22., e altrove. Potevano le donne portare quest'ornamento o pendente dalla fronte sul naso, come credette s. Girolamo, e molti altri, ovvero attaccato al naso stesso, come usano tuttora le donne d'America.
E la tua testa colla corona. La corona però si metteva in capo anche alle spose, Cant. IV. 8., e altrove; e a questo rito alludesi adesso.

16,13:Ti fu dato a mangiare del fior di farina, ec. Fosti condotta ad abitare in una terra feconda di ogni bene, e che scorre latte, e miele, nè ti mancò veruna specie di delizie, come non ti mancò nissun pregiò, che tu potessi desiderare da me; e arrivasti a regnare: fosti donna, e signora di bello e grande paese; ed avesti lunga serie di regi, e fosti ricca e potente.

16,15:Quasi padrona di te. Come se tu non avessi avuto sposo e marito, ma fossi stata donna libera e padrona di te. Dimenticato il tuo sposo, e il tuo Dio, ti abbando nasti non ad un solo, ma a molti amatori, agli Dei stranieri, cui tu amasti e adorasti. Così adorasti gli dei degli Ammoniti, degl'Idumei, degli Egiziani, Assiri, ec.

16,17:E presi gli ornamenti di tua gloria ec. Può alludere al fatto di Achaz, il quale prese i vasi del Tempio, e chiuse le porte di esso; e dell'oro, e argento di quei vasi si servì in onore degl'idoli, come sembra indicarsi 2. Paral. XXVIII. 24.
Immagini di uomini. Può alludere agli osceni simulacri usati nelle feste di Osiride, di Bacco e di Adone.

16,18:E il mio olio e il mio timiama ponesti davanti ad esse. Dio avea prescritta la materia de' timiami da offerirsi a lui nel suo tabernacolo, e nel suo tempio, e sotto pena di morte avea proibito, che per proprio uso si facesse giammai da alcuno uomo simile composizione. E qui è rinfacciato alla sinagoga di aver bruciati gli stessi timiami in onore de' simulacri. Vedi Exod. XXX. 23. 33. 38.

16,19:E' il miele. Questo non si offeriva a Dio, Lev. II. II., ma agli dei del gentilesimo si presentava continuamente.

16,20:E le immolasti ad essi, perchè il fuoco le divorasse. In onore di Moloch. Empietà rammentata moltissime volte nelle Scritture.

16,22:Non ti se' ricordata de' giorni di tua adolescenza, ec. Il legislatore della sinagoga poco prima di morire le avea detto: Abbi cura, che quando avrai mangiato, e sarai satollo, quando avrai edificate di belle case, e le abiterai, e avrai mandre di buoi, e greggi di pecore, e copia di oro, e di argento, e di tutte le cose, non s'inalberi il cuor tuo, onde non ti ricordi del Signore Dio tuo, che ti trasse dalla terra d'Egitto, dalla casa di schiavitù ec. Deuter. VIII. 12. 13. 14.

16,24-25:Ti fabbricasti de' lupanari, ec. I luoghi eccelsi, gli altari, i delubri eretti a mille sozze divinità nelle contrade, nelle piazze, e in ogni parte di Gerusalemme, e della Giudea, questi sono i lupanari, e i luoghi di infamia, dove questa donna infedele violando la fede data al suo Dio si disonorò, e si avvili formisura, e meritò questi acerbi rimproveri, e finalmente i tremendi gastighi del cielo.

16,26:E co' figli dell'Egitto peccasti, ec. Nissuna nazione fu perduta, e immersa nel culto d'infiniti dei, e ne' vizi, che accompagnano l'idolatria, al pari degli Egiziani, e da questi venner la maggior parte de' superstiziosi riti, e delle empietà, che si sparsero per l'Asia, e per la Grecia.

