Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Baruc 2


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Il Profeta è confortato da Dio, affinchè riprenda senza paura i figliuoli d'Israele, per vedere se si emendano dagli antichi loro peccati; e gli è comandata di divorare un libro scritto di dentro, e di fuora, in cui erano lamentazioni, e mesti cantici, e guai.

1Per la qual cosa il Signore Dio nostro adempiè la sua parola annunziata a, noi, e a' nostri giudici, che giudicavano Israele, e a' nostri re, e a' nostri principi, e a tutto Israele, e Giuda,2Che il Signore avrebbe mandati sopra di noi mali grandi, che non eran avvenuti mai sotto del cielo, quali sono stati in Gerusalemme conforme a quel, che sta scritto nella legge di Mosè;3E che avrebbe mangiato l'uomo le carni del proprio figliuolo, e della figlia.4E diegli il Signore in potere di tutti i re, che ci stanno all'intorno, e li fece lo scherno, e l'esempio d'infelicità presso tutti i popoli, tra' quali il Signor ci disperse.5E siam divenuti servi, e non padroni, perché abbiam peccato contro il Signore Dio nostro, non ascoltando la sua voce.6Al Signore Dio nostro s'appartiene la giustizia, ma a noi, ed a' padri nostri la confusione del volto, com'oggi addiviene;7Perocché il Signore tutti questi mali ci aveva minacciati, che sono caduti sopra di noi:8E non siamo andati dinanzi al Signore Dio nostro a piegarlo, affinchè ci convenissimo ognun di noi dalle pessime vie nostre.9E il Signore fu pronto al gastigo, e mandollo sopra di noi; perocché giusto è il Signore in tutte le opere sue, e in quello, che ha a noi comandato:10E noi alla sua voce non ubbidimmo per camminare secondo i comandamenti del Signore i quali egli ci avea posti davanti.11E adesso, o Signore Dio d'Israele che traesti il popolo dalla terra d'Egitto, con mano forte, e per mezzo di segni e prodigi, e colla tua gran possanza e col disteso tuo braccio, e ti facesti un nome, quale oggi tu l'hai.12Noi abbiam peccato, abbiamo operato empiamente, iniquamente ci siamo diportarti, o Signore Dio nostro, contro tutti i tuoi comandamenti;13Si allontani da noi l'ira tua; perocchè siam rimasi ben pochi tralle nazioni, dove tu ci hai dispersi.14Esaudisci o Signore le nostre orazioni, e le nostre suppliche, e tu ci libera per amor di te stesso, e fa che noi troviam grazia dinanzi a coloro, che ci hanno spatriati;15Affinchè la terra tutta conosca, che tu se' il Signore Dio nostro, e che Israele,e tutta la stirpe di lui porta il tuo nome.16Volgi, o Signore, lo sguardo sopra di noi dalla casa tua santa, e porgi le tue orecchie, e ascoltaci.17Apri gli occhi tuoi, e pon mente che non i morti, che son nell'inferno, de' quali lo spirito o separato dalle lor viscere, renderanno onore alla giustizia del Signore:18Ma l'anima che è afflitta per la grandezza de' mali, e curva, e languente cammina, e gli occhi abbattati, e l'anima famelica glorifica te, e la tua giustizia, o Signore.19Imperocché non fondati colla giustizia de' padri nostri noi versiamo preghiere, e imploriamo misericordia al tuo cospetto, Signore Dio nostro;20Ma perché tu hai versato l'ira tua, e il tuo furore sopra di noi, come predicesti per mezzo de' servi tuoi, i profeti, dicendo:21Cosi dice il Signore: Chinate le vostre spalle, e le vostre teste, e servite al re di Babilonia, e avrete quiete nella terra ch'io diedi a' padri vostri.22Che se non ascolterete il comando del Signore Dio vostro, di servire al re di Babilonia, vi farò cacciare dalle città di Giuda, e fuor di Gerusalemme,23E torrò da voi i canti di letizia, e di gaudio, e il canto dello sposo, e il canto della sposa, e tutta la terra sarà senza vestigia di chi la abiti.24Ma eglino non ascoltarono la tua voce, né servirono al re di Babilonia e tu adempiesti le tue parole annunziate per mezzo de' servi tuoi, i profeti, talmente che tolte fosser le ossa de' nostri re, e le ossa de' padri nostri dal luogo loro:25Ed ecco che sono state gettate al calore del sole, e al gelo della notte; o quelli morirono tra' dolori crudeli di fame, e di spada, e di peste mandata (da te.)26E il tempio, che portava il tuo nome, lo riducesti qual egli è in oggi per ragion dell'iniquità della casa d'Israele, e della casa di Giuda.27E ti diportasti verso di noi, o Signore Dio nostro, con tutta la tua bontà, e con tutta quella tua misericordia grande;28Conforme avevi predetto per Mosè tuo servo nel giorno, in cui gli ordinasti di scrivere la tua legge pe' figliuoli d'Israele,29Dicendo: Se voi non ascolterete la mia voce, questa moltitudine grande si ridurrà ad essere la minima delle nazioni, tralle quali io la spergerò:30Perocché io so, che il popolo non mi ascolterà; perché è un popolo di dura cervice: ma rientrerà in se nella terra, dove sarà schiavo;31E conosceran, che io sono il Signore Dio, e darò loro un cuore, e intenderanno, e orecchie, e udiranno.32E daran laude a me nella terra di lor schiavitù, e si ricorderan del mio nome.33E lasceranno il duro lor dorso, e la loro malignità; perocché si ricorderanno di quel, che fu de' padri loro, che peccaron contro di me.34E li richiamerò nella terra, che io promisi con giuramento a' padri loro, Abramo, Isacco, e Giacobho e ne avranno il dominio, e li moltiplicherò, e non diminuiranno.35E fermerò con essi un'altra alleanza sempiterna, ond'io sia loro Dio, com'ei saranno mio popolo: e non moverò più il mio popolo, i figliuoli di Israele dalla terra, che ho data ad essi.

