Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Ezechiele 15


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1E IL Signore parlommi, dicendo:2Figliuolo dell'uomo, che si farà egli del tralcio della vite a preferenza di tutti gli altri legnami delle boscaglie, se ella è come le piante della selva?3Si prenderà egli un pezzo di essa per farne qualche lavoro; ovver se ne formerà egli un cavicchio per attaccarvi qualche arnese?4Ecco, che si mette a nudrir il fuoco l'una parte, e l'altra parte di lui la ha consunta il fuoco, e il di mezzo è ridotto in cenere: sarà egli buono a qualch' uopo?5Anche quando era intiero non era buono a nulla: quanto più divorato, ed arso, ch'egli è dal fuoco, non potrà farsene cosa alcuna?6Per questo così dice il Signore Dio: Come il legno della vite fatto simile alle legna dei boschi, io lo do al fuoco, che lo divori, cosi farò degli abitanti di Gerusalemme.7E volgerò contro di essi il mio sguardo: usciran dal fuoco, e un (altro) fuoco li consumerà, e conoscerete, ch'io son il Signore, quando volgerò contro di essi il mio sguardo,8E inabitabile, e desolata renderò la lor terra, perch' ei sono stati prevaricatori, dice il Signore Dio.

Note:

15,2:Che si farà egli del tralcio della vite ec. Per qual uso il tralcio della vite si preferirà alle piante de' boschi qualunque elle sieno, se ella è come le altre piante delle boscaglie, vale a dire, se non dà verun frutto? Si farà egli conto de' tralci, o del pedale di una vite, più che di un'altra pianta salvatica, quando la vite non porta frutto? No; anzi si stimerà assai meno, perchè il le gname delle altre piante a molte cose sarà buono, i tralci poi della vite infruttuosa non son buoni a verun lavoro, come è detto in appresso. La Chiesa, e le anime sono sovente paragonate da Dio ne' libri santi ad una vite, perchè Dio nella Chiesa, e nelle anime cerca non de' bei fiori, nè di belle frondi, ma buoni frutti, e frutti degni di vita eterna, simili perciò al frutto della vite, si utile alla conservazione della umana vita.

15,3:Un cavicchio per attaccarvi qualche arnese? Da questo, e da altri luoghi delle Scritture si vede l'antichissimo uso di avere i mobili della casa, e gli utensili tutti attaccati a' cavicchi fitti nella parete, del qual uso con servasi ancora l'esempio nel Levante secondo le relazioni dei Viaggiatori. Vedi Isai. XXII. 23. Lo stesso uso si vede in Omero.

15,4-5:Ecco, che si mette a nudrir il fuoco. Ecco quel che si fa de' sermenti e del ceppo della vite sterile: si mettono sul fuoco, e ben presto sono bruciati e ridotti in cenere; nè di essi resta pur un tizzone, di cui possa farsi qualche cosa come avviene di altri legni, che bruciano lentamente, e abbruciando s' indurano, onde tratti dal fuoco possono ancora esser buoni a qualche cosa.

15,7:Usciran dal fuoco, e un (altro) fuoco li consumerà. Il fuoco è la tribolazione, e il flagello di Dio. Gli Ebrei, che fuggiranno il flagello della spada, periranno sotto il flagello della fame; se si salveranno dalla fame, anderanno in ischiavitù. Origene vide qui indicato dopo l'incendio di Gerusalemme sotto Nabuchodonosor, l'ultimo incendio sotto Tito.