16,27:Le cose tue sante. I doni, de' quali ti ornai come mia sposa, e pe' quali tu splendevi tra tutti i popoli, come rivestita di santità, e di giustizia:tutto quello, che io diedi a te, che al di fuora ti fa comparire, io tel torrò. E ti abbandonerò al volere delle figlie della Palestina, ec. E ti dileggeranno, e ti scherniranno le figlie de' Filistei, le quali hanno rossore delle tue iniquità. Parlando del popolo Ebreo come di una donna infedele, molto conveniente mente minaccia a lei di punirla per le mani delle donne Filistee, donne nemiche, e sebbene idolatre di professione, contuttociò meno sfacciate, e men cattive di lei.

16,28-29:Hai peccato co' figli degli Assiri. Non ti bastò di aver adottati gli dei de' Cananei, de' Moabiti, degli Ammoniti, Egiziani ec. che cercasti anche di far tuoi i numi degli Assiri, il sole, la luna, la milizia del cielo ec., e il culto di questi introducesti nella terra di Chanaan, dove non era stato mai conosciuto dagl'infedeli, che l'abitavano prima, che io in essa ti collocassi: tale credo essere il senso di quelle parole: Moltiplicasti le tue fornicazioni nella terra di Chanaan co' Caldei.

16,33:Alle altre meretrici si dà mercede, ec. Tu nel tuo peccare non cercasti di lucro: perocchè, che è quello, che dettero a te que' falsi dei o che potevano darti, mentre nulla hanno, e son nulla per loro stessi? ma tu nel peccare amasti lo stesso peccato, e anzi spendesti il tuo, cioè i miei doni stessi impiegasti per onorare questi in finiti tuoi dei.

16,36: Hai gittato il tuo denaro. Nel fare, e ornare i tuoi idoli, che sono i tuoì amatori.

16,37:Ragunerò tutti i tuoi amatori ....e tutti quelli, che tu avevi in odio, ec. Ragunerò contro di te i Caldei, e le altre nazioni, delle quali ti procurasti l'amicizia coll'adorare i loro dei, e farò, che questi Caldei uniti colle altre genti, che tu ami, e con quelle, che tu hai in av versione, vengano ad assalirti, e ti riducano in estrema desolazione, e miseria, onde al mondo tutto vengano a manifestarsi le infami tue scelleratezze, e le orrende tue prevaricazioni, per le quali ti se'meritata sonori gastighi.

16,40:E ti lapideranno. La pena degli adulteri era di essere lapidati, Levit. XX. 10., Deuter. XXII. 22., Jo. VIII. 5. Gerusalemme sendo stata espugnata per mezzo di quelle macchine, colle quali si gettavano sassi enormi contro le mura, sofferse in certo modo la pena di una donna adultera.

16,41:Alla presenza di moltissime donne. Alla presenza di molte nazioni, che insulteranno alla tua desolazione.

16,42:Nè più mi adirerò. Ti lascerò in abbandono, nè più mi darò pensiero di quel che tu facci. Pena gravissima (dice s. Girolamo) quando l'uomo è abbandonato alle sue scelteraggini, e a' suoi peccati. E Origene Hom. VIII. Exod. osserva la misericordia, e la pietà, e la pazienza del buono Iddio: quando vuol fare misericordia, dice, che si adira e si sdegna; cosi in Geremia (cap. 6.) co' dolori, e coi flagelli sarai corretta, o Gerusalemme, affinchè l'anima mia non si ritiri da te. Questa, se tu ben l'intendi, voce di Dio, chefa misericordia quando si adira, ed ha gelosia, e dà di mano a' dolori, e alla sferza: perocchè egli flagella ogni figliuolo, cui riconosce per suo. Vuoi tu dire una voce terribile di Dio irato? Senti quello, che per osea egli dice: dopo aver riferite molte cattive cose fatte da Gerusalemme, soggiugne: Non visiterò le vostre figlie quando peccano, nè le vostre nuore se fanno adulterio: Osea IV.