Note:

2,2-3:Conforme a quel che sta scritto nella legge di Mosè. Veggansi le minacce di Mosè, Deuter. XXVIII. 52. 53. 55.

2,5:E siam divenuti servi, e non padroni. Vedi Deuter. XXVIII. 13.

2,16:Dalla casa tua santa. Dal cielo, che è la tua sede; ovvero dal luogo del Tempio; perocchè verso il Tempio stesso, benchè distrutto si volgevano gli Ebrei, che stavano a Babilonia, Dan. VI, 10.

2,17-18:Non i morti, che son nell'inferno, ec. Se tu, o Signore, ami, che gli uomini celebrino solennemente la tua giustizia, la tua bontà, la tua sapienza, la tua fortezza ec., se tu ami, ch'ei diano a te gloria per i tuoi benefizi, e per le mirabili opere tue, e a te ne rendano grazie pubblicamente in tal guisa, che serva a far sì, che altri ancora conoscano quel che tu sei, e ne rimangano edificati, ed eccitati a lodarti, e benedirti, tu sai, o Signore, che in tal maniera ti lodano non que' morti, che per una parte di loro son nel sepolcro, ma in tal maniera ti lodano i viventi, i quali co' loro inni, e colle benedizioni, che danno a te per le tue misericordie, propagano la gloria del nome tuo. Ecco, che noi nella nostra cattività siamo come morti: risuscita adunque i tuoi morti, o Signore. Perocchè l'anima afflitta da gravi tribolazioni, e perciò umiliata, e penitente, l'anima, che è in abbattimento, e languore, e a te si rivolge per aver forza ed aiuto, e questo aiuto implora colla sue lagrime, onde si offuscano, e vengon meno i suoi occhi, e l'anima, che per placarti si condanna a' rigorosi digiuni, quest' anima dà gloria a te, dimostrando come da te solo, e dalla tua potenza e bontà, ella aspetta soccorso, e dà gloria alla tua giustizia, riconoscendo come tu se' giusto ne' tuoi gastighi, e fedele nelle dolci misericordiose promesse fatte da te a favore delle anime penitenti.

2,19-20:Non fondati sulla giustizia de' padri nostri ec. Noi ricorriamo a te, e alla tua misericordia non facendo capitale della giustizia, e de' meriti, e delle buone opere de' padri nostri; perocchè noi confessiamo, ch'ei furono essi ancor peccatori: ma costretti da' tuoi flagelli, e dai terrori dell'ira tua noi imploriamo la tua clemenza, sapendo, che tu puoi consolarci, come ci hai percossi, secondo la minaccia fatta a nome tuo dai Profeti tuoi servi.

2,21:Chinate le vostre spalle e le vostre teste, ec. Geremia avea più volte avvertiti gli Ebrei a vivere quieti, e soggetti al dominio de' Caldei. Vedi particolarmente il capo XXVII. 7. 8. 9., ma Sedecia, e gli Ebrei tutti, non sapendo piegare la testa alle disposizioni di Dio, si ribellarono, onde ne vennero tutte le calamità già predette, e qui ripetute.

2,24:Talmente che tolte fosser le ossa ec. Si è veduto la predizione fattane da Geremia capo VIII. I. 2. I Caldei ne' sepolcri particolarmente dei re, e de' grandi speravano di trovare de' tesori nascosti, e dissotterravano le ossa dei morti, cosa di sommo dolore per una nazione, qual'era l'Ebrea, che avea tanto rispetto pei morti, ed osservava con somma religiosità l'onore de' sepolcri.

2,25:E quelli morirono ec. Vale a dire, i padri nostri.
E di peste mandata (da te). Ho tradotto così, perchè in primo luogo così esige il luogo di Geremia, anzi i molti luoghi di Geremia, dove sono uniti questi tre flagelli, la spada, la fame, e la peste, che Dio minacciava a Gerusalemme. Vedi Jerem. XXXII. 36. ec. In secondo luogo, perchè la ordinaria maniera, onde da molti intendesi quella parola in emissione, cioè nell'esilio, non può stare in verun modo, perchè questi, de' quali foron dissotterrate le ossa, erano morti in Gerusalemme, e nella Giudea, e non nell'esilio.

2,30:Io so, che il popolo non mi ascolterà. Non le stesse parole, ma il sentimento stesso si trova, Deuter. XXXI. 29. Ma rientrerà in sè ec. Vedi Levit. XXVI. 39. 40. 4I.

2,35:E fermerò con essi un'altra alleanza sempiterna. Questa alleanza sempiterna non può esser altra, che quella, di cui fu mediatore Gesù Cristo, alleanza, di cui era figura il ritorno del popolo dalla cattività della terra di promis sione, e il rinnovellamento dell'alleanza antica fatto da Nehemia, come si narra 2. Esd. IX. 38. X. I. 2. ec. Vedi Jerem. XXXI. 31. 32.