16,43:Perchè tu non ti se' ricordata de' giorni di tua adolescenza, ec. Perchè tu ti se' scordata di tutti i miei benefizi, e con ogni maniera di oltraggio hai provocato il mio furore, io perciò farò cader sopra di te le tue iniquità, che saranno il tuo gastigo, e non ti tratterò secondo il merito della scellerata tua vita, nè secondo le empietà commesse da te nel tempo delle tue abbominazioni. Quello, che nel testo è espresso col tempo passato: ho fatto cadere; non ti ho trattata, conviene esporlo, e intenderlo in futuro, secondo l'uso profetico, affine di aver chiaro il senso di questo versetto.

16,44-45:Quale la madre, tale la figlia di lei. La madre di questa donna infedele disse già, che era un'Hetea: or siccome la tua madre Hetea rigettò il vero Dio per adorare i falsi dei, e a questi consacrò i suoi figliuoli, e le figlie; così tu pur facesti; nè solo la cattiva madre tua imitasti, ma fosti simile ancora in tutto e per tutto alle tue scellerate sorelle.

16,46:E tua sorella maggiore ell'è Samaria, ec. Samaria era, come ognun sa, la capitale del regno delle dieci Tribù, ed è detta sorella maggiore, perchè al regno di Giuda restarono due sole Tribù; le figlie poi di Samaria sono le città subalterne di quel regno, le quali secondo l'uso degli Ebrei si chiamano figlie della capitale.
E la tua minor sorella ... ell'è Sodoma, ec. Tua sorella non per propinquità di sangue, ma per somiglianza di costumi, e di affetti ella è Sodoma. Conviene osservare, che Ezechiele parla di Samaria, e di Sodoma come di due città esistenti, benchè Samaria più di cento venti anni prima fosse stata distrutta da Salmanasar, e Sodoma abbruciata dal fuoco del cielo fino da' tempi di Abramo; onde dice, che Samaria abita alla sinistra, Sodoma alla destra di Gerusalemme,vale a dire, la prima a settentrione, la seconda a mezzogiorno, perocchè, secondo l'uso degli Ebrei, il sito dei luoghi si considera in tal guisa, che volgendosi l'uomo a levante, ha a destra il mezzodì, a si mistra il Settentrione. Sodoma poi in certo modo esisteva tuttora nel famoso lago, in cui fu sepolta, ed è detta sorella minore, perchè ebbe più stretto territorio, e minor numero di cittadini; e fors'anche potè Samaria chiamarsi dal nostro Profeta sorella maggiore, e Sodoma sorella minore di Gerusalemme, perchè, come notò Teodoreto, Gerusalemme imitò prima le iniquità di Samaria, e dipoi crescendo nella empietà imitò anche l'esecrande abbominazioni di Sodoma, e superò finalmente l'una e l'altra so rella, come si dice in appresso.

16,49:Ecco qual fu l'iniquità di Sodoma ... la superbia, ec. È notata qui l'origine di tutte le abbominazioni di Sodoma. La superbia (dice s. Girolamo), i bagordi, l'abbondanza di tutte le cose, l'ozio, e le delizie sono il peccato di Sodoma, donde viene la dimenticanza di Dio, mentre i beni presenti si considerano come perpetui; onde d'Israele sta scritto, che mangiò, e bevve, e ingrassato, e impinguato recalcitrò, Deuter. XXXII. Per la superbia permette Dio, che l'uomo cada ne' più obbrobriosi peccati; la gola è il fuoco, onde i pravi appetiti si accendono, e si nutriscono; l'abbondanza, e il lusso animano, e rendono più fiero l'orgoglio; e l'oziosità di ogni malizia è maestra, come dice il Savio: finalmente la sazietà, l'abbondanza delle delizie, ed il lusso sono il funesto principio, onde nasce il disamore de' fratelli, e il disprezzo delle loro miserie, e il cuor duro e crudele, che ad essi niega soccorso.

16,50:Come tu vedesti. Riguardo a Sodoma si può dire, che il lago Asfaltite era una memoria sempre visibile della distruzione di quelle città.

16,52:Hai nel peccar superate le tue sorelle, ec. Osservò Origene, Teodoreto, ed altri, che Gerusalemme superò i peccati di Sodoma, perchè la ingratitudine di lei fu più enorme, e insoffribile, dopo tanti favori, de' quali fu ar ricchita da Dio, onde il sentimento del nostro Profeta è simile al rimprovero fatto da Cristo a' Cafarnaiti, i quali aveano avuto per lungo tratto di tempo la sorte di udire la sua parola, e di vedere i suoi miracoli:E tu Cafarnaum ti alzerai tu fino al cielo? Tu sarai depressa sino all'inferno, perchè se in Sodoma fossero stati fatti i miracoli, che sono stati fatti presso di te, Sodoma forse sussisterebbe fino al di d'oggi. Perciò io ti dico, che la terra di Sodoma men rigorosamente di te sarà trattata nel dì del giudizio, Matt. XI. 23. 24. Giuste apparir facesti le tue sorelle: Considerata l'enormità delle tue colpe, in tuo paragone apparvero quasi giuste le tue sorelle: tanto alla loro empietà fu superiore la tua!

16,53:Ma io le ristorerò, tornando in libertà Sodoma, e le sue figlie, ec. Della Pentapoli rimase in piedi la piccola città di Segor, dove si rifugiò Lot, e probabilmente anche i villaggi dipendenti da questa città; e di più sotto il nome di Sodoma, convenientemente s'intendono gli Ammoniti, e i Moabiti discendenti da' due figliuoli di Lot, ed i quali abitavano presso il mare morto: questi come aventi origine da Lot, che abitò lungamente in quel paese, possono considerarsi come cittadini di Sodoma. Or noi sappiamo, che e gli Ammoniti, e i Moabiti furon condotti nella Caldea da Nabuchodonosor in quel medesimo tempo, in cui furon condotti i Giudei, e ad essi pure predisse il loro ritorno Geremia XLVIII. 47. XLIX.6. Predice adunque anche Ezechiele il ritorno degli Ammoniti, e Moabiti, e dei Sa maritani insieme co' Giudei. Ma come in Isaia, e in Geremia vedemmo sovente, che il ritorno dalla cattività di Babilonia è posto come una figura della liberazione degli uomini da una peggiore schiavitùdine, da cui furon tratti per Gesù Cristo, così pure in questo luogo la stessa cosa vien figurata, e predetta. E sono ancora molto degne di osservazione quelle parole del Profeta: E i tuoi figli condotti in ischiavitù farò tornare insieme con esse: perocchè avendo posto innanzi a quel de' Giudei il ritorno de' figli, e delle figlie di Sodoma, e di Samaria, e dicendo poi, che con questi farà tornare anche i figli di Giuda, quasi questi per amore di quelli dalla schiavitùdine fossero liberati, non vien egli a significare chiaramente il Profeta, che alla libertà procurata agli uomini da Cristo avranno parte prima i Gentili, e i Samaritani (disprezzati da' Giudei anche più de' Gentili) che li stessi Giudei? Conciossia chè di questi un piccol numero solamente si convertirà nei principi della Chiesa, restando il corpo della nazione nella incredulità, in cui durera ostinatamentefino al tempo stabilito da Dio per la sua conversione. Cosi i Gentili, e i Samaritani andarono innanzi agli Ebrei nel regno di Cristo, secondo la profezia dello stesso Salvatore, Matt. VIII. II.

16,54:Affinchè tu porti la tua ignominia .... e sii di con solazione per esse. Vale a dire: servirà di consolazione a Sodoma, e a Samaria l'averti compagna della ignominia, che soffriranno nella loro cattività. In secondo luogo riferendo queste parole al secondo senso detto qui innanzi elle diranno: tu, o Gerusalemme, porterai il peso della ignominia da te meritata, quando vedrai dall'Oriente, e dall'Occidente venire le genti, e sedere al convito del padre di famiglia con Abramo e Isacco nel regno di Dio, e te, e i tuoi figli esserne cacciati fuora. Allora Sodoma, e Samaria avranno consolazione in vedendosi a te preferite da Dio.

16,55:E la sorella tua Sodoma, e le sue figlie ec. Nuovamente dimostra come i Gentili, e i Samaritani si convertiranno a Cristo, e alla fine anche i Giudei si convertiranno, allorchè sarà entrata nella Chiesa la pienezza delle nazioni, Rom. XI. 26.

16,56-57:Nel tempo del tuo fasto ec. Tu, o Gerusalemme, nel tempo in cui eri felice, e superba de' doni miei, di sprezzavi talmente i Gentili, che non ti degnavi di nominarli: ora tu vedi, come per la tua superbia ei sono a te preferiti; perocchè è stata adesso manifestata la tua iniquità, che è tale, e tanta da farti divenire lo scherno de' Siri, e de' Filistei tuoi vicini. Gli Ebrei avevanotalmente in odio i Gentili, che l'essere stata aperta la porta della Chiesa a questi Gentili fu una delle cagioni dell'odio arrabbiato degli stessi Giudei contro il Cristianesimo, onde di essi disse l'Apostolo: Riguardo al Vangelo nemici per ca gione di voi, Rom. XI. 28.

16,58:Tu hai portata la tua scelleratezza, ec. I LXX lessero: Porta tu la pena di tua arroganza, ed empietà. E il vero senso egli è: tu, che per la tua grande arroganza non volevi sentir nominare i Gentili, li vedi adesso pre feriti a te nella grazia, e nel regno di Cristo. Non debbo lasciar di osservare, che gli Ebrei carnali, e particolarmente gli Ebrei de' tempi di Cristo aveano sentimenti ben diversi da quelli de' santi Padri loro, e dei Profeti, e particolarmente di Davidde, i quali ardentemente bramarono la riunione di tutte le nazioni del mondo nel culto del vero Dio.

16,59:Io farò (cosi) a te, come tu ec. Siccome tu disprezzando le promesse giurate fatte a me di adorare me solo, hai voluto per parte tua rompere l'alleanza, così io non adempierò le promesse, che già ti feci di proteggerti, e favorirti, ma le minacce severe di desolarti, e distruggerti, come ti predissi per bocca del mio servo Mosè. Vedi Deuter. XXVII., perocchè a questo luogo allude il Profeta.

16,60-61:Ma io mi ricorderò del patto, ec. Ma io non lascerò di ricordarmi dell'alleanza fatta teco sul Sina ne' giorni di tua adolescenza; e dopo averti punita, ti riceverò a penitenza, e ti aprirò la via ad una nuova sempiterna alleanza: e allora, quand'io stringerò teco questa nuova alleanza, ti vergognerai delle passate tue scelleratezze, e ammirerai la bontà, e carità mia, veggendo com'io a te condurrò la Samaria tua sorella maggiore, e la minor sorella Sodoma, e tu le riceverai come figlie; e ciò non in virtù dell'antico patto, ch'io fermai teco per mezzo di Mosè, ma in virtù della nuova alleanza stabilita da me nel sangue di Cristo, per cui lungi dal disprezzare le genti tu le accoglierai nella Chiesa come sorelle, e come figlie le amerai. La Chiesa di Gerusalemme tutta composta di Ebrei fu (come si notò più volte) la madre di tutte le altre Chiese.

16,63:Affinchè ti ricordi, ed abbi confusione, ec. Affinchè ricordandoti delle tue precedenti iniquità, e vedendo, che contuttociò tu sarai arricchita da me di beni grandissimi, tu ti confonda dentro di te ammirando la mia clemenza nel mandare a te il mio Unigenito a illuminarti, a mon darti da' peccati, a rivestirti della giustizia, anzi ad essere egli stesso per te giustizia di Dio, e santificazione, e redenzione. Tali cose tu ammirerai in profondo silenzio, e ti conoscerai incapace di celebrarle quanto elle meritano.